Birmingham, metropoli multietnica dell’Inghilterra centrale, dove la presenza di persone di varie culture e religioni, diventa una fucina di dialogo. La città è, per se stessa, laboratorio di rapporti interreligiosi basati sulla stima reciproca e sulla scoperta dei valori dell’altro. L’arcivescovo cattolico, Bernard Longley, insieme con il consiglio di leaders di altre fedi a Birmingham, è impegnato in prima persona nel campo interreligioso e più volte ha espresso il desiderio che il Carisma dell’unità possa portare il suo contributo nella Chiesa e nel dialogo ecumenico ed interreligioso. Nell’ottobre 2015, ha messo a disposizione del focolare una casa nella diocesi di Birmingham. Da allora, membri della comunità di Londra si organizzano ogni due mesi per andarci e animare tante iniziative. Si è cominciato con il progetto “Start Now” del complesso internazionale Gen Verde e si continua con tante altre iniziative. A gennaio, una volontaria del
Movimento esperta nel mondo dell’educazione, ha animato, insieme ad altri, il primo di 4 workshops nella scuola elementare Sikh per 70 ragazzi di 7 – 8 anni. Il tema era proprio quello dei valori. «I Sikhs sentono un forte legame con noi – racconta –. Dicono che, come loro, cerchiamo di modellare una società basata sulla fusione dell’umano e del divino. Vedono nel rapporto con il Movimento una sintonia nell’aiutarli ad approfondire i valori e metterli in pratica». Nel workshop, infatti, si ha avuto la possibilità di approfondire con i bambini questi valori e di aiutare loro a viverli.
L’iniziativa è il culmine di un rapporto che dura da tempo. Da anni la comunità dei Sikh, guidata da Bhai Sahib Bhai Mohinder Singh, mantiene un legame costante con il Focolare di Birmingham. Il rapporto si approfondisce e cresce la stima reciproca. «Bhai Sahib Ji ci dice spesso – scrive una focolarina – che Chiara Lubich è la sua ispirazione. Tiene sempre la sua foto sulla scrivania». Sikhs e focolarini hanno anche partecipato, di recente, ad una conferenza interreligiosa. Lì, Bhai Sahib Ji ha presentato un progetto per promuovere la riconciliazione e il perdono. La giornata è stata l’occasione per stringere rapporti di amicizia tra membri di varie fedi e religione, che ora vogliono rimanere in contatto.
Sempre a gennaio, il dottor Mohammed Shomali, musulmano, ha invitato alcuni focolarini a parlare ad un gruppo di circa trenta musulmani in una moschea in un quartiere di Birmingham. Il suo desiderio era quello di “mettere insieme le persone che stima ed ama di più: la sua comunità ed il focolare”. Si è parlato del dialogo della Chiesa con l’Islam e si è proposta la Spiritualità dell’unità, condividendo anche alcune esperienze sulla Parola. Molti musulmani sono rimasti entusiasti e vogliono rimanere in contatto con il focolare. «Ci hanno invitato anche per la domenica successiva, in occasione del progetto “Visita la mia Moschea”», raccontano. «In queste settimane in cui abbiamo trovato tanti nuovi amici di altre fedi – concludono – ci veniva in mente una lettera di Chiara del 23 novembre 1980, dove tra l’altro diceva: “…se nelle vostre città poi vi è una moschea o una sinagoga o qualche altro luogo di culto non cristiano, sappiate che lì è il vostro posto…”. È il progetto della fraternità tra tutti. Anche tra fedeli di diverse religioni».
Piccoli gesti, grandi effetti
Piccoli gesti, grandi effetti
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