Fathi, giovane turco, che vive a Basilea, con voce chiara ha cantato la sura 134 del Corano: “Dio ama coloro, che fanno del bene!” e con ciò ha subito annunciato il cuore del tema proposto per la giornata: l’amore al prossimo. L’Imam Muhammed Tas di Basilea ha raccontato della sua settimana di vacanza sciistica in compagnia del parroco Ruedi Beck ed altre due persone: “Abbiamo cucinato insieme gli uni per gli altri, abbiamo visto dove e quando nell’appartamento andava meglio per ciascuno, per dire le proprie preghiere. Eravamo come una famiglia, dove si impara gli uni dagli altri. Grazie a questi amici ho imparato anche a sciare molto meglio. Già per l’autunno stiamo pianificando un’altra settimana di vacanza, questa volta in Turchia”.
Abdul Jabbar Koubaisy, vicepresidente della lega musulmana in Polonia, apprezza molto questo detto della tradizione musulmana: “Colui che non sa ringraziare le creature, non sa neppure ringraziare il Creatore”. Paul Lemarié del Centro internazionale per il Dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari racconta invece di incontro una “Mariapoli” in Macedonia con 35 cattolici, altrettanti musulmani e una dozzina di ortodossi . Alla fine, un giovane partecipante cristiano cattolico aveva dato questa testimonianza: “Quest’incontro mi ha profondamente cambiato. Fino ad allora contava solo la mia fede e rifiutavo tutti gli altri: atei, musulmani, anche i cristiani ortodossi. Ora ho capito: Dio fa splendere il Suo sole su tutti”. Il dialogo della giornata del 23 giugno a Baar, si è incentrato proprio sulle esperienze di comunità, già possibili nel rispetto della diversità. Per approfondire il tema scelto, l’Imam Mohammed Tas ha introdotto una videoregistrazione del discorso di Chiara Lubich tenuto al congresso degli amici Musulmani nel2002 a Castelgandolfo (Roma). “L’amore è una realtà importante nella nostra religione” – ha sottolineato Tas – “Se una persona non ama, vuol dire che ha un problema nel suo cuore … Yunus Emre, poeta musulmano del XIII sec. dice: ‘Ti amo per amore del Creatore!’ Con ciò egli ha indicato l’amore più profondo che ci possa essere per gli esseri umani”. E per dirlo con le parole di Chiara Lubich: “Si tratta dell’amore al prossimo, quell’amore che si riscontra nei più vari ambiti religiosi e culturali sotto forma anche di misericordia, di benevolenza, di compassione, di solidarietà. Amore del prossimo che, per noi cristiani, non è semplicemente un sentimento umano, ma, arricchito di una scintilla divina, si chiama carità, agape: amore di origine soprannaturale”.
Nel pomeriggio segue un tempo per la preghiera in due diversi luoghi secondo le religioni e poi ci si incontra in gruppi per uno scambio ricco e profondo sull’arte di amare, il perdono e la Regola d’oro. Imam Mustafa Oeztürk, presidente di un’associazione che raggruppa più moschee in Svizzera, nel suo saluto finale così si è espresso: “Stiamo imparando una nuova grammatica. Quella tradizionale inizia con “io”, poi “tu” ed infine “lui” o “lei”. Ma la grammatica dell’amore al prossimo inizia con il tu ed poi viene l’io. E «Lui» o «Lei» nella loro assenza hanno un diritto che va rispettato: che si dica di loro solo il bene”. Fonte: http://www.fokolar-bewegung.ch
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