“Abbracciare la speranza”. Con questo auspicio circa 200 persone provenienti dalle Americhe, dall’Africa, dal Medio Oriente, dall’Asia e da tutta Europa, si sono incontrate presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma), dal 16 al 19 maggio scorso.
Sono i referenti del movimento Umanità Nuova, espressione sociale del Movimento dei Focolari, di New Humanity la ONG con lo status consultivo nelle Nazioni Unite, insieme ai rappresentanti delle discipline che dialogano con la cultura contemporanea, i referenti di Ragazzi per l’unità e di AMU (Azione Mondo Unito), la ONG che si occupa di progetti speciali e di sviluppo.
Presente anche una delegazione di giovanissimi studenti di scuole superiori che aderiscono a Living Peace International, insieme ai giovani ambasciatori di pace, come Joseph,
dalla Sierra Leone, che ha raccontato che all’ età di soli sei anni è stato reclutato come bambino soldato, fino a diventare ora un giovane leader di pace.
Da tempo ormai, queste diverse espressioni sociali – ciascuna con caratteristiche e finalità proprie – lavorano insieme per contribuire a rispondere concretemente alle problematiche scottanti e alle attese del mondo contemporaneo: “Insieme per l’umanità” è il loro nuovo nome. Cogliendo l’invito del Papa rivolto al Movimento dei Focolari in occasione dell’udienza privata del 7 dicembre 2023, ossia quello di “essere artigiani di pace in un mondo dilaniato dai conflitti”, hanno voluto dedicare l’incontro proprio alla pace.
Un’esperienza di ascolto, riflessione comune e progettazione concreta, realizzata nelle otto comunità distinte per ambiti e passioni. Un percorso che continuerà col Genfest in Brasile, nel prosimo luglio, si intreccerà col Summit for Future dell’ONU nel settembre 2024 e con l’appuntamento a Nairobi con i giovani e le città del mondo, in occasione degli 80 anni delle Nazioni Unite. Durante l’incontro, i presenti,con l’aiuto di esperti e testimoni, docenti, diplomatici, attori sociali e culturali, cittadini organizzati, si sono interrogati su cosa sia la pacese sia davvero possibile raggiungerlae con quali mezzi.
Tante le esperienze toccanti dai Paesi in conflitto. Dalla Siria hanno raccontato la crudezza della guerra che vivono dal 2011, aggravata dall’embargo che colpisce una popolazione stremata. Progetti dell’AMU come RESTART, che supporta microimprese con prestiti e accompagnamento personalizzato, hanno contribuito a rallentare processi di migrazione costanti. Christiane, dal Libano, nonostante la situazione del suo Paese, caratterizzato da inflazione elevatissima e da forte tasso di emigrazione aggravato dagli impatti della guerra in Medio Oriente, non si è arresa: ha creato con suo marito un’impresa produttiva per il sostegno familiare e per aiutare anche gli altri artigiani e i produttori rurali a vendere i loro prodotti. L’iniziativa produttiva si è estesa anche all’Egitto. Dal Congo, sono stati presentati i frutti della scuola per la formazione di leader per la pace. Una diplomata di questa scuola, Joëlle, giornalista e candidata alla presidenza della Repubblica del Congo, ha lanciato la sua piattaforma presidenziale con i valori della pace e della giustizia sociale. I ragazzi ucraini hanno salutato i presenti con un video e altrettanto hanno fatto alcuni ragazzi da Betlemme, dal Pakistan, da Cuba e dalle Filippine. E’ stato presentato il progetto “Insieme per una nuova Africa”, destinato ai giovani africani interessati a cambiare il continente: formati centinaia di giovani e coinvolti altri 9000 giovani in un’esperienza che ha raggiunto 14 nazioni africane. Altrettanto si fa in Messico con l’Agenda Nazionale per la Pace, negli Stati Uniti con le conversazioni coraggiose contro il razzismo.
C’è l’esigenza di una vera formazione alla pace e ai diritti umani nonchè quella di dare un nome ai conflitti, approfondendo le loro ragioni, provando a risolverli con una strategia comunitaria, che ascolti le diverse e plurali posizioni e che preceda e accompagni ogni negoziato. Si è detto che la pace non è solo assenza di guerra. Non tutto ciò che viene definito ordine, è pace. Non è un fatto ideologico: non è pacifismo. E’ la condizione in cui ogni persona può pensare e realizzare il proprio futuro. Ma occorre imparare il dialogo come metodologia, col quale essere disponibili a perdere qualcosa per un bene più grande. In fondo, è questa la motivazione per cui forse non vanno avanti i negoziati e anche le organizzazioni internazionali non sembrano in grado di gestire la crisi. Dialogo, fiducia, reti locali e globali, intergenerazionalità, comunità. Si riparte da qui, da queste parole chiave, incoraggiati anche da Margaret Karram e Jesús Morán , Presidente e Copresidente del Movimento dei Focolari, presenti nella giornata conclusiva. È questa la strada per la pace, alla quale si vuole contribuire concretamente, e insieme.
Si è svolta venerdì, 17 maggio 2024, presso l’Auditorium del Centro Internazionale del Movimento dei Focolari (Rocca di Papa- Roma), la premiazione del Concorso nazionale per le scuole “Una città non basta. Chiara Lubich cittadina del mondo, promosso dal Centro Chiara Lubich, New Humanity, Fondazione Museo Storico del Trentino, con il sostegno del Ministero dell’Istruzione e del Merito italiano.
Giunto alla sua quarta edizione, il Concorso, aperto a tutte le scuole italiane, sul territorio nazionale e all’estero, è stato ancora una volta occasione per tantissimi bambini e ragazzi della scuola Primaria e Secondaria di primo e secondo grado, di riflettere su temi attualissimi come la pace, la sostenibilità ambientale e degli insediamenti umani, con riferimento agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e, soprattutto, alla luce del pensiero e della testimonianza di Chiara Lubich, Fondatrice del Movimento dei Focolari, promotrice di una cultura dell’unità e della fraternità tra i popoli.
A partecipare circa 330 allievi di 14 scuole che, dal sud al nord Italia, comprese le isole maggiori, hanno presentato 21 elaborati di differente natura, risultato di percorsi articolati e curati nel tempo, sostenuti dai loro insegnanti.
La premiazione, alla quale hanno preso parte, sia in presenza che tramite collegamento on line, le scuole vincitrici e quelle che, per la validità degli elaborati, hanno ricevuto una menzione di merito, è stato un momento di condivisione e scambio, che ha messo in luce non solo la creatività dei ragazzi, ma in particolare la loro grande attenzione per le tematiche proposte dal bando del Concorso. Un’idea, quella di queste nuove generazioni, che spesso ci sfugge, e cioè quella di immaginarle capaci di guardarsi intorno, di riflettere, ponendosi quesiti sulla possibilità di un futuro e un mondo migliore, ideando strade percorribili per raggiungerlo.
Tra le personalità presenti e tra coloro che hanno conferito i premi alle scuole vincitrici, il dott. Luca Tucci, Dirigente dell’ufficio III (Area del benessere bio-psichico-sociale, educazione trasversale e legalità) della Direzione Generale dello studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico del Ministero dell’Istruzione e Merito (MIM); il Dott. Fabrizio Bagnarini, dell’Ufficio Terzo del Ministero dell’Istruzione e del Merito; il Dott. Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino; il Prof. Maurizio Gentilini, storico e ricercatore presso il CNR (Centro Nazionale Ricerche); il dott. Marco Desalvo, presidente di New Humanity.
Poco prima di entrare nel vivo della premiazione, nel suo saluto, il Dott. Tucci, collegato on line con la sala, nel riaffermare il sostegno che il Ministero garantisce a questa iniziativa, ha affermato: “portare avanti certi valori attraverso la sensibilizzazione dei ragazzi e degli studenti, credo sia un’operazione fondamentale non solo per la loro crescita ma più in generale per la nostra società”.
Ad aggiudicarsi il primo posto per la categoria Scuola primaria è stata la classe 4^ C dell’ I.C. 2° circolo “Garibaldi” plesso “A. Moro”, di Altamura (Bari), con l’elaborato Il paese di Fraternitè, un testo poetico che non solo esprime in maniera originale concetti chiave del pensiero di Chiara Lubich, ma propone una visione fiduciosa nel futuro del mondo.
Per la Scuola Secondaria di I grado invece il secondo posto va alla 1^ C del’’ I.C. “San Nilo” plesso “I. Croce”, Grottaferrata (Roma), con Costruiamo la pace! TgPeace, un telegiornale innovativo realizzato interamente dai ragazzi, immagine di un percorso articolato che restituisce l’esperienza concreta della classe e il loro impegno quotidiano per la pace. Il primo posto va invece alla 3^ D, dell’I.C. “Filippo Mazzei”, Poggio a Caiano (Prato) con il Gioco: origami per l’ambiente, un’attività che supera l’aspetto ludico e si propone come strumento di riflessione e azione concreta a favore dell’ambiente.
Per la categoriaScuola Secondaria di II grado al secondo posto un pari merito: le Classi 2^ e 3^ C del Liceo classico “A. Doria”, Genova con La casa comune, elaborato digitale che si propone come frutto di un lavoro di riflessione compiuto intorno alle tematiche già citate da poter restituire ai coetanei come proposta di percorso didattico; l’elaborato testuale L’amore che fa allargare cuore e braccia di Estelle Le Dauphiin, classe 5^ I dell’I.I.S . Liceo “A. Bafile”, L’Aquila, una riflessione, a partire da un’esperienza personale e concreta, sul pensierodi Chiara Lubich, focalizzando l’attenzione sul concetto di dono come espresso anche dall’antropologo e sociologo francese Marcel Mauss.
A vincere il primo premio l’elaborato Orizzonti, fotografia di Bilardello Giulia, Marino Sara, Parrinello Chiara, allieve della 3^ G del Liceo scientifico “P. Ruggeri”, Marsala (Trapani). Un messaggio di pace e la speranza di un orizzonte dove mare e cielo si uniscono e dove tutti, insieme, si possa collaborare per costruire un mondo più fraterno.
Gesù risorto ci ha aperto una strada, ma ora la Risurrezione avviene tutte le volte che risorgo in me stessa, vincendo il mio egoismo. Questa “presa di coscienza”, che è la carità messa in atto, mi sta cambiando a poco a poco la vita. Me lo dice non solo mio marito, ma è qualcosa che avvertono anche i figli, le amiche. Spinta a saperne di più, leggo le vite di santi che finora avevo evitato, e trovo conferma di questo segreto che è chiave per una vita vera. Una sera nostro figlio è tornato a casa stordito, quasi assente. Non rispondeva alle domande. La notte è stato male. Era drogato. Essendo forse una delle prime volte, la reazione è stata forte. Nei giorni seguenti ho cercato di oltrepassare in me stessa tutte le domande, la ricerca dei colpevoli, di indagare sulle amicizie. A un certo punto però sono “risuscitata”, per essere soltanto amore verso lui. Un pomeriggio gli ero seduta accanto senza dire niente. In quel silenzio pieno lui mi ha detto: “Grazie, mamma, per come mi accogliete. Se un giorno sarò padre, vorrò essere un genitore come te, con un cuore che non ha orizzonti”.
(M.S. – Olanda)
Dove non c’è amore…
Nell’ufficio postale dove di solito mi reco per ritirare la posta o per altri motivi, fino a qualche tempo fa trovavo spesso alcuni impiegati nervosi e sgarbati con me, e più di tutti il direttore, che un giorno si è messo addirittura a urlare per il mio ritardo a ritirare una certa somma. Io però, lasciandomi guidare dalla frase di san Giovanni della Croce: “Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore”, ho sopportato, continuando a salutare tutti con gentilezza. Con questo modo di fare per amore di Gesù, un po’ alla volta ho potuto stabilire in quell’ufficio rapporti più umani. Una verifica di ciò è stata quando, avendo proposto ad uno degli impiegati un biglietto per una lotteria di beneficenza, anche gli altri colleghi si sono interessati e ne hanno voluto uno, compresa la signora delle pulizie. Perfino il direttore è venuto a prendere un biglietto, anzi poco dopo me ne ha chiesto un altro. Al che ho detto: “Spero che almeno un premio spetti a qualcuno di voi”. E lui: “Che importa? Anche se non vinciamo, abbiamo fatto qualcosa di bello insieme!”.
(M.F. – Italia)
Un’occasione per amare
Circa 15 anni fa, facevo volontariato al centro d’ascolto di una Caritas Diocesana. Un giorno venne a trovarci una giovane donna, mi chiese se potessi metterla in contatto con una ginecologa perché voleva abortire, non aveva possibilità economica per sostenere le spese per far crescere la nuova vita che era in lei. In quel momento sentì una fitta al cuore, ma anche la grande opportunità di amare quella giovane mamma e la sua bimba. Le dissi del meraviglioso dono che è la vita e che le difficoltà economiche non dovevano costituire un ostacolo, che eravamo lì per aiutarla. La giovane donna si commosse e mi disse che desiderava essere aiutata. A distanza di tempo la giovane mamma venne a salutarmi, era con una meravigliosa neonata in braccio. Mi disse con un grande sorriso: “questa è la mia bambina e desideravo fartela conoscere! Grazie per avermi ascoltato e aiutato quel giorno. Grazie anche da parte sua!”. Rimasi profondamente commossa e grata a Dio, grata per quell’incontro così speciale; grata per avermi dato occasione di amare.
(M.M- Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta (tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno X– n.1° maggio-giugno 2024)
Le forti piogge che stanno sferzando il sud del Brasile dai primi giorni di maggio 2024 hanno causato pesanti inondazioni e frane in 425 comuni dello stato di Rio Grande do Sul, colpendo direttamente 1,5 milioni di persone e, per il momento, causando 108 morti e quasi 130 dispersi.Secondo l’ultimo bilancio ufficiale, 232.675 persone sono ancora sfollate dalle loro case, di cui 65.573 sono accolte in rifugi.La situazione più preoccupante è nell’area metropolitana di Porto Alegre, dove intere città e quartieri sono sott’acqua da venerdì 2 maggio, con problemi di approvvigionamento idrico e interruzioni di corrente. Secondo le previsioni meteorologiche, nei prossimi giorni sono attese forti piogge che aggraveranno ulteriormente la situazione di questo disastro naturale.
Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari ha avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno della popolazione dello Stato di Rio Grande del Sud, Brasile, attraverso Azione per un Mondo Unito ETS (AMU) e Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN). I contributi versati verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN in coordinamento con il Movimento dei Focolare in Brasile per far arrivare alle popolazioni colpite dalle forti inondazioni aiuti di prima necessità per l’alimentazione, le cure mediche, la casa.
In Brasile si può donare sul seguente conto: Banco do Brasil Agência: 2665-4 Conta Corrente: 39.322-3 Pix: acaoemergencial@anpecom.com.br Associação Nacional por uma Economia de Comunhão CNPJ: 07.638.735/0001-94
O anche attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:
Azione per un Mondo Unito ETS (AMU) IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX
Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX
Causale: Emergenza inondazioni in Brasile
Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali.I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus(altro…)
Chi ama partecipa alla vita di Dio e sperimenta la sua libertà e la gioia di chi si dona. Uscire da noi e andare incontro all’altro attraverso l’ascolto apre le porte alla comunione con i fratelli e dà vita alla reciprocità.
In carcere Sono cappellano carcerario. Per me ognuno dei detenuti è “Cristo carcerato” da amare. Durante la Quaresima, per prepararli alla Pasqua, ho pensato di leggere loro brani di Vangelo corredati da esperienze. Avendo costatato un certo interesse, ho pensato di far conoscere a queste persone dei giovani impegnati in un movimento ecclesiale. Ottenuti i necessari permessi, la prima volta che essi sono arrivati, prima ancora di mettere piede in carcere, abbiamo pregato perché il nostro essere lì fosse un dono per i detenuti. Non abbiamo parlato molto. Ma dopo aver celebrato la Messa, animata dai canti di quei giovani, ho visto degli uomini incalliti in una vita sregolata piangere e li ho sentiti dire: “Esistono ancora dei volti puliti!”. Evidentemente non ne avevano mai incontrati prima di allora. Tuttora, una volta al mese, quei giovani tornano ad animare la messa, sempre molto attesi. E quando un detenuto è stato trasferito in un altro carcere per avvicinarsi di più alla sua famiglia, aveva un unico dispiacere: quello di perdere il contatto con loro. (Don Marco – Italia)
In comunione vera Avevo ricevuto la telefonata di una mia compagna di Accademia che da tempo non sentivo. Mi chiedeva notizie, tra l’altro dei bambini e in particolare dell’ultimo nato. Evidentemente non le era arrivata la notizia che quella gravidanza non era giunta a termine. A questo punto le ho raccontato come erano andate le cose, ma al tempo stesso ho sentito di comunicarle l’esperienza più intima di quell’evento così doloroso: la particolare unione con Dio sperimentata grazie anche al sostegno e all’amore concreto di familiari e amici. Mentre parlavo, avvertendo un ascolto profondo da parte della mia amica, m’è venuto da pensare che ai tempi dei nostri studi non avevamo mai osato parlare di Dio tra noi. Per cui grande è stata la sorpresa quando alla fine della telefonata lei mi ha confidato: “Sai, nel più profondo di me sono sempre stata credente anche se non volevo ammetterlo, ma adesso sentendoti così serena provo un grande desiderio di approfondire questa conoscenza. Perché non ci incontriamo per parlarne?”. (J.V. – Belgio)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno X– n.1° maggio-giugno 2024)(altro…)
Dal 1° al 7 maggio torna la Settimana Mondo Unito, un laboratorio ed expo mondiale di iniziative per riportare la pace e la fraternità tra le persone e i popoli. Dal 1° al 7 Maggio 2024 torna la Settimana Mondo Unito (SMU) che quest’anno concentra il suo impegno globale sulla pace cercata e costruita a partire da molteplici fronti: attenzione ai più poveri, agli esclusi, alla cura dell’ambiente, alla formazione delle coscienze, educazione alla pace. Il motto di quest’anno è “Embrace Humanity, Spark Change” cioè “Abbraccia l’umanità, innesca il cambiamento”; punto di partenza e ispirazione per tante iniziative in atto in varie città del mondo.
SMU 2024, Genfest mondiale Si partirà con un evento internazionale di apertura della SMU il 1° maggio a Loppiano (Firenze-Italia) ma fin da subito saranno coinvolte anche altre città del mondo, che continueranno fino al 7 maggio a essere una sorta di “laboratorio” per creare sinergie, condividere idee, buone pratiche e creatività. La SMU 2024 si svolge a due mesi dal Genfest, il Festival mondiale della fraternità promosso dai giovani del Movimento dei Focolari che si terrà in Brasile, ad Aparecida, nel prossimo mese di luglio e presenta l’impegno “locale” di molte comunità dei Focolari che, in rete con Organizzazioni, Movimenti e Istituzioni sono impegnati nei contesti locali a rispondere ai bisogni e alle sfide più necessarie per un dato territorio. Il “cambiamento” che i giovani del Movimento dei Focolari insieme alle loro comunità di appartenenza vogliono promuovere si concentra nelle aree del mondo più devastate da guerra, impatto ambientale, migrazioni forzate.
Chi sono i giovani protagionisti della SMUSono giovani di tutto il mondo: c’è Giacomo, italiano, partito per il Kenya grazie al progetto di volontariato internazionale MilONGa, dove ha prestato la sua opera presso alcuni orfanotrofi di Nairobi. O Daphne, indiana, che racconta l’avventura di Reach Out, il progetto nato a Goregaon, sobborgo di Mumbai est, da alcuni giovani del luogo, per sostenere circa 70 famiglie in condizioni di povertà. Icaro, Sam e David invece vivono in Brasile, a Fortaleza, dove stanno facendo un’esperienza di volontariato nel “Condominio Spirituale Uirapuru” (CEU) un campus in cui operano 21 associazioni che si prendono cura di bambini bisognosi, persone con HIV e tossicodipendenti.
1 maggio, si apre la SMU Queste, e altre storie saranno presentate durante l’apertura della SMU da Loppiano con un evento internazionale che sarà trasmesso in diretta streaming e con traduzione in 5 lingue (italiano, spagnolo, portoghese, inglese e francese) e che si potrà seguire sul canale Youtube di UWP o collegandosi al sito UWP (unitedworldproject.org). Per l’occasione, la cittadella internazionale dei Focolari ospiterà tre villaggi tematici: pace interiore, pace con l’altro, pace nel mondo. In questi spazi, i partecipanti potranno sperimentarsi in tanti workshop per approfondire il tema della pace (Economia della pace, Non c’è dialogo senza ascolto, I conflitti nelle nostre città, Acqua fonte di pace?, Il progetto Living Peace International, Pace e arte: l’armonia tra popoli diversi, ecc.). Fil rouge che unirà idealmente il loro percorso è la scoperta dell’arte del dialogo. Collegandosi al sito UWP si potranno poi seguire alcuni altri eventi e le storie della SMU, come il Peace Got Talent che si terrà il 4 maggio. Ma anche Run4Unity, la staffetta per la pace e l’unità, promossa da migliaia di teenagers in tutto il mondo (ma corrono anche i grandi!) e che si terrà il 5 maggio: dove possibile, gli eventi sportivi si terranno in luoghi simboli della pace, al confine tra Paesi o comunità in conflitto, o comunque in luoghi che “parlano” di inclusione.
Lo scorso 13 aprile l’Istituto Universitario CERAP di Abidjan in Costa d’Avorio ha ospitato il simposio sull’Economia di Comunione dal titolo: “La rivoluzione del dono: un nuovo paradigma per l’economia africana”.
Il 13 aprile 2024 l’Istituto Universitario Cerap in Costa d’Avorio ha ospitato un vibrante simposio incentrato sull’Economia di Comunione (EdC). Alla presenza di 146 partecipanti, provenienti principalmente dalla stimata Facoltà di Economia di questa Università, l’evento ha fornito una piattaforma per discussioni stimolanti e nuove intuizioni su modelli economici alternativi. Sullo sfondo dei modelli economici prevalenti oggi, segnati da una cultura del consumo piuttosto che da una “cultura del dare”, i partecipanti si sono impegnati con entusiasmo nelle presentazioni dei relatori.
Padre Bertin Dadier e Madame Julie Bodou Kone hanno occupato il centro della scena, illuminando il potenziale di trasformazione dell’EdC come forza complementare all’interno del nostro quadro di mercato esistente.
Le loro presentazioni hanno approfondito i principi e i valori fondamentali che stanno alla base dell’EdC, favorendo una comprensione più profonda tra i partecipanti. Nonostante lo scetticismo iniziale, sono seguiti scambi approfonditi, con i partecipanti che hanno cercato di svelare le implicazioni pratiche di questo approccio innovativo.
Uno dei momenti salienti del simposio è stata la presentazione dell’impresa EdC di Chocomabs, che ha offerto un esempio tangibile di come questi principi possano essere tradotti in azione. Quando i partecipanti hanno approfondito il caso di studio, un senso palpabile di entusiasmo e curiosità ha pervaso la sala, sottolineando la rilevanza di tali iniziative nella società odierna.
Steve William Azeumo, coordinatore di Azione per l’Economia di Comunione in Africa Centrale, ha tenuto una presentazione di grande impatto. Azeumo ha sottolineato il ruolo cruciale dell’incubazione di imprenditori EdC, offrendo esempi convincenti dal Camerun per illustrare il suo punto di vista. Ha inoltre sottolineato l’importanza di favorire e promuovere queste imprese nella società, simboleggiando la loro importanza con i sette colori dell’arcobaleno.
In prospettiva, lo slancio generato dal simposio è pronto a catalizzare cambiamenti tangibili. Sono in corso progetti per la creazione di un club EdC all’interno dell’università, che fornisca una piattaforma per l’esplorazione e la collaborazione continua tra la Commissione EdC, gli studenti e i membri della facoltà.
In sostanza, il simposio EdC al Cerap è servito da catalizzatore per il dialogo, sfidando il pensiero convenzionale e gettando le basi per un futuro economico più inclusivo e sostenibile.
In una dimensione frammentata e divisa come quella nella quale viviamo, spesso siamo chiamati a dirigerci verso un altrove ignoto, verso le periferie; siamo chiamati ad “uscire”, anche da noi stessi a volte, per entrare nelle ferite di questa umanità. È la testimonianza che ci arriva dal quartiere di Yungay, a Santiago del Cile.
Si è svolta venerdì, 12 aprile 2024, la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2023/2024 dell’Istituto Universitario Sophia (I.U.S.), presso l’Auditorium della cittadella internazionale di Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI). “Che Sophia possa essere uno di quei laboratori che formano donne e uomini capaci di essere portatori di pace e unità in questo tempo”. Con queste parole Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, ha rivolto i suoi auguri agli studenti che, in questo momento storico, hanno scelto “con coraggio e speranza”, di prepararsi al futuro frequentando l’Istituto Universitario Sophia(I.U.S.), in occasione della cerimonia di inaugurazione del XVI Anno Accademico che si è svolta il 12 aprile 2024, presso la sala A dell’Auditorium di Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI). Tra le autorità religiose e civili presenti il cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e Gran Cancelliere dello I.U.S., il vescovo di Fiesole, Mons.Stefano Manetti e Giulia Mugnai, Sindaca di Figline e Incisa Valdarno. In un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo, l’evento è stato un momento di riflessione sul ruolo delle università, e di Sophia in particolare, alle quali spetta – ha affermato il card. Betori nei saluti iniziali – “il compito di testimoniare la ragionevolezza della fede. E dunque educare a leggere, ad interpretare, la realtà, accompagnando lo sguardo di ogni giovane verso quella verità che ciascuno, anche inconsapevolmente cerca”. Il Rettore Declan O’Byrne, teologo irlandese, recentemente nominato, ha dichiarato aperto l’Anno Accademico 2023-2024 al termine di un discorso che ha portato i partecipanti a riflettere sul valore sociale delle università. “Se gli Stati investono nelle università, è perché si ritiene che sia di interesse nazionale investire sui giovani. Si investe perché i giovani ben formati portano a benefici sociali. Si pensa che una nazione che garantisce la formazione delle nuove generazioni saprà adattarsi e portare innovazione che, a sua volta, garantirà la futura competitività della nazione stessa” ha affermato. E riguardo alla missione particolare dell’Istituto Universitario Sophia, ha ribadito: “Vogliamo essere un luogo dove, pur consapevoli di star vivendo un momento storico drammatico, si guarda alla capacità umana di costruire la pace duratura. Vogliamo studiare e insegnare a vedere quei ‘semi’ che già oggi esprimono la possibilità di risolvere la crisi che viviamo”. La cerimonia si è conclusa con la prolusione tenuta da Massimiliano Marianelli, Professore Ordinario di Storia della Filosofia all’ Università degli studi di Perugia dal titolo “Sophia, ritrovare l’umano nel ‘tra’” con uno sguardo e un’attenzione all’essere umano e al primato delle relazioni. L’ evento, trasmesso in diretta streaming, è disponibile su Youtube in italiano e inglese ai link accessibili da www.sophiauniversity.org.
Doni inattesi ricevuti da chi, ogni giorno, si prende cura dei più fragili in una piccola località dell’Amazzonia peruviana. “Abbiamo soldi fino alla fine del mese”. Con questo messaggio Javier Varela condivide il resoconto mensile con gli amici dell’Hogar, la “Casa per Anziani Chiara Lubich”, situata a Lámud nella Amazzonia peruviana, nella quale si occupa dell’amministrazione. Sua moglie Jenny coordina l’assistenza diretta agli anziani. Il messaggio, come è facile intuire, è preoccupante, perché la casa di cura non ha nessuno che la finanzi, va avanti sostenuta solo dalla provvidenza di Dio che si manifesta attraverso tante mani e tanti cuori amici. Ma la fede di Jenny e Javier è disarmante e contagiosa. Subito dopo Javier condivide un altro messaggio: “Rafael, uno dei nonni presenti all’Hogar, non sta bene. È stato intubato con l’ossigeno. Jenny è in partenza per Chachapoyas, (capitale della regione dell’Amazzonia a 36 km da di Lámud dove si trova l’Hogar) per portarlo d’urgenza in ospedale. Speriamo che non debbano restare per la notte, sarebbe anche molto impegnativo per la salute di Jenny. Dio provvederà!”. Intanto Jenny firma l’autorizzazione affinché Rafael venga portato immediatamente al Centro di Salute di Lámud (in modo che possano somministrargli l’ossigeno). “Sono rimasta sola in cucina, a riflettere su come procedere – racconta Jenny -. Ho notato che le lacrime cominciavano a scorrere lungo le mie guance. Ho detto a Gesù: ‘Che vuoi da me? Aiutami e suggeriscimi cosa dovrei fare’. È forte sapere che Gesù sente le tue miserie, le tue fatiche e che in Lui puoi abbandonare ogni preoccupazione. Nel frattempo, il mio cellulare squillava, squillava… Mi avrebbero chiesto di andare a firmare la dichiarazione per diventare suo tutore, cosa che avrei voluto evitare. Mentre camminavo verso il Centro di Salute un’infermiera mi ha chiamato per dirmi che avevano già contattato un parente di Rafael e che questo nipote mi avrebbe aspettato presso l’ospedale di Chachapoyas. Ho provato un grande sollievo, anche se in nessun momento ho esitato ad accettare la volontà di Dio, qualunque essa fosse”. Poco dopo, tutto si risolve: Rafael gradualmente si stabilizza e Jenny può accompagnarlo all’ospedale di Chachapoyas, dove incontra il nipote dell’anziano, al quale consegna i suoi documenti e un sacchetto di vestiti. Jenny può così tornare a casa “stanca, ma calma e grata per tutto ciò che avevo vissuto”. Ma non finisce qui: mentre loro si prendevano cura della salute di Rafael e degli altri anziani della casa Hogar, Dio si è preso cura di loro, inviando la Provvidenza di cui avevano tanto bisogno. “Una persona molto cara – racconta Javier – ci ha detto che la richiesta di aiuto finanziario che avevamo fatto insieme due mesi prima era stata accettata. È stato bellissimo incontrare questa persona, ho visto in lui un vero fratello. Mi ha mostrato la lettera dell’istituzione a cui ci eravamo rivolti chiedendo aiuto e la generosa somma che ci hanno inviato”. Jenny e Javier hanno deciso di condividere parte di ciò che hanno ricevuto con le suore della casa di cura di Chachapoyas.