10 Nov 2019 | Chiara Lubich
Si è conclusa domenica 10 novembre la fase diocesana della Causa di canonizzazione e beatificazione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Oltre 500 le persone che hanno riempito la Cattedrale di Frascati (Roma) dove si è svolta l’ultima sessione dell’inchiesta diocesana. Fra i partecipanti il Card. Tarcisio Bertone, la presidente dei Focolari Maria Voce (Emmaus) e il co-presidente Jesús Morán, alcuni parenti di Chiara Lubich, due rappresentanti della Chiesa ortodossa, vari sindaci del Lazio, sacerdoti, laici e religiosi e tanti amici che hanno conosciuto Chiara e il Carisma dell’unità dei Focolari.

Le ultime 3 delle 75 scatole vengono sigillate
Davanti l’altare il tavolo con le 75 scatole contenenti la documentazione raccolta che sarà consegnata alla Congregazione delle Cause dei Santi presso la Santa Sede, dove proseguirà lo studio e la valutazione di quanto raccolto. La cerimonia è stata presieduta da Mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati che ha riassunto così questi anni di raccolta di testimonianze e materiale: “La Santa Sede e il processo diocesano devono evidenziare l’eroicità delle virtù, non semplicemente la bontà di una persona, ma l’eroicità. E’ questo che ho chiesto fin dall’inizio anche nelle testimonianze. Dobbiamo dimostrare l’eroicità di come Chiara ha vissuto le virtù cristiane, cioè quelle Teologali (fede speranza, carità), Cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza), e tutta una serie di virtù derivate”. Nella sua relazione il Delegato Episcopale Mons. Angelo Amati ha rilevato che sono stati ascoltati 166 testimoni anche in varie trasferte come nelle Diocesi di Roma, Albano e Fiesole (Italia), Losanna-Ginevra-Fribourg (Svizzera), Augusta-Ottmaring e Bamberga-Norimberga (Germania), Westminster (Inghilterra), Gand e Bruxelles (Belgio) e due rogatorie: a Bangkok (Tailandia) e Lubiana (Slovenia). “L’indagine ha riguardato la vita, le virtù, il carisma e la specifica spiritualità di Chiara, – ha sottolineato Amati – unitamente alle tematiche teologiche presentate quali: l’Unità, Gesù abbandonato e Gesù in mezzo, sulla fondazione dell’Opera di Maria (Mov. dei Focolari) e i contatti interconfessionali e interreligiosi. Totale pagine raccolte: 35.057 in 102 volumi” che contengono materiale di vario tipo (testimonianze, lettere, documenti editi e inediti, scritti, diari, etc…). A seguire la dichiarazione del Promotore di Giustizia Sac. Joselito Loteria – che insieme al Notaio Avv. Patrizia Sabatini e al delegato Episcopale formano il tribunale diocesano istituito per la Causa di Chiara Lubich -, poi il vescovo Martinelli ha letto il decreto di chiusura della fase diocesana e nominato “Portitore” il dott. Daniel Tamborini, che avrà il compito di consegnare la documentazione alla Santa Sede. Quindi i giuramenti del Portitore, del Vescovo Martinelli e di tutti i membri del tribunale diocesano e della Postulazione – Postulatore Sac. Silvestre Marques, Vice-Postulatrice, Dott.ssa Giuseppina Manici, Vice-Postulatore, Dott. Waldery Hilgeman, e la firma del verbale della sessione di chiusura. Il momento centrale ha visto la chiusura e la posa del sigillo alle ultime 3 delle 75 scatole contenenti le 35.000 pagine.
“L’unico nostro desiderio ora è quello di offrire alla Chiesa, attraverso questa ampia documentazione, il dono che Chiara è stata per noi e per moltissime persone – ha affermato Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, nel suo intervento in Cattedrale -. Accogliendo il carisma che Dio le dava, coerentemente, giorno dopo giorno, camminando e tendendo verso la pienezza della vita cristiana e la perfezione della carità, Chiara si è profusa perché questa via di vita evangelica fosse percorsa da molti, in una determinazione sempre rinnovata ad aiutare quanti incontrava a mettere Dio al primo posto e a “farsi santi insieme”. Il suo sguardo e il suo cuore, come ora viene dimostrato, erano mossi da un amore universale, capace di abbracciare tutti gli uomini al di là di ogni differenza, sempre proteso a realizzare il testamento di Gesù: Ut omnes unum sint. È motivo di gioia per tutti noi sapere che ora la Chiesa studierà e valuterà la vita e le virtù della serva di Dio, la nostra amatissima Chiara”. L’iter diocesano Era il 7 dicembre del 2013 quando ha preso il via la fase diocesana della Causa di canonizzazione e beatificazione di Chiara Lubich – dopo poco più di 5 anni dalla morte avvenuta il 14 marzo 2008 – quando ci fu a Castel Gandolfo la firma della petizione ufficiale per l’avvio della Causa. I primi ad essere ascoltati sono stati i testimoni oculari che l’hanno conosciuta fin dai primi tempi di fondazione del Movimento dei Focolari. Successivamente Mons. Raffaello Martinelli ha consultato la Conferenza Episcopale Laziale sull’opportunità di iniziare la Causa ottenendo parere positivo. Il Vescovo ha così costituito una Commissione di 3 periti in materia storica e archivistica che ha avuto il compito di raccogliere tutto il materiale inedito riguardante Chiara. Martinelli ha poi nominato 3 Teologi che hanno esaminato gli scritti editi. Il 29 giugno 2014 la Santa Sede ha concesso il suo Nulla Osta all’apertura ufficiale della Causa. Il 27 gennaio 2015 quindi nella Cattedrale di Frascati si svolse la cerimonia di apertura della fase diocesana, terminata il 10 novembre 2019.
Lorenzo Russo Ufficio Comunicazione Movimento dei Focolari
Testo: Saluto conclusivo di Maria Voce
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15 Ott 2019 | Chiara Lubich
Il 10 novembre prossimo si concluderà a Frascati (Italia) la fase diocesana del processo di beatificazione della fondatrice dei Focolari. Proseguirà in Vaticano, presso la Congregazione delle Cause dei Santi. Si concluderà presso la cattedrale di San Pietro, a Frascati, alle 16.30 di domenica 10 novembre prossimo, la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara Lubich, con lo svolgimento dell’ultima sessione dell’Inchiesta diocesana presieduta da Mons. Raffaello Martinelli, Vescovo di Frascati.
Con la chiusura definitiva di questa fase tutti gli atti dell’inchiesta, sigillati, saranno inviati in Vaticano, al termine di quasi cinque anni di indagini e approfondimenti sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni della Lubich. Con questo passaggio lo studio degli atti proseguirà presso la Congregazione delle Cause dei Santi. L’iter per l’avvio della causa era iniziato il 7 dicembre 2013 – a cinque anni dalla morte della Lubich – con la presentazione della richiesta ufficiale al vescovo di Frascati da parte del Movimento dei Focolari. Il 27 gennaio 2015 mons. Martinelli ha dato seguito alla richiesta aprendo solennemente la causa. In quell’occasione Papa Francesco si fece presente con un messaggio in cui ricordava il luminoso esempio di vita della fondatrice del Movimento dei Focolari a quanti «ne conservano la preziosa eredità spirituale». Inoltre esortava «a far conoscere al popolo di Dio la vita e le opere di colei che, accogliendo l’invito del Signore, ha acceso per la Chiesa una nuova luce sul cammino verso l’unità».
Stefania Tanesini – Ufficio Comunicazione Movimento dei Focolari
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25 Dic 2018 | Chiesa
Con una solenne celebrazione è stata avviata, il 10 dicembre, nella cattedrale di Teramo, in Italia, la fase diocesana del processo di beatificazione del giovane dei Focolari. Nell’anno in cui la Chiesa ha dedicato una grande attenzione ai giovani, il suo nome “da bambino” è risuonato, il 10 dicembre, sotto le volte della cattedrale di Santa Maria Assunta, nel cuore dell’antica Teramo, in Abruzzo, come un modello per tutti. Nello stesso giorno della sua nascita, la solenne e affollata celebrazione torna a far parlare di Pietrino Di Natale, studente liceale di soli 17 anni, scomparso nel 1984 in “concetto di santità”. Non era ancora maggiorenne quando annegò tra le onde di fronte a Silvi, paese costiero poco lontano da casa sua. Ma da allora, ogni anno, il 20 agosto, una folla sempre più numerosa si raduna nel piccolo cimitero di Colledara per ricordare e perpetuare, come un testimone che deve passare di mano in mano, il suo esempio di “piccola pietra” angolare, di cristiano pienamente realizzato. Ragazzo “della porta accanto”, portava il nome del padre, Pietro, morto per un incidente di lavoro prima ancora che lui nascesse. Cresciuto nel paese di Ornano Piccolo, che si era stretto, come la cresta protettiva delle montagne circostanti, intorno alla giovane mamma Adelina, a 11 anni Pietrino entra in contatto con la spiritualità dei Focolari. L’incontro, fondamentale nella vita del ragazzo, avviene attraverso due giovani parroci, don Gianfranco De Luca, attualmente vescovo di Termoli-Larino, e don Giovanni D’Annunzio, oggi responsabile del Movimento Diocesano. Ne ricava in dono una certezza illuminante, quella dell’amore di Dio, che lo porta a cercare intensamente Gesù nella vita di tutti i giorni. Di lui scriveva, recentemente, don Giovanni D’Annunzio: «Il cuore di Pietrino era solo per Dio. Una tappa fondamentale è stata la sua partecipazione al congresso dei ragazzi dei Focolari, nel 1978. (…) Al ritorno ho notato che era slanciato nel vivere in profondità ogni attimo. Era iniziata la corsa verso la santità». Nei prossimi mesi verranno raccolte le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Intanto, un’agile biografia (Teresa D’Orsogna, Pietrino Di Natale. … sono scattato ad amare…, ed. Palumbi, 2018) ci avvicina ancora di più ad un ragazzo che continua a ispirare molti giovani, e non solo, a seguire Gesù nella strada dell’unità.
Chiara Favotti
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27 Gen 2016 | Chiara Lubich, Spiritualità
In seguito alla domanda presentata il 7 dicembre 2013 dal Movimento dei Focolari al Vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli, il 27 gennaio di un anno fa si è aperta la Causa di Beatificazione di Chiara Lubich. «L’unico nostro desiderio è quello di offrire alla Chiesa e all’umanità il dono che Chiara è stata per noi e per moltissime persone», aveva detto la presidente dei Focolari Maria Voce in quell’occasione. «Accogliendo il carisma che Dio le dava (…) Chiara si è profusa perché questa via di vita evangelica fosse percorsa da molti, in una determinazione sempre rinnovata ad aiutare quanti incontrava a mettere Dio al primo posto e a “farsi santi insieme”. Il suo sguardo e il suo cuore erano mossi da un amore universale, capace di abbracciare tutti gli uomini al di là di ogni differenza, sempre proteso a realizzare il testamento di Gesù: “Ut omnes unum sint” (che tutti siano uno)».

1982: Chiara Lubich con Philip Potter al Consiglio Ecumenico delle Chiese (COE).
Durante quest’anno, il Tribunale Diocesano ha ascoltato decine di persone ritenute in grado di contribuire a fare conoscere più pienamente possibile la vita e il carisma di Chiara. Tra i testimoni ci sono molti dei primi e delle prime compagne di Chiara, autorità religiose e civili, familiari, persone di altri Movimenti, di altre Chiese e di diverse convinzioni. Ricordiamo questo primo anniversario con uno stralcio dell’intervento pronunciato da Chiara nel 1987 a Loppiano, nel quale sottolinea la “santità di popolo” o “santità collettiva” che nasce dal carisma dell’unità. «Siamo sempre in cammino per realizzare la nostra santificazione. Senza questo obiettivo, del resto, la vita avrebbe poco senso perché Dio, che ci ha creati, ci ha pure chiamati alla santità. Tutti gli uomini devono perseguire questa mèta. È universale, infatti, la chiamata alla santità. […] Tutti dovrebbero raggiungere la propria perfezione. E chi vi si impegna raggiunge tale traguardo camminando per vie diverse.
Anche noi abbiamo la strada. […] Per noi è volontà di Dio camminare per una via di santità collettiva. E per fare ciò occorre avere presenti due elementi della nostra spiritualità dai quali non si può prescindere. Noi non possiamo farci santi se non mantenendo vivo il Risorto in noi e il Risorto fra noi. Siamo in mezzo al mondo e, da qualsiasi parte ci giriamo, troviamo qualcosa che è in antitesi con Cristo e con la sua mentalità. Nel mondo si respira aria di consumismo, di edonismo, di materialismo, di secolarismo dappertutto. Come portare efficacemente e costantemente e sempre più al largo la presenza di Dio nella società odierna? Come difendersi dalle insidie del mondo, sempre pronte a colpirci e a scoraggiarci? Come mantenere i propositi che facciamo nei momenti di grazia? La Madonna con la sua Opera ci ha offerto una possibilità favolosa: ha costruito dappertutto, in vario modo, delle piccole o meno piccole comunità che hanno per vocazione di tenere Gesù presente in mezzo a loro. Chiede, quindi, non solo di superare le personali difficoltà con l’abbraccio di Gesù Abbandonato perché il Risorto sia in noi, ma anche di costruire l’unità con i fratelli perché il Risorto sia in mezzo a noi. Lei sa che da soli, in un mondo come il nostro, sarebbe difficile farcela. E per questo ha “inventato” questa spiritualità che si dice collettiva, appunto perché vissuta da più persone insieme[…]». (altro…)