Movimento dei Focolari
L’incontro dei responsabili dei Focolari si apre con il messaggio di Papa Francesco

L’incontro dei responsabili dei Focolari si apre con il messaggio di Papa Francesco

Insieme alla gioia di ritrovarsi in presenza dopo la pandemia, arriva l’inatteso e affettuoso saluto di Papa Francesco ai responsabili del Movimento dei Focolari nel mondo riuniti dal 10 al 23 settembre.   “Grazie tante per tante belle notizie. Sono vicino a Lei e a tutti voi. Prego per voi, per favore fatelo per me”. Con queste parole, il Papa risponde a Margaret Karram, presidente dei Focolari, che ha voluto aprire così le giornate d’incontro dei Responsabili dei Focolari nel mondo insieme al Consiglio Generale del Movimento.  La Presidente ha raccontato ai 104 presenti che negli ultimi giorni aveva sentito la spinta di scrivere a Papa Francesco, per ringraziarlo della costante vicinanza a lei e al Movimento e con la speranza di dargli gioia. Nella sua lettera al Santo Padre del 6 settembre scorso, tra l’altro, scriveva: “É trascorso un anno e sette mesi dal momento della mia elezione come Presidente e Le confido che è stato un periodo impegnativo con molte sfide da affrontare e decisioni da prendere. Ho compreso sempre meglio il suo accenno alle ‘potature’ necessarie alla crescita e, rinnovando la mia scelta ad abbracciare in esse Gesù crocifisso e abbandonato, ho colto che si approfondiva l’umiltà, aumentava la speranza e avvertivo ancor più fortemente l’unità con Lei, Santità, insieme alla certezza che Dio è all’opera. Allo stesso tempo, ho assistito al fiorire di tanti frutti, passi spirituali individuali e comunitari, attenzione agli ultimi, tante azioni concrete in favore di chi più soffre”. E concludeva assicurando al Papa le preghiere dei membri del Movimento. Grande è stata la sorpresa quando il giorno seguente ha ricevuto questa risposta scritta dal Papa di suo pugno:

7.9.22

Sig. ra Margaret Karram Cara sorella, grazie tante per la sua lettera di ieri. Grazie tante per tante belle notizie. Sono vicino a Lei e a tutti voi. Prego per voi, per favore fatelo per me. Che il Signore la benedica e la Madonna la custodisca. Fraternamente,

Francesco

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Turchia: Profezia e unità per la cura del creato

Esponenti della Chiesa cattolica e ortodossa si sono radunati per un convegno sul tema dell’ecologia integrale, su ispirazione degli insegnamenti di Papa Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. Istanbul, Turchia: rappresentanti della Chiesa cattolica e ortodossa, insieme ad altri membri della società civile, si sono riuniti dal’8 all’11 giugno 2022 per l’Halki Summit, un convegno incentrato sul tema dell’ecologia integrale. Giunto ormai alla sua quinta edizione, l’evento è stato organizzato dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli in collaborazione, per la prima volta, con l’Istituto Universitario Sophia. Quattro giorni in cui accademici, teologi e dirigenti, accanto a studenti e attivisti, si sono confrontati, cercando nuove soluzioni per mettere in atto un cambiamento green nei loro ambiti di influenza. L’ispirazione è nata dalla visione profetica di Papa Francesco, nell’enciclica Laudato Si, e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, noto anche come “Patriarca Verde” proprio per la sua sensibilità al tema ecologico. Quali sono stati i frutti di questo Summit?

Laura Salerno

Per saperne di più, guarda il video integrale: https://www.youtube.com/watch?v=IVDXDzIX5mM (altro…)

Il Papa e l’atto di consacrazione al Cuore Immacolato a Maria

Papa Francesco il 25 marzo consacrerà Russia ed Ucraina al Cuore immacolato di Maria. Questa supplica si inserisce nella corale preghiera che nel mondo si leva per la pace e accompagna la grande rete di solidarietà a cui anche i membri del Movimento dei Focolari aderiscono. Il 25 marzo, nella solennità dell’Annunciazione del Signore, intorno le ore 18.30 (ora di Roma) Papa Francesco dalla Basilica di san Pietro in Vaticano consacrerà l’umanità intera, e in particolare Russia e Ucraina, al cuore immacolato di Maria. Secondo la tradizione cattolica, con questo atto si affida alla Madre, e per sua intercessione a Dio, ogni persona della terra, in particolare oggi quanti soffrono a causa della guerra. La Chiesa – scrive il Papa ai vescovi di tutto il mondo in cui li invita a partecipare – “è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto”. Perché la guerra è una sconfitta per tutti. Con la guerra tutto si perde. Quindi, prosegue il Papa, “accogliendo anche numerose richieste del Popolo di Dio, desidero affidare in modo speciale alla Madonna le Nazioni in conflitto”. Questo atto “vuole essere un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace”. Il Movimento dei Focolari, presente in oltre 180 Paesi, quindi anche in molti luoghi nei quali sono ancora in atto conflitti e guerre, aderisce all’appello del Papa. La presidente dei Focolari Margaret Karram, qualche giorno fa ad Assisi, insieme al Consiglio Generale del Movimento, riunito nella “città della pace” per alcuni giorni di ritiro, invocò la preghiera per la pace universale: “Ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’ tra Russia e Ucraina. Domandiamo la grazia che termini ogni conflitto in atto, in particolare quelli più dimenticati”. Fin dal 1991 – gli anni della guerra del Golfo – le comunità dei Focolari si uniscono nella preghiera comune per la pace attraverso il Time out quotidiano alle ore 12 di ogni fuso orario. Cristiani di diverse Chiese, fedeli di varie religioni si fermano per un minuto di silenzio o di preghiera per chiedere la pace e rimettere a fuoco l’impegno personale a costruirla laddove sono. Venerdì 25 marzo nello stesso momento in cui il Papa compirà l’atto di Consacrazione, in Portogallo il Car. Konrad Krajewski, inviato del Papa a Fatima, farà lo stesso atto per implorare insieme la Pace.

Lorenzo Russo

Qui il link per la diretta di preghiera dalle ore 17 Qui l’atto di consacrazione al Cuore immacolato di Maria in varie lingue. (altro…)

Camminare insieme: il percorso sinodale in Terra Santa

Il Sinodo 2021-2023 indetto da Papa Francesco è l’occasione per rimettersi in ascolto e in dialogo con l’altro, l’opportunità di ritrovare la vera identità della Chiesa, “universale”, fin dal principio. Il percorso coinvolge tutte le diocesi del mondo, anche la Terra Santa. “Mentre ci accingiamo ad iniziare questo cammino, siamo più consapevoli che mai che noi, tutti insieme, come discepoli di Cristo in questa Terra, che è la Sua casa, siamo chiamati ad essere suoi testimoni. Ricordiamo che il suo più grande desiderio è quello che noi siamo uno (cfr. Gv 17).” È quanto si legge nella lettera del 26 gennaio 2022 inviata dagli ordinari cattolici ai capi delle Chiese cristiane in Terra Santa riguardo al Sinodo 2021-2023 indetto da Papa Francesco dal titolo “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione”. Con il desiderio esplicito di informare e coinvolgere i fratelli delle altre comunità ecclesiali locali in merito all’articolato percorso sinodale avviato anche in Terra Santa, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, che firma il testo, sottolinea l’importanza dell’ascolto reciproco per crescere insieme in questo cammino di comunione. Uno sguardo alla missionarietà di una Chiesa “universale”, in particolare quella di Gerusalemme, di cui il patriarca aveva parlato il 9 novembre 2021, durante un incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità presenti in Terra Santa a seguito dell’apertura del cammino sinodale: “La nostra Chiesa, la Chiesa di Gerusalemme è nata al Cenacolo, a Pentecoste, ed è nata, già allora, come Chiesa universale e locale allo stesso tempo. (…) soprattutto in questi ultimi anni, si è arricchita di tanti carismi in più. Per questo motivo la vostra presenza qui non è soltanto un dono, un segno della Provvidenza (…), ma fa parte di un desiderio di Dio (…)”. I rappresentanti delle varie realtà presenti, hanno potuto in quella occasione ascoltarsi, dare testimonianza della propria esperienza e, con il prezioso aiuto del patriarca, capire meglio come affrontare il Sinodo a livello locale. Mons. Pizzaballa, nel rispondere a varie domande, condivide il suo pensiero sulla sinodalità che “è uno stile – dice- un modo di stare nella vita, nella Chiesa, ma anche fuori dalla Chiesa. È un atteggiamento. E l’ascolto, il dialogo sono espressione di questo (…)”. È necessario, dunque, che i vari movimenti e le varie realtà lavorino in “cross -platform”, andando al cuore dell’esperienza di “comunione” della Chiesa universale, esperienza che, più di altre sembra davvero difficile vivere in Terra Santa. “Per comunione io intendo la coscienza di appartenenza- continua- di un dono ricevuto, di una gratuità, di una vita inserita dentro l’altro (…).Tutto questo scaturisce dall’esperienza dell’incontro con Gesù. (…) dopo aver incontrato il Signore e aver fatto esperienza della salvezza tu capisci che questa esperienza diventa completa, profonda, quando viene condivisa in una comunità (…)”. Un desiderio profondo che si rinnova nelle parole di questa lettera inviata dagli ordinari cattolici ai capi delle varie Chiese cristiane in Terra Santa ed apre gli orizzonti, sottolineando anche la volontà di crescere nella fraternità e arricchirsi della saggezza altrui. La possibilità di ‘stare insieme’: questo è l’auspicio del cammino sinodale, un momento che ha il sapore di un pasto condiviso, di un dolore che si abbraccia in gruppo, di una gioia che non può aspettare di essere raccontata; è l’incedere dei discepoli di Emmaus che, benché delusi e tristi, camminano insieme e, nella comunione, si sostengono, finché il Risorto non si accosta a loro. L’occasione da non perdere, quella per riconoscerlo in mezzo a noi.

Maria Grazia Berretta

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La sinodalità dell’America Latina

La sinodalità dell’America Latina

Un’ esperienza inedita quella della Chiesa in America Latina per la realizzazione dell’Assemblea Ecclesiale: il camminare insieme di tutto il Popolo di Dio in un processo che ha avuto un suo punto forte alla fine di novembre scorso, ma che continua adesso per attuare gli orientamenti pastorali prioritari emersi. “Abbiamo vissuto una vera esperienza di sinodalità, nell’ascolto mutuo e nel discernimento comunitario di quanto lo Spirito vuol dire alla sua Chiesa. Abbiamo camminato insieme riconoscendo la nostra poliedrica diversità, ma sopratutto quello che ci unisce e, nel dialogo, il nostro cuore di discepoli ha guardato la realtà che vive il continente, nei suoi dolori e speranze”. Così si sono espressi i 885 membri dell’Assemblea Ecclesiale Latinoamericana e dei Caraibi, svoltasi dal 21 al 28 novembre in modo virtuale e presenziale in Messico con rappresentanti di tutti i Paesi del continente americano. “Papa Francesco – dice Susana Nuin, focolarina uruguaiana, coordinatrice del Cebitepal, l’organo della Consiglio Episcopale dell’America Latina e dei Caraibi (CELAM) che si dedica alla formazione – il 24 gennaio 2021 ha aperto il processo di questa prima assemblea ecclesiale, con l’indicazione che partecipi tutto il Santo popolo di Dio, cioè cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche, prendendo dentro tutte le generazioni e tutte le culture”. Un cammino che ha visto coinvolte tutte le diocesi, le parrocchie, le comunità ed i movimenti in un tempo di “ascolto”. Sono arrivate 70.000 risposte collettive o individuali che comporranno un libro. Da questo materiale sono sorte le grandi linee su cui si è lavorato nei diversi gruppi. “Secondo me – continua la Nuin – quello dei gruppi è stato uno spazio molto interessante, per l’impegno e l’interesse dei partecipanti. Si lavorava per 3 ore di continuo, con molta libertà di espressione, con desiderio di cambiamento”. “Per me è stata un’esperienza di sinodalità vera e propria. – interviene Sandra Ferreira Ribeiro, focolarina brasiliana, corresponsabile del Centro “Uno” la segreteria per il dialogo tra cristiani di diverse Chiese dei Focolari – Ogni giorno, nei lavori di gruppo c’era una diversa domanda alla quale rispondere in base alla tematica che si era affrontata nella prima parte della giornata. Nel nostro gruppo eravamo 14 persone di diversi Paesi, vocazioni ed età, tutti collegati via zoom. In un primo momento si ascoltava il pensiero di ciascuno, in seguito si cercava di dare una priorità a ciò che era emerso, facendo una sintesi”. Un lavoro intenso e fecondo, intervallato da brevi pause, che a volte venivano perfino tralasciate per continuare il dialogo e così far arrivare sempre all’equipe di coordinamento qualche riflessione personale. I mezzi telematici hanno permesso una maggiore partecipazione malgrado questo abbia rappresentato un limite per la conoscenza reciproca, quella che si crea spontaneamente nei “corridoi”, negli intervalli e che, anch’essa, fa parte della sinodalità. I momenti di preghiera, molto ben curati specialmente dalle religiose e i religiosi, hanno espresso i diversi contributi culturali con simboli ed espressioni musicali sempre fondati sulla Parola. Come in ogni cammino sinodale c’è stato anche spazio per il dissenso, per lo scambio di diversi punti di vista a volte divergenti, ma che non ha mai portato a scontri o rotture. Appositamente non si è voluto realizzare un documento finale, perché ancora c’è ancora molto da mettere in pratica nel documento di Aparecida (2007). Inoltre questa Assemblea è solo un passo del cammino intrapreso che deve continuare e continuerà. La scelta è stata quella di lanciare un messaggio a tutto il Popolo di Dio dell’ America Latina e dei Caraibi, contenente le sfide e gli orientamenti pastorali prioritari, che vanno da un nuovo slancio come Chiesa in uscita al protagonismo dei giovani e delle donne; dalla promozione della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, alla formazione in sinodalità. Sfide che includono l’ascolto e l’accompagnamento dei poveri, esclusi e scartati, con la finalità di riscoprire il valore dei popoli originari, l’inculturazione e l’interculturalità; priorità alla messa in pratica dei sogni di “Querida Amazonia”[1] per la difesa della vita, la terra e le culture originarie e afrodiscendenti. Non ultimo, dare accuratamente attenzione alle vittime degli abusi avvenuti in contesto ecclesiale e lavorare per la prevenzione. Tra gli invitati, presenti il Cardinale Marc Ouelet, prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, il cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, rappresentanti delle conferenze episcopali regionali, che hanno seguito i lavori con molto interesse. “È stato un momento privilegiato in cui poter incontrare la Chiesa dell’America Latina. – conclude Sandra – Nel mio gruppo c’erano vescovi, sacerdoti, religiosi, laici. Ho ritrovato quella Chiesa proprio nei suoi membri, nelle persone che esprimevano le proprie ansie e preoccupazioni. È stato emozionante vedere la Chiesa latinoamericana viva, dinamica e il suo desiderio di portare la fraternità, il Regno di Dio; la voglia di portare davvero Gesù a tutti”.

Carlos Mana

Per scaricare il messaggio finale: https://www.cec.org.co/sites/default/files/MENSAJE%20FINAL-Asamblea-Eclesial.pdf [1]“Querida Amazonia” é una esortazione apostolica postsinodale del 2020 di Papa Francesco in risposta al Sinodo dei Vescovi della regione Panamazónica tenutosi a Roma nel ottobre del 2019. (altro…)