Movimento dei Focolari
Congo. Un medico di fronte alla sfida dell’AIDS

Congo. Un medico di fronte alla sfida dell’AIDS

«Sono medico, specialista in malattie infettive, e sono in contatto con i pazienti sieropositivi e malati di AIDS da circa 30 anni. Sono il referente per questa patologia nell’ospedale dove lavoro a Kinshasa (Congo). Cerco di partecipare alla trasformazione della società nella quale vivo. Creare una società nella quale l’uomo sia al centro dei membri della comunità è stato così uno degli obiettivi della mia vita. Ho deciso di fare il medico per mettermi al servizio dei miei fratelli. Mi sono trovato, così, ad affrontare una grande sfida: condizioni di lavoro sempre più degradanti e stipendi insignificanti, che non aiutavano i medici ad acquisire una coscienza professionale e all’onestà. Per sopravvivere, bisognava lavorare in organismi internazionali o in cliniche private. Molti miei colleghi sono emigrati in Europa e negli Stati Uniti. Anch’io sono stato tentato ad emigrare ma, dopo aver riflettuto con mia moglie, abbiamo deciso di restare nel Paese accettando la situazione: malati poveri, condizioni difficili di lavoro, mancanza di materiale e a volte tentativi di corruzione. All’inizio temevamo di essere contagiati dal virus per le scarse condizioni igieniche; e le strutture sanitarie carenti non ci davano alcuna garanzia. In quel periodo il nostro Paese era in piena crisi socio-economica e politica. Non ricevevamo più aiuti dalla cooperazione internazionale. Poi è scoppiata la guerra con il carico di drammi che ogni conflitto porta con sé. Avevamo grandi difficoltà a curare i malati di AIDS, ma abbiamo continuato ed è stata davvero l’occasione di vivere concretamente l’amore. La nostra azione si è focalizzata su alcune attività dirette alla cura dell’AIDS e alla prevenzione. Per la cura dei malati, con l’aiuto dell’ associazione Azione per un Mondo Unito (AMU) è stato possibile costruire una struttura sanitaria completa di laboratorio di analisi. Inoltre, è stato avviato un programma di cura a base di farmaci specifici, finalmente disponibili anche in Africa e garantiti a tutti, anche ai più poveri. Tutto ciò è stato il frutto di recenti scelte da parte dell’ONU nelle strategie di lotta contro l’AIDS. Per la prevenzione, è stata avviata in maniera sistematica la formazione di educatori con il compito di intervenire sul piano psicologico, sociologico e morale presso i giovani e le famiglie, al fine di operare nella popolazione un cambiamento di comportamenti. Incentivando, anche, lo sviluppo di attività produttive per migliorare l’alimentazione di base. Il contenuto principale dei corsi consiste nel dare informazioni complete e corrette sulla trasmissione e prevenzione della malattia. Per questo si cerca di approfondire l’origine e gli effetti del virus sul sistema immunitario e i mezzi di prevenzione. Ciò che mi dà coraggio è lavorare insieme a medici del Movimento dei Focolari e ad altri che, come me, sentiamo di mettere il malato al primo posto».  (M.M. Congo) (altro…)

Congo. Un medico di fronte alla sfida dell’AIDS

Al via il master in medicina “La cura alla fine della vita”.

Download depliant


“La cura alla fine della vita. Clinica, Etica, Organizzazione, Continuità Assistenziale”. Sono aperte fino al giorno 8 novembre 2012 le iscrizioni al Master universitario di I livello in “La cura alla fine della vita. Clinica, Etica, Organizzazione, Continuità Assistenziale”. Il Master è istituito dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, per iniziativa della Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli” – Dipartimento di Geriatria Neuroscienze Ortopedia, in collaborazione con: – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – Gruppo di Studio “La cura nella fase terminale della vita” – Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum” – Associazione “Medicina Dialogo Comunione” – Associazione Chiara Lubich per la Pneumologia ONLUS” – Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio ONLUS Il Master tratterà in una prospettiva interdisciplinare la cura delle persone nella fase terminale della vita, al fine di preparare i professionisti che operano in questo ambito ad offrire le migliori risposte assistenziali ai morenti e alle loro famiglie. Saranno considerati gli aspetti clinici, di nursing, etici, psicologici, spirituali, culturali e religiosi riguardanti l’assistenza alla persona morente e il post mortem, finora spesso considerati separatamente sia dalla medicina che dal nursing. Sarà approfondita anche l’area organizzativo-assistenziale e legislativa. E’ prevista inoltre una formazione che si prenda cura degli stessi operatori coinvolti, degli aspetti emotivi e degli atteggiamenti connessi all’ambito assistenziale del fine vita. Il Master universitario di primo livello ha la durata di un anno accademico per complessivi 60 crediti, pari a 1500 ore. Destinatari • Laureati in Medicina e Chirurgia • Laureati in Psicologia, Sociologia, Teologia e ulteriori lauree ritenute equipollenti dalla commissione di selezione • Diplomati di laurea triennale abilitante all’esercizio di una delle professioni sanitarie o titolo equipollente secondo quanto disposto dall’art. 4 comma 1 della Legge 26 febbraio 1999 n. 42 e dall’art.1, comma 10 della Legge 8 gennaio 2002 n. 1. Il numero degli ammessi al Master universitario in “La cura alla fine della vita. Clinica, Etica, Organizzazione, Continuità Assistenziale” è fissato in un minimo di 20 e in un massimo di 40. La quota di partecipazione è di 2.500 €. Sono previste alcune borse di studio. Per l’ammissione al Master, i candidati dovranno presentare il curriculum vitae e studiorum e superare una prova consistente in un colloquio. La data della prova di ammissione al master è il 28 novembre 2012. Direttore del master: Prof. Roberto Bernabei Coordinatore didattico: Flavia Caretta Per ulteriori informazioni: Dr. Flavia Caretta Dipartimento per l’Assistenza Sanitaria di Geriatria Neuroscienze Ortopedia Università Cattolica del Sacro Cuore Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” Largo F. Vito, 1 – 00168 Roma tel 06/30154916 fax 06/3052469 email: flavia.caretta@rm.unicatt.it (altro…)

Congo. Un medico di fronte alla sfida dell’AIDS

Nuove vie per rispondere alle sfide poste oggi all’agire medico

E’ un volto del mondo della medicina che presenta molte novità quello emerso dai lavori del 1^ Congresso internazionale, svoltosi il 16 e 17 febbraio scorso al Policlinico Gemelli di Roma, in collegamento satellitare con 54 punti: dal Giappone alla Siberia, dalla Tanzania agli Stati Uniti. Al centro dei lavori, una tematica oggi ineludibile: “Comunicazione e relazionalità in medicina”. Sulle frontiere della cura dell’Aids, sono stati presentati un nuovo modello culturale in atto in alcuni Pesi dell’Africa, e i frutti della collaborazione tra nord e sud del mondo, come il progetto tra Università di Firenze e regione Toscana con l’ospedale di Fontem, nel cuore della foresta camerunese. Queste alcune tra le ‘buone pratiche’ che mostravano, con evidenza scientifica, l’efficacia della relazionalità. I profondi cambiamenti in atto nel mondo sanitario, non ultimo il rapporto medico-malato, sono stati affrontati nelle intense giornate di lavori: 46 i relatori da 17 Paesi con le più diverse competenze, iter formativi impegnati nei diversi campi della medicina. “Potremmo definire la relazione il paradigma della medicina del XXI secolo” – è stato affermato, come una sfida, un progetto operativo, fin dalle prime battute del Congresso. Di qui le nuove vie che si prospettano ora sul fronte formativo – come la proposta di nuove materie di studio nelle università e scuole di specializzazione – e su quello dello sviluppo dei modelli applicativi. Il Congresso ha così risposto al messaggio di Papa Benedetto XVI che, tra l’altro, invitava gli oltre 600 partecipanti a “scoprire nuove vie per una sempre maggiore autenticità delle relazioni nel mondo della medicina” e di Chiara Lubich che aveva augurato che il Congresso fosse “di stimolo e impegno rinnovato nel lavorare per costruire rapporti veri di fraternità, così che l’impegno culturale sia supportato da un’autentica esperienza di vita comunitaria”. Al Congresso non è mancato l’apporto di presenze istituzionali, dal Ministro italiano della Sanità Livia Turco, presente con un messaggio, al Presidente della Commissione Sanità e Igiene del Senato della Repubblica Italiana, Ignazio Marino, oltre a numerosi rappresentanti del mondo accademico. I messaggi sono pubblicati in  www.mdc-net.org (altro…)

Prospettive per l’agire medico a conclusione del Congresso Mcd

“Dalla ricchezza delle esperienze e delle realizzazioni che abbiamo presentato questi giorni emerge la necessità di trarre alcune linee per la definizione di modelli scientifici, che riescano a far coniugare il vissuto con le linee teoriche e – viceversa – a tradurre quanto deriva dalle elaborazioni culturali nella prassi medica”. “Siamo consapevoli di essere solo all’inizio di questo percorso nel quale ciascuno può e deve sentirsi interpellato. Perché quanto sviluppato fino ad ora trovi una sua continuità e possa dar origine ad ulteriori sviluppi, si propongono alcuni obiettivi: A. Ipotesi formative nei vari Paesi: – gruppo di studio internazionale per l’elaborazione di linee culturali sulle tematiche emerse dal congresso – seminari di approfondimento e confronto della prassi medica nelle specifiche discipline – corsi di formazione – elaborazioni di proposte per introdurre nei curricula universitari moduli formativi su comunicazione e relazionalità. B. Sviluppo di modelli applicativi quali: – progetti basati sull’interdipendenza (tra servizi, enti, istituzioni, sistemi sanitari) – protocolli di ricerca per la validazione dell’efficacia di una metodologia basata sulla “reciprocità” applicata nei diversi contesti professionali – sviluppo di “sinergie” tra associazioni, privati, enti che promuovono servizi per la valorizzazione della relazione in medicina. Tra i progetti, il primo che sarà realizzato nell’anno in corso è l’edizione di una raccolta di elaborati scritti da professori di varie discipline mediche, che hanno voluto offrire quasi un “distillato” della loro esperienza professionale alla luce della relazionalità. Da questi testi traspare quella che si potrebbe definire l’essenza dell’arte medica. Per dare rilievo adeguato a questo progetto, si è pensato ad una presentazione ufficiale del volume che raccoglierà questi contributi”.