Da oltre tre anni a Catania si attua un fecondo dialogo interreligioso con i fratelli musulmani, che ha il suo inizio nel maggio 2012 grazie all’incontro con l’Imam di Catania, presidente delle Comunità islamiche di Sicilia, Abdelhafid Keith. Da allora è vivo e operante e pienamente inserito nel percorso di fraternità condiviso con altre comunità del Movimento dei Focolari e diverse comunità islamiche in tutta Italia. Aderendo all’invito dell’Iman alcuni membri dei Focolari parteciparono al loro campo estivo a Furci Siculo e su invito dello stesso Iman, salutando i partecipanti, si sono presentati. Il secondo anno la conoscenza si era approfondita e già si sperimentava l’essere famiglia. Dal dialogo fraterno alle partecipazioni alle rispettive attività, alle cene comuni, si è in seguito avvertita l’esigenza di fare qualcosa insieme in Sicilia. Nell’aprile 2013 venne realizzato un convegno sul tema della “famiglia”. La gioia di tutti, cristiani e musulmani, gli interventi dell’Arcivescovo, del Sindaco, del Magnifico Rettore dell’Università di Catania con il loro apprezzamento e incoraggiamento hanno confermato la validità della strada intrapresa. Le difficoltà per le diversità di cultura, mentalità, sensibilità non sono mancate, ma più forte è stato il desiderio di dimostrare a fatti, in particolare alla società catanese ma non solo, che il dialogo e la fraternità sono possibili. Giusy Brogna, siciliana, dopo 12 anni in Egitto, rientra in Italia. Conosce l’arabo e diventa quasi naturalmente “ponte” in questo dialogo. Le chiediamo di raccontarci come prosegue la sua attività. «Come segno tangibile di questo cammino, il giorno dopo il Convegno del 2013, abbiamo incominciato un doposcuola alla Moschea per i bambini musulmani che continua tuttora. Sono seguiti due convegni organizzati da musulmani della Sicilia a cui l’Imam ci ha invitati. All’ultimo mi ha chiesto di essere relatrice nella tavola rotonda. Insieme continuiamo a vivere “l’emergenza siriani” che giungono a Catania e si fermano per qualche giorno o in stazione o in Moschea prima di ripartire verso il Nord Europa. Hanno bisogno di tutto, arrivano senza niente, neanche le scarpe. Con la comunità islamica abbiamo raccolto cibo, indumenti, medicine… I nostri giovani hanno organizzato una serata intitolata “Siriamente” nella quale, grazie al Vicepresidente della comunità islamica di Sicilia, Ismail Bouchnfa, abbiamo compreso maggiormente la situazione in Medio Oriente. Portando alla Moschea tutto quanto è stato donato, i nostri amici musulmani ci hanno invitati a visitarla, mostrandoci il dormitorio da loro allestito per i profughi. Per terra, su materassi di fortuna, c’erano molte donne che subito si sono alzate, venendoci timidamente incontro. Gesti e sorrisi sono stati strumento di reciproca comprensione. Dopo averci offerto nei loro bicchieri il loro caffè e dopo gli abbracci, ci hanno condotto dai bimbi, ponendoceli fra le braccia. La più piccola aveva 2 o 3 mesi. Altri erano magrissimi o febbricitanti. Narravano di un viaggio di 3 giorni in barca ed esprimevano la speranza di poter raggiungere la Svezia. Quegli occhi ci sono rimasti impressi nel cuore. Altro momento comune è stata la commemorazione del VI anniversario della morte di Chiara Lubich:“Verso l’unità della famiglia umana. Chiara: maestra di dialogo”. Un bel gruppo di musulmani ha partecipato all’evento nella Chiesa che lo ospitava. Il saluto dell’Imam esprimeva tutta la sua adesione e sottolineava la profondità e l’importanza di questo dialogo della vita che mette in luce quello che ci unisce. Infine tutti i 300 partecipanti si sono trasferiti in Moschea per un momento di convivialità e condivisione. Nel novembre 2014 abbiamo realizzato il II Convegno: “Cultura del dono e bene comune. Insieme per una crescita umana e spirituale nella vita personale, familiare, sociale”. Eravamo circa 500 persone e non c’era differenza fra cristiani e musulmani. Abbiamo visto crescere il rapporto, frutto di un percorso, tanto da sperimentare reciprocamente stima, amore, libertà. A marzo 2015 ci siamo fatti promotori di una campagna di donazione di sangue con l’AVIS di Catania per rispondere concretamente a questa necessità. Davanti alla Moschea, cristiani e musulmani abbiamo donato il sangue. Una testimonianza di quanto il dialogo e l’amore per la città sono condivisi da tanti, che – come veri fratelli – danno “insieme” testimonianza d’unità».
Puntare al bene comune
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