Movimento dei Focolari
Un primo importante passo verso la pace

Un primo importante passo verso la pace

Margaret Karram
Immagine © Pixabay

Il nostro impegno per la pace

Il nostro impegno per la pace

Castel Gandolfo (Roma), 27 settembre 2025

A tutti gli appartenenti del Movimento dei Focolari nel mondo

Noi, dirigenti del Movimento dei Focolari, riuniti a Roma, in rappresentanza degli appartenenti al Movimento nei 140 Paesi in cui è presente, esprimiamo il nostro grande dolore per il continuo aggravarsi dei conflitti armati che stanno devastando il Medio Oriente e tante altre parti del mondo.

Manifestiamo la nostra convinta e concreta vicinanza alle persone, ai popoli che soffrono, condannando altresì ogni forma di violenza, ingiustizia, oppressione.

Consapevoli che la pace comincia dai nostri gesti quotidiani, vogliamo invitare tutti ad abbracciare e sottoscrivere con la propria vita i seguenti impegni:

•          essere “artigiani della pace”, disposti a superare ideologie e contrapposizioni;

•          promuovere e sostenere reti di solidarietà per fornire sostegno materiale, psicologico e spirituale alle vittime di tutte le guerre;

•          far sì che ogni nostra comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo e la comprensione reciproca, dove si pratica la giustizia e si costruisce il perdono;

•          favorire programmi educativi per infondere, soprattutto nelle nuove generazioni, la cultura di pace, l’inclusione e la non violenza;

•          incoraggiare ogni iniziativa locale e globale che genera l’incontro, il dialogo interreligioso e interculturale, fondamentali per la riconciliazione. 

Ci impegniamo affinché perdono, dialogo, fraternità non siano parole, ma diventino vie reali che aprono il futuro e impediscono alla violenza di avere l’ultima parola.

Salga da ogni angolo della terra una preghiera incessante e fiduciosa al Dio della pace, perché illumini i cuori di chi può agire per fermare ogni conflitto.

Scarica il PDF con la Dichiarazione e la Preghiera per la pace nel mondo

Fratellanza

Fratellanza

Vieni fratello esule, abbracciamoci. Dovunque tu sia, comunque ti chiami, qualsiasi cosa tu faccia, mi sei fratello. Che importa a me se la natura e le convenzioni sociali s’impegnano a staccarti da me, con nomi, specificazioni, restrizioni, leggi?

Il cuore non si frena, la volontà non soffre limiti, e con uno sforzo d’amore possiamo valicare tutte queste spartizioni e riunirci in famiglia.

Non mi riconosci? La natura ti depose altrove, altrimenti fatto, dentro altri confini, sei forse tedesco, rumeno, cinese, indiano… Sei forse giallo, olivastro, nero, bronzeo, cupreo… ma che importa.

Sei d’una patria diversa ma che vale? Quando questo piccolo globo tuttora incandescente si consolidò, nessuno poteva immaginare che per quelle escrescenze fortuite degli esseri si sarebbero ammazzati a lungo.

E anche oggi, di fronte ai nostri ordinamenti politici, ti pare che la natura ci chieda il permesso mai nell’esprimersi attraverso i vulcani, i terremoti, le alluvioni? E ti pare che si preoccupi delle nostre disparità, apparenze e gerarchie?

Fratello ignoto, ama la tua terra, il tuo frammento della comune scorza che ci regge, ma non odiare la mia. Sotto tutti gli orpelli, sotto le classificazioni sociali per quanto codificati, tu sei l’anima che Dio creò sorella alla mia, a quella d’ogni altro (unico è il Padre), e sei come ogni altro un uomo che soffre e forse fai soffrire, che hai bisogno più che facoltà, che oscilli, ti stanchi, hai fame, hai sete, hai sonno, come me, come tutti.

Sei un povero pellegrino inseguente un miraggio. Ti credi centro dell’universo, e non sei che atomo di questa umanità che si muove affannosamente tra dolori più che tra gioie, da millenni verso millenni.

Sei un nonnulla fratello, dunque uniamo le nostre forze anziché cercare lo scontro. Non inorgoglire, non separarti, non accentuare i marchi di differenziazione escogitati dall’uomo.

Non frignavi nascendo come me? Non gemerai morendo come me? L’anima tornerà, qualunque sia l’involucro terreno, nuda, eguale. Tu vieni. Da oltre tutti i mari, climi, tutte le leggi, da oltre qualsiasi scompartimento sociale, politico, intellettuale, da oltre tutti i limiti (l’uomo non sa che circoscrivere, suddividere, isolare) tu vieni, fratello.

In te riconosco il Signore. Lìberati, e sin d’ora fratelli che siamo, abbracciamoci.

Igino Giordani
in: Rivolta cattolica, Città Nuova, 1997 (ed. Piero Gobetti, Torino, 1925)

A cura di Elena Merli

Foto: © CM – CSC Audiovisivi