Movimento dei Focolari
50 anni di Loppiano Prima: amore al creato e profezia in cammino

50 anni di Loppiano Prima: amore al creato e profezia in cammino

Il 27 e 28 maggio si è tenuto a Loppiano (Firenze-Italia) un appuntamento per celebrare l’anniversario della nascita della Cooperativa Loppiano Prima. A 50 anni da quel 19 maggio 1973, giorno in cui fu costituita, l’evento è stata un’occasione unica per ricordare i momenti fondativi, fare il punto sul cammino compiuto e rilanciare l’attività produttiva e commerciale con uno sguardo aperto al futuro. Condividiamo l’intervista a Maria Ghislandi e Giuseppe Marvelli, tra i primi soci fondatori. “Senza memoria non c’è futuro. Ritornare alle radici è perciò determinante e in questa sosta vogliamo mettere in rilievo il nostro continuo impegno a recuperare, rinverdire e declinare nel presente, le ispirazioni fondative e le scintille di profezia consegnate nel tempo da Chiara Lubich alla Cooperativa”. Con queste parole Beatrice Vecchione, attuale Presidente della Cooperativa Loppiano Prima, ha dato inizio all’evento celebrativo dal titolo L’amore al creato, una profezia in cammino, un momento speciale per ricordare i 50 anni della fondazione della Cooperativa che si è svolto il 27 e 28 maggio 2023 presso l’Auditorium di Loppiano, la cittadella internazionale dei Focolari vicino Firenze (Italia). Un weekend di scambio e condivisione con uno sguardo all’ecologia integrale, che ha svelato il cuore di questa esperienza precorritrice dell’agricoltura ecologica proprio durante la Settimana Laudato Sì. “La Loppiano Prima– continua Beatrice Vecchione- ha una sua fisionomia e tipicità che il titolo ben sintetizza ed evoca perché si tratta indubbiamente di 5 decenni di “amore al creato e di una profezia in cammino”, profezia di cui, andando alle radici, racconta anche Raffaella Pinassi Cardinali, pioniera  e da sempre punto di riferimento per la cooperativa agricola, che nasce nel 1973 sull’onda di una sfida, quella di dare supporto alla costruzione e allo sviluppo della cittadella di Loppiano. A partire dal 19 maggio di quello stesso anno, con 8 soci fondatori desiderosi di mettere a frutto i terreni che erano stati donati dalla famiglia Folonari al Movimento dei Focolari sulle colline del Chianti, nel Valdarno fiorentino, Loppiano Prima è una cooperativa ad azionariato diffuso che conta oggi 3.256 soci. Come precisato nello Statuto, “non ha finalità speculative ed è retta da principi di mutualità prevalente”. Inoltre: “suo fine precipuo è il conseguimento dell’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini, nonché il concorrere nel dare attuazione alla fraternità universale”. È così che, negli ultimi 50 anni, sui terreni incolti, che erano stati abbandonati a causa dell’emigrazione di tanti contadini nel dopoguerra, la Cooperativa Loppiano Prima si è resa protagonista di un’esperienza peculiare di agricoltura ecologica ante litteram, che ha messo al centro l’umanità, la natura e la loro relazione. Un soggetto attivo e operante all’interno di Loppiano ma presente nel territorio e per il territorio, frutto della generosità, della tenacia e della passione in particolare di tantissimi volontari di Dio del Movimento dei Focolari che, 50 anni fa, hanno sentito la chiamata a rispondere a questa profezia di Chiara Lubich: dare Dio con il lavoro; frutto soprattutto della fede di chi ha creduto e ha voluto prendersi cura di questo sogno che oggi riceviamo in eredità: amare il creato, facendo della propria vita testimonianza vera di Vangelo. Condividiamo il racconto di Maria Ghislandi e Giuseppe Marvelli, due tra primi soci fondatori di Loppiano Prima.

Maria Grazia Berretta

https://youtu.be/IQzEiEkzwAQ (altro…)

Vangelo Vissuto: “Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,10)

In queste parole di San Paolo, la fratellanza è una chiamata al bene, alla vita che viene dal battesimo e questa consanguineità nell’amore ci permette di guardare all’esistenza dell’altro come dono prezioso per noi. ll voto Ero in terza liceo scientifico e avevo un’interrogazione importante di fisica. Mi sono messa a studiare d’impegno, sicura che il giorno dopo sarei stata interrogata (mancavo soltanto io di tutta la classe ad avere il voto di fine quadrimestre). Poco dopo la mia sorellina viene a chiedere un aiuto per il suo studio. Lì per lì faccio resistenza, ma subito dopo mi viene in mente quello che raccomanda San Paolo: gioire con chi gioisce, piangere con chi piange. Così mi sono messa a studiare con mia sorella. C’è voluto tutto il pomeriggio perché lei si sentisse preparata e quindi ho potuto appena aprire il mio libro di fisica. L’indomani sono andata a scuola con un po’ di batticuore, ma convinta che Dio sarebbe intervenuto in qualche modo. Entra il professore e comincia a interrogare altri compagni. Alla fine della lezione gli chiedo come mai non mi ha chiamata. Lui guarda il registro e mi dice: “Ma tu ce l’hai già il voto ed è anche un buon voto”. Sapevo bene di non essere mai stata interrogata, quindi l’aveva messo lui forse per qualche mio intervento che avevo fatto. (S.T. – Italia) Come affrontare la giornata Un uomo su una sedia a rotelle chiedeva l’elemosina presso i carrelli del supermercato. All’uscita, l’ho avvicinato e, dopo aver scambiato qualche parola con lui, l’ho invitato a scegliere dalla mia spesa ciò di cui aveva bisogno. Felice, ha preso qualcosa e iniziato subito a mangiare. Nel salutarlo ho avvertito in me una gioia che mi ha poi aiutata ad affrontare le sfide di una giornata iniziata pesantemente. Da quel semplice fatto ho realizzato che fare un atto d’amore concreto è un buon inizio di giornata. Ho cominciato a fare così, vincendo tante abitudini e sorprendendo non solo mio marito, ma soprattutto i figli che non tengono conto di quello che ricevono perché pensano che tutto sia loro dovuto. Una sera, la notizia della grave malattia di uno zio aveva creato un grande silenzio tra tutti in famiglia. Il nostro primogenito che frequenta l’università ha chiesto cosa potessimo fare per lui. Ha risposto la figlia più piccola: “Dobbiamo fare come la mamma che mette amore in tutto quello che fa. Sarà questo a farci scoprire di cosa ha bisogno lo zio”. (L. D. F. – Ungheria) Adele “Bipolarità”… Non avrei mai immaginato che Adele, la mia cara compagna di scuola, avesse una malattia così seria. Era stata sua madre a spiegarmelo. Dopo un periodo in ospedale, in certe giornate, quando il suo centro sembrava instabile, lei stessa non capiva cosa le succedesse. Le medicine dovevano trovare un loro equilibrato effetto e ci voleva tempo. Ma io non cambiavo l’affetto e la stima verso lei. Mi stupì il giorno in cui mi chiese di recitare il rosario. Sembrava che nella preghiera la sua concentrazione fosse perfetta. Da quel giorno cominciammo a leggere libri di spiritualità, oppure storie che avessero un contenuto positivo. L’impressione era che la mia amica capisse tutto più profondamente di me. Quando affrontavamo certi argomenti vedevo in lei un altruismo senza confini. Insieme ci inserimmo in un gruppo di volontariato per i poveri. Adele riprese vita, equilibrio, coraggio. Sapeva stare vicina a chi era nel bisogno più di ogni altro. L’esperienza con lei mi ha reso più evidente che la vera realizzazione della persona è nella carità. (P.A.M. – Italia)

A cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1° maggio-giugno 2023)   (altro…)

Assemblea continentale America Latina: una chiamata ad essere ascoltati

Assemblea continentale America Latina: una chiamata ad essere ascoltati

Le Assemblee regionali della fase continentale del Sinodo 2021-2024 si sono concluse con l’Assemblea del Cono Sud, tenutasi a Brasilia nel mese di marzo 2023. Condividiamo alcune riflessioni su questo percorso da parte di membri del Movimento dei Focolari che hanno partecipato anche all’Assemblea conclusiva.    “Dal momento in cui ho saputo della mia elezione, oltre alla grande gioia di poter partecipare, ho sentito una grande responsabilità, quella di poter essere un vero canale attraverso il quale lasciar passare lo Spirito Santo”. Sono le parole di Mercedes Isola, volontaria del Movimento dei Focolari eletta come laica dai Vescovi della regione di La Plata (Argentina) per partecipare alla Assemblea continentale per il Sinodo del Cono Sud che ha avuto luogo a Brasilia (Brasile) presso la sede del CNBB (Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile). Uno spazio di grande condivisione dove è stato possibile riscoprire – continua Marcedes – la “dignità battesimale che ci rende tutti fratelli, popolo di Dio, corresponsabili nella missione, indipendentemente dalla vocazione di ciascuno. Le ‘comunità di discernimento’, composte da persone di diverse realtà e vocazioni, sono state la conferma di questa realtà: lo Spirito Santo soffia in tutti, senza distinzioni”. L’incontro, al quale erano presenti oltre 200 persone, è iniziato con l’ingresso delle immagini della Vergine Maria, patrona di ogni Paese, alle quali sono stati affidati i lavori di questa Assemblea, che ha visto riuniti brasiliani, cileni, uruguaiani, argentini e paraguaiani. Nella diversità di ciascun popolo la bellezza del singolo che, in dialogo con l’altro, si fa costruttore della vera sinodalità. “Aprirsi a una Chiesa con maggiore partecipazione dei laici, inclusiva, trasparente, coerente nella sequela di Gesù e concreta nel suo servizio e missione, sono solo alcuni dei punti che sono stati affrontati e approfonditi in quei giorni – ci racconta Eliane de Carli, focolarina sposata del Brasile. “Questa esperienza – continua – fatta da una pratica che si chiama ‘conversione spirituale’, ci ha fornito una comunione molto profonda nei gruppi di lavoro. Inoltre, la ricchezza di questa internazionalità ci ha permesso di conoscere le sfide della Chiesa in ogni Paese, alcune molto simili tra loro”. Una settimana di intenso lavoro che si è trasformata in esperienza di vita. È quanto si percepisce anche dalle parole di Marise Braga, Focolarina brasiliana: “la giornata iniziava con un momento di preghiera, organizzato ogni giorno da un Paese diverso.  Per l’elaborazione del documento finale e sulla base dei questionari raccolti nei vari Paesi nella fase locale, era necessario che in gruppo si rispondesse a tre domande sottolineando le luci che emergevano da quei report, evidenziando le ombre, le tensioni e le sfide di determinate tematiche in ciascun Paese e, infine, riconoscendo le priorità da affrontare nel Sinodo”. Il ruolo delle donne nella Chiesa è stato uno dei temi ricorrenti durante questa Assemblea Continentale nel Cono Sud, una questione che sta acquistando sempre più importanza insieme alle problematiche giovanili che necessitano di essere affrontate. “Prima della Messa conclusiva di questa fase sinodale, i giovani hanno chiesto di parlare – dice Mercedes Isola. È stato molto forte sentire dalla loro bocca il perché i loro amici non sono più nella Chiesa. I giovani stessi hanno chiesto una maggiore apertura, una Chiesa che permette a tutto il popolo di Dio di essere protagonista, a porte aperte come dice Papa Francesco”. Un’ esigenza che sembra accomunare tutti i continenti in questo processo sinodale e che, come ha sostenuto padre Pedro Brassesco, segretario aggiunto del Celam (Consiglio Episcopale latinoamericano e dei Caraibi) ci spinge ad  “apprendere un nuovo modo di essere Chiesa”. “La Chiesa, ci ha chiamati ad essere ascoltati – conclude Marise – non solo i Vescovi, ma tutto il popolo di Dio. Spesso c’è bisogno di invertire la piramide per conoscere cosa c’è in fondo, ma per vedere i frutti di questo lavoro è necessaria la pazienza. Forse i nostri figli, nipoti e pronipoti potranno goderne. Ora stiamo piantando un seme, ma dobbiamo avere speranza. È un primo passo, verso una Chiesa più vicina”.

Maria Grazia Berretta

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Vangelo Vissuto: la vera amicizia

Un legame profondo in cui non c’è in gioco solo il nostro destino ma anche il destino dell’altro, la sua storia. È questa l’amicizia vera: un bene gratuito, a fondo perduto; una relazione autentica dove ciascuno, nel sostenere l’altro, alla fine ritrova sempre sé stesso. L’amico in difficoltà Stavo andando al lavoro in auto quando per la strada ho adocchiato un ex collega di università. Gli ho dato un passaggio e lui durante il tragitto mi ha raccontato i suoi problemi: a causa del Covid, aveva perso il suo lavoro di cameriere; inoltre, l’alloggio dove abitava era privo di acqua calda e di elettricità, perché non aveva pagato le bollette. Spontaneo il mio invito a farsi la doccia e lavare i vestiti da me, quando ne aveva bisogno. Lui ha accettato ben volentieri. Un giorno è venuto come al solito, non stava bene, ma non ha avuto il coraggio di dirmelo. Dopo due giorni, ho scoperto di avere il Covid. Quando l’amico l’ha saputo, ha capito che era stato lui a contagiarmi, per cui non se la sentiva di tornare a lavarsi da me. Io però l’ho rassicurato che non avevo niente contro di lui, e abbiamo ricominciato a frequentarci. Se ho trovato la forza di andare incontro a questo mio fratello, è stato perché come cristiano mi sento chiamato a fermarmi per cogliere le esigenze e i bisogni del prossimo, per aiutarlo e amarlo come Gesù ci dice nel Vangelo. (Steve – Burundi) Matrimonio in crisi Dal Brasile, patria del suo “grande amore”, Brigitte mi aveva scritto che suo marito, diventato alcolista, aveva abbandonato lei e i tre figli. Col consenso di mio marito decisi di andarla a trovare. Anche se il viaggio era una spesa pesante per la nostra economia, il desiderio di essere vicina a questa amica di lunga data prevalse. Ritrovai Brigitte distrutta, delusa, disorientata; si chiedeva perché quella sorte: lontana dalla patria e dai parenti, sola, fallita in tutti i sensi. Parlammo della possibilità di un ritorno in Francia. Lei però non vedeva positivo per i figli il totale allontanamento dal padre. Potevo capirla. Per la sua economia, mentre ero lì, contattai la casa editrice dove lavoro, che le affidò delle traduzioni in francese. Ma il vero dono per Brigitte, ed anche per me, fu che, ricordando la nostra gioventù, ripensando alle domande sulla fede e al desiderio di costruire un mondo più umano, sembrò che quel sogno si rianimasse. Finalmente lei stessa individuò il modo più concreto di impegnarsi per gli altri, una via verso la ricostruzione. Ripartii rinfrancata. (J.P. – Francia)

A cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023) (altro…)

Burundi: Jean Paul – la certezza dell’amore di Dio

Jean Paul è un giovane burundese che nel 2015, in un momento di ripetuti conflitti interni nel Paese, subisce un agguato che mette in serio pericolo la sua vita. Un’esperienza in cui il dolore viene trasformato dalla fede e sorretto dall’amore di tanti nel mondo, diventando così terreno fertile dove testimoniare concretamente l’amore di Dio. https://www.youtube.com/watch?v=I1X3Mgzmvcc&list=PL9YsVtizqrYvw5ZXc6BHbs8vczVhp5xz6 Copyright 2023 © CSC Audiovisivi (altro…)

Vangelo Vissuto: semi di bene

Amare il prossimo non sempre richiede grandi gesti. A volte basta semplicemente guardare all’altro con attenzione per scoprire che rispondere al suo bisogno con gioia non costa nulla. All’improvviso, da quel seminare amore, raccoglieremo tutti frutti bellissimi.   Alla fermata del bus Incontro Karim alla fermata del bus. Lo conosco appena, non so neanche il suo Paese d’origine, anche se credo sia nordafricano, e nell’attesa scambiamo due chiacchiere. Io vado su in città, lui al mare e non certo per nuotare (lo si vede dallo scarso assortimento di articoli balneari da vendere che porta con sé). Noto però che è privo di un cappello per proteggersi dal sole, un accessorio indispensabile in questa estate torrida per chi come lui passerà alcune ore sulla spiaggia assolata. “L’ho dimenticato a casa”, risponde. Mi viene spontaneo offrirgli il mio. L’ho comprato da poco, ma non importa: “Prendilo, ne ho altri due. Dove vado posso trovare l’ombra, mentre tu…”. Spiazzato, Karim mi guarda quasi incredulo. Più volte insiste per non accettarlo, poi finalmente cede vedendo che lo faccio di cuore. Nel frattempo, arriva il mio bus. Ci salutiamo. “Buon lavoro, Karim!”. “Ancora grazie per il cappello!”. Solo adesso mi viene in mente di aver fatto quel dono a Gesù in lui. Fatto sta che l’episodio del cappello illumina tutta la mia mattinata. (Saverio – Italia) L’ombrello Dal Vangelo avevo imparato che dietro i poveri e gli emarginati è Cristo che chiede di essere amato. Ricordo un semplice episodio. Nel bar vicino casa, avevo notato un povero, soprannominato Penna, bagnato fradicio perché quel giorno pioveva. Sapendo che aveva avuto la tbc, e superando una certa resistenza a farmi vedere in sua compagnia, l’ho invitato a casa, per cercargli qualcosa di asciutto. I miei restano sorpresi. “Babbo, servirebbero dei vestiti…”. All’inizio mio padre non sembrava molto entusiasta, poi però ha procurato un paio di pantaloni, mentre io rimediavo una giacca. Ma la pioggia non accennava a finire… Ed io, tornando alla carica: “E se gli dessimo anche un ombrello?”. Anche l’ombrello è arrivato. Felice il povero, ma più felice io, perché ci eravamo mossi insieme per aiutarlo. Ma la cosa non è finita lì. Giorni dopo, Penna è tornato per restituirci l’ombrello. Veramente non era quello che gli avevamo dato, era migliore. Era successo che il nostro glielo avevano rubato e qualcuno gliene aveva regalato un altro. Aveva voluto così ricambiare. (Francesco – Italia)

A cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023)   (altro…)