Apr 27, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Alberto e Carlo sono due giovani genovesi per i quali nel 2008 è stata avviata la causa di beatificazione, originale perché li vede protagonisti insieme. L’amicizia tra di loro e l’amicizia con gli altri è stata uno dei tratti salienti della loro vita: proprio in questo sentimento umano, vissuto cristianamente, la Chiesa ha visto un elemento di santità, soprattutto per la volontà di aiutarsi reciprocamente nel portare a tutti l’ideale evangelico del mondo unito, della fraternità universale. Sul nuovo sito, dedicato a loro, sono disponibili gratuitamente la visione e il download del documentario in italiano “Insieme possiamo”, con la regia di Mario Ponta: un gruppo di ragazzi di oggi, sulle orme di Alberto e Carlo, percorrendo le loro strade, incontrando gli amici di allora, scopre l’autenticità di un’esperienza che è possibile vivere anche oggi. È in fase di elaborazione la versione sottotitolata in varie lingue. Il Comitato Alberto Michelotti e Carlo Grisolia invita tutti a visitare il sito e a lasciare le proprie impressioni: www.albertoecarlo.it (altro…)
Apr 18, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«“La moltitudine di coloro venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva di sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”: questa frase del Vangelo ispira noi gen nel vivere la comunione dei beni. Nel nostro gruppo abbiamo cominciato a fare una specie di inventario di tutti i nostri beni, per poterli mettere a disposizione degli altri. Ognuno di noi ha una situazione economica diversa. C’è chi è studente con un’entrata fissa mensile, insieme e liberamente decidiamo come spendere e destinare quei soldi. Ad esempio con Federico abbiamo capito che avrebbe potuto spendere meno nell’acquistare dei giochi per il pc, mentre, potevamo spendere quella cifra per fare ad Andrea un abbonamento ad una rivista di fotografia, per il suo lavoro. In un caso o nell’altro non è mai il “quanto”, ma il “come” che decidiamo dialogando apertamente e sinceramente. Ed è straordinario costatare come la coscienza parla a ciascuno di noi, facendoci capire quello che è importante. Gabriele, laureato in geologia con borsa post-dottorato, a causa dei forti tagli dell’università italiana, non riceveva lo stipendio da parecchi mesi. In quel periodo aveva delle scadenze impellenti: doveva partecipare ad un corso di aggiornamento a Cagliari e pagare il bollo dell’auto. Era un po’ imbarazzante per lui comunicarci di essere rimasto senza soldi! L’amore scambievole, però, e quell’essere ‘un cuor ed un’anima sola’ gli hanno fatto superare l’incertezza e il timore. Fra noi è scoppiata una bomba di generosità: “Io ho un libretto di risparmio con qualcosa da parte… “. “Io ho dei risparmi”. Abbiamo quindi potuto anticipare quanto occorreva, mentre Gabriele ha avvertito la bellezza e la responsabilità di usare quel piccolo capitale. Questo fatto ci ha reso più fratelli. Uno di noi, appena laureato, inizia la pratica forense per diventare avvocato e riceve un piccolo rimborso spese, insufficiente per “metter su” famiglia. Un giorno incontra un amico che gli propone di guadagnare tanto e subito, attraverso delle pratiche di risarcimento danni causati da incidenti stradali. Deve solo apporre delle firme senza indagare troppo, né chiedersi se l’incidente sia o meno falso. Il dubbio è forte, ma, svegliandosi durante la notte, gli viene in cuore la frase del Vangelo: “Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate”. La mattina chiama il suo amico comunicandogli che non avrebbe accettato la proposta. Dopo qualche mese, riceve una telefonata imprevista da una Compagnia di Assicurazioni per un colloquio di lavoro. Alle domande riesce a rispondere grazie all’esperienza della pratica forense non retribuita. E..viene assunto come ispettore liquidatore di sinistri, proprio dalla Compagnia di assicurazioni con cui in precedenza aveva rifiutato di lavorare per rimanere coerente e onesto». I gen di Napoli (altro…)
Apr 17, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Creativi, immediati, vivaci, spontanei, semplici, realisti eppure sognatori... nessuno meglio di loro potrebbe ricostruire il filo d’oro di un incontro tanto atteso. Sono i giovani della seconda generazione dei Focolari, i Gen, che il 15 aprile hanno dato vita ad una giornata nel suggestivo scenario naturale della cittadella Lia. Siamo a 250 km da Buenos Aires, in piena Pampa argentina. Arrivano in circa 900 da Bolivia, Paraguay, Uruguay, Cile e da tutta l’Argentina ed ora gremiscono la sala che li ospita. Vogliono presentare la loro vita, raccogliere le sfide di oggi e, soprattutto, farlo insieme. Per questo ricordano uno slogan, un vero e proprio programma di vita lanciato da Chiara Lubich negli anni ’70: “Dare la vita per la propria gente”. La carrellata di esperienze ne dà testimonianza. Come quella dei gen del Cile, che si sono messi al servizio di chi aveva perso tutto in occasione del terremoto che lo scorso anno ha colpito il loro Paese. Una circostanza che ha suscitato iniziative varie anche nel vicino Uruguay. Un gruppetto proveniente da Paraná, Argentina, racconta, invece, di una incisiva azione di evangelizzazione con numerosi giovani che cercano di mettere in pratica il Vangelo e si comunicano le esperienze, crescendo nella fede e nella vita cristiana. A Santiago del Cile, i gen avvertono che non è sufficiente aiutare i vagabondi di un quartiere una volta la settimana, così alcuni di loro affittano un piccolo appartamento che mettono poi al loro servizio. A Mendoza (Argentina) invece, l’inziativa “Una mano per la pace”, nata come un festival di complessi musicali, si è via via arricchita di attività culturali e sportive dove i giovani si ritrovano e stabiliscono rapporti autentici. Elena, cattolica, e Uriel, ebreo, presentano la loro esperienza di dialogo nella diversità, e di come hanno imparato a conoscersi e rispettarsi in un clima di apertura. Juan José e Pilar sono di differenti partiti, ma portano avanti insieme alcune attività politiche. “È un modo per umanizzare la politica e i politici”, spiega lui.
Nel pomeriggio l’incontro con la presidente ed il copresidente dei Focolari. Maria Voce e Giancarlo Faletti si immergono nella folla di giovani che ascolta attentissima le loro risposte ad una raffica di domande impegnative. Come cambiare le realtà sociali rispettando la libertà dell’altro? “Noi non ci presentiamo armati per cambiare le cose. La nostra forza è ben più grande perché Gesù parla ai cuori”, risponde Faletti. E se non ci sentiamo all’altezza per le nostre piccolezze? Maria Voce incoraggia: “Voi siete capaci. Quello che sostiene la nostra vita è l’amore al fratello, nelle difficoltà e nel momento presente, fidandoci di Dio. Questo amore costruisce l’unità”. Come affrontare le situazioni spesso difficili che viviamo? “Siate fiduciosi in Gesù in voi e tra voi, – sostiene Faletti – Lui vuol camminare con noi nella società”. “Abbiate il coraggio di annunziare agli altri con la vostra vita, la vostra testimonianza e con le parole, che Gesù è vivo – conclude Maria Voce -. Non ho alcun dubbio che questo messaggio sia in buone mani”. Nel 1968, Chiara Lubich consegnò ai giovani dei Focolari una scultura che indicava simbolicamente la spiritualità del Movimento trasmessa a loro che ne rappresentano il futuro. Un gesto che dice la sua sconfinata fiducia nei giovani, capaci di vivere un ideale vero ed esigente. Qualcosa di simile è avvenuto nella cittadella Lia con i 900 partecipanti a questa giornata. Chissà cosa è passato nei loro cuori. Quali i sentimenti, le sensazioni di questo giorno… la prima impressione è quella della presidente dei Focolari, che esclama sorridente: “È stata una giornata bellissima“. Alberto Barlocci (altro…)
Apr 9, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Tanto esplosivi, quanto raccolti. Tanto vivaci, quanto profondi. Sul palco sei giovani cantano sprizzando allegria e ritmo. Vengono da Ecuador e Perù, Venezuela e Costa Rica, Panama e Colombia a rappresentare i coetanei impegnati nel Movimento dei focolari. Sono quasi 200 nella sala del Centro Mariapoli di Tocancipà, vicino a Bogotà. Possono perciò ben dire, dando avvio all’incontro: «Buon pomeriggio, Latino America! Vogliamo che sia un anteprima del Genfest». Sembra contraddittorio un proposito del genere nel giorno del Venerdì santo. E infatti non hanno alcuna intenzione di scherzare. Hanno aperto il pomeriggio con la liturgia propria del Triduo, vissuta nel raccoglimento e nell’ascolto partecipe della Passione. Nessun salto, perciò, s’è avvertito quando, conclusi i riti, hanno raccontato delle iniziative, anche sociali, che portano avanti per contribuire ad alleviare i dolori, le povertà e le emarginazioni della loro gente. Ma senza dimenticare la sofferenza dei milioni di affamati del Corno d’Africa.
I racconti manifestavano l’impegno e il coraggio di comunicare lo spirito del carisma a tutti e nei diversi ambienti, senza alcun proselitismo ma senza nemmeno timori reverenziali, come la fondatrice Chiara Lubich invita a fare in una registrazione video seguita in grande silenzio. Giancarlo Faletti, copresidente dei Focolari, lo costata: «Siete la parola viva di Chiara e le permettete di gridare il suo messaggio ancora più forte. Si vede che Dio è il protagonista della vostra vita personale e comunitaria, per cui dico che il Genfest è iniziato oggi». Giubilo generale. Il Genfest, in realtà, si svolgerà a fine agosto a Budapest. Faletti, conquistato dai giovani, ha dato avvio anticipatamente all’evento. Temerario? Poteva sembrare, anche per le efficaci risposte date. Solo che i fatti gli hanno dato piena ragione. Quello che è successo dopo è stato molto più di un timido preludio.
Il pezzo forte del programma era il dialogo a distanza con la presidente Maria Voce. Il collegamento via Internet funziona subito ed eccola là sullo schermo. I giovani le avevano inviato una raccolta di domande, raggruppate per temi. Entra subito negli argomenti e, con l’usuale chiarezza, risponde senza fare sconti o scegliere scorciatoie. Le teste annuiscono nel silenzio. Questi ragazzi si sentono espressi, nonostante la differenza d’età. Anzi, scoprono, risposta dopo risposta, quanta fiducia la presidente riponga in loro. E questo, se non prevedibile, era sicuramente auspicabile. Insomma, missione compiuta da parte della signora con i capelli d’argento, quando, dopo una mezz’ora abbondante, chiude l’intervento. Non ci sono state canzoni, né pause. In programma restano i saluti finali. Maria Voce chiede se c’è una domanda sorta al momento. Ed ecco che l’imprevedibile bussa alla porta. No, è molto di più. È il Genfest che chiede di iniziare. Le distanze sono annullate, di spazio e di tempo. La presidente è qui, la sintonia piena. Uno dopo l’altro vanno al microfono volti imberbi o dalla barba trascurata, ragazze carine o dai tratti fini. L’emarginazione e la pigrizia, la felicità e la paura del dolore, la morte e la rabbia per le ingiustizie. Le consegnano perplessità o vicende proprie, emblematiche delle loro generazioni. Potrebbe apparire una seduta psicanalitica di massa, ma questi ragazzi sono esigenti: vogliono capire come Dio vede le cose. Maria Voce va più in là. Li porta a vedere da dove Dio vede le cose: dall’abbandono del crocifisso, da quell’insondabile mistero dove sono domiciliate la potenza divina e la fragilità umana. Non la croce, non il dolore. «Gesù abbandonato è una persona che per noi ha dato la vita. Nella sofferenza incontriamo Lui. Tutti i dolori, se crediamo in Dio Amore, hanno un valore redentivo». È Venerdì santo e c’è luce negli occhi di questi ragazzi. È passata un’ora e mezzo, un autentico Genfest. Paolo Lòriga, inviato (altro…)
Apr 3, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Questi giovani! Hanno portato il copresidente Faletti sul prato esterno alla sala dell’incontro appena terminato, lo hanno bendato e gli hanno messo in mano un bastone per colpire una pentola di fango con sette raggi tenuta in aria da una lunga fune tirata da due giovani per lato. È un gioco di antica tradizione maya, assunto dal cristianesimo con nuovi significati. Ed ecco Giancarlo, chiamato a dar prova di abilità e di fede (non vede) per riuscire a colpire i sette vizi capitali (i raggi) e rompere la pignatta, facendo scendere sui presenti le grazie del Cielo, simboleggiate da frutta e dolci. Impresa non facile, perché il bersaglio viene alzato e abbassato dai quattro “briganti” posti alle estremità della corda. Gioia finale e condivisione delle prelibatezze tra tutti i 180 giovani del Movimento che sono riusciti ad arrivare alla cittadella “El diamante” da tutte le regioni del Messico. L’incontro era iniziato tre ore prima, con un’accoglienza musicale di grande ritmo e uno striscione salito dalla sala, “E noi abbiamo creduto all’amore”. Una frase del Vangelo fatta propria dalla fondatrice dei Focolari all’alba del Movimento e divenuto atto comunitario di fede e fondamento di ogni iniziativa. Questi giovani hanno raccolto il testimone e la sottostante sfida, dimostrandolo con gli argomenti che hanno voluto affrontare con l’illustre ospite, senza alcun timore reverenziale. La violenza nelle città, l’imponente e condizionante presenza del narcotraffico, la disgregazione sociale, la tiepidezza di tanti coetanei a lottare per grandi ideali, la competizione per il successo ad ogni costo, il rapporto di sudditanza verso ogni autorità, genitori compresi, sono stati i temi affrontati. Sino alle coppie gay, alla cultura libertaria imperante, al condizionamento dei mass media in mano a pochi. Nelle risposte di Faletti, i giovani hanno apprezzato la concretezza delle indicazioni. Compresa quella finale, l’invito cioè a non essere allievi della televisione, né di Internet, ma impegnarsi a possedere la cultura che nasce dal carisma dell’unità, una luce per i temi di attualità e per quelli tradizionali.
«Le sfide moderne – ha prospettato all’attento uditorio – ci danno maggiore lavoro, richiedono conoscenza interdisciplinare e approfondimenti continui, ma questa è parte della vita di Gesù nel 2012. Resta fondamentale capire insieme, e sino in fondo, cosa stiamo vivendo come figli di Chiara e perché. In questo impegno potete avvalervi di tutta la competenza e la disponibilità degli esperti del Movimento». Sembrava tutto finito. Ma il copresidente prende ancora la parola, trae spunto dal Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della gioventù in cui parla di Chiara Luce Badano e mette in luce la testimonianza della diciottenne ligure, morta di tumore nel 1990 e beatificata nel 2010. Faletti l’ha conosciuta personalmente. «Chiara Luce parlerà al cuore di ciascuno, racconterà il suo rapporto con Chiara Lubich e la spiritualità del carisma dell’unità che l’ha portata in questo nostro tempo alla santità». La sfida proposta dal papa di essere testimoni della gioia non è facile da raccogliere in un Messico attraversato dalla violenza, condizionato dall’ingombrante presenza del narcotraffico, ma anche influenzato da una cultura fortemente libertaria. Da qui l’impegno a stringere ancora di più il legame di amicizia con Chiara Badano e proporla a tanti coetanei come riferimento, interlocutrice, modello. di Paolo Lòriga, inviato (altro…)