Dic 3, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Il Movimento politico per l’unità in Argentina (Mppu), opera da anni per diffondere la dimensione della fraternità in seno alla vita dei partiti politici, come negli altri paesi dove è presente. Juan José Pfeifauf (Partito “Frente para la Victoria”) e Pilar Goldmann (Partito “GEN/Generación para un Encuentro Nacional”), sono due giovani giunti in visita a Rio Grande (Tierra del Fuego, Argentina), la capitale più a sud del mondo. Militanti in due diversi partiti politici, hanno voluto ricordare che ispirarsi alla fraternità significa “mettere concretamente in atto quest’idea tra le diverse parti politiche, facendo esercizio di empatia verso l’altro, con umiltà, sapendo che nessuno possiede la verità assoluta riguardo ad alcun progetto, e iniziando col riconoscere nell’altro un interlocutore valido e necessario”. La loro visita rientra nel percorso di accompagnamento della locale Scuola di formazione politica, che tiene le sue lezioni puntualmente ogni sabato. Loro per primi hanno frequentato le Scuole del Mppu a La Plata (Buenos Aires). Ora Pilar è tutor di un’altra scuola a San Miguel del Monte, in provincia di Buenos Aires, dove è stata incoraggiata a candidarsi come consigliera comunale in occasione delle ultime elezioni politiche. Sulla partecipazione dei giovani alla vita politica attiva, l’impressione di Pilar è che “dagli anni Novanta ad oggi si è verificata in Argentina una crescita dell’impegno in politica, anche se non possiamo ancora dire che il 100 % dei giovani si interessi ad essa”. Ma i giovani non devono essere considerati solo come soggetti a cui rivolgere alcuni progetti occasionali: “i giovani devono diventare i principali attori nell’ambito pubblico. Il rinnovamento della politica passa di qua”. Il Mppu/Argentina, che s’ispira ai principi di fraternità insita nella proposta della spiritualità di Chiara Lubich, ha compiuto 10 anni nel 2011. Si è costituito in occasione della grave crisi economica che ha attanagliato la regione in quell’anno indimenticabile portando un aumento della povertà nella società. Un momento in cui si è realizzato un vero e proprio divorzio tra la gente e la classe politica, un divorzio che solo di recente sembra si stia ricomponendo. Pilar racconta che, sulle premesse di quella crisi, alcune persone animate dalla spiritualità dell’unità, presero l’impegno di far nascere le Scuole di formazione sociale e politica, “per cercare di dare una risposta, di imprimere una inversione di rotta, constatando la necessità di ricostruire le basi del rapporto tra società e istituzioni; non solo, anche per diffondere semi di dialogo e tracciare un cammino in comune”. Oggi si può ben dire che molta strada è stata fatta e centinaia di giovani argentini sono passati da queste scuole. Un “capitale” ormai maturo per contribuire allo sviluppo del paese sudamericano: l’impegno da loro sentito di portare la fraternità in politica, intesa come servizio. A cura di Daniela Ropelato (da brani dell’articolo pubblicato dal Diario El Sureño, 16 novembre 2011 – nostra traduzione) (altro…)
Dic 2, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Orano, la seconda città dell’Algeria, si affaccia sul Mediterraneo. È uno dei maggiori centri commerciali e culturali dell’Africa del Nord. Un gruppo di persone, per lo più musulmane, impegnate a vivere secondo i valori della fraternità proposti dai Focolari, porta avanti un’esperienza con persone non vedenti. Scheherazad ne fa parte dal 1990: “Nel 1997, attraverso una mia sorella più giovane che lavora in una clinica oculistica – racconta –, conosco una suora cattolica che cercava una persona che insegnasse il francese ad un gruppo di non vedenti della città; non mi sento preparata, sono una casalinga e mi sembra che questo impegno superi le mie capacità; eppure, d’accordo con mio marito, decido di accettare, cosciente che in quella proposta si può nascondere un preciso piano di Dio”.
E’ l’inizio di una meravigliosa avventura che, nel tempo, coinvolge la città. Al di là dell’insegnamento, per Sheherazad è la scoperta di un nuovo mondo che conquista il suo cuore e quello di Fouzia, un’amica che condivide l’ideale della fraternità e che in breve tempo si aggiunge come insegnante. Il mondo dei non vedenti si rivela speciale, soprattutto perché la maggioranza di essi è poverissima e socialmente emarginata. “Con il passare del tempo ci rendiamo conto che il nostro atteggiamento di apertura verso l’altro dà all’insegnamento un carattere particolare: diventa un’occasione per sostenere queste persone. C’è chi ha bisogno di trovare un’occupazione, chi di un semplice sostegno o di una parola di conforto”. Nel frattempo, per comprendere meglio le necessità degli alunni, Fouzia e Scheherazad imparano il la scrittura braille. La cosa non passa inosservata: “Un nostro amico, vedendoci dare il nostro tempo senza aspettarci niente in cambio, decide di aiutarci e di unirsi a questa impresa”. Cercano di aiutare i giovani nell’inserimento lavorativo. Una ragazza, ad esempio, cerca un lavoro come centralinista. Si trova un’azienda: “Notiamo la disponibilità del direttore ad aiutarci a trovare una soluzione: è colpito dal nostro impegno e decide di assumere la ragazza a tempo indeterminato”. Tutta la comunità di Orano è partecipe dei progetti e degli obiettivi raggiunti. Si organizzano giornate aperte per far conoscere la vita e le ricchezze di questo mondo.“Il tema di queste manifestazioni è sempre centrato su “l’altro” e alla fine non c’è più il vedente e il non vedente, il musulmano o il cristiano: siamo tutti fratelli e sorelle a condividere la stessa situazione”. La stampa nazionale si interessa a questi appuntamenti, riconoscendo il diritto dei non vedenti a vivere come tutti gli altri. E’ un’opera di sensibilizzazione che porta molte persone a unirsi agli sforzi di Sheherazad e di Fouzia. Superando le difficoltà amministrative e legali si costituisce un’associazione per l’integrazione professionale dei non vedenti che è molto attiva e lavora per la costruzione di una scuola. Anche le istituzioni della città vengono coinvolte e il progetto di formazione viene riconosciuto dal dipartimento per la formazione professionale di Orano. “Manca ancora tanto da fare – conclude Sheherazad – ma fare le cose per gli altri, nonostante tutti i nostri limiti, è bellissimo, entusiasmante! Dà a tutti quella forza per andare avanti che spalanca le porte a nuove sorprese”. A cura della Comunità di Orano – Algeria (altro…)
Dic 1, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
La situazione dell’inondazione più grande che la Thailandia abbia subito negli ultimi 50 anni, sta migliorando lentamente. Qualche cifra, secondo le stime attuali:
- 7 milioni le persone colpite, e circa 700 le vittime, su 10 milioni di abitanti a Bangkok.
- 80 % la superficie della città invasa dall’acqua. Dei 50 distretti di Bangkok solo 9 sono rimasti all’asciutto: tutti gli altri hanno avuto da 20 a 200 centimetri d’acqua. 17 le province colpite direttamente.
- 37 miliardi di dollari la cifra del disastro.
- 60 milioni le tonnellate di raccolto (principalmente riso) andato perso.
- 8 tra i più grandi parchi industriali inondati, con la perdita di circa 1.200.000 posti di lavoro e conseguenze per l’industria della Thailandia e di altri paesi (il Giappone ha circa il 40% delle proprie fabbriche negli 8 parchi inondati).
Tutto è cominciato – ci scrivono Elena e Chun – nel mese di luglio: la pioggia, in ritardo di un mese sul calendario, ha recuperato il tempo perduto, superando la quantità dello scorso anno per arrivare a circa il doppio del 2010. A settembre la situazione è apparsa grave e, a ottobre, gravissima. Bangkok, chiamata ‘la Venezia d’Oriente’, ha circa 2000 km di canali che ne fanno una della città al mondo meglio attrezzate per il deflusso dell’acqua piovana, ma certamente non con questi volumi. Gli esperti si sono trovati di fronte ad una situazione imprevedibile. Tanti hanno abbandonato Bangkok. Una scena da film, anche se le persone non si sono fatte prendere dal panico. Noi, insieme ad altri, abbiamo deciso di restare, di stare a fianco della gente e di fare la nostra parte. La gente ha iniziato ad aiutarsi, non conoscendosi, magari prima si erano ignorati. Chi ha salvato la nazione in un disastro di queste proporzioni? La gente che ha amato e donato oltre le proprie forze; la gente con la casa inondata che si è sacrificata (al nord del vecchio aeroporto) affinché si salvasse almeno qualche quartiere di Bangkok; la gente che ha saputo avere un cuore per gli altri…e sono stati tanti. Anche i più ricchi, giornalisti, attori, sono andati in giro con le barche, per distribuire in prima persona generi alimentari. La vita nella città è stata salvata dalla gente comune che ha dato la speranza che ‘insieme ce la possiamo fare’. Certo anche dai militari, dai molti impiegati del governo che hanno lavorato oltre 15 ore il giorno per portare aiuto; perfino da anziane che sono andate a cucinare nei centri d’accoglienza. O da quei monaci buddhisti che hanno accolto migliaia di persone anziane, malate, bambini, mamme nei loro monasteri; o dal prete che si riempie la scuola privata di gente sfollata e poi riprende la barca per incontrare la gente sui tetti delle case. Questa è la Thailandia vera che insegna a vivere, a gioire e a soffrire con chi soffre. È il miracolo della vita e dell’amore che vince sulla morte. Anche noi dei Focolari ci siamo dati da fare. Parecchie delle nostre famiglie sono state colpite, alcune sono da settimane con l’acqua in casa. Fra di noi, c’è chi è andato a chiedere aiuto per gli alluvionati alle fermate degli autobus, o si è recato nei centri d’accoglienza per aiutare. Abbiamo aperto le nostre case ed accolto chi ha chiesto aiuto; chiamato le persone al telefono, ogni giorno, perché si sentano amate, dando coraggio e consolidando l’unità tra noi. In questo periodo tragico, abbiamo visto venir fuori la parte più bella del popolo thailandese: al di là delle differenze politiche che un anno e mezzo fa avevano così diviso il Paese, ha prevalso un grande amore per il prossimo che soffre. Una reporter della CNN ha definito questa corrente di solidarietà che ha investito tutta la società thai “uno straordinario fenomeno sociale”. Abbiamo anche noi vissuto il detto che gira in questi giorni: “I thai non si abbandonano”. L’amore ci ha fatto diventare tutti thai, anche se siamo nati in un’altra parte del mondo. Nessuno sa con certezza quando si tornerà alla normalità. Ma si va avanti, superando ogni giorno le tante difficoltà. Elena Oum e Chun Boc Tay _______________________________________________ Per chi vuole aiutare, è possibile inviare la somma raccolta tramite bonifico bancario, a queste coordinate: CONTO CORRENTE DELLA SEGRETERIA CENTRALE DEI GIOVANI PER UN MONDO UNITO (GMU) Specificare la causale della transazione. CONTO INTESTATO A: PIA ASSOCIAZIONE MASCHILE OPERA DI MARIA Via Frascati 306, Rocca di Papa, 00040 Roma, Italia INDIRIZZO BANCA: INTESA SAN PAOLO FILIALE DI GROTTAFERRATA VIA DELLE SORGENTI, 128 00046 GROTTAFERRATA (ROMA) ITALIA CODICE IBAN PER TRANSAZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI IBAN IT04 M030 6939 1401 0000 0640 100 BIC BCITITMM (altro…)
Nov 30, 2011 | Chiesa, Spiritualità

Maria Voce saluta il Santo Padre. Foto: Servizio Fotografico Vaticano
“La questione di Dio oggi”. Questo il titolo dell’Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici alla quale ha partecipato anche la presidente del Movimento dei focolari. “Una buona dose di ottimismo perché ci si rende conto che Dio è all’opera nella Chiesa”. Questa la considerazione rilasciata a caldo dalla presidente dei Focolari, Maria Voce, al termine dell’Assemblea annuale del Pontificio Consiglio per i Laici alla quale ha partecipato. Il dicastero vaticano, che sostiene l’attività dei fedeli laici e delle associazioni e i movimenti nelle diverse realtà del mondo, ha voluto quest’anno dedicare l’incontro al tema de “La questione di Dio oggi”. Dal 24 al 26 novembre, tre giorni intensi di incontri e dibattiti con testimonianze concrete e personali – fatto inedito – di alcuni laici su come è cambiata la loro vita per l’incontro con Dio. “Mi sembrava – commenta a questo proposito Maria Voce – che era entrato nella Chiesa quasi un nuovo stile di comunione che privilegia il racconto di esperienze di vita vissuta”. Dagli interventi in aula emergeva forte l’urgenza oggi di parlare di Dio. “Non farlo – osserva Maria Voce – significherebbe rinunciare alla ricerca della verità; quella che si manifesta nella disperata sete di felicità e angoscia di fronte alla prospettiva della morte. Ma per farlo occorre fare ‘un passo ulteriore’ che è quello della relazione profonda con l’altro, in una relazione vera, dove ognuno deve morire a se stesso per accogliere l’altro completamente. Una morte per amore, per dono”. Le Assemblee annuali del Pontificio Consiglio per i Laici sono anche preziose opportunità per incontrare i membri degli altri Movimenti e Associazioni. “In queste occasioni – racconta la presidente – si vede quanto rapporto i movimenti hanno fra di loro. Si sente che questo rapporto è costruito nelle varie parti del mondo”. Africa, Europa, Americhe, Asia, Medio Oriente. Maria Voce ricorda: “Veniva fuori una presenza nuova di martirio, e i movimenti sono molto impegnati in questa testimonianza: testimoniare Dio anche in queste condizioni, vivendo pienamente la fede. E mentre in alcune parti del mondo c’è il martirio del sangue, in Europa c’è invece il problema del secolarismo e i cristiani danno testimonianza forte che prende spesso anche qui il segno del martirio”.
All’Assemblea si è parlato anche della Giornata mondiale della gioventù di Madrid. “Una straordinaria cascata di luce, di gioia e di speranza – ha detto Papa Benedetto XVI incontrando i partecipanti – ha illuminato Madrid, ma anche la vecchia Europa e il mondo intero, riproponendo in modo chiaro l’attualità della ricerca di Dio. Nessuno è potuto rimanere indifferente, nessuno ha potuto pensare che la questione di Dio sia irrilevante per l’uomo di oggi”. Anche la presidente del Movimento dei focolari ha salutato personalmente papa Benedetto XVI, il quale ha detto: “I focolarini non possono mancare”. “Santo Padre – ha quindi risposto lei – tutto il Movimento quest’anno è impegnato a vivere la Parola di Dio, così ci prepariamo anche al Sinodo”. E il Santo Padre ha detto: “Grazie”. (altro…)
Nov 28, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto © CSC
C’è una “grande sintonia” tra la spiritualità del Movimento dei focolari e la vita dei coniugi beati Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi – nonostante non vi sia un legame diretto – e sono “molti i punti di contatto”. “Non solo perché la santità è il grande comune denominatore di tutti i cristiani, la meta cui tutti puntiamo nella Chiesa, ma anche perché il loro percorso di vita di laici è comune alla stragrande maggioranza di coloro che fanno parte del Movimento”. Lo ha detto Maria Voce, presidente dei Focolari, intervenendo nei giorni scorsi a Roma ad un incontro organizzato nel giorno della memoria liturgica dei due beati e nel decimo anniversario della loro beatificazione. L’incontro si è svolto nella Sala della protomoteca in Campidoglio ed ha avuto per titolo: “Cristiani: cittadini autentici: sulle orme di Maria e Luigi”. Numerosa la partecipazione del pubblico affluito da 15 città italiane e da vari altri Paesi. Presenti anche autorità cittadine, rappresentanti della pastorale familiare della diocesi di Roma nonché esponenti di movimenti ecclesiali che hanno preso la parola sottolineando, ciascuno secondo prospettive diverse, aspetti della spiritualità dei due coniugi. Genitori di 4 figli, Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi sono la prima coppia sposata ad essere stata beatificata dalla Chiesa Cattolica. Fu Giovanni Paolo II a portare a compimento la causa di beatificazione. “Non può più essere accettabile – disse in quella occasione il Papa polacco – che venga negato il giusto riconoscimento alla santità silenziosa e normale di tanti padri e madri“. 
Foto © CSC
“Ho visto riflessa nella vita di Maria e Luigi – ha detto Maria Voce – nell’autenticità della loro testimonianza di cristiani e perciò anche di cittadini, la vita di quegli ormai milioni di laici che vogliono vivere la spiritualità portata da Chiara Lubich e perciò cercano di vivere – con una coerenza a volte eroica – quotidianamente il loro impegno come cittadini, il loro essere (o almeno sforzarsi di essere) tessuto sano del corpo sociale ed ecclesiale che compongono. Si tratta di padri e madri di famiglia, di operai, professionisti, giovani, ragazzi e bambini (senza escludere sacerdoti, religiosi e vescovi, ma ovviamente la parte ecclesiastica è una minoranza), impegnati in prima linea a portare avanti una silenziosa, seppur incisiva, rivoluzione d’amore in tutte le città del mondo”. La famiglia – ha sottolineato Maria Voce – è “la radice sana della loro vita: un amore tenero e mai spento tra gli sposi che genera cittadini capaci di coerenza. Conosco tante famiglie che si impegnano e lottano perché non si spenga l’amore coniugale: proprio in esso trovano la forza non solo per non sfasciarsi, ma anche per aprirsi a realtà più grandi”. Maria Voce ha ricordato il movimento Famiglie Nuove, che ispirandosi al carisma dell’unità di Chiara Lubich conta oggi più di 300 mila aderenti e quattro milioni di simpatizzanti nei cinque continenti. “Sono famiglie – ha detto Maria Voce – che hanno fatto proprio un primo presupposto educativo: i figli, più che di due genitori che li amano, hanno bisogno di due genitori che si amano”. Testo dell’intervento di Maria Voce
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