Movimento dei Focolari

Giappone: CommuniHeart project

In Giappone, un gruppo di donne di religioni diverse ha dato vita al “CommuniHeart project”, un progetto per la prevenzione al suicidio che punta sulla consapevolezza del sé, la comunicazione e il sostegno di una comunità. Il CommuniHeart project è un progetto promosso da Religions for Peace Japan (World Conference Religions for Peace). https://youtu.be/Bec2PlDCtik (altro…)

Guerra in Ucraina: un anno durato un’eternità

Guerra in Ucraina: un anno durato un’eternità

365 giorni di guerra nelle parole e nell’esperienza di Mira Milavec, Focolarina slovena che da alcuni anni vive in Ucraina dove lavora per Caritas Spes. “Questo anno di guerra è un anno, ma sembra un’eternità (…). Non avrei mai immaginato di vivere in prima persona una situazione del genere”. È così che comincia la nostra conversazione con Mira Milavec, focolarina slovena che dal 2019 vive in Ucraina. Un impegno instancabile il suo, che l’ha vista in prima linea durante questo anno di conflitto, lavorando per il sostegno alla popolazione con Caritas Spes Ucraina, le cui attività sono state sostenute anche dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN). “Vedo molta stanchezza intorno a me. La gente – racconta Mira- in alcuni posti in particolare, vive ancora in situazioni davvero precarie. Dopo un anno, sono cambiati proprio i bisogni delle persone. Prima con Caritas Spes ci occupavamo di distribuzione di beni di prima necessità, ora siamo passati ad una nuova fase in cui è molto importante ridare dignità alle persone e occuparci anche del sostegno sociopsicologico. Siamo ancora all’inizio in questo campo ma stiamo cercando di muoverci per capire come fare”. Mira, la macchina della Caritas non si è mai fermata… “Certo. Sono in contatto con in nostri collaboratori che si trovano nei posti più colpiti. Credo non abbiano mai avuto tempo di riposare ma sono lì, giorno e notte, toccando con mano le sofferenze di questa gente che ha perso tutto, i loro cari, la casa; una vita intera in frantumi. Penso che stare a contatto diretto con queste storie, per quanto siano stanchi, dia loro la spinta per continuare a fare del bene”. C’è qualche storia in particolare che porti con te? “Sì, le storie sono diverse, ed è da lì che viene la speranza. Ricordo una famiglia del Donbass che ha dovuto lasciare la sua città già nel 2014. Avevano risparmiato tutta la vita per avere un appartamento e appena comprato si sono trasferiti a Kharkiv. Poi l’arrivo della guerra dell’anno scorso e un nuovo spostamento per loro. Sono rientrati in quell’appartamento credo a fine 2022 e lo hanno trovato in condizioni davvero disastrose a causa dei bombardamenti. Abbiamo portato loro delle stufe a legna per riscaldarsi e, nonostante questa situazione complicata, è stato toccante vedere nei loro occhi una gratitudine immensa. Non era importante quanti altri soldi sarebbero serviti per riparare i danni alla casa. Erano felici e grati di ricevere quel piccolo aiuto, di essere in vita e ancora insieme”. Personalmente cosa hai sperimentato in questo anno così difficile? “Ho visto quanto in queste situazioni la gente, noi tutti, siamo capaci di metterci in moto per aiutare; più di ogni altra cosa, riconoscere il sostegno e sentire davvero che siamo nelle mani di Dio. Spesso le persone qui non esigono molto, basta ‘stare’, esserci. Dio ti dà diversi talenti e devo dire che in questa situazione in cui mi trovo ora li posso davvero usare, possono servire davvero a qualcuno. La preghiera in questo è un vero sostegno. Spero davvero questa guerra finisca e che ciascuno nel suo piccolo, sia capace di insegnare alle nuove generazioni che è necessario combattere tutto questo odio”.

A cura di Maria Grazia Berretta

Se si gradisce si possono attivare i sottotitoli in italiano https://youtu.be/gFOMlUj6axA Per continuare a sostenere la popolazione ucraina clicca sul link Ucraina: al via la raccolta fondi in sostegno alla popolazione – Movimento dei Focolari (focolare.org) (altro…)

Da Betlemme lezioni di futuro

Questa è una delle pagine del diario di Irene, una giovanissima redattrice di Teens, rivista del gruppo Città Nuova, fatta dai ragazzi per i ragazzi. Attraverso i suoi occhi e le sue parole il racconto di un viaggio in una terra segnata dalle divisioni e l’incontro con il progetto “Armonia tra i popoli”, che grazie all’arte e la danza diffonde bellezza e speranza alle nuove generazioni di Betlemme. https://www.youtube.com/watch?v=MhwctaMl0ng (altro…)

“La lettera”: un film che invita all’azione

“La lettera”: un film che invita all’azione

Il 4 ottobre 2022 è stato presentato in Vaticano il docufilm “La Lettera”, uno sguardo su come agire per il bene della nostra “casa comune”, ideato dal Movimento Laudato Si’, oggi disponibile in forma gratuita su Youtube Originals in 12 lingue. Arouna Kandé è un giovane studente senegalese nato in un piccolo villaggio che lavorava in fattoria, tra capre e polli, ma la progressiva distruzione dell’ambiente ha spinto il giovane musulmano a lasciare il villaggio. Il giovane racconta, a proposito della città costiera di Saint-Louis, che l’innalzamento delle acque ha già costretto migliaia di persone a lasciare le loro case. “La mia famiglia, in Senegal – dice–, non ha fatto nulla per causare la siccità del nostro villaggio e le inondazioni in città. Ci investono le scelte fatte da altre persone. Il futuro però sta arrivando, è mio e io ne farò buon uso”. Nel docufilm “La lettera”, presentato dal Movimento Laudato Si’, del quale il Movimento dei Focoalri è partner, la storia di Arouna Kandé si intreccia con le vicende del capo indigeno brasiliano Cacique Odair Dadá Borari, dell’attivista indiana quattordicenne Ridhima Pandey, deiconiugi americani Asner,, biologi marini, e della irlandese Lorna Gold, tutti molto attivi per la salvaguarda dell’ambiente. Con una lettera che parte dal Vaticano e raggiunge ognuno di loro comincia un viaggio nel proprio vissuto fino a ritornare in Vaticano dove Papa Francesco intavola con loro un dialogo in un clima d’intima confidenza e profondo ascolto. Infine, l’azione si sposta ad Assisi, nei luoghi di San Francesco. Lì, il Cardinale Raniero Cantalamessa, offre una prospettiva unica per capire le radici francescane del messaggio della Lettera Enciclica Laudato Si’, dedicata da Papa Francecso alla cura della casa comune. Il film è stato presentato in Vaticano il 4 ottobre, festa del santo di Assisi, alla presenza dei protagonisti, del regista Nicolas Brown e della sua équipe insieme ai produttori. Nella Sala del Sinodo, Arouna Kandé ha spiegato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi. Ha raccontato di scuole che sono spazzate via dall’acqua e di centinaia di ragazzi che non avevano un posto asciutto dove riposare, costretti a dormire per giorni in piedi. Il ragazzo ha raccontato di essersi trasferito in una città costiera, dove il livello del mare si sta innalzando. Non si è arreso: ora è uno studente universitario e sta ideando una nuova Ong per guidare la prossima era dello sviluppo sostenibile nel suo Paese. Arouna è quindi testimone delle migliaia di persone che hanno esperienza diretta della crisi climatica e che possiedono le conoscenze necessarie per risolverla. Anche Ridhima Pandey, liceale indiana di 14 anni, che ha partecipato a manifestazioni per chiedere conto ai governi della loro azione in materia di clima. Ha fondato una Ong per aiutare le giovani donne a diventare attiviste per il clima. Ridhima ha affermato che saranno le giovani future generazioni quelle che soffriranno per l’abuso della terra e l’incuria a livello mondiale. “La nostra generazione – i giovani – è e sarà la più vulnerabile”. “La lettera” è un film da vedere in famiglia, nelle comunità, nelle scuole perché il messaggio che riceve ciascuno dei protagonisti è diretto ad  ogni abitante del pianeta e ci permette di prendere coscienza che tutti possiamo fare la nostra piccola o grande parte per curare, come dice papa Francesco nella Laudato Si’, “la nostra casa comune”. Il film sará disponibile in forma gratuita su Youtube Originals doppiato in 12 lingue a partire del 2 novembre 2022. https://theletterfilm.org/

Carlos Mana

Attiva i sottotili in italiano https://www.youtube.com/watch?v=Rps9bs85BII (altro…)

I sogni di Dio possono essere rallentati, ma non fermati!

I sogni di Dio possono essere rallentati, ma non fermati!

Si è aperto ieri, 8 giugno 2022, in Turchia il V Summit di Halki organizzato congiuntamente dal Patriarcato di Costantinopoli e dall’Istituto Universitario Sophia. Abbiamo avuto un sogno… Sì, era il gennaio del 2019 e una delegazione dell’Istituto Universitario Sophia (IUS) rendeva visita al Patriarca Ecumenico Bartolomeo, nel Fanar, lo storico quartiere greco dell’attuale Istanbul (Turchia). In quei giorni, venivamo accolti con fine cordialità anche dal metropolita Elpidophoros di Bursa, allora abate del Monastero della Santissima Trinità sull’isola di Halki e professore della Scuola Teologica dell’Università di Salonicco (diverrà poi, nel maggio successivo, arcivescovo d’America). Respirammo una comunione profonda con lui da cui scaturì il desiderio di organizzare insieme una Summer School ad Halki con studenti e docenti cattolici e ortodossi, sul tema ecologico, così caro a entrambe le Chiese sorelle di Roma e Costantinopoli. La pandemia è riuscita solo a ritardarlo, ma oggi quel sogno si è realizzato. È mercoledì 8 giugno 2022, sono le ore 18.30, e siamo di nuovo nella “regina delle città” – come veniva chiamata, non senza una ragione, la splendida città di Costantinopoli – e il Patriarca Bartolomeo ha rivolto ai partecipanti, studenti e docenti provenienti da tutti i continenti con esperienze interdisciplinari ed ecumeniche molto variegate, un intenso e illuminante indirizzo di saluto. A lui vicini sono in ascolto mons. Marek Solczynski, nuovo Nunzio Apostolico in Turchia, mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione dell’Educazione Cattolica, lo stesso Arcivescovo Elpidophoros e Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari e Vice-Cancelliere dello IUS. “Tutto è in relazione d’amore” ha detto tra l’altro Margaret Karram, richiamando il destino di unità custodito nell’universo che l’uomo e la donna sono chiamati a favorire con azione e pensiero, oggi più che mai, audaci, profetici. Il titolo del quinto Summit di Halki organizzato congiuntamente dal Patriarcato di Costantinopoli e dallo IUS iniziato mercoledì 8 giugno lo rivela chiaramente: “Sostenere insieme il futuro del pianeta”. Non a caso sono state due le parole che il Patriarca Bartolomeo ha voluto sottolineare a partire da questo titolo: “futuro” e “insieme”. La prima richiama il forte legame intergenerazionale insito nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo; la seconda, invece, l’inderogabile approccio interdisciplinare da assumere dinnanzi alla vastità e alla complessità dei problemi ecologici. “Diventa evidente – ha detto il Patriarca – che solo una risposta cooperativa e collettiva – da parte di leader religiosi, scienziati, autorità politiche, istituzioni educative e organizzazioni finanziarie – sarà in grado di affrontare efficacemente queste questioni vitali del nostro tempo”. Al termine del suo intervento, ha poi ripreso due concetti molto cari alla teologia e alla spiritualità ortodossa: “eucaristia” (nel senso di “rendimento di grazie” per il dono della creazione) e “ascesi” (intesa come “autocontrollo” delle passioni consumistiche). Il Patriarca ha però invitato a considerare questi concetti non semplicemente in senso liturgico o monastico, bensì come modi diversi di parlare della comunione. “Ed è qui che la visione del nostro fratello Papa Francesco – ha ammesso con commozione – coincide con la visione del mondo che abbiamo proposto e promulgato per oltre trent’anni. Entrambi siamo convinti che ciò che facciamo al nostro mondo, ‘lo facciamo al più piccolo dei nostri fratelli e sorelle’ (Mt 25,40), così come ciò che facciamo agli altri lo facciamo a Dio stesso (cf. Mt 25,45). Non è un caso che subito dopo aver pubblicato l’enciclica sull’ambiente Laudato Si’, l’enciclica successiva di Papa Francesco sia stata Fratelli Tutti”. Sono molte, infatti, le dichiarazioni congiunte del Papa e del Patriarca – insieme all’Arcivescovo di Canterbury – sull’urgenza della sostenibilità ambientale, sull’impatto sociale e sull’importanza della cooperazione globale. È quanto scrive anche papa Francesco nella Laudato Si’: “Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità…, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso” (n. 117). E il Patriarca chiarisce contestualizzando: “Connessioni tra noi e l’intera creazione di Dio, tra la nostra fede e la nostra azione, tra la nostra teologia e la nostra spiritualità, tra ciò che diciamo e ciò che facciamo; tra scienza e religione, tra le nostre convinzioni e ogni disciplina; tra la nostra comunione sacramentale e la nostra coscienza sociale; tra la nostra generazione e le generazioni future, tra le nostre due chiese, ma anche con altre chiese e altre comunità di fede”. Sì, tutto è connesso da un legame che solo l’amore reciproco tra le persone riesce a rendere visibile a ogni uomo e donna di questo meraviglioso pianeta terra.

Vincenzo Di Pilato (Foto: Alfonso Zamuner)

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