La fraternità come antidoto al Male

Chiara Lubich – Imam W.D. Mohammed

Chiara Lubich – Imam W.D. Mohammed
«Come tutti i francesi, siamo sotto lo choc per gli avvenimenti della scorsa settimana, tragedia che ha portato circa 4 milioni di persone a manifestare domenica 11 gennaio 2015 – scrive Dominique Bonnet, direttore del gruppo editoriale francese Nouvelle Cité –». «In quanto casa editrice – continua – abbiamo sentito il dovere di reagire all’attentato e alle uccisioni dei vignettisti di Charlie Hebdo, ma cercando di offrire un messaggio positivo. Sottolineando cioè il “vivere insieme” che noi vogliamo costruire con tutti e tutte le religioni. Per questo abbiamo scelto di esprimerci attraverso una vignetta che non riprende lo slogan “Je suis Charlie” ma “Je suis avec Charlie” [sono con]. Infatti non condividiamo la linea editoriale di quel giornale. La nostra vignetta mostra in alto i 4 vignettisti uccisi. Rispettando la loro rivendicazione in quanto atei, ci è sembrato che la frase “Il ne vont quand même pas nous canoniser” [“Non vorranno mica farci santi?!”], potesse corrispondere loro. Gli slogan in fondo alla vignetta esprimono la nostra visione del “vivere insieme”». La vignetta è stata pubblicata il 10 gennaio sul sito di Nouvelle Cité, e rilanciata su Facebook e Twitter. La marcia di Parigi per la pace ha raccolto un’adesione impressionante, con ripercussione in tutto il mondo. «Le luci sulla “festa di essere insieme” si sono spente. Domani dovremo vivere insieme. Ma nelle varie interviste vengono date a questa espressione interpretazioni diverse. Questioni, queste, che in Francia, ci si pone seriamente. La laicità è la Religione che rimpiazza le religioni? La religiosità appartiene ormai ad un campo strettamente privato? Fin dove arriva la libertà d’espressione? A Parigi, sotto un sole invernale, per tre ore, migliaia di cuori si sono riscaldati parlandosi». I membri dei Focolari in Francia, e non solo, s’impegnano a restare fedeli al Time out per la pace, che si svolge in tutto il mondo ogni giorno alle ore 12 locali. E a raddoppiare le energie nel dialogo interreligioso, con azioni di ogni genere come quella di “Vivre ensemble a Cannes”, ormai alla sua quarta edizione. La città di Cannes è vincitrice del “Premio Chiara Lubich 2015 per la fraternità”. La consegna del premio in Campidoglio, a Roma, il 17 gennaio: a riceverlo una delegazione composta da 15 persone con rappresentanti del dialogo interreligioso. (altro…)
«Oggi, a seguito di un’evoluzione positiva della coscienza dell’umanità, la schiavitù, reato di lesa umanità, è stata formalmente abolita nel mondo. Il diritto di ogni persona a non essere tenuta in stato di schiavitù o servitù è stato riconosciuto nel diritto internazionale come norma inderogabile. Eppure, malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone – bambini, uomini e donne di ogni età – vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù» scrive papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio, festa della famiglia. E mentre scrive pensa a «tanti lavoratori e lavoratrici, anche minori, asserviti nei diversi settori». E pensa anche «alle condizioni di vita di molti migranti che, nel loro drammatico tragitto, soffrono la fame, vengono privati della libertà, spogliati dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente. Penso a quelli tra di loro che, giunti a destinazione dopo un viaggio durissimo e dominato dalla paura e dall’insicurezza, sono detenuti in condizioni a volte disumane». Mohamed viene dal Mali ed è passato attraverso un naufragio in mare e una vita di povertà e sofferenze. Oggi, ha tanta voglia di ringraziare. A raccontarlo è Flavia Cerino, avvocato, dalle pagine di Città Nuova. «Poco più che quindicenne, Mohamed decide di partire: un lungo viaggio nel deserto, la Libia (prigioni e sfruttamento) e poi finalmente l’Italia. Mare Nostrum lo salva dal naufragio ma appena è a terra scattano le manette: i compagni di viaggio lo indicano tra gli scafisti, ma lui davvero non c’entra. In effetti aveva distribuito qualcosa da mangiare e da bere sulla barca, ma se non lo avesse fatto gli scafisti, quelli veri, minacciavano di buttarlo in mezzo alle onde. Siccome è un ragazzo non va in una prigione vera e propria. L’attesa dell’udienza che dovrà confermare l’arresto è in uno spazio triste e angusto nel palazzo del Tribunale della grande città, ma molte persone si curano di lui: i poliziotti sono gentili e le assistenti sociali si interessano della sua vita, della salute, della famiglia. Da mesi nessuno lo considerava con tanta attenzione. Di solito riceveva ordini, non domande. E poi un poliziotto parla francese e lui può spiegare bene come sono andate le cose». L’udienza per la conferma dell’arresto si conclude bene: non andrà in prigione, ma in una comunità. «Non sarà libero, ma senza dubbio è meglio del carcere. Il posto è bello, in una piccola città assolata ancora più a sud. Mohamed si fa apprezzare e amare: disponibile ai lavoretti domestici, pronto ad imparare parole nuove di italiano, ama il calcio ma anche il silenzio e la solitudine. A distanza di molti mesi arriva il momento di presentarsi dinanzi al Tribunale: significa ritornare sul passato, sulle cose brutte vissute e da dimenticare. Nonostante il tempo i ricordi sono tutti lì, anche quelli belli. Così finita l’udienza ha una sola richiesta: tornare all’ultimo piano, in quelle stanzette anguste, per dire solo “grazie” a quel poliziotto che parla il francese e a quelle signore tanto gentili: non le dimenticherà mai. Purtroppo nessuno di quelli che lui ha conosciuto è in servizio. Ma quel “grazie” sarà riferito dai colleghi, evento più unico che raro». «Sappiamo che Dio chiederà a ciascuno di noi: “Che cosa hai fatto del tuo fratello?”» – conclude papa Francesco. «La globalizzazione dell’indifferenza, che oggi pesa sulle vite di tante sorelle e di tanti fratelli, chiede a tutti noi di farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità, che possa ridare loro la speranza e far loro riprendere con coraggio il cammino attraverso i problemi del nostro tempo e le prospettive nuove che esso porta con sé e che Dio pone nelle nostre mani». (altro…)
http://vimeo.com/114433105 (altro…)
http://vimeo.com/114433297 (altro…)