14 Nov 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Insieme è possibile Alcuni dei miei compagni di liceo venivano dalle borgate, da uno stato di emarginazione, avevano fatto le peggiori esperienze. Ho vissuto un primo anno difficile, da isolato. Dopo aver fatto amicizia con ragazzo che, come me, voleva vivere da cristiano, ci siamo messi d’accordo per rivolgerci soprattutto ai compagni più poveri o sommersi da gravi problemi. Davanti alla nostra scuola c’era una comunità di handicappati. Abbiamo sentito la spinta ad andare anche da loro per aiutarli e farli sentire meno soli e disgraziati, e abbiamo coinvolto in questa esperienza alcuni nostri compagni. Gli ultimi due anni di liceo sono stati veramente ricchi di esperienze belle per tutti. (G.Z. – Italia) La foto più bella
Sono fotografo di professione ed ho sempre guardato tutto e tutti con l’occhio del mestiere. Ho sempre guardato persone e cose attorno come se mi appartenessero. Cosa c’entrano Dio e l’amore con la fotografia? Eppure qualcosa non mi soddisfa più del mio lavoro. Un giorno a un congresso sto per scattare la foto più bella della mia vita (pensiamo sempre così noi fotografi!), quando qualcuno mi tocca sulla spalla chiamandomi per nome. È quasi un aut-aut: scatto o rispondo a chi può avere bisogno di me in questo momento? Un attimo di sospensione e lascio l’obiettivo. Una gioia profonda mi invade. (M. T.- Argentina) Due borse Per strada abbiamo incontrato una ragazza disperata: la madre era andata via lasciandole i soldi solo per tre giorni, mentre ormai era passata più di una settimana e non era ancora ritornata. Abbiamo deciso di aiutarla, dandole tutto quanto in quel momento avevamo con noi. Lei è rimasta stupita e felice di questo gesto, perché così ha potuto dare da mangiare ai suoi due fratelli. Arrivati a casa, sono venute a trovarci delle suore con due borse piene di alimenti per noi: molto più di quanto avevamo dato. Abbiamo visto realizzata la frase del Vangelo: «Date e vi sarà dato». (O. M. F.-Bolivia) Fonte: Il Vangelo del giorno, novembre 2013, Città Nuova Editrice. (altro…)
12 Nov 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’aula magna dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), la mattina del 28 ottobre scorso, era gremita e festosa come nelle grandi occasioni. Infatti si svolgeva il primo dottorato assegnato congiuntamente da due atenei accademici: la Pontificia Università Lateranense e lo IUS. Si è trattato del dottorato in virtù del quale Don Stefano Mazzer, salesiano, ha conseguito contemporaneamente il dottorato in Teologia conferito dal Laterano e quello in Cultura dell’Unità conferito dallo IUS. Egli ha sostenuto con passione la discussione della sua tesi: “Li amò fino alla fine”. Per una fenomenologia teologica del non dell’amore: percorsi storici e prospettive sistematiche”. Attraverso una rigorosa e coinvolgente carrellata storica che ripropone il tracciato del pensiero filosofico occidentale da Parmenide a Schelling e quello della mistica cristiana da Francesco d’Assisi a Chiara Lubich, Mazzer giunge ad illustrare la novità dell’amore vissuto da Gesù nel suo abbandono sulla croce come apertura di uno spazio nuovo di rapporto tra l’io e il suo altro, in Dio e nel mondo. Si tratta – argomenta – di quella “trinitizzazione” (così l’ha definita Chiara Lubich) dei legami che è, al tempo stesso, «dono proveniente dalla Trinità in virtù dell’incarnazione del Figlio e della sua morte e risurrezione» e «reale esperienza della partecipazione alla vita stessa di Dio» nel dispiegarsi dei rapporti interpersonali.
Erano presenti, a sottolineare la singolare valenza accademica dell’evento, il Copresidente del Movimento dei Focolari, Don Giancarlo Faletti, il vescovo di Limerick (Irlanda) Brendan Leahy, Professore di Ecclesiologia presso lo IUS, il Prof. Andrea Bozzolo, Preside della Sezione torinese della Facoltà di Teologia dell’UPS, tra gli altri. Come ha sottolineato il Preside dello IUS, Mons. Piero Coda, lo spessore della ricerca e la sua qualità esistenziale e interdisciplinare oltreché teologica fanno della tesi di Mazzer, che presto vedrà la pubblicazione, il più felice e appropriato esordio per i dottorati in teologia in sinergia tra lo IUS e Facoltà di Teologia come quella del Laterano. Simili accordi di dottorato congiunto sono già in vigore, infatti, con la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Firenze), la Facoltà Teologica Pugliese (Bari), e la Facoltà di Teologia di San Miguel (Buenos Aires, Argentina). Fonte: Istituto universitario Sophia online (altro…)
10 Nov 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Mi accingo a scrivere questa biografia in punta di piedi, e non senza un certo timore” così inizia la prefazione Matilde Cocchiaro, autrice della biografia di Natalia Dallapiccola la prima a seguire Chiara Lubich. Nella storia dei Focolari, Natalia ha avuto un ruolo particolare, tanto da far dire a Chiara che, se non avesse trovato una persona come lei, già preparata da Dio, forse non avrebbe potuto mai dare inizio a una vita, così rivoluzionaria, basata sul Vangelo.Per il suo amore instancabile verso tutti, vissuto sempre con la radicalità degli inizi, Chiara l’aveva soprannominata “Anzolon” che, in dialetto trentino, significa “grande angelo”. Determinante il suo ruolo nella diffusione dell’ideale dell’unità nei Paesi del Blocco Comunista, l’allora Oltrecortina e nel campo del “Dialogo Interreligioso” per i quali ha speso talenti ed energia per 30 anni, fino agli ultimi giorni della sua vita terrena. Nichiko Niwano, presidente del movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai, nella prefazione afferma: “Natalia ha svolto per lunghi anni il compito di “finestra aperta” che ha legato noi con il Movimento dei Focolari… profondendo in esso le sue migliori risorse del cuore e della mente…. Recita un detto antico: “Conosci il passato e scoprirai il nuovo”. Significa: esamina la storia, studia attentamente la tradizione, ed otterrai una nuova saggezza. Pertanto, non desidero altro e mi auguro che questa biografia di Natalia diventi una preziosa guida nel cammino verso il futuro”. Alla sua partenza per il Cielo, il 1° aprile 2008, avvenuta solo 18 giorni dopo quella di Chiara, molti hanno avuto parole di gratitudine e vivo apprezzamento: “Tra me e Natalia – ha detto il Rabbino David Rosen di Gerusalemme – c’era un profondo legame. Custodirò per sempre come un tesoro il suo amabile e nobile spirito”. Dall’India, Shantilal Somaiya, Kala Acharya e Lalita Namjoshi, della Somaiya Bharatya (Indù): “Ricordiamo con grande riverenza la visita che ella fece al nostro istituto ed il suo stile silenzioso, ma così efficace nel portare avanti i nostri incontri di dialogo”. Da Skopje, Azir Semani, a nome degli amici musulmani della Macedonia, si rivolge direttamente a lei: “Grazie per la tua mano sempre protesa! …Noi abbiamo accolto pienamente il tuo invito: ‘Che tutti siano uno’. La voce di Dio per mezzo tuo è stata il richiamo d’amore e di fiducia per il quale noi musulmani siamo onorati di poter camminare insieme, verso il mondo unito. Che sia benedetto il tuo amore!”. Il Cardinale emerito di Praga, mons. Miloslav Vlk, che per tanti anni è stato responsabile dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, così testimonia: “Posso veramente dire che Natalia è stata madre dell’Ideale dell’unità per le nostre terre. Dalla sua vita, senza tanti discorsi, faceva trasparire la luce del carisma ricevuto da Chiara, che ci trasmetteva in tutta la sua profondità. Nel 1968 Natalia, trovandosi nelle montagne della Tatra, – continua il Cardinale – a circa 6 ore di distanza dalla Cechia, ha organizzato la prima Mariapoli; la veste ufficiale era una vacanza e, per evitare i controlli della polizia, si facevano lunghe camminate, poi ci si fermava e lei ci raccontava … La vita che ci presentava era genuina, vera; ognuno dei presenti restava colpito dalla sua semplicità tutta mariana. Il suo amore conquistava perché era naturale e soprannaturale insieme”.
“Natalia non ha lasciato una sua storia scritta, così com’era sempre protesa ad amare e a donarsi ad ogni prossimo – conclude l’autrice –. Ho cercato quindi di ricostruirla… insostituibile il contributo delle prime e dei primi focolarini che, insieme a lei, hanno vissuto con Chiara Lubich gli albori del Movimento. Ho potuto attingere, anche ad alcuni pensieri spirituali di Natalia, molto preziosi, scritti di suo pugno spesso su foglietti volanti o trasmessi a voce a chi lavorava con lei, raccolti poi dai testimoni oculari e ricostruiti con fedeltà” . (Matilde Cocchiaro, “Natalia: la prima compagna di Chiara Lubich”, Città Nuova Editrice, Roma, 2013. Collana Città Nuova Per). Per informazioni: 06.96522200 (Città Nuova Editrice). Email: info@focolare.org (altro…)
6 Nov 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Lo spettacolo è comunicativo, diretto, pieno di gioia, energia, si vedono delle persone felici e che hanno un vero rapporto di amore reciproco tra loro”. “Una performance fresca, spontanea, con notevole qualità di voci e di strumenti. C’è un ritmo e una dinamica che fa tenere il fiato sospeso”. “Lo spettacolo mi ha trasformato senza neanche rendermene conto. Sono arrivato alla fine diverso”. Sono alcune impressioni degli spettatori lasciate a caldo al termine del concerto “di collaudo” dell’ultima nata tra le attività del complesso musicale Gen Verde. START NOW – questo il suo nome – ha spiccato il volo l’11 ottobre scorso, quando, alla presenza di 300 delegati dei Focolari di tutto il mondo, nel “Teatro Stabile del Gen Verde” nella cittadella di Loppiano, la band è salita sul palco insieme a 67 giovani, anche loro provenienti da varie nazioni. Durante la preparazione del concerto con 3 giorni di workshop di canto, danza, teatro e musica, i partecipanti al progetto sono stati incoraggiati a sviluppare i propri talenti ed a scoprirne di nuovi. In un processo creativo in cui il rispetto e la trasparenza sono la norma, le artiste del Gen Verde ed i partecipanti ai workshop hanno lavorato fianco a fianco come componenti di una stessa squadra, concludendo il programma con il concerto caratterizzato da pop-up performance. “Gli obiettivi educativi del progetto – spiegano le artiste del gruppo – sono la promozione delle arti come catalizzatrici dell’educazione alla pace, la valorizzazione delle diversità culturali, del dialogo interculturale, dei diritti e della dignità della persona, di relazioni interpersonali che incentivino lo sviluppo umano”. Il raggiungimento di tali obiettivi si realizza attraverso dei workshop artistici multidisciplinari, appunto. “È questa una metodologia pedagogica basata su un approccio esperienziale in cui i partecipanti ai workshop condividono una crescita di gruppo lavorando non solo come allievi, ma anche come co-protagonisti sul palco accanto noi”, affermano le artiste. Prima credevo che servisse essere egocentrici per recitare – commenta uno dei giovani coinvolti –. Ora ho capito che stare sul palco non è pensare a me, ma all’altro”. “Mentre eravamo sul palco – aggiunge una ragazza – sentivo che non c’era differenza tra noi ed il Gen Verde”. L’iniziativa vuole offrire la possibilità di scoprire l’arte come linguaggio universale, che trascende ogni tipo di barriera, condividendo competenze che possono essere applicate nella vita di tutti i giorni, oltre che nel campo artistico. START NOW è pensato per scuole, università, convegni e gruppi di giovani, capace di adattarsi a seconda dei target di età e di esperienza artistica dei partecipanti. (altro…)
2 Nov 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
Cantare la speranza ed il desiderio vivo nelle nuove generazioni di rimboccarsi le maniche per costruire il futuro, senza scendere a compromessi con i propri ideali di vita: è il pentagramma di MariTè, giovane cantante soul e afro-pop, chitarrista autodidatta italiana di genitori congolesi, vincitrice per la sezione musicale dell’edizione 2013 del premio La Bella e La Voce, assegnato a Saint Vincent. In un’intervista per Africa News risponde ad alcune domande: MariTè, puoi dirci qualcosa della tua musica? Il trio di cui faccio parte predilige un misto tra soul e musiche africane, direi Afro-Soul. Ora mi sto avvicinando al Gospel, infatti dirigo un coro di 30 elementi vocali, ed ho ripreso una mia vecchia passione il Rhythm and blues, ma sempre con influenze africane. C’è qualcosa che ispira particolarmente la tua arte? Traggo ispirazioni da tutto ciò che mi circonda. Sono una cantautrice e i miei testi esprimono, infatti, cose che vivo. Ma traggo ispirazione anche dalla vita quotidiana: un fatto di cronaca che magari mi ha colpito in modo particolare, l’incontro con una persona, ecc. Quali sono gli ostacoli che incontri più spesso nella tua carriera da musicista? Essendo donna non è sempre facile. Si può avere la possibilità di poter fare lavori importanti, di grande visibilità, ma in cambio di qualcosa. Rifiutare per seguire quelli che sono i miei valori è una grande sfida. A volte fa male, ma credo che possa essere anche un punto di forza: dimostrare che è possibile cantare, suonare e ballare, senza scendere a compromomessi.
Qual è il tuo messaggio ai giovani della seconda generazione, cioè nati in Italia da genitori immigrati? Credo profondamente che le seconde generazioni siano dei ponti tra il loro paese d’origine e quello di nascita. È importante formarsi, studiare, per poter diventare un valido contributo ai nostri paesi d’origine e, allo stesso tempo, aiutare il paese di nascita ad aprirsi sempre di più alle seconde generazioni, che sono parte integrante, viva e pulsante del paese. Quando penso a me ed al fatto che faccio parte anch’io delle seconde generazioni, sono molto fiera. Amo i miei due paesi, e sono felice ed onorata di poter essere porta bandiera delle due culture. E ne aggiungiamo un’altra: Vivere la spiritualità dell’unità influisce sul tuo modo di concepire l’arte e di esprimerla? Conosco Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari da quando ero bambina. Quando avevo 20 anni ho partecipato ad un congresso per gli artisti a Castel Gandolfo che per me è stato illuminante. Ho scritto a Chiara per ringraziarla, perché sentivo di aver capito la mia “missione”. La musica, la mia voce, sono un dono che Dio mi ha dato e che voglio mettere a disposizione per portare messaggi di unità. Io canto forte alla speranza che sembra, oggi, nascosta dalla superficialità. I giovani non dobbiamo e non possiamo abbatterci; siamo noi che creiamo il nostro futuro. E per farlo migliore dobbiamo rimboccarci le maniche. Guarda il video http://www.youtube.com/watch?v=ooCiwDvV2ss (altro…)