Dic 12, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Lonavla, località famosa per il suo clima piacevole sull’altipiano del Deccan, a circa due ore di auto da Mumbai. 60 studiosi sono lì per il IV Simposio indù-cristiano, un’iniziativa che ebbe luogo per la prima volta nel 2002 a Castelgandolfo, un anno dopo la visita di Chiara Lubich in India ed i suoi incontri nell’ambito accademico e gandhiano dell’immensa nazione asiatica. Si trattò di una prima assoluta. Il Movimento dei focolari, già allora attivo da decenni nel campo interreligioso, non aveva mai avuto modo di affrontare l’aspetto accademico e teologico fra seguaci di religioni e tradizioni diverse. Dal 2002 si sono susseguite, poi, iniziative accademiche con buddhisti, ebrei e musulmani, a Roma ed in diverse parti del mondo. La scoperta e la valorizzazione dell’ambito accademico nel settore del dialogo fra seguaci di fedi diverse, sebbene non debba diventare né prioritario né esclusivo, ha, tuttavia, acquisito sempre più un ruolo centrale per una vera conoscenza della spiritualità, della ritualità e dell’etica dell’altro. Il titolo dell’evento – Leggere, interpretare e vivere le Scritture per realizzare la pace e la fratellanza universale – offre spunti vitali, che, tuttavia, verranno approfonditi anche intellettualmente. Fra i cristiani, oltre a rappresentanti del Movimento dei focolari dell’India, saranno presenti membri della Scuola Abbà – il centro studi – e del Centro del Dialogo interreligioso dei Focolari. Da parte indù, i partecipanti saranno gandhiani, impegnati su una linea sociale e pratica, come pure professori universitari affiliati a diverse prestigiose università. (altro…)
Nov 16, 2011 | Cultura, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Si chiama La Guardia la cittadina dove abitano Reina e Jorge Gutierrez con la loro famiglia, a venti chilometri da Santa Cruz, la città emergente boliviana. Reina è sensibile alle sofferenze dei bambini già dall’età di sei anni, quando lei stessa, orfana di madre, fu messa insieme al fratellino in un istituto. Anni dopo, l’intuizione dell’asilo, avuta insieme ad un volontario AFN. Racconta: «Non c’era nulla, ma eravamo nelle condizioni migliori per credere alla provvidenza di Dio. Poter mostrare che l’Ideale dell’unità cambia radicalmente le persone mi sembra un contributo specificamente boliviano all’evangelizzazione.» «Non basta la buona volontà, ma serve anche la competenza. Mi sono così iscritta a psicopedagogia nel momento in cui avevamo intuito che avremmo potuto metter su un asilo». E così si è laureata in quattro anni, periodo nel quale prima progettò e poi costruì l’asilo, completato nel 2008 e poi inaugurato alla presenza di tante autorità, e dei suoi vicini. Avendo bisogno del pane per i 120 bambini dell’asilo, Reina ha inventato anche un panificio, modesto ma efficientissimo, curato da un’équipe affiatata, composta da donna Esperanca, da Carlito, un bimbo di nove anni, da suo figlio Daniel, che di anni ne ha 18, e da una giovane ragazza di 15 anni, che lavora al panificio e studia la sera. Dall’asilo giunge l’eco di bimbi e di giochi. I locali appaiano pulitissimi e ben progettati. Le maestre intrattengono i bambini delle varie età, dai due ai 10 anni, con solerzia e con un pizzico di anarchia che non guasta. Inventano giochi coi palloncini colorati, distribuiscono la merenda come fosse un’avventura d’esplorazione. Ogni bambino ha una sua storia di povertà ed emarginazione, di alcolismo e infedeltà dei genitori, di eroismo. Storie da non credere. In un locale, due donne intente a cucire. Pure una sartoria, s’è inventata Reina! C’è Rita, che ha sette figli, che fa la maestra, e che viene qui nei periodi di riposo. Ed Elisa, che invece è stata abbandonata dal marito e che qui si è sottratta alla depressione. Reina è così: vedendo singoli casi in difficoltà s’inventa soluzioni adeguate. L’ufficio di Reina è ingombro di libri. Qui la donna fa pure terapia ai bambini con difficoltà d’apprendimento. L’asilo è sostenuto dai contributi comunali e la collaborazione con ong, soprattutto del sostegno a distanza Azione per Famiglie Nuove; senza dimenticare i contributi dello Stato per l’alimentazione, la quota di 1,20 bolivar al giorno (10 centesimi di euro) chiesta ai genitori dei bambini, questione di mantenere dignità e partecipazione. Tutti coloro che lavorano all’asilo o nelle attività connesse ce la mettono tutta per «provocare la provvidenza». Campeggia una frase sotto una fotografia di Chiara Lubich: «Essere sempre famiglia». «Questa frase l’ho fatta mia – conclude Reina –. Lavoro ogni giorno perché i bambini qui possano sempre trovare uno spazio di famiglia». Quasi per lenire una ferita che viene da lontano. Nel suo cuore. Per sostenere i progetti di AFN-onlus si può versare il proprio contributo su uno dei seguenti conti:
- C/C postale n. 48075873
- c/c bancario n° 1000/1060 presso BANCA PROSSIMA
Cod. IBAN: IT55 K 03359 01600 100000001060 Intestati a ASSOCIAZIONE AZIONE PER FAMIGLIE NUOVE – Onlus via Isonzo, 64 – 00046 GROTTAFERRATA (Roma) (Fonte: “Spazio Famiglia”, inserto allegato al n.21 di Città Nuova 2011, pag. 12 e 13) (altro…)
Ott 20, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Due storie, quella del Focolare e quella degli Stati Uniti. A Trento in un rifugio antiaereo nel 1944, Chiara Lubich e altre giovani donne riscoprono come meta della loro vita quel passaggio del Vangelo: “Che tutti siano uno” (Gv. 17,21). 150 anni prima, i fondatori degli Stati Uniti scrivono sulla bandiera “E pluribus unum”, da molti, uno. Le due frasi indicano una tensione fondamentale: tener conto delle diversità, aspirando all’unità.
L’introduzione al volume “Focolare: living a Spirituality of Unity in the United States”, Thomas Masters, Amy Uelmen – New City Press (NY 2011), ci presenta da subito sei quadri di giovani che mettono la spiritualità in pratica. Come Rebecca, dell’Ohio, che dalla spiritualità dell’unità si è sentita aiutata a compiere la sua scelta di prestare servizio volontario per gli aiuti in Sierra Leone. O Nick, cresciuto a Baltimora, nel Maryland, che ha completato un master in affari internazionali, confrontando la sua scelta di dialogo e relazione con gli altri in un ambiente fortemente competitivo come quello della specializzazione universitaria. Elisabeth è un vero campione nel suo sport, il nuoto. È grazie a una giornata sportiva organizzata nella sua città dell’Indiana, che ha incontrato il Focolare: “Quando questi ragazzi che conoscevano il Focolare sono venuti nella mia scuola, mi ha colpito il tipo di interazione che c’era fra loro. Il mix di culture – per me che sono cresciuta nell’Indiana rurale – ha avuto un forte impatto. Ho sentito che tutto il mondo era nel mio giardino”. “Non era facile spiegare ai miei amici chi erano queste persone, per la maggior parte di origine europea, dove andavamo e cosa facevamo” – racconta Keith, cresciuta in un quartiere nero di New York. “Ma con loro era speciale, mi sentivo attirata. Facevo le stesse cose che a casa con i miei amici: sport, giochi, ma c’era un’atmosfera diversa, cercavamo di volerci bene”. La cittadella dei Focolari presso Hyde Park, New York – Mariapolis Luminosa – offre dei programmi estivi di formazione per teenagers. Naomi, una sedicenne di Chicago, racconta: “Prima di partire per la Luminosa ero la tipica teenager: scuola, amici, shopping, divertimento. Mi risultava difficile pensare agli altri. Bene, tutto questo è cambiato. Tornata a casa, ho cominciato a dare via le mie cose, rifaccio il letto ogni mattina, cerco di preparare almeno un pasto al giorno, ascolto il mio fratellino di 8 anni, a scuola cerco di essere socievole con tutti, non faccio più shopping nei negozi dove una maglietta costa 100 dollari. Cerco di fare tutto per Dio, di farlo felice. Mia mamma si chiede ancora cosa mi sia successo”. Infine David, di New York, che ha conosciuto il Focolare durante la GMG del 2002 a Toronto. Per lui ha significato smettere di assolutizzare le pratiche ‘devozionali’, e cercare di mettere al primo posto l’amore di Dio e del prossimo. “Riscoprendo così la mia fede, ho sentito la chiamata dello Spirito Santo a diventare sacerdote, e sono adesso in seminario”. Le sei esperienze riportate suggeriscono che la spiritualità dei Focolari possa essere compresa meglio attraverso l’esempio di coloro che cercano di metterla in pratica. A partire dalla vita di Chiara Lubich e di quelli che per primi si sono uniti alla sua strada, seguito dall’esempio di americani giovani, adulti, famiglie, questo libro racconta un’esperienza condivisa di vite trasformate – in modo unico, come è unica ogni persona, e al tempo stesso simile – dalla luce dell’Amore di Dio. (altro…)
Ott 18, 2011 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«L’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Istituto Universitario Sophia, giunto al suo quarto anno di vita, costituisce un’occasione indubbiamente opportuna per soffermarsi a considerare brevemente il tratto di cammino compiuto finora, al fine di trarne motivo per quanto ancora ci attende. I risultati accademici conseguiti costituiscono un dato incoraggiante. Ne sono espressione particolarmente eloquente i lavori di tesi che hanno completato il percorso di vari studenti. Infatti, essi risultano essere il frutto non solo di un impegno intellettuale portato avanti con serietà e competenza, ma anche di un’esperienza dai tratti indubbiamente unici. Secondo lo spirito del carisma dell’unità che anima l’Istituto, questa esperienza coniuga il pensiero con la vita concreta, la centralità dello studio con la valorizzazione dei rapporti da costruire ed alimentare quotidianamente in seno all’intera Comunità accademica. Tutto ciò ci consente di guardare al futuro di Sophia con ottimismo realistico, cioè con lo sguardo di chi, pur conscio delle inevitabili difficoltà del cammino, persegue sicuro un disegno di luce che gli è stato manifestato e che già vede, seppure in germe, attuarsi. E perché questo disegno che Sophia custodisce si realizzi sempre più pienamente, desidero quest’anno focalizzare la vostra attenzione su uno dei cardini fondamentali attorno a cui si sviluppa anche l’esperienza di Sophia: la vita della Parola, invitandovi a lasciarvi pervadere profondamente da essa, cioè dal modo di pensare, di volere, di amare di Gesù. Vivere la Parola, lasciarsi vivere dalla Parola: a questo ci esortava Chiara Lubich, riconoscendo in ciò una condizione indispensabile per accedere ad un nuovo modo di essere e di conoscere. Infatti, solo un uomo trasformato dalla Parola può conseguire una vera conversione della propria mente. Può divenire trasmettitore credibile della verità non solo annunciata ma vissuta. Può incidere efficacemente nei vari contesti sociali e culturali dove si trova ad operare, immettendovi il germe fecondo della vita del Vangelo. Di tutto ciò, grazie all’apporto di ciascuno di voi, Sophia può farsi sempre più autentica testimonianza. Questo è l’augurio che sentitamente vi porgo». Maria Voce
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Ott 17, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Speranze e dubbi. Sono questi i sentimenti che abbiamo in cuore quando arriviamo allo IUS”, racconta Gabriel Almeida, rappresentante degli studenti. “Sophia è per noi la risposta a una chiamata personale che Dio rivolge a ciascuno e che s’incontra con la storia di tanti, pronti ad essere sempre meglio una comunità itinerante desiderosa di costruire , non senza fatica, la civiltà dell’amore». Si respira aria di cambiamento, di crescita e di novità all’alba di questo IV° anno accademico dello IUS, alla cui inaugurazione hanno preso parte il 17 ottobre a Loppiano circa un migliaio fra docenti, studenti, amici da tutt’Italia; poi sindaci della Toscana, personalità politiche e religiose, oltre a diversi professori universitari provenienti da vari istituti europei con i quali Sophia sta stabilendo proficue relazioni di studio. «Sophia è una realtà giovane nel suo atto fondativo – ha affermato Mons. Betori, Gran Cancelliere dell’Istituto e arcivescovo di Firenze, nel suo saluto d’apertura, – ma che trova ampio spazio all’interno del mondo accademico, (…) in cui le è stato possibile avanzare una propria nuova proposta nel contesto culturale attuale all’insegna del dialogo e della comunione». «Rivolgo a voi la stessa esortazione del Papa al Seminario di Freiburg: “Noi siamo Chiesa. Siamolo! Siamolo proprio nell’aprirci nell’andare al di là di noi stessi e nell’essere insieme agli altri”».
I risultati conseguiti da Sophia in questi primi quattro anni di vita appaiono incoraggianti: sono 83 gli studenti ordinari iscritti fino ad ora al corso di Laurea magistrale, di cui 34 quest’anno. 33 hanno discusso il lavoro di tesi e conseguito il titolo accademico in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità”. 15 sono gli iscritti al ciclo di dottorato, mentre 7 provengono da percorsi di laurea magistrale presso altre istituzioni accademiche e stanno acquisendo i crediti necessari per accedere al dottorato. Da notare anche la presenza di 31 studenti non ordinari per i quali sono stati approntati percorsi di studio personalizzati. E sono proprio i risultati accademici a costituire il dato più incoraggiante dello IUS, come sottolinea Maria Voce, vice Gran Cancelliere e presidente dei Focolari: «Ogni volta che firmo un attestato, sento la gioia di dire che un altro è arrivato ad assorbire i principi di questa cultura dell’unità per portarla nel mondo». «Quanto costruito fino adesso ci consente di guardare al futuro di Sophia con ottimismo realistico». E fissa nella vita della Parola evangelica il cardine fondamentale su cui sviluppare anche l’esperienza di Sophia: «Vi invito a lasciarvi pervadere profondamente da essa, cioè dal modo di pensare, di volere, di amare di Gesù».
Nell’illustrare le sfide e le prospettive per il futuro di questa comunità accademica, il preside Piero Coda spiega come sia oggi necessaria una riqualificazione del corso di studi, così da rendere i titoli più rispondenti a livello scientifico e maggiormente spendibili sul piano accademico e professionale. “Per questo sono in fase di definizione tre nuovi corsi di laurea specialistica in Studi politici, Economia e management, Ontologia trinitaria”. Uno spazio più ampio all’interno dell’Istituto verrà dato allo studio e alla ricerca delle Scienze Sociali, grazie all’istituzione della cattedra in “Fondamenti di studi sociali” e ad un prossimo congresso in collaborazione con l’Università di Trento. Vera Araujo, sociologa brasiliana, nella prolusione ufficiale, afferma la propria convinzione che «Non c’è mai stato un periodo migliore di questo per essere un sociologo”. “Anche noi vogliamo dire una parola sulla possibilità di trovare nuovi paradigmi e modelli: (…) la persona, la fraternità, la comunione, l’amore-agape, l’unità. Non solo concetti o paradigmi, ma attrezzi da mettere nella cassetta da lavoro degli operatori del sociale». Riflessione che ha il sapore di un incoraggiamento e di un augurio non solo per la nuova sociologia, ma anche – e forse soprattutto – per l’avventura accademica di Sophia, chiamata ad irrorare la società di una cultura nuova. [nggallery id=72] Altre foto: Flickr photostream (altro…)