Ott 12, 2007 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Testimonianza raccontata all’incontro in preparazione dell’Agorà dei giovani di Loreto 2007, il 30 agosto 2007 a Civitanova Marche “Morire per la propria gente – Desiderosi di fare qualcosa per le nostre terre, ci siamo ricordati di una consegna che Chiara Lubich, già nel 1977, aveva dato a noi giovani e che si può sintetizzare nello slogan “morire per la propria gente”. Chiara ci incoraggiava a cercare le situazioni più dolorose, le persone che più soffrono nelle nostre città e ad andare loro incontro per amarle concretamente fino a dare la vita. Ci siamo chiesti: “…se Gesù venisse in persona oggi nella nostra terra, per chi darebbe la sua vita?”. Subito abbiamo pensato alle tante situazioni dolorose che in particolare nel Sud d’Italia ci troviamo a vivere: dalla mancanza di lavoro che costringe tanti, in particolare i giovani, a trasferirsi nel Nord, ai disagi economici in cui tante famiglie vivono, ma soprattutto ci è venuto in mente il volto di tante nostre città sfigurato dalla cultura dell’illegalità, della violenza, della mafia. E’ proprio lì che ci siamo sentiti chiamati a proporre una nuova cultura, quella della fraternità. Da qui parte una meravigliosa avventura: “Be a sign of Hope – Essere segni di speranza”. Proporre cioè ai nostri amici un’ esperienza di Vangelo vissuto, con durata di qualche giorno, avendo come scopo quello di essere costruttori di frammenti di fraternità in località particolarmente segnate da una cultura mafiosa: sperimentare quindi tutti insieme come potrebbe essere la società se tutti vivessero la fraternità. 2005 – Corleone, per coinvolgere la città in un’autentica esperienza di fraternità 2006 – A Locri, dopo l’omicidio Fortugno 2007 – Gela, con 2.000 studenti delle scuole superiore 2005 – Corleone – Cominciamo, nel luglio del 2005, da questa città vicino Palermo, purtroppo famosa in tutto il mondo per essere una delle culle della mafia in Sicilia. A Corleone sono nati tanti dei boss mafiosi protagonisti di questi anni e da qui sono partite tante azioni di violenza, tra cui gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Sempre a Corleone quest’anno è stato arrestato il boss Bernardo Provenzano, latitante da oltre 20 anni. Lì, insieme a 150 giovani provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria ed anche da Malta, nonostante il caldo che superava a volte i 40 gradi, attraverso workshop, passeggiate ecologiche, momenti di sport, dialogo ed approfondimenti culturali alla luce dell’Ideale dell’unità, coinvolgiamo l’intera cittadina, giovani e meno giovani, in un’autentica esperienza di fraternità. L’anno successivo Corleone è stato il punto di ascolto del collegamento mondiale dei giovani per un mondo unito che si svolge l’ultimo giorno della Settimana Mondo Unito. In presenza del vice sindaco, attualmente sindaco della città, simbolicamente è stato piantato un Ulivo in una delle piazze di Corleone, per richiamare a quella che noi sentiamo possa essere adesso la vera vocazione di questa città: la fraternità universale. 2006 – Locri – Lo scorso anno, pochi mesi dopo l’omicidio dell’On. Fortugno, vice presidente della Regione Calabria, accogliamo il desiderio dei Giovani per un Mondo Unito di Locri di portare un segno di speranza anche in quella città, segnata dalla presenza di una forte realtà mafiosa. Ancora in questi giorni il telegiornale racconta di episodi di violenza che hanno come protagonisti esponenti della criminalità presente nella Locride. In più di 200 ci ritroviamo lì, nel week-end del 1° maggio, proprio a palazzo Nieddu, la stessa sede in cui era avvenuto l’omicidio. La costruzione di un mondo migliore dipende dall’impegno di ciascuno di noi, e ‘insieme’ la pace è possibile. Chiudiamo la manifestazione il 1° maggio con una solenne Messa insieme a Monsignor Bregantini, anche lui protagonista in questi anni di una azione di rinnovamento della Locride, e che sin dall’inizio ha appoggiato la nostra attività. La seconda edizione di “Be a sign…” è trasmessa in diretta, da una radio locale e attraverso internet in tutto il mondo. Gli echi che arrivano in radio sono tanti e tutti positivi, tanto che ci viene proposto di proseguire quest’esperienza con un trasmissione a cadenza mensile. Quest’anno è quindi nata “K2, il mondo visto da un’altra prospettiva”…quella della fraternità appunto: una trasmissione radio a cura dei Giovani per un Mondo Unito della Calabria, che tocca vari ambiti del vivere umano e vuole diffondere quanto di bello e di costruttivo avviene in Calabria e non solo, proponendo così a tanti l’Ideale del Mondo Unito. 2007 – Gela – Ed arriviamo al 27 aprile di quest’anno con la terza edizione del nostro meeting al quale hanno partecipato in maniera stabile più di 200 persone. Come luogo abbiamo scelto Gela, cittadina della Sicilia Sudorientale dove la presenza della mafia è ormai fortemente radicata nella società in tanti suoi aspetti, dando vita ad una vera e propria cultura dell’illegalità: a Gela il tasso di criminalità è uno dei più alti d’Italia, in media più di un centinaio di omicidi di mafia ogni anno. I giovani rappresentano un’ inesauribile fonte per le cosche criminali per assoldare sempre nuovo “personale”. Tante sono le notizie di omicidi compiuti da “baby killer” pagati solo poche centinaia di euro. A Gela interi quartieri della città sono stati costruiti abusivamente; inoltre l’ambiente è stato quasi completamente deturpato da anni di politiche industriali non proprio “pulite”. Nei mesi precedenti abbiamo preso numerosi contatti con varie realtà che già si impegnano per una rinascita della città: istituzioni pubbliche, associazioni locali, autorità civili e religiose ed inoltre abbiamo incontrato circa 2000 studenti delle scuole superiori, cercando di coinvolgere tutti in questa esperienza di fraternità. Le difficoltà non sono mai mancate: ostacoli nel ricevere autorizzazioni, nel trovare alloggi, nel portare avanti ogni cosa nel rispetto della legalità. Per farvi capire: è stato molto difficile riuscire a trovare una sala per il programma che possedesse l’agibilità, in quanto molte delle stesse strutture comunali sono tutt’ora dichiarate non agibili. A pochi giorni dalle elezioni amministrative della città, è stata forte l’esperienza di non scendere a nessun compromesso, anche se questo significava tante sospensioni, tanti ostacoli anche nelle procedure più semplici. Possiamo dire però che fidandoci di Dio e dell’unità tra tutti noi, alla fine, tra mille peripezie non ci è proprio mancato niente. I vari momenti del programma, con tematiche inerenti alla “cultura del dare” presentata come risposta alla ricerca di felicità che c’è in ogni giovane, approfondimenti su una nuova cultura dello Sport, vissuto come strumento di pace e di fraternità, momenti di dialogo, workshop artistici e sportivi, concerti in piazza, sono stati veri e propri laboratori dove abbiamo sperimentato che la fraternità è possibile. Tutti i giovani presenti sono diventati protagonisti nell’amare. Chi si rendeva disponibile ad orari impensati a lavare i bagni, chi si metteva a servizio di chi si trovava in difficoltà, chi metteva a disposizione la propria auto, chi i propri talenti…insomma tutti siamo diventati costruttori di un bozzetto di Mondo Unito. Anche questa attività è terminata il 1° maggio, con una Messa solenne con la presenza del vescovo della diocesi Mons. Pennisi. Chiara ci ha sempre sostenuti ed incoraggiati con le sue parole. Quest’anno, informata dell’esperienza di legalità che stavamo facendo già durante la preparazione della manifestazione, ci ha suggerito di vivere in modo particolare quelle parole del Vangelo che dicono: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Queste parole di Gesù ci sono subito risuonate fortissime, come fossero il programma da vivere non solo in quei giorni a Gela ma sempre. La via da percorrere per incidere nella nostra terra, per dare la vita per la nostra gente, per cambiare per primi noi stessi e quindi poter essere quei costruttori di un mondo nuovo che tutti desideriamo.
Mag 27, 2007 | Sociale
Amu – Azione per un mondo unito: un nome ormai conosciuto nel campo della cooperazione internazionale, una ONG nata con lo scopo di promuovere progetti nei paesi del sud del mondo e diffondere ovunque la cultura del dialogo e dell’unità tra i popoli. In questi anni l’AMU ha realizzato 20 progetti pluriennali di sviluppo in Argentina, Brasile, Guatemala, Costa d’Avorio, Uganda, Filippine e Croazia ed ha sostenuto oltre 260 micro-realizzazioni, definite e realizzate in risposta ai bisogni locali ed insieme alle comunità di molti paesi dell’Asia, Africa, America Latina, Medio Oriente ed Est Europa. Obiettivo di ogni attività di cooperazione dell’Amu è infatti lo sviluppo integrale delle comunità destinatarie degli interventi, grazie all’impegno educativo e sociale dei membri del Movimento dei Focolari, presenti nei vari paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Europa dell’Est. Con il Convegno del 2 e 3 giugno prossimi, rivolto ai sostenitori dell’Amu e a quanti si interessano di cooperazione e sviluppo, si vuole percorrere un viaggio ideale nella storia dell’Amu, con interviste ai protagonisti; verrà poi fatto uno zoom sui progetti di sviluppo, con videocollegamenti in Palestina e Congo; dall’Argentina e dall’Indonesia testimonianze, sempre in videocollegamento, sugli interventi che stanno portando questi Paesi dall’emergenza alla riabilitazione. L’educazione alla cittadinanza globale e consapevole sarà proposta all’interno della sessione ‘L’AMU per una cultura della fraternità’. Nell’ultima sessione un approfondimento culturale su “sviluppo e reciprocità”. Il Convegno si concluderà guardando al futuro, a prospettive e progetti in Italia e nel mondo. Link: www.azionemondounito.org (altro…)
Mag 24, 2007 | Sociale
Principali progetti di sviluppo in corso
Rep. Dem. Congo: progetto socio-sanitario, prevenzione e cura per malati da SIDA (Kinshasa); Camerun: attività sanitarie, formative e culturali nella Divisione di Lebialem; Brasile: formazione e microimprenditoria a Benevides (Parà); Argentina: centro di riabilitazione per ragazzi diversamente abili (Rosario); Uruguay: animazione sociale e formazione professionale (Montevideo); Palestina: educazione alla pace e sostegno economico alle famiglie (Betlemme); Libano: ricostruzione tessuto economico e sociale nel sud dopo la guerra del 2006; Vietnam: prevenzione abbandono minorile, aiuto familiare (Kontum e Binh Duong); Sud Est Asia: aiuti di emergenza e ricostruzione post maremoto 2004; Sudan : formazione scolastica dell’infanzia per vittime guerra civile.
Microrealizzazioni attive
Formazione professionale e scolastica (Algeria, Brasile, Burundi, Kenya, Pakistan); Infrastrutture ed igiene (Costa d’Avorio, Pakistan, Tanzania); Infanzia e famiglie (Brasile, Bolivia, India, Vietnam); Sviluppo economico e sociale (Argentina, Camerun, Colombia, Kenya, Madagascar, Paraguay, Sud Africa, Uruguay).
Progetti di Educazione allo Sviluppo (Eas)
“ABC… della solidarietà per educare alla pace e allo sviluppo nella nuova Europa unita”; “Acqua per tutti! Anno internazionale dell’acqua dolce”, campagna acqua 2003; “Acqua: bene comune, diritto di tutti” progetto consortile CIPSI – CEVI 2004-2005.
Principali corsi di formazione per il personale della scuola
L’Altro nella relazione educativa (Benevento, marzo 2003); Corsi di integrazione Interculturale (Treviso, 2004 – 2006); Educazione ai valori per una cittadinanza responsabile (Roma, febbraio 2004); Dalla frammentazione all’unità. Lo sguardo dell’educatore. Lo sguardo dell’educazione (Roma, aprile 2004); Didattica e metodologia interculturale (Treviso, novembre 2004); Villaggio globale o supermarket globale? Piste di riflessione su economia e globalizzazione (Grottaferrata, novembre 2004); La scuola dei saperi e dei valori, per una cittadinanza attiva e responsabile (Piacenza, dicembre 2004); Acqua, bene comune dell’umanità: educare alla cittadinanza attiva (Cagliari, gennaio 2005); L’incontro, icona della prosocialità (Caserta, gennaio 2005); Relazionalità nel Diritto: quale spazio per la fraternità? (Roma, novembre 2005); Cittadinanza attiva: comunicazione e convivenza civile (Caserta, marzo 2006); … E per scuola una città: convegno internazionale di pedagogia (Roma, aprile 2006); Educazione alla cittadinanza attiva e responsabile (Perugia, marzo 2006).
Attività d’informazione
Rivista – AMU Notizie (trimestrale) Video – “Magnificat, una terra di speranza” – “ Uomo accanto a Uomo” DVD – Progetti AMU di riabilitazione nel Sud Est Asiatico (altro…)
Mag 9, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
P. Hans Stapel vive un’infanzia difficile. La sua famiglia durante la guerra perde tutto. Cogli anni, vive una intensa ricerca di fede. Trova risposta nella spiritualità dei Focolari, sino ad arrivare a lasciare tutto per entrare nell’Ordine francescano. Ancor prima di essere ordinato sacerdote, viene inviato in Brasile e in seguito gli viene affidata una parrocchia a Guarantinguetà. E’ proprio qui che inizia la nuova divina avventura. “Una notte – racconta – qualcuno bussa alla porta. E’ una ragazza in attesa di un bimbo. Chiede da mangiare e un posto per dormire. Ma come può un prete accogliere nella sua casa, di notte, una ragazza giovane e bella? San Francesco, al mio posto, che cosa farebbe?” Fa entrare la ragazza che si rifocilla e dorme sino a tarda mattinata. Qualche tempo dopo torna per ringraziarlo. “Mi confida che se non le avessi aperto la porta quella notte, il suo bambino non sarebbe mai nato”. E’ la testimonianza di questo stile di vita che tocca il cuore dei parrocchiani. Da quell’episodio nasce una casa per ragazze madri, sostenuta dalla comunità parrocchiale. Un giovane parrocchiano, Nelson Giovannelli, che faceva parte del Movimento Gen (Generazione Nuova del Movimento dei Focolari), è particolarmente colpito dall’insegnamento di P. Hans. Tutti i giorni, dopo il lavoro, Nelson va a Messa. Sulla strada per tornare a casa, incontra un gruppo di giovani che si drogano. Ispirato dalle parole di San Paolo “Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli”, Nelson prende il coraggio di avvicinarsi a quei giovani. E’ per mezzo di un semplice gesto – chiede che uno di loro gli insegni a fare braccialetti di artigianato – che Nelson viene introdotto nel gruppo, e messo alla prova nelle sue intenzioni. Un giorno un ragazzo gli chiede in prestito la bicicletta, che usava per andare a lavoro. Volevano venderla per avere in cambio un po’ di droga? Nelson decide di correre il rischio. Con sua grande sorpresa i giovani gli restituiscono la bicicletta perfino riparata e pulita. Ma questo era solo l’inizio. Durante una Messa, Nelson chiede a Dio qualcosa di più: che almeno uno di quei ragazzi cambi vita. Qualche tempo dopo, uno di quei giovani gli chiede aiuto per poter uscire dal mondo della droga. Nelson non ha nessuna esperienza nel recupero dei tossicodipendenti; può proporre come aiuto ciò che lui stesso sta vivendo: il Vangelo. Il giorno dopo si incontrano a Messa. Scelgono una parola di Dio da mettere in pratica. La sera dopo si comunicano com’è andata. Antonio a poco a poco è un’altra persona. Torna ad aver fiducia in se stesso, a ritrovare il gusto delle cose semplici, al punto da attirare altri amici della strada, che desiderano conoscere l’esperienza di Nelson e Antonio. Si cominciano ad intuire gli effetti anche terapeutici di un’esperienza di Vangelo vissuta nell’apertura all’altro. Qualche tempo dopo vanno ad abitare insieme, in un fattoria abbandonata ricevuta in dono. Mettono tutto in comune: lavoro, tempo, idee. Nasce così la prima “Fazenda da Esperança”, una comunità di giovani che desiderano uscire dal tunnel. “Noi non avevamo medici né medicine, non era facile procurarseli” – ricorda p. Hans, sempre presente con il suo accompagnamento spirituale. “Nello stesso tempo, dovendo andare incontro a chi non poteva attendere, ci siamo messi all’opera con l’unico mezzo a nostra disposizione: la spiritualità di comunione. Abbiamo cercato in primo luogo di risvegliare nei giovani il dinamismo dell’amore cristiano”. E a quest’avventura partecipano non solo i tossico-dipendenti, ma altri giovani della parrocchia, che sentono la spinta a mettersi a disposizione dei “piccoli”. La gioia derivante da questa esperienza funziona come “terapia” ed è il seme da cui fioriranno le prime consacrazioni a Dio in questo servizio alla Chiesa. Il primo è naturalmente Nelson: si era sempre lasciato guidare dallo Spirito Santo, e adesso sentiva di non poter abbandonare l’opera nata con lui per seguire progetti personali. L’idea di consacrarsi a Dio si fa strada dentro di lui. In una lettera a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, Nelson comunica questo suo desiderio. Chiara lo incoraggia in questo cammino, per continuare a vivere per Dio, in mezzo ai giovani emarginati. Dopo qualche anno, anche alcune ragazze – un’assistente sociale di 30 anni, e una giovane di 21 che decide di lasciare famiglia e fidanzato per dedicarsi ai “piccoli” – iniziano una comunità di recupero femminile. Nel 1992 anche Padre Hans può dedicarsi a tempo pieno alla Fazenda. I vescovi riconoscono sempre più in questa opera la mano di Dio, tanto da definirla “un santuario moderno di evangelizzazione”. Il card. Aloisio Lorscheider dirà: “Qui il Vangelo ha trovato casa, e con esso la speranza”. In continuo aumento il numero di giovani e famiglie che – attraverso il contatto con queste comunità – ritornano alla vita non solo liberi dalla droga, ma con fede rinnovata e viva. (altro…)
Apr 25, 2007 | Famiglie, Sociale
Una “rete di protezione” per le adozioni internazionali – Non ci si può nascondere le molteplici difficoltà sottese all’adozione internazionale. Al trauma dell’abbandono, l’istituzionalizzazione aggiunge quasi sempre altri problemi, altre sofferenze. L’adozione internazionale è un volo d’amore senza confini, ma con molti lati d’ombra. Da qui la necessità di prepararsi seriamente. E soprattutto di farlo con altri, in rete, e possibilmente con una “rete di protezione”. Famiglie e Istituzioni in rete possono agire a sostegno di quei genitori che, mossi dalla generosità, si librano nell’ignoto per dare affetto, casa, certezze, a chi non li ha mai avuti. E’ questo l’obiettivo del Convegno promosso da Afn Azione Famiglie Nuove, ente autorizzato per l’adozione internazionale. Attese oltre 500 persone, famiglie adottive o aspiranti tali, provenienti dalle varie regioni italiane. Interverranno: esperti AFN, il sottosegretario Letizia De Torre del Ministero della Pubblica Istruzione e due componenti il gruppo adozione-scuola dello stesso Ministero: Anna Genni Miliotti e Vincenza Iossa. Fra gli ospiti internazionali, la dott.ssa Dr.ssa Sahda Fayad del MIMDES, autorità centrale per le adozioni in Perù e quattro direttori di istituti per l’infanzia del Vietnam. La sfida che vuol lanciare Azione Famiglie Nuove è che tutti gli istituti del mondo siano al più presto svuotati mediante l’adozione. I bambini costretti in istituto di qualsiasi latitudine devono sentirsi cercati, voluti, accolti. Devono sentirsi figli. Il Convegno vuol mettere in luce il profondo significato dell’adozione internazionale: non è la soluzione, come comunemente si pensa, alla mancata genitorialità biologica, ma una formidabile risposta d’amore ai tanti, troppi bambini che sul pianeta popolano gli istituti per l’infanzia. Afn, azione per Famiglie Nuove onlus, è sorto nell’ambito del Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari. Nato nel ‘67, conta oggi circa 300mila aderenti nel mondo. Fra i suoi obiettivi lo sviluppo di una cultura familiare innovativa secondo quattro linee guida: educazione, formazione, socialità, solidarietà. In merito a quest’ultima, Famiglie Nuove ha attivi 102 interventi per l’infanzia svantaggiata in 52 Paesi attraverso i quali offre concrete opportunità di sviluppo a 18.630 minori e le loro famiglie. Col tramite di AFN, nel 2006 sono stati adottati da famiglie italiane 96 bambini stranieri. Dal 2005 è in corso nelle Filippine un progetto habitat che prevede la costruzione di 170 casette per famiglie senza tetto. Per saperne di più: Anna Friso, vicepresidente AFN: cell. 335.1046306 – www.famiglienuove.org
Apr 18, 2007 | Sociale
Il progetto prevede il recupero di computer dismessi da enti pubblici o privati, per distribuirli a scuole, biblioteche o altre istituzioni che non potrebbero permetterseli. Per realizzarlo, il Ministero dello sviluppo economico, e la Fondazione Banco del Brasile hanno eletto come partner il Centro Afago, per la serietà del lavoro svolto a favore dei meno abbienti.
Obiettivo: il superamento del divario tecnologico – Il presidente Luiz Inacio Lula, all’inaugurazione del centro, ha evidenziato come l’accesso alla conoscenza permetta di ridurre le differenze sociali: “Costa meno costruire scuole, che prigioni”, ha affermato, impegnandosi entro la fine del 2010 a dotare tutte le scuole pubbliche di una connessione a internet con la banda larga. Presenti all’inaugurazione, oltre al Presidente Lula e la sua signora, anche il Ministro dello sviluppo economico, Paulo Bernardo, il Governatore del Banco del Brasile, Jacques Penna, il Presidente del Distretto Federale di Brasilia, deputati federali e distrettuali, oltre a giornalisti delle più importanti testate brasiliane e reti Tv nazionali. Durante la visita al centro Afago, il Presidente Lula si è intrattenuto con vari giovani volontari del Centro, alcuni dei quali aiutati da piccoli con il “sostegno a distanza”, attuato dal Centro Afago in collaborazione con Famiglie Nuove. “Parlando con R. pochi minuti – ha detto Lula – ho capito che sarà sempre un uomo con un’anima grande, disposto ad aiutare gli altri perché lo ha imparato fin da piccolo, grazie all’inserimento in una comunità”. Cos’è il Centro Afago – Negli anni ’90, di fronte alla grave situazione dei bambini di strada, e in concomitanza con il lancio da parte del Movimento Famiglie Nuove, del progetto delle “Adozioni a distanza”, conosciuto anche come “sostegno a distanza”, si è costituita l’associazione Afago-Df, che oggi aiuta 220 bambini e adolescenti dai 4 ai 14 anni, che frequentano il Centro, dove possono usufruire di una mensa, svolgere attività pedagogiche, informatiche e sportive. (altro…)