Nov 4, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
A mezz’ora di macchina dall’aeroporto di Eindhoven si trova la cittadella del Movimento dei focolari in Olanda Marienkroon (Maria incoronata). Manca poco all’arrivo e le macchine che portano Maria Voce e Giancarlo Faletti, vengono letteralmente circondate da un nugolo di biciclette scampanellanti, decorate con palloncini e piccole luminarie. Accompagnati da questo corteo, arriviamo davanti all’arco di ingresso mentre si è ormai fatto buio. Il pesante cancello è chiuso: sarà Maria Voce (Emmaus) ad aprirlo, simbolicamente, con una grossa chiave. Oltre il cancello, un enorme prato verde, circondato dalle costruzioni dell’ex monastero cistercense che in dieci anni è stato in buona parte ristrutturato, adattandolo alle esigenze di un moderno centro di cultura e spiritualità. Mentre la tromba suona, la bandiera del Movimento, con la stella dorata a quattro punte su sfondo azzurro, viene issata sul pennone. Momento semplice, intimo e carico di significato. Ognuno degli abitanti della cittadella vuole dare il benvenuto personalmente a presidente e co-presidente.
Segue la visita del complesso che riceve spesso in visita scolaresche e associazioni che vogliono conoscerne caratteristiche e vita. Gli eventi culturali che si succedono regolarmente sono molto sentiti dagli abitanti della zona circostante; ogni anno si svolgono qui, tra l’altro, la fiera del libro, una settimana di vacanze per i ragazzi della zona, la vendita all’asta di piante, oltre a svariati incontri di spiritualità. C ’è anche una torre, un laghetto, due stalle, una cappellina ed un piccolo cimitero che, oltre ai padri che ci hanno preceduto, accoglie anche i primi 4 abitanti partiti per il cielo. Situata nel centro dell’Olanda, la cittadella Marienkroon attira persone di ogni tipo: giovani e adulti, cristiani e persone di altre religioni o senza riferimento religioso. Dopo una ricerca durata oltre dieci anni, nel 2000 il Movimento ha acquistato dai padri cistercensi il terreno e le costruzioni, per il valore simbolico di un euro. Due dei padri vivono ancora qui, insieme al cardinale Simonis: sono tre amici del movimento. Nei prossimi anni sono previsti molti altri lavori di ammodernamento della cittadella, per renderla sempre più funzionale e rispondente alla profezia di Chiara Lubich che, nella sua visita in Olanda del 1982, così si esprimeva: “Prima di tutto dobbiamo far vedere la vita di una comunità, il luogo dove si cerca di vivere insieme il Vangelo. Questo attira l’attenzione e poi l’evangelizzazione viene da sé”. Dall’inviato Giulio Meazzini (altro…)
Nov 2, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un’impressione al termine di questi giorni ad Assisi e a Roma.
Un’impressione molto positiva. Un pensiero innanzi tutto a Giovanni Paolo II e a Chiara Lubich per la loro lungimiranza nel campo dell’apertura al dialogo. Hanno capito che valeva la pena investire in persone e in strutture per portare avanti il discorso del dialogo. Mi riferisco, in particolare, ad organismi che lavorano per questo: i vari Pontifici Consigli (per l’Unità dei cristiani, il Dialogo Interreligioso, per la Cultura, Giustizia e Pace, all’interno della Chiesa) ed i Centri che si occupano dei vari dialoghi in seno al nostro Movimento. È venuto in evidenza quanti rapporti si sono costruiti in questi anni. Questa mi sembra sia stata una novità rispetto agli incontri tenuti in passato. In questi anni ognuno ha fatto molto, anche se lì per lì poteva sembrare poco, rispetto al risultato ottenuto. In sintesi, mi pare si sia arrivati ad un punto dove ci sono delle vere relazioni di amore reciproco. Alcuni piccoli fatti significativi che tutti abbiamo notato. Quando al Patriarca Bartolomeo è caduto il libretto, il Primate della Chiesa d’Inghilterra, il Dott. Rowan Williams, si è chinato a raccoglierlo; il papa spesso sorrideva e si volgeva ora all’uno ora all’altro. Sembrano cose piccole, ma sono atti che tutti notano e danno una testimonianza. Poi, la presenza di persone di altre convinzioni non religiose. Questa era davvero una novità di sostanziale importanza, soprattutto per come l’ha presentata il papa nel senso della ricerca della verità comune. Ha sottolineato che la verità ci trascende tutti e nessuno può dire di possederla completamente. Era molto bello come lui la presentava. Questa era chiaramente una novità. Assisi 2011 non è stato solo un venirsi incontro in uno spirito di fraternità e di pace, per costruire qualcosa di bello, è stato anche un elevarsi in una ricerca che andava al di là di questo. Con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e con Julian Carrón, attuale responsabile di Comunione e Liberazione, siete stati invitati a viaggiare sul treno del Papa con le delegazioni ufficiali. Un riconoscimento significativo per i Movimenti e le nuove Comunità ecclesiali. Come vedi il ruolo dei movimenti e, in particolare, dei laici nel dialogo? Tanti dei cardinali e dei vescovi sono venuti a ringraziarmi per i rapporti delicati e discreti che costruiamo con le persone delle diverse religioni. Era, quindi, un riconoscimento per quanto il nostro movimento ed i movimenti in genere fanno nel campo del dialogo. Ho trovato molto apprezzamento anche per come i laici conoscono le situazioni concrete e i diversi contesti e tradizioni delle religioni e dei credenti. I laici vivono più facilmente a contatto quotidiano con coloro che seguono altre fedi e, quindi, ne conoscono aspetti vitali e tradizioni. Questo può aiutare anche la Chiesa istituzionale a muoversi nei rapporti con fedeli di altre religioni. Non tutti possono conoscere tutti e tutto. Un esempio. Mi sono trovata a pranzo con un rappresentante della delegazione sikh, che non aveva timore di dire a tutti che conosce il focolare e partecipa agli incontri che esso promuove. E, come questo, molti altri. I rapporti che i movimenti hanno costruito con questi leaders religiosi venivano in evidenza in modo molto spontaneo. La gerarchia della Chiesa mi sembra ne sia molto contenta e grata. Dall’inviato Roberto Catalano (altro…)
Nov 1, 2011 | Spiritualità
Lanciati all’infinito[1]
I santi sono dei grandi
che, vista nel Signor la loro grandezza,
giocano per Iddio, da figli suoi,
ogni loro cosa.
Danno senza richieder.
Danno la vita, l’anima, la gioia,
ogni terreno legame, ogni ricchezza.
Liberi e soli
lanciati all’infinito
attendono che l’Amore l’introduca
nei Regni eterni;
ma già da questa vita
sentono empire il loro cuore d’amore,
del vero amore, del solo amore
che sazia, che consola
di quell’amore che infrange
le palpebre dell’anima e dona
lacrime nuove.
Ah! nessun uomo sa chi sia un santo.
Ha dato ed ora riceve;
e un flusso interminato
passa fra Cielo e terra,
lega la terra al Cielo
e cola dagli abissi,
ebbrezza rara, linfa celeste
che non si ferma al santo,
ma passa sugli stanchi, sui mortali,
sui ciechi e paralitici nell’alma
e sfonda e irrora,
solleva e attrae e salva.
Se vuoi saper l’amore chiedilo al santo.
Chiara Lubich
[1] Chiara Lubich, “La dottrina spirituale”, Mondadori 2001, pag. 159-60
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Ott 29, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
È passato un anno dalla sua beatificazione, vissuta da più di ventimila giovani presenti a Roma per l’occasione, e da molti altri che l’hanno seguita in diretta da tutte le parti del mondo. Oggi sono tanti che vogliono conoscerla e imitarla. La forte testimonianza di Chiara Luce Badano, la gen di Genova (Italia) che la Chiesa ha riconosciuto beata, sembra aver fatto tornare di moda la santità. I suoi “diciannove anni pieni di vita, di amore, di fede”[2 ( Papa Benedetto XVI), risveglia in tanti giovani – e non solo – il desiderio di spendere la vita per cose grandi. Scoprono che la santità può essere vissuta nel quotidiano. “Chiara Luce ci ha insegnato che anche noi possiamo amare sempre e incondizionatamente”. Questa è una delle impressioni raccolta in Brasile, in una delle tante serate che, anche attraverso il Musical “Life Love Light”, si sono moltiplicate nel mondo: dall’Italia alla Spagna – durante la GMG – e ad altri paesi europei; dal medio Oriente all’Asia; arrivando poi, alle Americhe, all’Australia e a diverse nazioni dell’Africa. Innumerevoli le richieste ai genitori, Maria Teresa e Ruggero Badano, di raccontarne la storia. Ognuno la sente viva, una persona con la quale si può stabilire un rapporto. Ma, come bene si esprime una giovane: “Chiara Luce mi ha insegnato una cosa molto forte: non posso farmi santa da sola, dobbiamo essere santi insieme.” E Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari così si esprimeva presentando la splendida figura di questa giovane beata: “Il fine del Movimento dei focolari è quello di cooperare con la Chiesa a realizzare il testamento di Gesù ‘che tutti siano uno’. Chiara Luce aveva scoperto già da piccolina che i dolori erano perle preziose che andavano colte con predilezione lungo le giornate…. Per cui con Gesù ha vissuto, con Lui ha trasformato la sua passione in un canto nuziale. Sì, Chiara Luce è una gen realizzata, testimone coerente del nostro ideale già maturo in lei a 18 anni.” La sua storia viaggia usando tutti i mezzi: oltre 30.000 copie del libro “Io ho tutto” e oltre 15.000 di “Dai tetti in giù” editi in varie lingue. Sono migliaia, poi, le copie di DVD e CD musicali sulla sua vita e sulla festa di beatificazione. Ma è soprattutto su internet che si manifestano quanti la conoscono, oppure la scoprono nelle circostanze più impensate, e vogliono vivere come lei. La sua pagina su Facebook conta numerosi fans che interagiscono, inserendo posts, commenti, foto, condivisioni. Il sito “Life Love Light” è diventato un punto di riferimento per tanti che vogliono comunicare la propria scoperta del perché della vita di Chiara Luce e della sua felicità come lei stessa lo ha espresso nelle ultime parole: “Mamma, ciao. Sii felice perché io lo sono”.
Ulteriori informazioni e foto gallery: Area Stampa Canale ufficiale su You Tube: http://www.youtube.com/user/ChannelChiaraLuce
[2] Benedetto XVI, Discorso all’Incontro con i giovani, Palermo, 3 ottobre 2010.
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Ott 28, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
La bruma che avvolgeva Assisi in mattinata, è rimasta tutto il giorno ad accompagnare Benedetto XVI ed i “pellegrini della verità e della pace” che si erano dati appuntamento per la giornata di riflessione, dialogo e preghiera nella città di Francesco e Chiara. Dopo il pranzo frugale nel convento della Porziuncola, adiacente alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, Benedetto XVI e i vari leaders hanno avuto modo di trascorrere più di un’ora in riflessione, meditazione e preghiera. Ad ognuno è stata offerta una stanza perché potesse farlo secondo la propria coscienza e gli insegnamenti della propria religione. Intanto gruppi di giovani camminavano in pellegrinaggio verso Piazza San Francesco, di fronte alla Basilica inferiore nella città alta. Qui, come già nel 1986 e nel 2002 si era allestito il palco per l’atto finale della giornata. L’arrivo di Benedetto XVI e delle varie delegazioni è stato salutato da grande entusiasmo. La piazza era gremita e presentava una varietà di colori dall’arancione degli indù al nero dei monaci giapponesi, il bianco di molti musulmani e del zoroastriano, al grigio e marrone di monaci e monache cattoliche: un colpo d’occhio davvero unico. E’ stato un momento solenne, d’impegno per la pace, scandito da interventi brevi in lingue diverse: francese, arabo, punjabi, russo, inglese, ancora in arabo parlato da un vescovo siro-ortodosso, e, poi, cinese, thai, giapponese, ebraico e, per finire, spagnolo. Dietro ogni lingua si celava un modo di credere ed un modo di parlare a Dio e agli uomini, soprattutto di pace. Chi prendeva l’impegno a vivere per la pace proveniva, spesso, da angoli di mondo ad alto potenziale di violenza. “Noi ci impegnamo” erano le tre parole che aprivano ogni dichiarazione, a mostrare un impegno comune al di là delle religioni, delle provenienze geografiche, culturali. Un impegno che ha toccato la decisione di sradicare le cause del terrorismo, di educare le persone a rispettarsi ed a stimarsi reciprocamente, a promuovere una cultura del dialogo, a difendere il diritto di ogni persona a vivere una degna esistenza, a riconoscere che il confronto con la diversità può diventare un’occasione per una migliore comprensione reciproca, a perdonarsi a vicenda per gli errori ed i pregiudizi, di stare dalla parte di chi soffre. E così via, fino a Guillermo Hurtado, professore messicano che, a nome degli umanisti laici, ha proclamato l’impegno con tutti gli uomini e le donne di buona volontà a costruire un mondo nuovo. Benedetto XVI ha sintetizzato l’appello corale riprendendo le invocazioni di Paolo VI e Giovanni Paolo II: “Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo, In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace. Perdono e Vita, Amore!” Il simbolo della luce ha concluso la giornata come quella del 2002. Piccoli lumini sono passati fra i presenti, seguiti dallo scambio di un gesto di pace. Tutto nella più grande semplicità e sobrietà, come avevano insegnato Francesco e Chiara per le vie di pietra di questa cittadina simbolo, che da secoli dice al mondo che gli uomini e le donne possono essere fratelli e sorelle. Dall’inviato Roberto Catalano Leggi di più: L’articolo integrale: http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=331098 Intervista di Radio Vaticana a Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova: http://www.cittanuova.it/audio_dett.php?TipoContenuto=audio&idContenuto=331082 (altro…)