Movimento dei Focolari
Natale 2005 – Hanno sloggiato Gesù!

Natale 2005 – Hanno sloggiato Gesù!

Storie vere, dei nostri giorni. Un libro per raccontare un’iniziativa singolare attuata in tutto il mondo… Ormai Gesù, in tanti paesi, pare sia stato fatto sloggiare dal Natale, ma i più piccoli vogliono farLo tornare protagonista. Ogni anno centinaia di bambini del Movimento dei Focolari, di età compresa fra i 4 e gli 8 anni, i Gen 4, nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo, offrono alle migliaia di persone, in corsa per i regali, piccoli Gesù Bambino di gesso, con una meditazione di Chiara Lubich dal titolo “Hanno sloggiato Gesù”… In cambio chiedono a chi può, offerte per raccogliere fondi da destinare ai poveri. Le storie vissute da questi bambini che vogliono ricordare alla gente il significato vero della Natività sono finite nel libro “Hanno sloggiato Gesù”, pubblicato da Città Nuova, che raccoglie anche racconti sul Natale, leggende e tradizioni. Ma che cosa insegnano i bambini agli adulti? Lucia Velardi, curatrice del libro: Insegnano la profondità dell’amore, insegnano il candore dell’amore, perché, in questa operazione che loro portano avanti, sfidano il freddo, sfidano l’indifferenza con un sorriso che, appunto, nasce dal loro candore. Avvicinano tutti, chiedendo: “Ti vuoi portare a casa Gesù?”. Praticamente aprono questa finestra inedita sul Natale. E abbiamo chiesto ai bambini: perché portare Gesù Bambino per le strade? Perchè ci sono persone che non conoscono Gesù Bambino e allora lo portiamo per le strade per farLo conoscere. E questa bambina pensa anche ai suoi coetanei, e dei fondi raccolti dice… Li diamo ai bambini poveri, quelli meno fortunati di noi, che così si possono comprare vestiti, scarpe … possono comprarsi da mangiare e possono andare a scuola. E con gli indifferenti come si comportano i Gen 4? Prego per queste persone che non vogliono ascoltare noi bambine e bambini.   Da un servizio del Radiogiornale Radio Vaticana di Tiziana Campisi (25-12-2005) (altro…)

Nuova Umanità – Novembre-Dicembre 2005

ATTI DEL CONVEGNO SOCIAL-ONE

INTRODUZIONE – Presentazione degli Atti del Convegno Internazionale dal titolo «Rapporti sociali e fraternità: paradosso o modello sostenibile? Una prospettiva a partire dalle scienze sociali» tenutosi dall’11 al 13 febbraio 2005 a Castelgandolfo (Rm). MESSAGGIO – di Chiara Lubich – In apertura del Convegno è stato letto un messaggio di Chiara Lubich indirizzato ai partecipanti in cui la fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari sottolinea come le relazioni tra gli uomini sono specchio delle relazioni di Dio Trinità. Cogliere tale verità significa comporre queste relazioni secondo l’amore, l’unità, la fraternità in modo da far sorgere una società più solidale, più giusta, più felice. SOCIAL-ONE: NASCITA DI UNA PROPOSTA  – di Maria Rosalba Demartis –  Questa breve relazione costituisce l’introduzione all’intero Convegno. In essa viene descritto il contesto in cui esso è nato ed è stato progettato,  le motivazioni che lo sostengono, l’importanza e la specificità delle tematiche affrontate,  la metodologia di lavoro adottata. LE SFIDE DELLA SOCIETÀ COMPLESSA E GLOBALIZZATA – di Vincenzo Zani – La dinamica della globalizzazione da una parte ha ampliato l’interconnessione mondiale in tutti gli aspetti della vita – da quello culturale a quello criminale, da quello politico a quello ambientale, da quello finanziario a quello religioso e spirituale – e dall’altra sembra aver ridotto gli spazi ove si discute, si elabora la cultura e si alimentano i valori della socialità. L’analisi di alcuni sociologi lascia intendere la necessità di innestare nella globalizzazione la dimensione umanistico-comunitaria, capace di sviluppare una cultura che qualifichi i processi sociali in ordine ai valori di equità e di solidarietà. Il paradigma della “fraternità” può diventare un utile strumento per monitorare il destino dell’individuo nella società complessa, rilevando soprattutto i dinamismi della comunicazione che rendono possibili i rapporti di reciprocità fra individui, gruppi sociali ed appartenenze culturali differenti. LA NASCITA DELLA SOCIOLOGIA E LA RELAZIONE SOCIALE – di Gennaro Iorio –   Se si dovesse individuare un elemento che accomuna tanto i “precursori” quanto i “fondatori” del pensiero sociologico, esso va individuato nella relazione sociale. E’ grazie a questa categoria che storicamente la sociologia si è differenziata dai saperi che l’hanno preceduta, in primo luogo la filosofia politica e l’economia. Nell’800 la necessità di una nuova prospettiva era imposta dal mutamento sociale, dalle inedite rivoluzioni politiche ed economiche cui urgeva dare risposte interpretative. In questo sforzo di comprensione del proprio tempo i sociologi scoprono la relazione sociale e le pratiche d’azione come nuovo determinante delle forme organizzate della vita associata. Anche oggi la sociologia è chiamata a reinterpretare una fase storica nuova pur nella fedeltà alla sua intuizione originale. Da questa considerazione scaturisce la consapevolezza che è maturo il tempo per pensare un nuovo paradigma del sociale, aperto all’indagine empirica. RELAZIONE SOCIALE E FRATERNITÀ: PARADOSSO O MODELLO SOSTENIBILE? – di Vera Araújo – La comprensione dei rapporti sociali si avvale dei diversi paradigmi che hanno illuminato la storia della sociologia e tali paradigmi, a loro volta, sono espressioni di un determinato contesto socio-culturale. Attualmente ci troviamo di fronte ad un cambiamento strutturale-culturale di notevole portata, è legittimo allora pensare che possano nascere nuovi paradigmi? La risposta che viene proposta è affermativa e fra essi viene delineato il paradigma dell’unità-fraternità che prende ispirazione dal carisma e dalla spiritualità di Chiara Lubich accennando al ruolo e alle dinamiche che tale paradigma può offrire per un’analisi e un’interpretazione innovative delle relazioni sociali. VALORE SOCIOLOGICO DEI RACCONTI DI VITA –  di Enrique Cambón – L’Autore ha il compito d’introdurre, da una prospettiva sociologica, i racconti di vissuto sociale che nel Convegno si alternano agli interventi più prettamente teorici.  In particolare egli  sottolinea le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori ad  assegnare, nel Convegno, un posto così rilevante agli aspetti empirici, ed offre una chiave di lettura che permetta una migliore comprensione dei criteri che orientano le storie di vita narrate. FONTEM (CAMERUN): UN LABORATORIO DI FRATERNITÀ – di Bennie Callebaut e Martin Nkafu Nkemnkia –   Riflettendo sull’uso delle parole, i sociologi fanno osservare che spesso vengono utilizzati gli stessi termini in modi diversi, pertanto per esemplificare cosa si intende per fraternità, coscienti che con questo esercizio non se ne esaurisce il significato, si è voluto sottoporre ad una griglia di lettura prettamente sociologica un’esperienza concreta e pluridecennale di collaborazione – quella tra i Focolari ed una realtà tribale africana, i Bangwa –, definita da tanti un’esperienza di fraternità. COMUNICAZIONE EMPATICA E “FARSI UNO”: UNA VIA PER STRUTTURARE NUOVI MODELLI DI INTERVENTO NEL CAMPO DEL DISAGIO SOCIALE – di Mario Giostra –  L’empatia, intuizione sviluppata in particolare nell’ambito della riflessione fenomenologica e concetto cardine della psicologia umanistica, può essere vista  come la base di una profonda esperienza di relazione con l’altro.  Essa  rivela notevoli punti di contatto con ciò che Chiara Lubich, nell’esplicarsi del suo pensiero ha chiamato “farsi uno”, idea fondamentale per la relazione di reciprocità così come lei l’ha intuita. Partendo da queste considerazioni è possibile strutturare nuove strategie per intervenire attivamente nel campo del disagio  sociale grazie ad un diverso modo di concepire il rapporto tra l’operatore sociale e la persona in difficoltà. I RAPPORTI NEL LAVORO SOCIALE COMUNITARIO ALLA LUCE DEL PARADIGMA DELL’UNITÀ. ESPERIENZA DEL CENTRO COMUNITARIO UNITÀ DI BUENOS AIRES –  di Rolando Cristao –  Viene presentata l’esperienza di un Centro Comunitario alla periferia di Buenos Aires sorto oltre 15 anni fa nella località “La Matanza”, dove il 70 % degli abitanti (1.500.000 persone) vive sotto la soglia della povertà. Il  progetto si attua in sei quartieri dove abitano circa 16.000 persone e si articola in una complessa azione di sviluppo comunitario che ha come riferimento  l’esperienza e la prospettiva dell’”unità”. In questo contesto, le categorie teoriche fondamentali che guidano il lavoro del Centro sono tra le altre quelle di persona, relazione, unità/distinzione e reciprocità. I risultati ottenuti indicano che queste categorie possono rivelarsi veri strumenti di analisi e possono orientare la ricerca e il processo metodologico di sviluppo di una comunitá. PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PITIRIM SOROKIN: IL POTERE DELL’AMORE. PARTE PRIMA – di Michele Colasanto –  Fra i molteplici risultati perseguiti dalla sociologia sorokiniana, uno s’impone con particolare evidenza: Sorokin ha, di fatto, indicato la via che la conoscenza sociologica deve intraprendere per riuscire a sfuggire alle insidie epistemologiche e concettuali che oggi ne impediscono il definitivo sviluppo. A tale scopo è necessaria una riflessione profonda sul concetto di persona ed egli contribuisce in modo determinante a tracciare il percorso teorico e metodologico utile a questo obiettivo imperniando il proprio paradigma sull’amore creativo e generativo, sorgente di rinascita sociale, in grado davvero di umanizzare la scienza sociologica. PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PIRITIM SOROKIN: IL POTERE DELL’AMORE. PARTE SECONDA – di Tommaso Sorgi – Non era la prima volta che veniva proposta l’idea di tradurre e pubblicare quest’opera di Sorokin, ma solo recentemente si è riusciti nell’impresa e finalmente può apparire in lingua italiana un libro che formula argomentazioni davvero originali centrate su un tema insolito, all’interno di una “scienza positiva”, come quello dell’«amore creativo». L’originalità del pensatore di origine russa-finlandese traspare  nella scelta delle figure di riferimento per la sua indagine: Lao-Tse, Confucio, Budda, Francesco d’Assisi, Gandhi e tanti altri, con una particolare passione per Gesù Cristo. Si ravvisano, pertanto,  in questa opera sorokiniana alcune idee che possono oggi accompagnare le prospettive nuove e avvincenti di una sociologia della comunione e della fraternità.

INDICI «NUOVA UMANITA’» 2005  – a cura di Antonio Coccoluto

NUOVA UMANITÀ XXVII –  Novembre – Dicembre – 2005/6, n.162 SOMMARIO (altro…)

“La felicità che cercate ha un nome”

Cari giovani amici, desidero inviare il mio cordiale saluto a tutti voi, radunati a Nieuwegein per la prima Giornata nazionale dei giovani cattolici d’Olanda. Saluto il Cardinale Adriano Simonis, Arcivescovo di Utrecht e Presidente della Conferenza Episcopale, e tutti i Vescovi olandesi, esprimendo vivo apprezzamento per la realizzazione di questa felice iniziativa. Desidero poi ringraziare il Werkgroep Katholieke Jongeren per l’impegno profuso in questi anni e i sacerdoti e laici impegnati nella pastorale giovanile, che vi seguono nella vostra riflessione. Tramite questo messaggio, cari giovani, desidero rendermi spiritualmente presente in mezzo a voi e assicurarvi che vi accompagno nella preghiera. So che tanti di voi hanno preso parte all’incontro mondiale di Colonia ed è per me motivo di grande gioia il fatto che adesso vogliate proseguire l’esperienza iniziata con la Giornata Mondiale della Gioventù, coinvolgendo altri vostri coetanei che non hanno avuto la grazia di parteciparvi. Tenere l’odierno raduno su invito dei vostri Vescovi è un bellissimo segno per la società olandese: sta ad indicare che voi non avete paura di dire che siete cristiani e volete testimoniarlo apertamente. In effetti, la ragione più profonda del vostro ritrovarvi insieme è incontrare il Signore Gesù Cristo. Così è stato per chi ha partecipato alla recente Giornata Mondiale della Gioventù, che aveva per tema: “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2). Sulle orme dei Magi, animati dall’anelito di ricercare la verità, giovani di ogni angolo del mondo si sono dati appuntamento a Colonia per cercare e adorare il Dio fatto Uomo, e poi, trasformati dall’incontro con Lui ed illuminati dalla sua presenza, hanno fatto ritorno al loro paese, come i Magi, “per un’altra strada” (cfr Mt 2,12). Così anche voi siete rientrati in Olanda desiderosi di comunicare a tutti la ricchezza dell’esperienza vissuta, e quest’oggi volete condividerla con i vostri coetanei. Cari amici, Gesù è il vostro vero amico e Signore, entrate in un rapporto di vera amicizia con Lui! Egli vi attende e solo in Lui troverete la felicità. Quanto è facile accontentarsi dei piaceri superficiali che l’esistenza quotidiana ci offre; quanto è facile vivere solo per se stessi, apparentemente godendosi la vita! Ma prima o poi ci si rende conto che non si tratta di vera felicità, perché questa sta molto più in profondità: la troviamo soltanto in Gesù. Come ho detto a Colonia, “la felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth” (18 agosto 2005, Discorso presso la banchina del Poller Rheinwiesen). Per questo vi invito a cercare ogni giorno il Signore, che non desidera altro se non che siate realmente felici. Intrattenete con Lui una relazione intensa e costante nella preghiera e, per quanto vi è possibile, trovate momenti propizi nella vostra giornata per restare esclusivamente in sua compagnia. Se non sapete come pregare, chiedete che sia Lui stesso ad insegnarvelo e domandate alla sua celeste Madre di pregare con voi e per voi. La recita del Rosario può aiutarvi ad imparare l’arte della preghiera con la semplicità e la profondità di Maria. E’ importante che al cuore della vostra vita ci sia la partecipazione all’Eucaristia, in cui Gesù dà se stesso per noi. Egli, che è morto per i peccati di tutti, desidera entrare in comunione con ciascuno di voi, bussa alla porta del vostro cuore per donarvi la sua grazia. Andate all’incontro con Lui nella Santa Eucaristia, andate ad adorarlo nelle chiese e restate inginocchiati davanti al Tabernacolo: Gesù vi colmerà del suo amore e vi manifesterà i pensieri del suo Cuore. Se vi porrete in ascolto, sperimenterete in modo sempre più profondo la gioia di far parte del suo Corpo mistico, la Chiesa, che è la famiglia dei suoi discepoli stretti dal vincolo dell’unità e dell’amore. Imparerete inoltre, come dice l’apostolo Paolo, a lasciarvi riconciliare con Dio (cfr 2 Cor 5,20). Specialmente nel sacramento della Riconciliazione Gesù vi attende per perdonare i vostri peccati e riconciliarvi con il suo amore attraverso il ministero del sacerdote. Confessando con umiltà e verità i peccati riceverete il perdono di Dio stesso mediante le parole del suo ministro. Quale grande opportunità ci ha dato il Signore con questo Sacramento per rinnovarci interiormente e progredire nella nostra vita cristiana! Vi raccomando, fatene costantemente buon uso! Cari amici, come vi dicevo sopra, se seguite Gesù non vi sentite mai soli perché fate parte della Chiesa, che è una grande famiglia nella quale potete crescere nell’amicizia vera con tanti fratelli e sorelle nella fede, disseminati in ogni parte del mondo. Gesù ha bisogno di voi per “rinnovare” l’odierna società. Preoccupatevi di crescere nella conoscenza della fede per essere suoi autentici testimoni. Dedicatevi a comprendere sempre meglio la Dottrina cattolica: anche se talora a guardarla con gli occhi del mondo può sembrare un messaggio non facile da accettare, c’è in essa la risposta appagante per i vostri interrogativi di fondo. Abbiate fiducia nei Pastori che vi guidano, Vescovi e sacerdoti; inseritevi attivamente nelle parrocchie, nei movimenti, associazioni e comunità ecclesiali, per sperimentare insieme la gioia di essere seguaci di Cristo, il quale annuncia e dona la verità e l’amore. E proprio spinti dalla sua verità e dal suo amore, insieme con gli altri giovani che cercano il senso vero della vita, potrete costruire un avvenire migliore per tutti. Cari amici, vi sono vicino con la preghiera affinché accogliate generosamente la chiamata del Signore, che vi prospetta grandi ideali in grado di rendere bella e piena di gioia la vostra vita. Siatene certi: solo rispondendo positivamente al suo appello, per quanto esigente possa sembrarvi, è possibile incontrare la felicità e la pace del cuore. Vi accompagni in questo itinerario di impegno cristiano la Vergine Maria e vi sia di aiuto in ogni vostro buon proposito. Con tali sentimenti, imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica a tutti voi raccolti a Nieuwegein, come pure a coloro che con amore e sapienza vi accompagnano nel vostro cammino di crescita umana e spirituale. Dal Vaticano, 21 Novembre 2005 BENEDICTUS PP. XVI   (altro…)

Sete di verità

Sete di verità

Una Chiesa vitale, gioiosa, autentica, in cammino verso e con la società, è quella che ha attirato 2.300 giovani olandesi in una domenica di fine novembre a Utrecht, al primo appuntamento nazionale, indetto per dar seguito all’esperienza iniziata alla Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, nell’agosto scorso. Una partecipazione che non si verificava da decenni. L’evento è stato frutto della collaborazione, in un clima di profonda comunione, fra diocesi e movimenti, fra cui il Rinnovamento Carismatico, il Comitato giovani cattolici, Emmanuel e i Focolari. Una comunione fra carismi vissuta già in preparazione alla Gmg. “La felicità che cercate, la felicità che avete il diritto di gustare, ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth”. E’ questo un passaggio centrale del messaggio autografo del Papa, profondo e pieno di calore, accolto con un lungo applauso. Benedetto XVI ha incoraggiato i giovani ad approfondire il loro rapporto con Gesù, attingendo ai sacramenti, per poi assumersi le proprie responsabilità nella vita personale e nella società.  Il meeting è proseguito con lavori e approfondimenti di gruppo su catechesi e applicazione sociale. Si è spaziato così da fede, etica e scienza, al come vivere da cristiano nella politica, nell’insegnamento, nell’economia ; dall’ecumenismo al dialogo interreligioso. E’ stato un costatare quanto desiderio c’è in questi giovani di approfondire la loro fede, e quanto sono assetati della verità. «La nebbia che per decenni ha coperto la gioventú nella Chiesa Cattolica in Olanda è sparita». E’ quanto ha detto all’omelia il vescovo Mgr. de Jong, ausilare di Roermond, responsabile della pastorale giovanile, alla Messa concelebrata con il card. Simonis, che ha concluso la Giornata. Queste parole esprimevano una certezza condivisa da tutti: in una società che si sta secolarizzando sempre di più, è nato nel seno della Chiesa qualcosa di nuovo che è irriversibile. Quanto sta avvenendo in Olanda è un fenomeno che si sta verificando anche in altri Paesi europei. Come osserva Lorenzo Fazzini, su Avvenire dell’8 dicembre, “c’è aria di spiritualità” e il riflesso di questa ritrovata interiorità è l’apertura all’altro, che si traduce in moltissimi casi nell’impegno sociale e nella scelta di servire i più poveri”.   (altro…)

Commento di Chiara Lubich alla Parola di vita del mese di dicembre 2005

È un grido di speranza quello di Isaia che si ode tra il popolo d’Israele, da 50 anni in esilio a Babilonia, in Mesopotamia. Il Signore manda finalmente un suo messaggero ad annunciare la liberazione, il ritorno in patria. Come al tempo della schiavitù in Egitto, Dio si metterà alla testa del suo popolo e lo ricondurrà nella Terra promessa. Bisogna allora riparare le strade, riempire le buche, rendere agevoli i passaggi impervi, proprio come si faceva quando un re doveva recarsi in una delle sue province.

Cinque secoli più tardi Giovanni il Battista, sulle rive del fiume Giordano, riprende l’annuncio di gioia del profeta Isaia; questa volta sta per arrivare il Messia in persona.

«Preparate la via al Signore, appianate (…) la strada per il nostro Dio»

Ogni anno, in attesa del Natale, ascoltiamo questo invito. Dio che, da sempre, ha manifestato l’ardente desiderio di stare con i suoi figli, viene “ad abitare in mezzo a noi” . Anche oggi egli sta alla porta e bussa, perché vuole entrare, “cenare” con noi .

Noi stessi avvertiamo spesso il desiderio di incontrarlo, di averlo accanto nel cammino della vita, di essere inondati della sua luce. Perché egli possa entrare nella nostra vita, occorre togliere gli ostacoli. Non si tratta più di spianare le strade, ma di aprirgli il cuore.

Gesù stesso enumera alcune delle barriere che chiudono il nostro cuore: “furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia…” . A volte sono rancori verso parenti o conoscenti, pregiudizi razziali, indifferenza davanti alle necessità di chi ci sta vicino, mancanze di attenzioni e di amore in famiglia…
Davanti ai tanti ostacoli che impediscono l’incontro con Dio, ecco nuovamente l’invito:

«Preparate la via al Signore, appianate (…) la strada per il nostro Dio»

Come preparargli concretamente la strada?
Chiedendogli perdono ogni volta che ci accorgiamo di aver eretto una barriera che ostacola la comunione con lui.
È un atto sincero di umiltà e di verità con il quale ci mostriamo a Lui così come siamo, dicendogli la nostra fragilità, i nostri sbagli, i nostri peccati.
È un atto di fiducia con il quale riconosciamo il suo amore di Padre, “misericordioso e grande nell’amore” .
È l’espressione del desiderio di migliorarsi e ricominciare.

Può essere a sera, prima di addormentarsi, il momento più adatto per fermarci, guardare la giornata trascorsa e domandargli perdono.
Possiamo anche vivere con maggiore consapevolezza e intensità il momento iniziale della celebrazione della Eucaristia quando, insieme con la comunità, domandiamo perdono dei nostri peccati.

È poi di enorme aiuto la confessione personale, sacramento del perdono di Dio. È un incontro con il Signore al quale si possono donare tutti gli sbagli commessi. Si riparte salvati, con la certezza di essere stati fatti nuovi, con la gioia di riscoprirsi veri figli di Dio.
È Dio stesso, con il suo perdono, a togliere ogni ostacolo, ad “appianare la strada” e ad instaurare nuovamente il rapporto d’amore con ciascuno noi.

“Preparate la via al Signore, appianate (…) la strada per il nostro Dio”.

È quanto ha sperimentato Luisa. Una vita travagliata, la sua: con il gruppo di amici, con la droga, lo sbandamento morale. Tenta di risalire la china, fino a quando riesce a liberarsi dalla tossicodipendenza. Ma ormai è irreparabilmente segnata. Dopo un matrimonio civile affrettato ecco i primi sintomi dell’AIDS. Il marito l’abbandona.

Luisa si ritrova sola, con il peso dei suoi fallimenti; fino a quando si incontra con un gruppo di cristiani che vivono la Parola di Dio e ne condividono le esperienze. Scopre un mondo che fino ad allora le era ignoto. Ora che ha conosciuto un Dio che è Padre, che è Amore, non può più tenersi per sé i suoi peccati, crede al suo perdono. La sua vita cambia: il perdono la apre ad una gioia mai vissuta, pur nel dolore e nella malattia. Sul suo volto fiorisce una bellezza che non viene sfigurata dal progredire del male. I medici sono meravigliati dalla sua serenità.

Sperimenta una nuova nascita.
Il giorno della sua morte è rivestita di bianco, come lei aveva chiesto. La via era appianata per l'Incontro, per il Cielo.

 

Chiara Lubich

 

“Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?”

“Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?”

“Il principio di fraternità dal punto di vista di un giudice può essere vissuto sotto due profili: entra fortemente sia nell’interpretazione della norma che sul versante dei comportamenti concreti”. “Ci troviamo ogni giorno ad avere a che fare con la realtà palpitante dell’uomo. Davanti a noi non ci sono fascicoli, carte, ma realtà personali e familiari drammatiche”. Lo ha affermato la mattina conclusiva (domenica 20.11), il Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, dott. Ciro Riviezzo, nel suo saluto, leggendo alla luce della fraternità, l’operato del giudice.

“I passi avanti si fanno insieme e non isolatamente”. Questa la constatazione emersa nelle conclusioni presentate dai membri della commissione centrale “Comunione e diritto”, presieduta dal magistrato Gianni Caso, già giudice della Suprema Corte di Cassazione, al 1° Convegno Internazionale “Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?” promosso da “Comunione e Diritto”, 18-20 novembre 2005, a Castelgandolfo (Roma), che ha visto un ricco scambio di riflessioni ed esperienze nei vari ambiti del Diritto. Fraternità e diritto. Una proposta che ha radici antiche. Se ne trovano tracce nel Diritto romano, sviluppi nell’era medievale con l’istituto dell’”affratellamento”, per giungere al noto trinomio di libertà, uguaglianza e fraternità della rivoluzione francese, come rileva nel suo intervento in apertura il prof. Fausto Goria, dell’Università di Torino. Ma quale fraternità? Apre un vasto orizzonte Chiara Lubich, fondatrice e presidente dei Focolari nel messaggio letto in apertura del Convegno: “La fraternità è iscritta nel DNA di ogni uomo, ne costituisce la vocazione ultima. Corrisponde al disegno di Dio di realizzazione piena dell’uomo e dell’umanità” e si può attuare, calando anche nel mondo giuridico il comandamento evangelico dell’amore reciproco.  

In questa visione sono stati affrontati i vari ambiti del mondo del diritto e della giustizia.

Diritto internazionale:è emerso che il principio di fraternità può ispirare concreti modelli di intervento e metodi di analisi nell’attuale processo di crescente interdipendenza tra i popoli. Diritto amministrativo: nel rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, questo principio può costituire “un acceleratore” per attuare la partecipazione democratica, come ha rilevato l’avvocato Nino Gentile. Eloquente in questo senso la trasformazione di un quartiere degradato di Gela e la risoluzione di un grave conflitto tra campesinos e imprese minerarie in Perù. Diritto privato: è stato affrontato sia il diritto di famiglia con la presentazione di nuove figure come quella del mediatore familiare per il sostegno della famiglia e la risoluzione delle controversie, sia il diritto d’impresa dove si è mostrato che la fraternità può temperare la logica del profitto e portare alla nascita di imprese gestite secondo i principi dell’economia di comunione. Nel diritto penale, la prof. Adriana Cosseddu, dell’Università di Sassari, ha rilevato il fatto che il reato è oggi considerato essenzialmente come violazione della legge, più che come offesa alla vittima e come ferita al tessuto delle relazioni sociali. Per questo motivo – ha affermato – non ci si può limitare alla “giustizia retributiva”, ma occorre una “giustizia restaurativa” dei rapporti. E’ un nuovo stile di agire giuridico che fa andare “oltre” il “formalmente corretto” pur senza alcuna forzatura procedurale: situazioni che parevano senza via di uscita trovano sbocchi insperati di recupero. E’ una rete di rapporti, legati dalla fraternità che si è intessuta in questi giorni di incontro. Continuerà ad essere attiva anche a distanza con lo scambio di esperienze, riflessioni, elaborazioni culturali per lavorare ad una giustizia sempre più rispondente ai bisogni dell’umanità. (altro…)

La fraternità per umanizzare la giustizia

La fraternità per umanizzare la giustizia

La fraternità può diventare nuova linfa per rivitalizzare le relazioni e umanizzare la giustizia e apre interessanti prospettive a livello culturale. E’ questo il dato più significativo emerso dalle 3 intense giornate di confronto svolte dal 18 al 20 novembre 2005, tra circa 700 operatori del campo: magistrati, docenti universitari, avvocati e studenti convenuti a Castelgandolfo da oltre 35 Paesi di 4 continenti per interrogarsi sul tema: “Relazionalità nel diritto. Quale spazio per la fraternità?” per iniziativa del gruppo internazionale “Comunione e Diritto” del Movimento dei Focolari.

L’impatto della fraternità nei diversi ambiti del diritto appare evidente innanzitutto dalle molte esperienze attuate sui fronti e nei Paesi più diversi: in Perù nel dirimere gravi conflitti tra i campesinos e le compagnie minerarie che pretendevano di sfruttare le terre da loro da sempre abitate, così in Europa, con magistrati e avvocati impegnati in prima linea a salvaguardare i valori della fraternità nel diritto di famiglia; in Sud America, nel campo del diritto minorile, o, in USA ed Austria, seguendo nuovi percorsi per la reintegrazione dei condannati nella comunità; o ancora nel lavoro per trasformare il diritto internazionale in diritto dei popoli e non solo degli Stati. Così, dal vissuto può prendere il via la ricerca culturale. Il Convegno è stato aperto da un messaggio di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. C’è, nelle sue parole, una chiave che può illuminare il compito degli operatori del diritto, proprio nella direzione della fraternità? Risponde, in un’intervista alla Radio Vaticana, il prof. Fausto Goria, Docente di Diritto romano all’Università di Torino: Certamente Chiara ha detto una cosa importantissima: che nel piano di Dio – come lei che è carismatica, lo vede – il rapporto tra le persone è quello di essere un dono reciproco, ed è in questo rapporto di donazione reciproca che ognuno si realizza come persona. E questo vale anche per i gruppi, per gli Stati. Il fatto di tradurre in esperienza e poi in norma giuridica questo principio, credo che richiederà un certo numero di anni – ma potrà fornire una interessante e utile prospettiva di sviluppo.   (altro…)

“ZENIT”, il nuovo CD del Gen Rosso

“ZENIT”, il nuovo CD del Gen Rosso

Il Gen Rosso festeggia i suoi 40 anni di attività con una nuova produzione discografica. Dieci brani scelti fra le canzoni più importanti ed apprezzate delle oltre 300 del suo repertorio, rivisitati attraverso nuovi arrangiamenti, e con un brano inedito. “Zenit” è frutto di una preziosa collaborazione con numerosi musicisti, ma soprattutto vede la presenza di alcuni noti cantanti italiani a “duettare” con i solisti del Gen Rosso: Francesco Guccini, Antonella Ruggiero, Rosalia Misseri, Francesco Silvestre (Modà), Cheryl Porter, Kate Kelly, hanno dato voce a un album che coniuga messaggi e contenuti con una raffinata sensibilità musicale, condividendo la grande ricchezza di valori dei quali il Gen Rosso è stato da sempre portatore. “Zenit” è stato presentato alla stampa giovedì 17 novembre 2005, in Campidoglio, Sala del Carroccio, Roma, con la presenza degli artisti che hanno collaborato alla sua realizzazione. Il nuovo CD è distribuito da Multimedia San Paolo. Parte del ricavato delle vendite contribuirà a finanziare un nuovo Centro Multiculturale ed Interreligioso in favore del dialogo fra i popoli a Gerusalemme. Multietnico per nascita, ecumenico per vocazione, altoparlante musicale di amore, pace e fratellanza: questo è il Gen Rosso, che in 40 anni di attività e di entusiasmo si è affermato come una delle espressioni più mature della musica ispirata ai valori della cultura cristiana. Un progetto da sempre multiforme: musicisti, cantanti, ballerini e tecnici, costantemente in movimento, che uniscono il proprio bagaglio professionale e umano per dar vita ad un’esperienza musicale unica e coinvolgente. 2.000 concerti, 170 tour in 43 nazioni, 54 album e 300 canzoni pubblicate.   (altro…)

Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?

PROGRAMMA

Venerdì 18 novembre Ore 9.30 Saluto di apertura e presentazioni Comunione e diritto: le origini, la proposta, l’idealità Maria Voce, Commissione Centrale Comunione e diritto Messaggio di Chiara Lubich Fondatrice e Presidente del Movimento dei Focolari Introdotto da Giovanni Caso, Presidente Onorario della Suprema Corte di Cassazione – Italia Riflessioni su fraternità e diritto Fausto Goria, Professore di Diritto Romano – Università di Torino – Italia Ore 15.30 SESSIONE DI DIRITTO PUBBLICO E INTERNAZIONALE PRESIEDE MARCO AQUINI Docente di Cooperazione allo sviluppo Università Angelicum – Roma Elementi di fraternità nel diritto costituzionale Agnes Bernhard (Austria), consulente in diritto costituzionale e comunitario Lo spazio possibile per il principio di fraternità nel diritto amministrativo Nino Gentile (Italia), avvocato amministrativista Un’ esperienza di risoluzione alternativa dei conflitti in Perù Cesar Guzman Barron (Perù), direttore del Centro di Analisi e risoluzione dei conflitti – Università Cattolica del Perù Rapporto tra cittadini e amministrazione: un quartiere pilota a Gela, Sicilia Rocco Galdini (Italia) Alla ricerca della fraternità nel diritto della comunità internazionale Vincenzo Buonomo (Italia), professore di diritto internazionale – Università Lateranense – Roma Fraternità e diritti umani – L’articolo 1 della Dichiarazione Universale Marco Aquini (Italia), docente di Cooperazione allo sviluppo – Università Angelicum -Roma Umanità e soggettività internazionale Esther Salamanca (Spagna), docente di diritto internazionale Partnership nella cooperazione internazionale Salvina Infantino (Italia), vicepresidente ONG Azione per un Mondo Unito (AMU) Sabato 19 Novembre Ore 9.30 SESSIONE DI DIRITTO PRIVATO PRESIEDE FAUSTO GORIA Professore di Diritto Romano Università di Torino – Italia Relazioni giuridiche e fraternità Oscar Vazquez (Argentina), magistrato e docente di Diritto processuale civile Università del Congresso – Mendoza Elementi di fraternità nel diritto d’impresa Amy Uelmen (Stati Uniti), direttore dell’Istituto di religione, diritto, etica forense Scuola di Legge Fordham Univesity – New York Il consulente giuridico di impresa Salvador Morillas Gomes (Spagna), avvocato Collegialità nella gestione d’impresa Mario Spreafico (Italia), commercialista L’economia di comunione e la E. di C. s.p.a Beatrice Vecchione (Italia), consigliere E. di C. s.p.a. La fraternità nelle leggi di famiglia Angel Cano (Santo Domingo), avvocato – Membro Commissione di redazione del codice di famiglia Il giudice e la famiglia Adeline De Lataulade (Francia), magistrato – Parigi L’istituto dell’adozione internazionale e la realtà sociale brasiliana Munir Cury (Brasile), magistrato – Membro della Commissione di redazione dello Statuto del bambino e dell’adolescente Esperienze di mediazione in controversie famigliari Martha Uelmen (Stati Uniti), avvocato Esperienza di avvocato di famiglia Mary O’Malley (Irlanda), avvocato Una scuola per mediatori familiari Carlo Fusco (Italia), avvocato Lafayette Pozzol (Brasile), avvocato La conciliazione quale metodo ordinario di risoluzione delle controversie Antonio Caputo (Italia), notaio Ore 15.30 SESSIONE DI DIRITTO PENALE PRESIEDE ANNE DE PARDON Magistrato Parigi – Francia Diritto penale e fraternità Adriana Cosseddu (Italia), professore di Diritto penale commerciale Esperienza nel trattamento di tossico-dipendenti Gerald Uelmen (Stati Uniti), avvocato La fraternità come criterio di applicazione delle norme giuridiche Elena Massucco (Italia), magistrato Esperienza di avvocato penalista Orazio Moscatello (Italia), avvocato L’esecuzione della pena nell’orizzonte della fraternità Pedro Vaz Patto (Portogallo), magistrato Comunità Emmaus per il “reinserimento sociale degli ex detenuti” esperienza e video – Austria Il Progetto “Georgia Justice” Douglas B. Ammar(USA), avvocato Ore 21 SERATA ARTISTICA CONCERTO DI PIANOFORTE – M. ENRICO POMPILI Domenica 20 novembre Ore 9.30 SESSIONE CONCLUSIVA Tavola rotonda: confronto e dialogo sui temi del Convegno, tra relatori e partecipanti Presiede Giovanni Caso Al termine di ogni sessione di lavoro sono previsti interventi e comunicazioni dei partecipanti

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“Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?”

La crescente conflittualità e violazione dei diritti che segna la convivenza umana a vari livelli, sollecita la ricerca di nuovi “modi” di relazione, che attendono una adeguata espressione anche nel campo giuridico, nei diversi settori del Diritto Pubblico, Privato e Penale, per assicurare una più efficace tutela della persona e dei suoi diritti inviolabili, la comunione tra le persone, i gruppi sociali e i popoli. Di qui la scelta del titolo del 1° Convegno internazionale: “Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?” che si svolgerà nella sala Congressi del Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma).

Riflessioni ed esperienze di un modo nuovo di intendere e attuare diritto e giustizia animeranno le tre giornate di lavori. Come: in un quartiere pilota di Gela in Sicilia, sul rapporto tra cittadini e amministrazione; in Sud America, nel campo del diritto minorile, o, in USA ed Austria, seguendo nuovi percorsi per la reintegrazione degli ex-carcerati nella società; sul fronte penale, nel trattamento di tossico-dipendenti negli Stati Uniti e in una comunità di recupero dall’Austria; o ancora nel lavoro per trasformare il diritto internazionale in diritto dei popoli e non solo degli Stati. Così, dal vissuto può prendere il via la ricerca culturale.

Per una traduzione giuridica del principio di fraternità disatteso
Si intende così aprire una ricerca con respiro internazionale, che indaghi su come il principio di fraternità possa avere una traduzione giuridica. Questa scelta si fonda sulla constatazione che “i principi di libertà e di uguaglianza”, tradotti nel piano giuridico, hanno rafforzato i diritti individuali, ma non sono sufficienti per assicurare la pacifica coesistenza delle comunità locali, nazionali e internazionale. Manca infatti la fraternità, il terzo elemento del noto trinomio, rimasta disattesa.

Che cos’è “Comunione e diritto”, che promuove questo 1° Convegno internazionale? E’ composto da un gruppo internazionale di studiosi e operatori del diritto, impegnato nell’incarnare il principio della fraternità nelle relazioni all’interno delle diverse aree della vita giuridica. Fa esplicito riferimento, sia nell’attività sia nella riflessione teorica, alla spiritualità di comunione del Movimento dei Focolari, fondato e presieduto da Chiara Lubich.

Il convegno si svolge in collaborazione con l’Associazione “Azione per un Mondo Unito” – ONLUS (Ente accreditato presso il MIUR per l’aggiornamento professionale del corpo docente).

Per ulteriori informazioni – Segreteria del convegno: Elisabetta Scomazzon
Tel. 06. 945407214 ore 9-12; 16-19 dal lunedì al venerdì – cell. 349-844-5957
Via Piave, 15 – 00046 Grottaferrata – e-mail: diritto@focolare.org