Ott 19, 2010 | Focolari nel Mondo

Congresso medicina
“Con innocenza e con purezza custodirò la mia vita e la mia arte” – Roma, Policlinico Gemelli – Aula Vito 3 ottobre (15.00 – 19.00) e 24 ottobre (09.00 – 13.00) Official web site: http://www.mdc-youthcongress.org/mdc-youthcongress/Home.html Linee di programma Sabato 23 ottobre 15,00 – 15,30 Apertura lavori Prof. Paolo Magistrelli, Preside della facoltà di Medicina dell’ Università Cattolica Mons. Sergio Lanza, Assistente generale dell’Università Cattolica 15,30 – 17,00 I sessione – La formazione alle professioni sanitarie: com’è, come la vorremmo – Le attese dello studente – Maria Alessandra Mazziotti – La sfida per il formatore: essere maestro e modello – Flavia Caretta – La sfida per lo studente: far propria la professionalità – Michele Trevisan – Esperienze personali 17,30 – 19,00 II sessione – Etica della ricerca: luci ed ombre Tavola rotonda: giovani ed esperti si confrontano sul tema dell’etica della ricerca, con particolare riferimento alla ricerca farmaceutica. Nel corso della tavola rotonda verranno presentati anche i risultati di un’intervista realizzata nel corso del 2010 a medici, ricercatori e informatori farmaceutici. – Ricerca scientifica: far west o laboratorio di progresso sociale? – M. Paola Barbaro e Gianluca Conversa – La genesi del farmaco: il punto di vista del farmacologo – Libero Berrino – La genesi del farmaco: il punto di vista dell’informatore farmaceutico – Angelo Pisano – Mercato del farmaco e diritti umani – Claudio Santi – Il medico e la malattia rara: luci e ombre – Orazio Gabrielli Domenica 24 Ottobre 9,00 – 10,30 III sessione – La relazionalità nelle attività sanitarie: valore aggiunto o requisito essenziale? – Le criticità emergenti delle relazioni interpersonali in medicina – Spartaco Mencaroni – Cultura della relazionalità: quali effetti clinici? – Teodoro Marotta – La relazione, tra comunicazione e metacomunicazione. Uno strumento fondamentale nel rapporto con il paziente – Mauro Foschini – Un’esperienza personale – Angela Vigolo – La reciprocità e l’interdipendenza: prerequisiti per l’efficacia operativa dell’equipe assistenziale. Un modello applicativo: Fontem, Cameroun – Eugenio Ferri 11,00 – 12,30 IV sessione – Etica professionale ovvero etica della responsabilità Tavola rotonda: giovani ed esperti si confrontano sul tema dell’etica nella pratica quotidiana, a partire da alcuni documenti di Istituzioni mediche internazionali – Dal giuramento di Ippocrate alla Carta della professionalità medica – Rosanna Mancari – Riflessi dell’etica sullo sviluppo professionale – Massimo Petrini – Le norme: guida nella pratica quotidiana o limite ad una professionalità coraggiosa? – Marco Venturino – Esperienze personali 12,30-13,00 Conclusioni Relatori invitati in qualità di esperti: Libero Berrino – Dipartimento di Medicina Sperimentale, Facoltà di Medicina e Chirurgia – Seconda Università di Napoli, Napoli Flavia Caretta – Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche – Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma Eugenio Ferri – Dirigente Medico, Unità Operativa Chirurgia Generale, Ospedale di Fiorenzuola d’Arda (PC) Mauro Foschini – Centro di Salute Mentale di Guastalla (RE) Orazio Gabrielli – Clinica Pediatrica, Università Politecnica delle Marche, Ancona Teodoro Marotta – Unità Operativa Assistenza Sanitaria di Base e Specialistica, ASL Napoli 1 e Salerno 1, Napoli Massimo Petrini – Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum”, Roma Angelo Pisano – già Informatore Scientifico del Farmaco – Merck, Sharp and Dome, Milano Claudio Santi – Dipartimento di Chimica e Tecnologia del farmaco, Università di Perugia Marco Venturino – Divisione di Anestesia e Rianimazione, Istituto Europeo di Oncologia, Milano Comitato scientifico (studenti e giovani professionisti) Maria Paola Barbaro – Medico, specializzanda in Endocrinologia e Malattie del Ricambio, Università di Bari Gianluca Conversa – Medico, specializzando in Anestesia e Rianimazione, Università di Foggia Georgia Gionchetta – Studentessa di Ostetricia – Università degli Studi dell’Insubria (VA) Rosanna Mancari – Ginecologia Oncologica Medica – Istituto Europeo di Oncologia, Milano Giuseppe Marzulli – Biologo, dottorando di ricerca in Morfobiologia Applicata e Citometabolismo dei Farmaci (Cattedra di Immunologia), IRCSS De Bellis, Castellana Grotte (BA) Maria Alessandra Mazziotti – Studentessa, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma Spartaco Mencaroni – Direzione Medica di Presidio, ASL 1, Massa Carrara Michele Trevisan – Studente, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza, Roma (altro…)
Set 25, 2010 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Audio mp3 – Discorso Maria Voce nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
“Ritornando dal viaggio in Gran Bretagna con il Santo Padre, seduto accanto a lui in aereo abbiamo parlato di Chiara Luce Badano e mi ha detto che questa nostra Beata è un esempio da valorizzare per i giovani”. E’ Il card. Bertone, segretario di Stato della Santa Sede, a fare questa confidenza durante l’omelia ai giovani che colmano la grande Basilica romana, alla presenza di 3 cardinali, 15 vescovi, e 200 sacerdoti concelebranti. Il cardinale ha ricordato la consegna di Chiara Luce ai giovani: “Io non posso più correre, ma vorrei passare la fiaccola, come alle Olimpiadi”. “La vostra partecipazione – ha aggiunto – è il segno che avete accolto questa consegna”. Ed ha richiamato l’invito di Giovanni Paolo II nella Giornata mondiale della Gioventù dell’agosto ’89: “Giovani, non abbiate paura di essere santi! Volate ad alta quota”.Il segretario di Stato nella sua omelia ha ripercorso i tratti salienti della vita di Chiara Luce. Una fede ferma e costante nell’amore di Dio che si riflette nell’amore verso il prossimo; una vita gioiosa, piena di interessi e di sane amicizie; una precoce maturità cristiana dimostrata nel suo saper affrontare in maniera eroica e consapevole la malattia e la morte. Parla dei fattori che hanno contribuito alla sua formazione. La famiglia, prima di tutto che “ha svolto perfettamente il suo compito educativo”, così come la comunità ecclesiale e l’ambiente sociale di Sassello. “Nella storia e nella formazione di Chiara Badano, – ha aggiunto – il Movimento dei Focolari ha svolto un ruolo essenziale”. Infatti, all’età di nove anni aveva conosciuto il movimento, dove “ha fatto una progressiva e forte esperienza comunitaria di vita cristiana”, e “ha imparato ad approfondire il suo rapporto personale con Dio”, fino a vivere l’ultima straordinaria tappa della sua vita che ha dato compimento alla sua scalata verso la santità.Chiara Badano, conclude il segretario di Stato, è stata ed è un esempio che dà concretezza alle parole del recente messaggio del Papa ai giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Madrid: “Spesso la Croce ci fa paura, perché sembra essere la negazione della vita. In realtà, è il contrario! Essa è il “sì” di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna”.Maria Voce, presidente dei Focolari, nel suo,ricorda con profonda commozione che la Basilica di San Paolo, era stata anche testimone dell’ultimo saluto a Chiara Lubich, il 18 marzo 2008. “Queste due celebrazioni – ha aggiunto – si fondono in una sola. Da questa Basilica la testimonianza che Chiara Luce ci ha dato viene rilanciata a tutti. Ora tocca a noi”. Parole simboleggiate dall’immagine dei giovani che, a conclusione della celebrazione, hanno preso in consegna una fiaccola, per continuare la corsa con Chiara Luce.Ancora, il card. Bertone consegna a sorpresa ai genitori di Chiara Luce una benedizione speciale di Papa Benedetto per il loro prossimo 50° anniversario di matrimonio. La Basilica esplode in uno spontaneo applauso che da solo dice il grazie ai due coniugi la cui testimonianza è un esempio per tutti.ringraziamento finaleLe parole di Papa Benedetto XVI all’Angelus (vedi riquadro), vengono accolte dai giovani collegati dalla Basilica con gioia e commozione“Cari amici, solo l’Amore con la “A” maiuscola dona la vera felicità! Lo dimostra anche un’altra testimone, una giovane, che ieri è stata proclamata Beata qui a Roma. Parlo di Chiara Badano, una ragazza italiana nata nel 1971, che una malattia ha condotto alla morte a poco meno di 19 anni, ma che è stata per tutti un raggio di luce, come dice il suo soprannome: “Chiara Luce”. La sua parrocchia, la diocesi di Acqui Terme e il Movimento dei Focolari, a cui apparteneva, oggi sono in festa – ed è una festa per tutti i giovani, che possono trovare in lei un esempio di coerenza cristiana. Le sue ultime parole, di piena adesione alla volontà di Dio, sono state: “Mamma, ciao. Sii felice perché io lo sono”. Rendiamo lode a Dio, perché il suo amore è più forte del male e della morte; e ringraziamo la Vergine Maria che conduce i giovani, anche attraverso le difficoltà e le sofferenze, ad innamorarsi di Gesù e a scoprire la bellezza della vita.”
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Set 14, 2010 | Focolari nel Mondo
Mentre ci avviamo all’aeroporto mi rendo conto di essere felice e libero. Sveglio! Un gesto di carità non è paragonabile alla chiacchierata confidenziale che nasce con il mio prossimo. L’attenzione all’altro è più efficace di una tazza di caffè. Madre Teresa mi aveva ricordato di amare il prossimo come me stesso. È come se avesse riacceso e resa attuale una frase del Vangelo. Nell’alba piovosa mi sembra che quelli che mettono in pratica le parole di Gesù, i santi, sono i catarifrangenti che mi indicano come arrivare alla meta. T.M. (dal blog di Città Nuova online)
Ago 17, 2010 | Chiesa, Famiglie, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
La vita di Chiara Badano, prossima beata in settembre, è stata un “sì” a Gesù fino alla malattia e alla morte. Vi presentiamo in due puntate l’intervista ai genitori, Maria Teresa e Ruggero Badano, su quei diciotto anni meravigliosi vissuti assieme. (… continua dalla prima parte)
Prima della sua malattia ha vissuto qualche momento difficile durante la sua adolescenza? Maria Teresa Badano: «Direi di sì. Quando è iniziato il ginnasio è stato un momento di disorientamento per Chiara. Innanzitutto perché ci eravamo trasferiti da Sassello a Savona. Mi ripeteva spesso: “Ma mamma ci sono tanti ragazzi che viaggiano sulla corriera: perché noi dobbiamo andare ad abitare a Savona?”. A questo si è aggiunto l’incomprensione con un insegnante. Un pochino con tutta la classe si comportava così, ma con Chiara in un modo un po’ più pesante. Lei cercava di studiare, ce la metteva tutta, non con l’obiettivo di essere la prima della classe ma per poter dire davanti a Dio: faccio tutta la mia parte. Ecco questo è stato veramente il suo primo grande dolore». Come si è accorta Chiara della malattia che stava arrivando e come l’ha vissuta? Maria Teresa Badano: «A 17 anni, mentre stava giocando a tennis. L’ho vista tornare a casa con un viso un po’ pallido. “Ho accusato un dolore così forte alla spalla − mi ha detto −, che mi è caduta la racchetta”. Un medico di Sassello, cugino di Ruggero, ci ha suggerito allora di portarla al Santa Corona. Qui le hanno fatto i raggi e ci ha rassicurano che si tratta di una slogatura, guaribile in una ventina di giorni con un bendaggio. Ma il dolore di Chiara continuava ed ha iniziato le infiltrazioni alla spalla, ma senza nessun miglioramento. Non andava più in palestra, e quando poteva fare una passeggiata con le sue amiche, preferiva “buttarsi” sempre sul divano. Durante le vacanze di Natale ha deciso di telefonare lei stessa al medico per chiedere degli accertamenti ulteriori. Il giorno seguente era già in ospedale e si dedicava alle persone che aveva attorno. C’era in particolare una ragazza, nell’altra camera, che era lì per disintossicarsi dalla droga. Chiara le lavava i capelli e le faceva tanta compagnia. Vedendola più affaticata, le abbiamo chiesto di limitarsi, ma lei ci ha zittiti con un secco: “Avrò tempo per riposarmi”. Con la TAC siamo venuti a conoscenza di quello che aveva: un osteosarcoma. In quel momento mi son sentita morire. Stringendoci forte con Ruggero ci siamo detti: “Solo Gesù può aiutarci a dire il nostro sì” e abbiamo chiesto con forza alla Madonna di “tenere Chiara per mano in questo nuovo cammino”.
«In breve ci siamo trasferiti a Rovegliasco, vicino Torino, perché Chiara doveva iniziare la chemioterapia. Quel giorno non potevo accompagnarla perché avevo la flebite e un medico mi aveva proibito di fare qualsiasi movimento. Dopo due ore interminabili Ruggero e Chiara sono tornati. Lei camminava davanti, lentamente, immersa nel suo cappottone verde. Era cupa in volto e guardava a terra. Le ho chiesto come fosse andata e lei, senza neppure guardarmi in volto, mi ha risposto: “Ora non parlare”, e si è butta sul lettino con gli occhi chiusi. Quel silenzio era terribile, ma dovevo rispettarlo. La guardavo e vedevo dall’espressione del suo volto tutta la lotta che stava combattendo dentro di sé per dire il suo sì a Gesù. Sono trascorsi 25 minuti così. Ad un certo punto si è voltata verso di me, col sorriso di sempre, dicendo: “Ora puoi parlare”. In quel momento, dentro di me, mi son chiesta quante volte avrebbe dovuto ripetere il suo sì nel dolore. Ma Chiara ci aveva impiegato, come ho detto prima, 25 minuti e da allora non si è più voltata indietro». Maria Teresa Badano: «Si avvicinava il suo diciottesimo compleanno. Telefonò lei stessa al professor Madon chiedendogli di interrompere la chemioterapia perché ormai non sortiva più alcun effetto. Da quel momento ha iniziato la corsa verso il suo sposo, Gesù, e ci dava anche delle consegne, come quella di preparare la sua “festa di nozze”. Era una cosa bella perché lei era gioiosa, una vera meraviglia». L’ultimo saluto di Chiara prima di partire per il Cielo? Maria Teresa Badano: «Le ultime parole di Chiara quando ci ha salutato, ma non il suo ultimo atto d’amore che è stato il dono delle cornee a due giovani, è stato: “Mamma, ciao, eh? Sii felice, perché io lo sono”». (altro…)
Giu 23, 2010 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Sostenibilità ambientale e questione energetica». Di questo si è parlato al convegno di EcoOne, riflessione culturale nata dal carisma del Movimento dei Focolari nel mondo dell’ecologia. L’incontro si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo dal 14 al 16 maggio e vi hanno partecipato una cinquantina di ecologi e professionisti provenienti da Brasile, Cile, Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Austria e Italia, dando vita ad un serrato dialogo. Il tema è stato trattato da esperti nei vari ambiti legati al problema dell’energia: dall’ingegneria alla fisica, dalla politica alla sociologia. Professori universitari, manager industriali nonchè studiosi ed esperti del settore hanno parlato di energia in natura, fonti rinnovabili, energia nucleare, cambiamenti climatici, partecipazione politica e solidarietà sociale insita nella questione energetica.
Una parte del programma è stata dedicata ad esaminare – a dieci anni dal primo Convegno, organizzato da Sergio Rondinara, ora professore all’Istituto Universitario Sophia – il percorso di EcoOne e gli elementi culturali che l’hanno caratterizzato. “Se il rapporto tra persona e natura è stato nel passato armonioso”, ha detto Luca Fiorani, ricercatore dell’Enea e coordinatore di EcoOne, introducendo i lavori. “Oggi è sfociato nella crisi ambientale, che rimanda ad una crisi più profonda, antropologica ed etica. Di fronte a questa situazione, il programma di ricerca di EcoOne consiste nell’individuare un rapporto persona-natura rinnovato, che passi attraverso il recupero del significato delle relazioni che legano ciascuno di noi alla natura. Questa operazione ci coinvolge sul piano del pensiero, nella sfera religiosa e nella riscoperta delle tradizioni pre-industriali”. Facendo quindi il “punto” sul percorso intrapreso, ha continuato: “siamo stati affiancati da professionisti in campo ambientale, professori universitari e ricercatori di enti pubblici di ricerca. Questo dialogo culturale aperto e arricchente non è un elemento decorativo ma costituisce l’essenza stessa di EcoOne. Possiamo concludere che, in questi anni, si è formato nel Movimento dei Focolari un piccolo corpo di ecologi con un pensiero definito e in dialogo con professionisti del campo”. EcoOne ha quindi elaborato fino ad oggi un “pensiero ecologico” fondato su alcuni elementi chiave: la custodia per cui la persona è custode della creazione; la responsabilità e la coscienza ambientale e cioè la consapevolezza che danneggiare la natura significa minacciare la vita, stimola la coscienza morale sulla questione ambientale. La necessità di stabilire un nuovo rapporto persona-natura, superando estremismi antropocentristi o fisiocentristi. E infine il concetto di sostenibilità come nuovo paradigma di sviluppo, e cioè la consapevolezza che occorrono radicali cambiamenti strutturali e comportamentali affinché lo sviluppo possa essere sostenibile. “L’uomo non è il centro del cosmo: lo è Dio” – scriveva Chiara Lubich al convegno di EcoOne del 2005, indicando in “Dio Amore” il paradigma dell’agire ecologico dell’uomo. Parole, le sue, che rappresentano oggi una vera Magna Charta di EcoOne. “Non azzardiamoci – continuava Chiara – ad andare contro Dio! Troveremmo la Morte. Se invece il fine dell’uomo non sarà l’interesse economico, l’egoismo, ma l’amore per gli altri uomini e per la natura, con il suo contributo la Terra si trasfigurerà fino a divenire un paradiso terrestre”. (altro…)