Ago 15, 2014 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
Nel contesto dell’attuale situazione in Medio Oriente, il Movimento dei Focolari in Giordania rende pubblica una dichiarazione – condivisa dall’intero Movimento dei Focolari – nella quale si fa un appello alla pace e si manifesta il proprio impegno nell’aiuto a quanti sono vittime della violenza.
“Noi, Cristiani e Musulmani del Movimento dei Focolari in Giordania, vogliamo esprimere il nostro grande sgomento per quello che sta accadendo in questi giorni e in queste ore in Medio Oriente. In Siria una guerra che dura ormai da più di tre anni sta distruggendo una nazione costringendo milioni di persone a sfollare per sopravvivere. Il conflitto a Gaza che non risparmia civili e bambini innocenti, mette in rilievo una situazione non risolta tra due popoli e la mancanza di un serio e articolato impegno della comunità internazionale per contribuire a risolverlo. Ultimamente l’avanzata di una milizia di estremisti nel nord Iraq sta seminando il terrore fra appartenenti a religioni diverse, costringendoli a vivere da sfollati nel proprio Paese. Tra questi più di centomila cristiani, da quasi 2000 anni radicati in questa terra, sono stati obbligati a lasciare le proprie case, in mezzo alla notte. Una vera catastrofe! Si aggiunge poi la distruzione deliberata del loro patrimonio religioso e culturale, che è anche patrimonio dell’intera umanità.
Noi siamo impegnati a fare il possibile per alleviare la sofferenza di quelle persone (tante le conosciamo personalmente) anzitutto pregando per loro ma anche raccogliendo fondi per sopperire alle loro necessità più urgenti e aprendo le nostre case per accoglierli se fosse necessario. Allo stesso tempo esortiamo la comunità internazionale ad adoperarsi immediatamente per far sì che queste comunità prese di mira in Iraq possano tornare alle proprie case al più presto!
Condanniamo ogni atto di violenza contro la persona umana! Condanniamo la produzione e la vendita smisurata di armi da guerra, qualsiasi sia l’istituzione che le finanzia, così come tutti coloro che le mettono in mano a gruppi terroristici e sovversivi!
Vogliamo sottolineare, soprattutto per gli avvenimenti in Iraq, che chi compie questi atti abominevoli non ha religione e, se dichiara di averla, non fa altro che sovvertirla. Infatti l’essenza della religione è proprio l’incontro tra Dio, l’uomo e l’intero creato.
Siamo stanchi che la religione venga strumentalizzata allo scopo di dividere l’umanità e per fomentare lo scontro. Siamo indignati con chi – gruppi, persone o Stati – abbiano piani e strategie per dividerci e creare dei ghetti separati in luoghi dove da centinaia di anni si vive fianco a fianco.
Siamo consapevoli che il dialogo tra appartenenti alle comunità cristiane e musulmane non è sempre facile; vogliamo però ricordare che da tempo si stanno facendo sforzi notevoli per colmare le incomprensioni con uno spirito di rispetto reciproco, sapendo che l’unico Dio ha suscitato strade diverse che convergono nella stessa direzione: la misericordia, l’amore, la compassione, e tutte le virtù che Lui solo possiede in pienezza. Lui ci ha creati a Sua immagine per viverle fra noi in armonia perciò vogliamo seguire i Suoi insegnamenti per costruire le nostre società sulla base del pluralismo dove viene rispettato il diritto di ogni cittadino o comunità di professare la propria fede senza costrizione.
La Giordania ha una lunga storia di buona convivenza tra cristiani e musulmani e l’ultima visita di Papa Francesco, invitato dal nostro amato Re Abdallah Ibn Al-Hussein, l’ha ancora di più rinforzata con un grande impulso a lavorare insieme, più intensamente, per il bene della società.
Vogliamo anche noi, Focolari di Giordania, confermare il nostro impegno a lavorare fianco a fianco per costruire una società pacifica e armoniosa, nella difesa della dignità di ogni essere umano – a prescindere della convinzione religiosa, dall’etnia, dalle tradizioni – e continuare con più sollecitudine la realizzazione di azioni concrete per promuovere insieme la pace, la fratellanza e la salvaguardia della natura. Siamo certi che agendo cosi possiamo suscitare il bene e sostenerlo e allargarlo dove è già presente. Siamo fiduciosi e sicuri che il male non potrà mai avere l’ultima parola. La fede in Dio ce lo garantisce così come il saldo rapporto tra noi”.
Amman, 13 Agosto 2014.
Vedi: Area Press
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Ott 10, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Nasce dai giovani della Giordania l’idea di ‘A Shout for Peace’: una settimana per la pace, a partire dal 7 settembre e, come conclusione, una serata alla quale invitare tutti i propri amici. Idea presto condivisa con i Giovani per un Mondo Unito del Medio Oriente, alcuni dei quali si trovavano proprio in Giordania per partecipare ad un incontro con la presidente e il copresidente dei Focolari, Maria Voce e Giancarlo Faletti. Si è deciso così di fare tutti qualcosa per la pace, nello stesso giorno, ognuno nel proprio Paese; e poi di ritrovarsi, grazie ad una conferenza telefonica, e pregare insieme per la PACE. Ed ecco il panorama di quanto accaduto in contemporanea nei vari Paesi: Giordania – 35 giovani musulmani e cristiani, danno il via ad un collegamento telefonico con i giovani di Fortaleza, in Brasile: “Ci hanno assicurato – spiegano – che pregano per la pace assieme a noi, insieme a tanti giovani di altri movimenti cattolici”. In linea c’è poi l’Iraq: “Un’occasione speciale per assicurarci vicendevolmente che siamo sempre uniti e che lavoriamo per lo stesso scopo”. Poi meditazioni dai rispettivi testi sacri, Bibbia e Corano, e pensieri spirituali di Chiara Lubich, Igino Giordani, Madre Teresa ed altri. La serata si conclude con una preghiera per la Siria e per tutto il Medio Oriente, tramite una conferenza telefonica con il Libano, la Terra Santa e l’Algeria. “Che momento speciale! La dimostrazione viva che l’unità cresce, nonostante la guerra nei nostri Paesi”. Terra Santa – “Mostrare ai nostri amici che non siamo soli a voler vivere per la pace”, questo il senso della serata in Terra Santa, col collegamento telefonico in diretta. La mattina successiva: un approfondimento sul “mettere Dio al primo posto” e una passeggiata distensiva.
Egitto – Il coprifuoco impedisce che i giovani si incontrino di sera per il collegamento. Ma il sentimento di essere uniti con gli altri non viene meno. Così lo esprime Sally, appena rientrata dalla Giordania: “Sono tornata in Egitto portando con me quell’unità. Sento che tra noi, nonostante le distanze che ci separano, c’è questa forte unità che mi ha aiuta ad avere la pace negli avvenimenti di ogni giorno; e anche a diffonderla ovunque”. Iraq – Grande emozione per il collegamento telefonico con la Giordania. Anmar, siriana, riferisce: “Ero davvero commossa dalla forza e dall’efficacia della preghiera. In queste ultime settimane riceviamo tante brutte notizie riguardo al mio Paese ed l’attacco sembrava imminente. Ma poi, grazie anche alla forza delle nostre preghiere, ho notato che i politici hanno cominciato i negoziati… è davvero un miracolo. Continuiamo a pregare!”. Algeria – Per la prima volta collegati con i giovani degli altri Paesi arabi, i Giovani per un Mondo Unito algerini sono felici. “Abbiamo sentito veramente l’atmosfera della presenza di Dio tra di noi”. Libano – Sono 40 i GMU, del Libano e dalla Siria (alcuni giovani siriani vivono in Libano) a ritrovarsi in una chiesa a Beirut: “La pace è il nostro scopo, ma a volte sentiamo che è così difficile da realizzare. Vedere questi giovani da tutto il MO, riuniti per pregare per la pace, ci dà la certezza e la forza per continuare a costruirla attorno a noi”. Comune a tutti l’impegno del Time Out, alle ore 12: un momento di silenzio o di preghiera per la pace.
Album di foto su Facebook
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Set 18, 2013 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Dove arrivano i cerchi di un sassolino gettato nel lago? Riportiamo alcuni flash, che mettono in evidenza come l’amore vissuto porta ad un cambiamento radicale nella vita anche nei piccoli e come l’impegno ad amare tutti li sostiene nella loro crescita rimanendo, poi, come un segno distintivo. “Mi chiamo Karam e ho 12 anni. Quando ho conosciuto il Focolare avevo 5 anni e sono stato un gen 4. Tra le più belle cose che ho imparato mi viene in mente il “dado dell’amore”. Ogni giorno giocavo con il dado e cercavo di vivere la faccia che ne usciva. Tra le mie prime esperienze, mi ricordo quando un giorno a scuola, c’era un bambino che nessuno voleva bene e c’erano tre altri bambini che lo prendevano in giro, ed io ero uno di questi tre. Un giorno ho gettato il dado ed era uscita la frase: “amare il nemico”. Allora sono andato a scuola e mi sono riconciliato con quel bambino. Gli altri due che lo prendevano in giro si sono stupiti per quello che avevo fatto. Ho parlato loro del dado dell’amore e di come tante cose erano cambiate nella mia vita dopo che ho cominciato a vivere il Vangelo attraverso questo strumento. Ogni giorno allora lanciamo il dado insieme e cerchiamo di vivere la frase che esce. E insieme a noi c’era anche quel bambino che prendevamo in giro. Adesso sono un gen 3 e ancora oggi ogni giorno gioco con il dado dell’amore e questo mi aiuta tanto da ragazzo a vivere il vangelo il modo concreto negli ambienti in cui mi trovo.
Dopo una carrellata di testimonianze dai ragazzi, anche i bambini, (i gen4), hanno dato il loro contributo. Tutti loro sono venuti con le proprie famiglie per i vari incontri con la presidente ed il copresidente dei Focolari durante la loro recente visita in Giordania. “Mi chiamo Marian e insieme a Fadi mio fratello, abbiamo fatto una piccola esperienza. Ci piace tanto guardare in tv il cartone animato che si chiama “Barni”. Un giorno, mentre lo guardavamo, abbiamo visto che “Barni” doveva venire qui ad Amman per fare una serata di festa per i bambini ed eravamo entusiasti di poter partecipare a questa festa. Il biglietto però era un po’ costoso. Allora insieme alla mamma e altre due sorelline, ci siamo messi d’accordo di non andare a questa serata di festa per vedere “Barni”, e dare ai poveri gli stessi soldi che avremmo speso per i biglietti”.
Uno di loro poi prova a chiedere a Maria Voce: “Cosa possiamo fare noi gen 4 della Giordania per fermare i problemi politici del mondo e così lasciarlo più pulito e più bello?” E Maria Voce risponde: «Potete fare tantissimo, perché il mondo non è solo quello lontano, il mondo è anche quello della nostra casa, della nostra scuola, nei posti dove andiamo a giocare, nelle piazze… Allora se noi curiamo questi posti, curiamo il mondo. Se quando qualcuno viene a vedere dove noi giochiamo e trova un posto bello e armonioso, pensa: “si vede che le persone che giocano qui si vogliono bene, guarda come è bello, tutto ordinato, perché non facciamo anche noi cosi?” e così fanno anche loro, e poi altri.. altri… Voi siete come quelli che gettano un sassolino in un lago. Ci si può chiedere: “Che cos’è un sassolino? È niente”. Però, dove cade quel sassolino si forma un cerchio, poi intorno a quel cerchio, un altro più grande, poi un altro più grande, fino ad arrivare a tutto il mondo. Quindi questo è importantissimo. Se voi non cominciate, gli altri non cominciano”. (altro…)