Movimento dei Focolari

Chi è Gesù Abbandonato per me

Feb 27, 2017

Testimonianza raccontata al congresso dei giovani dei Focolari, nel novembre 2016. Noemi Sánches è laureata in Ontologia Trinitaria all'Istituto Universitario Sophia e attualmente fa un dottorato di ricerca in Filosofia all'università degli Studi di Perugia.

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Acquarello © A.M Baumgarten

Sono Noemi, paraguaiana, 26 anni. Mi è stato chiesto chi è Gesù Abbandonato per me. Sin da piccola ho sperimentato il dolore: la perdita della mamma ai 7 anni, poi della nonna con cui sono cresciuta ai 17, e del babbo un anno dopo. Recentemente, mi è venuto incontro con la scoperta di una malattia cronica. Cristo Crocifisso, come Chiara Lubich ce l’ha fatto conoscere, non è mai stato per me solo dolore, incomprensione, fallimento, solitudine, ecc. Ma anche momenti preziosi e carichi di una forte esperienza di Dio, così come di tante grazie personali e insieme agli altri. Nel mio percorso di studio a Sophia, durante una lezione, il professore ci chiede: “Sapete perché Gesù Abbandonato è  il Dio del nostro tempo?”. Un compagno alza la mano e dice: “Perché è un dolore e va abbracciato”. Il professore, allora, ci racconta il passo del Vangelo in cui Gesù muore in croce e il centurione esclama: “Quest’ uomo era veramente il Figlio di Dio!”. Per gli ebrei del suo tempo Gesù era un maledetto da Dio. La cultura e le credenze religiose non avevano permesso loro di riconoscere in quell’uomo la divinità. Invece il centurione, un pagano, è riuscito a vedere Dio dove agli occhi umani dei suoi contemporanei non è stato possibile scoprirlo. «Qui non c’è dolore  – continua il professore –, qui c’è la Luce che fa vedere e la Sapienza, che ci fa capire chi è veramente Dio: Colui che si rivela nascondendosi, che si svuota pienamente di se stesso per far emergere l’altro, per far essere l’altro, perché è Amore. Ecco Gesù Abbandonato». Questa nuova comprensione della Sua identità è stata folgorante per me e mi ha permesso di trovare il senso e la passione per lo studio. Per cercare di offrire insieme agli altri, attraverso le diverse discipline – tutte espressioni di quell’unica Sapienza –, le risposte ai problemi del nostro mondo martoriato, perché Gesù Abbandonato è concreto, non è un concetto teorico e nemmeno soltanto spirituale. Ho capito che l’organo del pensiero è il cuore, quel cuore trafitto in croce che ci permette di vedere Dio ed essere visti da Lui. ConoscerLo meglio mi ha aiutato, inoltre, a capire non solo chi è Dio ma chi sono io: sono nulla. Davanti al Creatore non posso che essere nulla, solo Dio è. Gesù nel suo abbandono è diventato la chiave di lettura della mia vita, della mia storia, ma anche della storia del mio popolo con le sue miserie e ricchezze. Insieme al desiderio di vivere ed impegnarmi per la mia gente sfruttando i doni che Lui mi ha dato. Questa visione di Gesù crocifisso e abbandonato è un dono che Dio, attraverso Chiara Lubich, ha fatto non solo al Movimento dei Focolari, ma alla Chiesa e all’intera umanità. Specie lì dove Dio è più assente. Perché Lui ci ha dimostrato che il più lontano da Dio è il più intimo a Dio, come è successo al centurione. Perché Gesù Abbandonato non è solo una “chiave” per risolvere i nostri problemi personali. Questo è solo il primo passo, il presupposto per donarLo, cercarLo e amarLo nei dolori dell’umanità.

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