22 Mar 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Un progetto di solidarietà – Nell’ambito della campagna umanitaria “Il cuore si scioglie”, lanciata dalla Unicoop, catena di supermercati italiani, è partito il progetto “Noi con gli altri”. Obiettivo: sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori toscane al tema della condivisione, coinvolgendoli in prima persona in esperienze di solidarietà in zone disagiate. Tra le varie aree di intervento è stato scelto anche il Camerun (Africa), dove a Fontem il Movimento dei Focolari è presente da oltre 40 anni. In collaborazione con i Focolari della Toscana e di Fontem, sono stati avviati anche alcuni interventi a favore della tribù dei Mundani.
In viaggio – Dal 14 al 24 febbraio, un gruppo di 20 persone coinvolte nel progetto si è recato a Fontem. Fra loro: Claudio Vanni, dirigente Unicoop, Massimo Toschi, assessore alla Regione Toscana, Piero Taiti, direttore sanitario dell’ospedale di Prato, e 7 studenti dell’Istituto Tecnico “Dagomari” di Prato, vicino Firenze, accompagnati da una insegnante. Strutture in continuo sviluppo – Ha suscitato grande interesse la visita al nuovo reparto per le malattie infettive dell’ospedale di Fontem, e al nuovo campo di pallavolo del College. Ma la meta dei giovani visitatori italiani era il villaggio di Besalì, nella regione dei Mundani, tribù di 8.000 persone. Avventuroso il viaggio per raggiungerlo: 58 km di pista in piena foresta, parecchi corsi d’acqua da attraversare su ponti di fortuna o a guado, dato che si era ancora nella stagione secca. Ma alla fine la fatica ed il disagio sono stati cancellati dalla calda accoglienza del Fon, il capo tribù, dei dignitari e di tutta la popolazione del villaggio in festa.
Perché proprio Besalì? Per rispondere ad una richiesta di aiuto per i tanti ragazzi che non hanno la possibilità di andare a scuola. La Unicoop ha accettato la proposta di inserire tra i suoi progetti umanitari anche la scuola di Besalì. I dirigenti di Unicoop si erano già mostrati in passato molto interessati all’esperienza di Fontem, offrendo volentieri la loro collaborazione per completare l’installazione del sistema elettrico nel nuovo reparto per le malattie infettive. Ora è stata avviata la costruzione della scuola elementare a Besalì, dove il Fon ed alcuni dignitari del villaggio hanno offerto il terreno. I lavori, portati avanti in mezzo a tante difficoltà logistiche, sono ormai nella fase conclusiva. (altro…)
29 Gen 2007 | Chiara Lubich, Nuove Generazioni
“Il Movimento gen è nato per far risperare il mondo in Qualcuno che non inganna mai”. Con queste parole Chiara Lubich ha ricordato, in un messaggio lanciato in diretta mondiale, il compito del Movimento “Gen”, – ‘generazione nuova’ dei Focolari – nato 40 anni fa, in piena contestazione giovanile. Il 2007, anno del 40°, per i gen non è una semplice ricorrenza, ma segna una nuova tappa, con la consegna di Chiara: “Siete in cammino. ‘Sempre in Via’. Ma la Via è Gesù. Che questo 40° impegni ancor più il Movimento Gen a vivere con Gesù compagno di viaggio”, “Darete così dal vostro angolo di mondo quell’avvio indispensabile e decisivo alla svolta che va operata nell’umanità”. Un evento vissuto a livello planetario ha legato in un’unica rete i giovani che vivono la spiritualità dell’unità: Terra Santa, Filippine, Brasile, Sud Africa, Corea, Stati Uniti, Egitto, Uganda, Tanzania, e molti altri ancora – in tutto 44 – erano i Paesi presenti all’appuntamento attraverso un collegamento satellitare; 23 i congressi contemporanei e oltre 2000 i giovani riuniti a Roma, provenienti da tutta Europa e con rappresentanza degli altri continenti. E alla sfida di diventare “atleti di Dio, eroi del Vangelo, testimoni della verità, dimostrazione che Dio è pienezza, felicità, pace, bellezza, ricchezza, abbondanza, amore, misericordia, fiducia”, i gen, da tutto il pianeta, hanno risposto con entusiasmo e generosità. Alcuni flash – Dal Cairo: “E’ la prima volta che assisto a un avvenimento storico come questo!”; dal Venezuela: “Il mio cuore cresceva vedendo il mondo in collegamento, non solo satellitare ma soprattutto spirituale”; da Hong Kong: “Voglio dire il mio Sì a Gesù, anche se umanamente è difficile, voglio dirGli sì sempre, subito, con gioia”; dall’Italia: “Lui riempie ogni vuoto. Ma richiede tutto il cuore, tutta l’anima: che Ideale questo!”.
Un momento di grandissima gioia è stato poi il saluto del Santo Padre Benedetto XVI ad un gruppo di gen che ha partecipato all’udienza di mercoledì 10 gennaio 2007, a conclusione del loro congresso. Il Movimento Gen nasce nel 1967, proponendo ai giovani di tutto il mondo una rivoluzione pacifica, che cambi i cuori, e da lì incida sul sociale, rinnovando le strutture, portando ovunque la vita del Vangelo: «Questa è la rivoluzione che noi vogliamo fare: né occidente ci piace, né oriente ci piace, né il capitalismo ci piace, né il comunismo ci piace, il cristianesimo ci piace, il capitale di Dio ci piace» è stato uno dei motti fondanti del Movimento Gen. Non solo cristiani – Nel tempo, con la crescita del Movimento dei Focolari, fra i gen sono arrivati anche cristiani di altre chiese e giovani seguaci di altre religioni. Li ritroviamo anche nelle zone di conflitto, come in Terra Santa, in Iraq, in Colombia, pronti a testimoniare con la vita una cultura della pace. Oggi sono 18.000 in tutto il mondo. Animatori del movimento Giovani per un Mondo Unito, insieme a loro e a molti altri giovani, si impegnano a costruire
ovunque “frammenti di fraternità”, danno vita ad azioni che incidono sull’opinione pubblica, e si adoperano per dare una risposta alle disuguaglianze sociali in atto nei propri paesi. (altro…)
9 Gen 2007 | Nuove Generazioni
«Di fronte alla grande crisi argentina del dicembre 2001, come tanti giovani anch’io mi sono sentita derubata del futuro», racconta G. D. L., di Buenos Aires, una dei 395 studenti che si sono iscritti ai corsi di formazione politica del Mov. politico per l’unità che, nei mesi successivi, hanno preso avvio nel suo Paese. Mentre in quelle circostanze tanti suoi amici chiudevano con la politica, G. ha avvertito che, aderendo a questo progetto, si apriva per lei una soluzione diversa. Come sono organizzate le ‘scuole’? Si tratta di un percorso di due anni di studio, in cui si approfondisce il sistema politico, culturale ed economico del proprio Paese, in una prospettiva ampia che guarda all’intera famiglia umana come comunità politica fondamentale. Ciò dà significato anche all’esercizio della cittadinanza nel territorio locale, con le sue regole.
Attualmente le “comunità di formazione” sono presenti, oltre che in Argentina e in Italia (dove operano già da alcuni anni), anche in Uruguay e Paraguay; sono in fase di avvio in Brasile. Cardine della proposta formativa è il patrimonio culturale del MppU, che si ispira alla spiritualità e all’esperienza di Chiara Lubich, offerto ai giovani con l’elaborazione di strumenti conoscitivi adeguati ad approfondire la storia, i sistemi culturali e gli ordinamenti dei propri Paesi, ed agire di conseguenza, nel rispetto della diversità e della pari dignità di persone e popoli. Il progetto si presta a forme di partecipazione e “sostegno a distanza”, attraverso contributi una tantum oppure finalizzati a coprire i costi delle attività formative, optando tra le diverse sedi in Argentina (18 sedi), Uruguay (2), Paraguay (1), Brasile (13). Per saperne di più: Movimento Politico per l’Unità Via Frascati, 306 00040 Rocca di Papa (Roma) IT tel. +39-06-945407210 fax +39-06-9412080 email: mppu@focolare.org Sito web: www.mppu.org (altro…)
27 Dic 2006 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
«Il messaggio del Vangelo, vissuto da persone che hanno condiviso tutto con noi e insieme hanno cercato per noi i mezzi di sostentamento, è diventato qualcosa che ci ha liberati dentro, e ci ha aperto un nuovo orizzonte, che ci ha portato a fare della nostra vita un “santo viaggio”, e ci ha resi “soggetti” della trasformazione del nostro ambiente sociale». Sono nato e abito nell’isola che ora è denominata S. Terezinha, alla periferia della città di Recife nel Nord-est del Brasile. Oltre trenta anni fa il suo nome era “Isola dell’Inferno”, per il grave degrado in cui viveva. Da allora il Movimento dei Focolari svolge in questa comunità un’azione di promozione sociale e allo stesso tempo spirituale e culturale. Per questa esperienza vissuta insieme è sorta l’Associazione degli abitanti dell’isola S. Terezinha, della quale sono stato presidente per cinque mandati consecutivi, con l’obiettivo di far vivere agli abitanti un’esperienza comunitaria, diventando così protagonisti del proprio sviluppo. Abbiamo scelto come motto la frase del Vangelo: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia…”. Ponendo in Dio la nostra forza, il Vangelo è diventato come una bussola nella nostra vita perché, a quell’epoca, vivendo in un paese a sistema capitalista e ancora sotto il regime militare, quasi tutte le comunità erano orientate a partiti che avevano scelto la lotta come unica proposta per il superamento delle disuguaglianze sociali. Noi invece eravamo sempre aperti a dialogare con gli amministratori pubblici, indipendentemente dalle correnti partitiche, manifestando chiaramente le nostre posizioni come comunità. Ne sono seguiti avanzamenti e conquiste: la bonifica di un’area che prima era sempre allagata a causa delle piogge o dell’alta marea; la costruzione di case anche con il sostegno dello Stato, per risolvere il problema della mancanza di abitazioni; l’istituzione di una scuola elementare, che conta più di 600 alunni, per combattere l’analfabetismo. Per arrestare il problema della mortalità infantile abbiamo aperto un ambulatorio in collaborazione con il Comune di Recife e con l’appoggio di organizzazioni tedesche. Abbiamo aperto anche un centro per il recupero dell’infanzia denutrita. Per combattere la disoccupazione, abbiamo creato un’impresa di materiale da costruzione in cemento, che dà lavoro a 7 padri di famiglia. Attraverso l’iniziativa delle adozioni a distanza è sorta anche un’associazione di sostegno all’infanzia e agli adolescenti che svolge un’opera preventiva, occupando i bambini e gli adolescenti nel tempo libero dall’orario scolastico con una formazione umana ed educazione civica. Il rispetto e il riconoscimento delle autorità competenti non hanno tardato ad arrivare: non conoscevano l’esperienza evangelica che vivevamo “dietro le quinte”, ma ci vedevano come una comunità organizzata e un popolo che sa lottare. L’amore che ci spinge invita a crescere, a migliorare. Non possiamo accontentarci di come abbiamo vissuto ieri. Con l’apertura democratica sono sorti nuovi sistemi di partecipazione come il “Bilancio Preventivo-Partecipativo” secondo il quale le comunità eleggono i propri rappresentanti per poter discutere col Comune e trattare l’impiego di parte delle risorse finanziarie che sono decise dal Sindaco e dalla giunta. La città è divisa in 6 aree, chiamate “Regioni Politico-Amministrative” e vengono eletti i rappresentanti come delegati di questo bilancio di partecipazione: in tutto 470. Nel corso di un’assemblea sono stato eletto delegato della mia regione, per rappresentare nei negoziati non solo la mia comunità, ma anche vari villaggi della zona. Anche nell’esercizio di questo mandato, ho avuto l’opportunità di sforzarmi di vedere Gesù nell’altro, secondo le parole del Vangelo: “Qualunque cosa hai fatto al minimo l’hai fatta a me!”. Facile, quando si tratta di qualcuno che appartiene alla mia stessa comunità, ma più difficile quando si tratta di qualcuno che non sempre agisce in accordo con le aspirazioni dei meno avvantaggiati. Dovevo lavorare per la mia comunità, ma allo stesso tempo mantenere il rapporto con loro, non solo per diplomazia. Un giorno in una riunione discutevamo l’allocazione dei finanziamenti. I delegati presenti volevano includere solamente le località dei delegati che partecipavano alla riunione. Ricordando che dobbiamo “amare la patria altrui come la nostra” e, in questo caso, amare la comunità dell’altro come la nostra, dissi che non era giusto sacrificare una comunità soltanto perché i suoi rappresentanti non erano presenti, e che non avremmo dovuto guardare solo alle nostre necessità, ma anche a quelle degli altri. Accolsero la mia proposta. In un’altra occasione, in cui non avevo potuto essere presente a causa del mio lavoro, si era constatato che i fondi destinati ad una piazza dell’Isola Santa Terezinha non erano sufficienti. Anche senza la mia presenza, gli altri delegati stanziarono una parte delle loro risorse per la nostra piazza. Sono vari i frutti di questo lavoro congiunto: siamo riusciti ad asfaltare le strade principali dell’Isola, oltre alla costruzione della piazza; abbiamo ottenuto attrezzature per il nostro centro sanitario e patrocini per le manifestazioni culturali. Poi, in altri villaggi e comunità della zona di Recife, siamo riusciti ad avviare varie opere di costruzione, insieme ad altri delegati del bilancio partecipato. (J. – Recife) (altro…)
18 Dic 2006 | Nuove Generazioni
«…Questo mondo ricco si è “accalappiato” il Natale e tutto il suo contorno, e ha sloggiato Gesù! Ama del Natale la poesia, l’ambiente, l’amicizia che suscita, i regali che suggerisce, le luci, le stelle, i canti. Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno. Ma a Gesù non pensa». Da queste parole di Chiara Lubich, nella meditazione “Hanno sloggiato Gesù”, è nata una singolare iniziativa, promossa dai più piccoli del Movimento dei Focolari: i e le gen 4. Ogni Natale, dal 1996, sfidando il freddo dell’inverno e del consumismo sfrenato, offrono Gesù bambino sulle piazze principali, nei centri commerciali delle grandi città.
Quest’anno per la loro azione “Hanno sloggiato Gesù”, sono andati alla conquista del Central Park di New York, sono a Roma a Piazza del Popolo, nella centralissima Via Po a Torino… Dal Centro Gen 4 mondiale sono partiti più di 8.000 piccoli cestini, destinati a fare da culla al piccolo Gesù che troverà casa dalla Spagna al Giappone, dall’Africa alla Svezia. Ecco alcuni flash da varie parti del mondo: Torino – Portare tanti Gesù bambino Avendo sentito al telegiornale la notizia che alcune catene di supermercati hanno abolito dalle loro vendite i presepi in quanto “poco commerciabili”, Margherita, una bambina di Torino, ha esclamato: «Quest’anno dobbiamo portare tanti, tanti Gesù bambino!». Germania – E ritorna con due buste I e le gen 4 della Germania hanno la loro bancarella in un mercatino di Natale. Un uomo si avvicina, prende in mano una statuetta di Gesù bambino, lo guarda, lo riguarda … ma poi si allontana senza prendere niente. Le gen 4 decidono di regalarglielo. Lo raggiungono in fretta: “Ti vogliamo regalare questo!”. I suoi occhi si illuminano. Racconta che ha perso il lavoro e per questo non ha i soldi per prendere una statuetta, poi li saluta e va a casa. Dopo un po’ ritorna con due buste. Anche lui vuole regalare qualcosa ai gen 4. Nella prima busta trovano una preghiera che ha copiato per loro, e nella seconda, una lettera che dice: “Ciao carissimi bambini! Voglio ringraziarvi per il più grande dono che esiste. Non lo dimenticherò mai. Mi avete fatto una grande sorpresa! Auguro a tutti un buon Natale e bei regali”. Dallas (Texas) – Neanche il tempo di fermarsi
Davanti ad un alto grattacielo pieno di uffici, i e le gen 4 di Dallas sono riusciti per la prima volta ad avere il permesso di offrire Gesù Bambino. Ma non è facile: le persone passano frettolose, mormorando: “No, thank you!” o domandano: “Cosa sono? Biscotti?”. “Come mai tutte queste persone non hanno neanche il tempo di fermarsi per portare Gesù a casa?” si chiedono sgomenti i gen 4. E chiedono a Gesù di aiutarli a far arrivare a tutti il suo amore: non importa se non arrivano i soldi per i poveri, sanno di essere lì per portare Lui nel mondo. Non si danno per vinti: preparano dei cartelloni colorati che mostrano alle persone, offrendo Gesù Bambino come regalo di Natale e cantando canzoni natalizie. Ora le persone si fermano e prendono Gesù Bambino. Una signora che voleva prendere una statuetta si è resa conto di aver dimenticato a casa il portafoglio. Senza indugio, i gen 4 subito glielo regalano, e lei se ne va commossa e felicissima. Anche i gen 4 sono felici: ancora una volta Gesù ha trovato casa. Al momento di contare i soldi, si ricordano di dover dare il 10% alla ditta davanti alla quale hanno offerto Gesù Bambino. Tutti insieme vanno nell’ufficio del direttore che, toccato, dice di non volere niente: vuole dare anche lui il suo contributo perché attraverso i gen 4 i soldi arrivino a chi ne ha bisogno. Trento – Siete invitati tutti a casa mia Silvia e Monica si trovano per fabbricare i Gesù Bambino di gesso: perché non invitare anche i loro amichetti? Silvia prepara dei bigliettini: “Sabato pomeriggio siete invitati tutti a casa mia per fare Gesù Bambino” e il giorno dopo li distribuisce a tutti i suoi compagni di classe. Il sabato sono in dieci all’opera! Prima di cominciare, Silvia e Monica fanno vedere a tutti un video dove i gen 4 spiegano come è nata l’azione “Hanno sloggiato Gesù”. Nessuno vorrebbe più tornare a casa e si lasciano con la promessa di ritrovarsi presto. Pisa – Un atto d’amore lo posso fare anch’io! Un distinto signore, trovandosi davanti Lorenzo che gli offre il piccolo Gesù, ha risposto: «Non mi interessa, io sono ateo» e Lorenzo: «Io sono un gen 4. Cosa vuol dire ateo?». «E cosa vuol dire gen 4?» ribatte il signore. «I gen 4 sono quelli che fanno gli atti d’amore». «Anche se non credo, un atto d’amore lo posso fare anch’io!» conclude il signore, e prende un Gesù bambino lasciando una generosa offerta. (Altri episodi sono raccolti nel libro “Hanno sloggiato Gesù”, Città Nuova 2005) (altro…)
2 Nov 2006 | Dialogo Interreligioso, Nuove Generazioni
Tramandare alle giovani generazioni lo “Spirito di Assisi”, proposto al mondo da Giovanni Paolo II nella memorabile giornata, che vide riuniti nella città di Francesco i leader di tutte le religioni del mondo, è l’obiettivo del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, nel 20.mo anniversario della “Giornata di Preghiera per la Pace” del 27 ottobre 1986. L’incontro riunisce giovani di diverse tradizioni religiose con l’intento di far loro riscoprire e mantenere vivo questo spirito, quale motivo di speranza per il futuro. Hanno aderito all’invito un centinaio di giovani di 27 Paesi, tra cristiani – cattolici e di altre Chiese e comunità –, ebrei e seguaci di varie tradizioni religiose: induismo, taoismo, buddismo, giainismo, Islam ed altre. Il programma comprende sessioni plenarie, dibattiti di gruppo o in tavole rotonde, pellegrinaggi a luoghi significativi della spiritualità francescana. Nel Sacro Convento sono stati predisposti luoghi separati per la preghiera e la meditazione dei diversi gruppi religiosi; i giovani cattolici parteciperanno all’Eucaristia domenicale e a vari momenti di preghiera. Il programma – L’incontro entrerà nel vivo il 5 novembre con la sessione inaugurale aperta dal Vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino. Poi la riflessione di fondo su “L’impatto di Assisi 1986” e la Liturgia Eucaristica presso il Sacro Convento. Nel pomeriggio sono previste le testimonianze dei gruppi che in questi venti anni hanno particolarmente coltivato e promosso lo “spirito di Assisi”: Comunità di Sant’Egidio, Buddisti Tendai del Giappone, Comunione e Liberazione, Movimento dei Focolari. Nella giornata del 6 novembre, Kathryn Lohre, del Consiglio Ecumenico delle Chiese, si rivolgerà ai giovani sul tema “Sostenere i valori comuni e rispettare le differenze”, mentre martedì 7 il card. Paul Poupard, farà il punto sull’attuale situazione del dialogo interreligioso, accentuando il ruolo dei giovani in un mondo multireligioso e multiculturale. Ai giovani è affidata la stesura di un “Messaggio” di speranza e di incoraggiamento al mondo intero, nel segno della condivisione dello “Spirito di Assisi”. L’incontro si concluderà a Roma, nella mattinata dell’8 novembre, con la partecipazione all’Udienza Generale del Santo Padre. (altro…)