4 Ott 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
La strage più grande avvenuta sulle coste italiane: oltre 500 i profughi a bordo di un “barcone della morte”, di cui solo 155 tratti in salvo. Espressioni di dolore ed indignazione si alzano dal Papa e dagli esponenti delle massime istituzioni italiane.
«La strage a Lampedusa interpella il mondo e coinvolge tutti noi”, afferma Maria Voce nel suo messaggio di cordoglio. “Il sentimento espresso da papa Francesco davanti all’orrore della strage – continua la presidente – (…) raccoglie anche il sentire profondo del Movimento dei Focolari». Una tale immane tragedia «esige una profonda presa di coscienza sulle cause profonde delle immigrazioni e sulle ingiustizie sociali, politiche ed economiche che ne stanno alla base. La politica nazionale, europea e internazionale deve assicurare a tutti gli uomini che vivono sul pianeta la possibilità di una vita sicura e dignitosa in nome della comune umanità, che oltrepassa ogni frontiera e va al di là degli stessi ordinamenti giuridici quando essi ledono i diritti fondamentali delle persone». Simili stragi, conclude «spingono ancora di più singoli e gruppi a costruire capillarmente una cultura dell’accoglienza che apra gli occhi sulle quotidiane necessità degli altri». Questo l’impegno che si assumono gli aderenti dei Focolari e in particolare quanti già lavorano nei centri di accoglienza e di assistenza in molte città del Paese, come avviene nella provincia di Trento già da alcuni anni.
Inizia con un corso di italiano la storia di Cristina, Elena e Maria Norena, volontarie del Movimento dei Focolari, che si sentono chiamate in causa in prima persona dalla crescente presenza di fratelli in difficoltà. “Siamo nel maggio 2011– racconta Elena –, gli sbarchi si erano susseguiti a ritmo incalzante, facendo approdare circa 25.000 persone provenienti dalla Libia in guerra. Nella nostra provincia di Trento sono arrivati 200 profughi, quasi tutti giovani uomini, musulmani, tra i 18 e i 30 anni” . “Ho vissuto anch’io, colombiana, la mancanza di rapporti e di vita sociale – prosegue Maria Norena –. Questi ragazzi raccontavano della loro solitudine e soffrivano perché non conoscevano l’italiano. Subito le altre persone del nostro gruppo mi hanno sostenuta ed abbiamo iniziato insieme quest’avventura”. L’esperienza si allarga a macchia d’olio ed anche le istituzioni cominciano a sentirsi coinvolte. “Ci interessava concretamente assicurare un futuro a questi giovani – afferma Cristina –, così insieme a tutti coloro che offrivano la propria disponibilità abbiamo cominciato ad intervenire sui giornali locali, soprattutto sul giornale diocesano messo a nostra disposizione per dar voce a chi non ha voce. Anche il Vescovo ha sollecitato la comunità cristiana trentina ad occuparsi di questi ragazzi, nostri fratelli”. Nel frattempo l’amministrazione provinciale decide di prolungare il progetto, garantendo a ciascun profugo due anni di assistenza e sostentamento a partire dal suo arrivo. Alla fine dei due anni, però, i giovani dovranno lasciare gli alloggi. “Con l’intento di garantire ai ragazzi una dimora stabile – ricorda Maria Norena – abbiamo coinvolto le realtà parrocchiali e le comunità locali del Movimento dei Focolari sia per la raccolta di fondi, sia soprattutto per la ricerca di lavoro e l’integrazione di questi giovani nella società”. “Attualmente abbiamo ottenuto casa per i 16 nostri amici che personalmente conosciamo – commenta Cristina –. Sperimentiamo l’aiuto della Provvidenza, che ci accompagna nelle piccole o grandi esigenze: ci sono arrivate 4 biciclette necessarie perché uno degli appartamenti è lontano dalla città e non raggiungibile con l’autobus, e anche una lavatrice che si era resa indispensabile”. Un ragazzo, ospite di uno degli alloggi gestiti dal gruppo di volontari, ci ha scritto: “Vi ringrazio per tutto quello che state facendo, per la fiducia che avete verso di me e l’onestà che credete io abbia. Vi voglio un mondo di bene”. (altro…)
2 Ott 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Giovani e adulti dei Focolari di Córdoba (Argentina), insieme ad un gruppo della parrocchia di , s’impegnano da circa 4 anni nella Pastorale Rom con la locale comunità. “L’inizio non è stato facile – racconta Teresa –. Dovevamo superare paure e pregiudizi per entrare nel settore abitato dai Rom. Successivamente, però, siamo andati a visitare le loro case, a conoscerli, imparare i loro nomi, organizzare feste di compleanno, andarli a trovare quando erano ammalati in ospedale o quando nasceva un bambino”. Questi semplici gesti hanno, pian piano, costruito rapporti di amicizia. “Abbiamo scoperto – continua Eduardo – che alla maggioranza dei Rom piace molto ascoltare la parola di Dio ma che, essendo in gran parte analfabeti, non potevano leggerla. Abbiamo, quindi, tradotto nella loro lingua alcune delle principali preghiere, come il Padre Nostro e l’Ave Maria. Un’altra sfida, sempre in quest’ambito, è stata quella di portare avanti il progetto di scolarizzazione per i bambini. In questo progetto lavorano insieme alcuni docenti ed il gruppo della pastorale Rom”. L’8 aprile è la festa internazionale del popolo Rom, una festa sconosciuta ai più, finché il gruppo parrocchiale non ha iniziato ad approfittare di questa giornata per dare loro visibilità con una Messa speciale per loro. “I nostri nuovi amici – continua Teresa – hanno un profondo senso della vita comunitaria, e così ogni anno vengono realizzati due ‘incontri ponte’ che diventano momenti importanti di comunione tra Rom e ‘Creoli’ (così veniamo chiamati da loro in Argentina)”. In questi incontri si crea un forte clima di fraternità, favorito da momenti artistici o di riflessione, organizzati spesso insieme ad altre istituzioni come il Centro di Circoscrizione o l’Istituto di Culture Originarie. “L’anno scorso – ricorda Eduardo –, bambini e giovani, sia Rom che creoli, hanno dipinto un murale con il disegno di un ponte, e la frase: Rom e creoli: in Gesù siamo fratelli”. Per continuare questo cammino con maggiore preparazione, diversi membri del gruppo hanno partecipato alla Scuola Sociale organizzata dai Focolari, presso la cittadella argentina “Mariapoli Lia”. Hanno anche organizzato un incontro con Lucas Cerviño, focolarino missiologo, per riflettere su cosa significhi dialogare partendo da spazi sapienziali e interculturali. Attualmente si sono contattate altre parrocchie che hanno nel loro territorio delle comunità Rom. Un gruppo pioneristico, nel panorama dell’impegno “pastorale” con i Rom in Argentina, che muove ancora i primi passi. (altro…)
27 Set 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
L’impegno comune per la pace. Ecco cosa ha fatto scattare immediata l’intesa tra la delegazione dei Giovani per un Mondo Unito (GMU) e il Nobel per la Pace 1987 Óscar Arias Sánchez, già presidente del Costa Rica. Arias si trovava a Roma per una conferenza della Comunità di Sant’Egidio sul Trattato internazionale sul commercio delle armi adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e per l’udienza con Papa Francesco. Obiettivo dell’incontro era trovare forme di collaborazione con la “Fondazione Arias per la pace e sviluppo umano”, giacché anche i GMU lavorano per la pace e la fraternità. I giovani presenti, di varie nazionalità, hanno quindi tracciato la storia di questo lavoro per la pace, partendo dalla consegna delle 350 mila firme raccolte durante la guerra fredda alle Ambasciate dell’USSR e Stati Uniti a Ginevra (novembre 1985), il lancio del Time-Out da Chiara Lubich (settembre 1990) durante la crisi del Golfo Persico, il premio Unesco per l’Educazione alla pace, ricevuto da Chiara Lubich (dicembre 1996), l’annuale appuntamento della Settimana Mondo Unito, il Genfest di Budapest del 2012, nel quale è stato lanciato lo United World Project (Progetto Mondo Unito) e il recente viaggio di Maria Voce ad Amman, in Giordania, per incontrare le comunità dei Focolari in Medio Oriente, con il successivo concerto per la pace tenuto dai GMU di paesi in conflitto. Il premio Nobel ha presentato ai giovani ciò che la “Fondazione Arias per la Pace e il Progresso tra gli uomini” ha realizzato dalla sua nascita in poi, le loro difficoltà attuali e i loro sogni. Per esempio, visto che già esistono molti musei della guerra, costruire un “Museo della Pace”. Inoltre Óscar Arias Sánchez ha proposto loro di collaborare con il progetto, recentemente approvato dall´ONU, “Arms Trade Treaty” (Trattato sul Commercio delle Armi) finalizzato all’arresto della commercializzazione di armi di piccolo calibro che, secondo lui, sono la causa del maggior numero di vittime a livello mondiale.
Sostenuto dalla sua esperienza di Presidente di una nazione che per costituzione non ha un esercito militare, ha affermato che la diminuzione della corsa agli armamenti permetterebbe a tanti Paesi di condividere risorse economiche da destinare alla soluzione di questioni sociali come: l’accesso all’educazione, ai servizi sanitari, alla salvaguardia dell’ambiente e, non ultimo, a risolvere il dramma della povertà nel mondo. Concludendo ha sottolineato la necessità che i giovani si impegnino nello studio per prepararsi a costruire un cultura di pace e fraternità, e questo perché: “in un mondo dove sembrano prevalere l’egoismo e l’avarizia – ha aggiunto – i giovani sono i primi ad essere chiamati ad innestare nuovi valori nella società, come la solidarietà, il soffrire insieme, la generosità e l’amore”. “Prima di salutarci, in un’atmosfera più che cordiale – racconta Olga del Costa Rica – ha voluto aderire personalmente al nostro progetto (UWP) firmando l’impegno a vivere la cultura della fraternità, unendosi così agli altri 62.000 firmatari di tutto il mondo che hanno fatto loro questo progetto”. Non succede tutti i giorni di potersi incontrare con una persona di questo livello – aggiunge Iggy, neozelandese: colto, saggio, pragmatico, ma soprattutto un uomo molto semplice. Con lui mi sono davvero sentito come in famiglia”. La conversazione si è protratta per un’ora nella quale si sono potuti condividere obiettivi ed iniziative. Prossimo importante appuntamento per i Giovani per un Mondo Unito è il forum dei giovani all’Unesco il prossimo ottobre. “Sarà una scuola – concludono i giovani, che parteciperanno a nome dei GMU, sezione giovanile di New Umanity – per raccontare il nostro ideale di fraternità”. (altro…)
21 Set 2013 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Desidero incontrarvi a Cagliari!”. Sono rivolte in particolare ai giovani queste parole pronunciate da papa Francesco lo scorso 15 maggio in Piazza San Pietro, ma tutte le componenti sociali del popolo sardo si stanno preparando da tempo a stringersi attorno al Vescovo di Roma. “Oggi la nostra terra ha particolarmente bisogno di speranza”, affermano i vescovi della Sardegna in una lettera inviata ai fedeli l’8 settembre, “e papa Francesco viene a ripeterci: “non lasciatevi rubare la speranza” (Omelia del 24-3-13).
Ricordando le crescenti difficoltà che su fronti sempre più numerosi si trova a vivere questo popolo coraggioso, i vescovi ringraziano il Papa che, con il suo pellegrinaggio “ci prende per mano e ci guida ai piedi di Maria, perché tutti possiamo sempre riscoprirla come modello di vita cristiana e Madre della Speranza”. Scrivono dalla Sardegna: “I giovani in particolare lo attendono con grande entusiasmo e speranza. Questi ultimi mesi sono stati caratterizzati da momenti profondi di riflessione, confronto, lavoro di gruppo. Un percorso fatto di tappe, che ha evidenziato l’importanza del servizio, del dono verso l’altro, del rispondere ad una chiamata”. Mettere in particolare evidenza ragioni ed esperienze che permettano di alimentare la speranza è dunque uno dei cardini del programma: così, ad esempio, a nome degli imprenditori dell’isola, viene presentata al Papa la vicenda della Cooperativa Primavera 83, azienda cagliaritana di servizi sociali che aderisce al progetto dell’Economia di Comunione, attenta alla solidarietà ed alla qualità del lavoro; in questi anni, in controtendenza, ha visto aumentare il fatturato.
La comunità dei Focolari è presente e attiva con esperienze di solidarietà e sostegno anche nel territorio minerario del Sulcis (Iglesias), permeato dal dolore a causa del dramma della disoccupazione. Esperienze e dialogo profondo si alternano a preghiera e riflessione e a momenti gioiosi di festa. È stata affidata al gruppo musicale internazionale Gen Rosso la preparazione e l’animazione dell’incontro del Papa con i giovani; nei giorni precedenti i 18 artisti del gruppo, provenienti da nove nazioni diverse, hanno proposto tre laboratori tematici: comunicazione, coreografia e canto. “Due giorni di workshop – scrivono – ai quali tanti giovani hanno aderito; un’esplosione di gioia e di festa che prepara al grande evento” per accogliere il Pontefice con la loro performance, artisti e giovani insieme, ed arricchire il programma con canti, coreografie e brani musicali.
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19 Set 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Rifugiati afgani mentre lasciano il proprio Paese
Gaffar, afghano, ha dovuto chiedere asilo in Olanda con i suoi. La vita nel campo profughi non è facile, con una camera per tutta la famiglia, e quindi i ragazzi tutti fuori a giocare, ad annoiarsi e a molestare gli altri. Gaffar cerca di inventarsi qualcosa ogni giorno per tenerli occupati in modo positivo. E per tenere allenata la sua mente (faceva il giornalista) si mette a tradurre un libro. Un giorno Frank, un amico, gli porta una macchina da scrivere. A Gaffar sembra di toccare il cielo con un dito. Ora può battere a macchina la sua traduzione. Il vicino di stanza, vedendola, esclama: “Come mi piacerebbe averne una anch’io! “. E Gaffar, di rimando: “Prendila, è tua”. Più tardi arriva da lui Peter con un computer ancora efficiente dal suo ufficio, dove li hanno cambiati tutti. La sera arriva il direttore del campo profughi, anche lui con un computer per Gaffar: “Visto che ti occupi tanto dei ragazzi, ho pensato che ti può servire per preparare i programmi per loro “. Quel mese la Parola di Vita, che si cercava di vivere quel mese, era: “Date e vi sarà dato“. fonte: Città Nuova online (altro…)