Apr 26, 2018 | Focolari nel Mondo
Approfondimento del tema del Dialogo in ambito pedagogici e esperienze educative diverse, giovani, laureandi, dottorandi che presenteranno i loro lavori di ricerca. Nella logica della ricerca partecipativa e del sapere esperienziale si vuole approfondire il tema del Dialogo in ambito pedagogico, quale elemento fondante l’esperienza educativa in contesti multietnici, multiculturali, interreligiosi e globalizzati. Il seminario che si terrà in collaborazione con la Scuola “Raggio di sole” (Slovenia), il Comune di Škofja Loka, Sophia, New Humanity, il Gruppo di ricerca in Antropologia e Filosofia dell’Educazione di Madrid (GIAFE) e del Gruppo Interdisciplinare e interuniversitario di Madrid (COETIC-UNED), è rivolto a educatori ed insegnanti, professori e ricercatori, laureandi e dottorandi, che desiderano riflettere sull’educazione dialogica dalla prospettiva della Cultura della comunione che ha le sue radici nel Carisma dell’unità, anche in collegamento web-ex. Scadenze: Abstract: max. 500 parole, più la bibliografia. Termine per la presentazione degli Abstract: 7 maggio 2018 Risposta del comitato scientifico: 21 maggio 2018 Estese Papers: Max 2500, più la bibliografia. Termine per la presentazione: 4 giugno 2018 Inviare i contributi in sloveno, italiano o inglese a: edu.slovenia.2018@gmail.com I contributi accettati verranno poi raccolti in una pubblicazione on line Fonte: EducazioneUnità (EDU)
Apr 30, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
EdU (EducazioneUnità), gruppo interdisciplinare e internazionale di studio nell’area pedagogica ed educativa, si è trovato in Spagna (Centro Mariapoli Luminosa, a Madrid) per un seminario con tema centrale l’inclusione. Educatori da Brasile, Croazia, Italia, Kenya, Burundi, Slovenia, Corea, Polonia, Portogallo e, ovviamente, dalla Spagna, hanno lavorato su tre grandi temi: le relazioni, la comunità, l’arte e lo sport. Il Seminario, grazie alla trasmissione dal vivo sulla rete, è stato seguito da tante parti del mondo come dal Benin, con contributi da Argentina, Mexico e USA. Interessanti e stimolanti i contributi che hanno dato un contesto alle esperienze di ambiti molto diversi: il “dado dell’arte d’amare” messo in pratica in Burundi; i rapporti costruiti nella Scuola Raggio di Sole (Croazia), l’Asociación Autismo Sevilla (Spagna)… o gli effetti dell’educazione nella comunità e della comunità nell’educazione. In Argentina, ad esempio, si porta avanti una scuola in una comunità aborigena. Risultato: è la scuola che riscatta le tradizioni di queste culture secolari che rischiano di scomparire, attraverso dei laboratori per orafi, per la costruzione di telai e strumenti musicali.
La varietà delle esperienze presentate è stata uno dei punti forti di un seminario pensato come laboratorio: “qui vedo che ci sono tante persone che lavorano per gli stessi obiettivi”, ha detto una delle partecipanti, che non si è sentita più sola a lottare. Si è creata, infatti, una rete ancora più ampia e, allo stesso tempo, più stretta tra i partecipanti, nella certezza che “il vero lavoro comincia ora”. È stata anche un’occasione per conoscere alcuni progetti internazionali come Living Peace, Scholas Occurrentes e Sportmeet. Come contributo dal mondo dell’arte all’educazione, la fotografa ed educatrice Concha Casajús ha mostrato alcune delle sue opere, in un video che denuncia gli abusi sessuali in Congo. A conclusione, i partecipanti sono partiti ancora più convinti che l’inclusione è uno stile di vita, una necessità in un mondo così complesso e variegato come quello attuale; e in particolare, che l’educazione inclusiva è una priorità in tutti gli ambiti. Il Seminario era stato preceduto da un Simposio, il 22 aprile, svoltosi nell’Università Complutense di Madrid. Anch’esso dedicato all’inclusione educativa, è stato introdotto dal Rettore dell’Università Nazionale di Educazione a distanza, Alejandro Tiana. Kishore Singh, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto all’Educazione, si è fatto presente con un messaggio di sostegno all’evento. Prossimo appuntamento di EdU, previsto per il 3 e 4 giugno in Polonia, durante la Conferenza interdisciplinare internazionale in occasione del 20º anniversario della consegna del dottorato h. c. a Chiara Lubich in Scienze Sociali dall’Università Cattolica de Lublino “Giovanni Paolo II”. (altro…)
Dic 4, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Nieves Tapia – direttrice del CLAYSS
Una categoria malpagata, quella degli educatori. E questo la dice lunga sulla considerazione della società e dei governi nei confronti dell’educazione. Dal 18 al 21 novembre si sono ritrovati a Roma, in 2500, per un convegno organizzato dalla Congregazione per l’educazione cattolica. L’occasione era data dai 50 anni dalla dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione e dai 25 anni dal documento sulle università cattoliche. «Sono venuta con una collega ebrea, e dall’India c’erano cattolici e alcuni induisti – racconta Nieves Tapia, argentina, direttrice del CLAYSS (Centro Latino Americano di apprendimento e servizio solidale) –. Sentivo che già questo era un frutto del Concilio: la chiesa in dialogo. Con il motto “Educare, una passione che si rinnova” ci siamo trovati da tutto il mondo, con realtà diversissime». Le esperienze di scuole cattoliche in posti di frontiera, hanno mostrato la sfida del dialogo in atto. Come in Marocco, dove insegnanti e alunni sono musulmani. O nelle Filippine, Paese a maggioranza cattolica, dove l’università, aperta anche ai musulmani, incoraggia gli studenti a fare il digiuno durante il Ramadan, riserva un luogo di preghiera non solo ai cristiani ma anche a loro. «Un respiro universale – afferma Nieves Tapia –, non solo per la provenienza geografica, ma anche per la tipologia di scuole e università rappresentate: pubbliche, private; e tante scuole che lavorano con i poveri». Nell’intervento di papa Francesco traspariva anche la sua passione per l’educazione… «Il Papa ha risposto ad alcune domande, ha parlato a braccio, dal cuore, con molta passione. Ha sottolineato il bisogno di andare in periferia, non per fare beneficienza, ma perché è da lì che nascerà la nuova cultura. Lì impariamo la sapienza profonda che c’è nel dolore. Se pensiamo fra l’altro alle grandi riforme educative (Don Bosco, Freire) possiamo dire che sono tutte nate nelle periferie. Francesco ha sottolineato inoltre l’importanza di lavorare per l’unità della persona, mettendo in gioco la testa, il cuore, le mani; di ricostruire il patto educativo, e cioè l’unità tra scuola e famiglia, scuola e comunità, il rapporto con la vita reale senza chiudersi nelle aule, e poi l’importanza di andare fuori, anche come risposta alla cultura di élite che è il grande pericolo di tanti sistemi educativi, dove si rischia di lasciare la gente fuori». Tra gli argomenti trattati nel convegno, e in qualche modo sottolineato implicitamente dal Papa, c’è anche quello dell’apprendimento-servizio (service learning), una linea pedagogica in cui sei impegnata in prima linea… «Si tratta di una pedagogia che abbiamo cercato di arricchire con l’esperienza latinoamericana e con la spiritualità dell’unità: l’apprendimento servizio solidale. È necessario lasciare che lo studente esca dall’aula e si metta al servizio: che impari a fare, a vivere, a essere un cittadino migliore. Finché non si ha la possibilità di praticare nella realtà, non è compiuto il cerchio dell’apprendimento: la ricerca lo dimostra». «E questo si verifica quando i ragazzi imparano ad usare le conoscenze dell’aula a servizio degli altri. Ad esempio in una scuola tecnica, anziché fare un prototipo di robot¸ i giovani costruiscono sedie a rotelle per persone che ne hanno bisogno». Il Service learning ha quasi 50 anni, sono migliaia le università e le scuole in tutto il mondo che mettono in pratica quanto s’impara a servizio degli altri». Quali le prospettive emerse dal Convegno? «Le linee guida sono quelle che ha dato il Papa. Soprattutto è emersa la necessità di rinnovare la passione educativa e di riscoprire quello che già c’è. “Dobbiamo cambiare l’educazione per cambiare il mondo”, ha detto Francesco. Siamo già in cammino e questo è un segno di speranza». (altro…)
Mag 15, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Il Forum della Pace è stata un’esperienza unica. Mi sono goduto ogni momento del programma. Un tale incontro (…) ci fa sperare che giorni migliori stanno arrivando e che un giorno la povertà, la fame, la discriminazione e la guerra vedranno una fine». Rasha, insegnante d’inglese al Rowad American College, descrive così Living Peace 2015 che si è svolto In Egitto, al Cairo, dal 4 al 6 maggio, preceduto da tre giorni di congresso ad Alessandria d’Egitto, fondamentali per creare una base di conoscenza tra i giovani e gli studenti da tutte le parti del mondo, per assicurare la successiva riuscita del Forum. Ad Alessandria si sono succeduti momenti di scambio, di conoscenza reciproca e di condivisione di gioie e di dolori che ognuno dei partecipanti si è portato dai propri Paesi. Poi, al Cairo, una bellissima accoglienza, con una festa suggestiva sul Nilo, a bordo di una grande nave, con giochi, canti e danze, che hanno poi lasciato lo spazio al vero e proprio Forum Mondiale degli studenti per la Pace. Il Forum è stato organizzato dalla Rowad American College, in collaborazione con ONG New Humanity (attraverso il Progetto Cayrus, approvato dall’Unione Europea) e Schengen Foundation di Lussemburgo. Ad esso hanno aderito altri otto partners da vari Paesi del mondo, che hanno inviato in Egitto una loro rappresentanza di giovani e studenti. Nato nel 2011 da un insegnante di inglese al El Rowad American College del Cairo come progetto di educazione alla pace, Living Peace coinvolge oggi più di 80 mila studenti di 200 scuole. Living Peace è caratterizzato dalla partecipazione in prima persona di studenti e docenti nella creazione di iniziative di educazione alla pace, in una rete mondiale di persone e istituzioni. L’adesione permette ad ogni scuola di sviluppare progetti secondo le proprie possibilità, favorendo la creatività dei ragazzi con la consapevolezza di contribuire ad una finalità comune. Questo crea una dinamica di partecipazione che entusiasma le diverse componenti della scuola, rafforzando la solidarietà tra allievi, insegnanti, direttori e genitori, con una ricaduta anche sulla società civile. Tre giorni al Cairo durante i quali i 1300 tra studenti e professori di più di 20 scuole e 8 università egiziane, hanno testimoniato il comune impegno per la pace intrecciando tra loro diversi linguaggi: testimonianze, buone prassi, presentazione di oltre 50 progetti educativi per la pace, workshop, seminari, esposizioni e momenti artistici. Erano presenti ambasciatori e rappresentanti diplomatici di Argentina, Brasile, Uruguay, Guatemala, Cuba, R.D del Congo, Camerun, Pakistan, Portogallo, Croazia, Messico, Germania e Sudan. Il Forum 2015 è stato l’occasione per presentare Scholas Occurrentes, la grande rete mondiale voluta da Papa Francesco ancora quando era arcivescovo di Buenos Aires, e che collega oltre 400.000 scuole in tutto il mondo. La presenza di Dominicus Rohde della Germania, Presidente del Forum Mondiale della Pace, ha dato peso e valore a ogni momento del Forum. Di certo, essendo stato il primo forum mondiale fatto per i giovani, ha aperto le porte ad una nuova strada. Il Forum mondiale per la pace ha attribuito a New Humanity il premio per la pace Luxembourg, consegnando a Cecilia Landucci, in rappresentanza della Ong, la prestigiosa medaglia “Nelson Mandela” proprio al Cairo. Per vedere le immagini più belle di Living Peace 2015 https://www.youtube.com/watch?v=nugDbxgoccg&feature=youtu.be Fonte: ONG New Humanity, AMU e Umanità Nuova. Aggiornato al 27 maggio 2015. (altro…)
Ott 12, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Almost paradoxically, in a world that is always more global and in communication, there is an increase of the sense of being left out and of areas of solitude, with definitive negative consequences both at the individual and collective level, so much so that OMS has forcast that in 2030 depression in youths could become the second absolute cause of death. Yet, there is an increasing perception in all directions – as documented in the intervention prepared by the International Commission of Education for Unity – of the “need for community”(according to the expression of Z. Bauman), and starting from this radical need, one recognises the necessity to “form the man- in relationship” the key idea of Chiara Lubich in the Education area. It was underlined by her in the lectio on the occasion of the degree “honoris causa” in pedagogy (USA, 2000), and now referred to with vigour in this 5th pedagological meeting of EdU. An engaging and fascinating gamble that has involved the 270 partecipants (university professors, teachers, parents, students), together with many that have followed direct through internet, from Sicily, Albania, Malta, Slovenia right up to Colombia and other extra european countries. There were not only reflections on the essentiality of weaving autentic relationships as the foundation of the authentic community, but also the possibility of experiencing them in the entwining of the various moments of dialogue and the exchange-presentations of educational experiences. They dealt, in order to remain coherent with the theme of the meeting, with the not easy construction of the reality of community in various contexts-involving families, schools, the institutions present in the territory-beginning with the intradependence of persons capable of weaving relationships and alliances, inverting in that way the temptation to be individualistic, and injecting doses of hope, an indispensable element of any educational project. The intervention of prof. Domenico Bellantoni (Pontificia Universita` Salesiana, Rome) was very stimulating to delve into the meaning of relationship in the communitarian context. He took part for the whole day, and in particular, starting from the logotherapy of Vicktor Frankl, he delved into the idea of person-autotranscendence, open therefore to relationship and responsibility. Other interventions that will soon be available on Education for Unity website (www.eduforunity.org), were given by Maria Ricci, Michele De Beni, Teresa Boi, and Giuseppe Milan who have presented more directly the contributions regarding what has been the work, this year, of the central Commission EdU. Ricco anche il dialogo finale, sollecitato dalle questioni aperte evidenziate nei lavori di gruppo. I partecipanti sono ripartiti con gioia e rinnovato slancio educativo, come testimoniano alcune impressioni: “Si può fare: esco di qui con nuova speranza!”, “Occorre imparare la grammatica della relazione”, “Siamo pronti ad un impegno individuale e collettivo, a fare proposte costruttive e a saperle perdere”, “Il rivedersi nuovi ogni giorno crea la comunità”. E dai messaggi giunti via Internet: “Che straordinaria possibilità di costruire rapporti personali tra di noi e nelle nostre comunità anche con l’aiuto dei mezzi di comunicazione” (Slovenia); “Sono disposta insieme a tutti ad impegnarmi nel portare avanti con speranza questo grande progetto” (Argentina). (altro…)