Ago 23, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Circa un centinaio di persone appartenenti a varie comunità ebraiche dell’Argentina e al Movimento dei focolari si sono incontrate, il 21 agosto, per celebrare la XV Giornata della Pace, come ogni anno in questo mese, presso la cittadella argentina dei Focolari, sita a 250 km da Buenos Aires, immersa nella Pampa. L’iniziativa ha l’obiettivo di rinforzare l’impegno reciproco nel campo del dialogo ebraico-cristiano in questo Paese. Ogni anno si condividono riflessioni e, sopratutto, esperienze, oltre a ritrovarsi – un momento atteso da tutti – attorno all’ulivo piantato nella cittadella 15 anni or sono, proveniente da Israele. Quest’albero è diventato il simbolo del rapporto di amicizia e di impegno nella costruzione della pace, insieme, ebrei e cristiani. È stato altresì ricordata, durante un breve riassunto del cammino percorso in questi anni, la spinta che rappresentò per tutti l’intervento di Chiara Lubich nel 1998, presso la sede di Buenos Aires dell’Istituzione internazionale ebraica B’nai B’rith, in occasione della quale Chiara sottolineò i punti in comune esistenti tra la spiritualità dei Focolari e la tradizione ebraica.
In contemporanea, circa 180 giovani hanno partecipato a tre tavole rotonde sulla tolleranza, la pace e la libertà, comunicando successivamente a tutti i partecipanti le conclusioni e gli impegni presi. Sono arrivati tanti messaggi di adesione per l’occasione, tra questi quello di incoraggiamento e di plauso per l’iniziativa dell’arcivescovo di Buenos Aires, cardinale Jorge Mario Bergoglio, il quale ha messo in risalto il lavoro dei Focolari nel dialogo interreligioso in tutto il mondo. Questa edizione della Giornata della Pace é stata caratterizzata dall’internazionalità, per la presenza dei partecipanti al IV simposio ebreo-cristiano, in programma dal 22 al 25 agosto, sempre presso la cittadella dei Focolari. Erano, infatti, presenti partecipanti provenienti da Israele, Svizzera, Italia, Stati Uniti, Messico, Perù, Uruguay, oltre a quelli arrivati da diverse città argentine. A cura della redazione di Ciudad Nueva argentina (altro…)
Ago 11, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“E ‘un onore per noi – dicono i promotori del Simposio – che l’Argentina ed in particolare la cittadella Lia Brunet (250 km da Buenos Aires), punto di incontro annuale per ebrei e cristiani, siano state scelte per organizzare il simposio”. Quest’anno il simposio sarà preceduto da una serie di attività che inizieranno con la “Giornata per la Pace” che si terrà il 21 agosto, sempre nella cittadella del Movimento dei Focolari. Queste giornate si realizzano dal 1997 con crescente partecipazione da parte dei membri delle comunità ebraiche e cristiane dell’Argentina e dell’Uruguay. Ogni anno si presenta un tema che viene sviluppato da ebrei e cristiani, con spazi di riflessione, testimonianze, dialogo e ricreazione. Queste giornate sono un’espressione dei legami stabiliti dal Movimento dei Focolari con i membri della comunità ebraica in Argentina.
La seconda attività, rivolta ai ragazzi, si svolgerà parallelamente alla “Giornata per la Pace” con il titolo “Ho conosciuto persone che vogliono un mondo unito … viene a conoscerle anche tu.” La proposta è organizzata dai movimenti Ragazzi e Giovani per un Mondo Unito, del Movimento dei Focolari, e dal Centro Anna Frank dell’Argentina. Adolescenti e giovani di entrambe le istituzioni negli ultimi mesi sono stati attivamente coinvolti nella costruzione di questa giornata. Sarà un programma molto dinamico, caratterizzato da laboratori, giochi, dibattiti, momenti di interscambio e mostre. Obiettivo: Promuovere l’integrazione nel rispetto culturale, sociale, politico e religioso dell’altro, con tutto ciò che questo implica, ed affrontare varie problematiche giovanili, come violenza, discriminazione ed esclusione. Questa attività si rivolge ad adolescenti e giovani provenienti dall’Argentina e da altri paesi, tra cui Cile, Uruguay, Messico, Stati Uniti, Italia e da Gerusalemme. Questa serie di eventi culminerà nel IV Simposio Internazionale del Dialogo Ebraico-Cristiano, dal 22 al 25 agosto,patrocinato dal Ministero per il Culto dell’Argentina. Sono previsti interventi di studiosi ebrei e cristiani di tutto il mondo che approfondiranno l’argomento scelto per questa edizione: “Identità e Dialogo: un’esperienza che continua”. La chiusura è prevista nel Ministero degli Esteri argentino. (altro…)
Lug 13, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Verso il nuovo incontro tra le religioni ad Assisi. Appuntamento con le sorprese dello Spirito.

Simposio interreligioso in Thailandia – 2010
Innanzitutto vorrei esprimere la mia, la nostra gioia e gratitudine a Papa Benedetto XVI per aver indetto il nuovo grande incontro nella città di san Francesco. È la gioia che nasce davanti a un’ispirazione che imprimerà di certo una nuova accelerazione e profondità nel vivere le proprie convinzioni religiose a servizio della pace. Urgente proprio oggi, quando, per assurdo, si diffonde la paura della religione, per sua natura fonte vitale di pace, imputandole la causa prima di molti conflitti, tensioni, fobie, intolleranze e persecuzioni a sfondo religioso che pullulano nel mondo. In questo tempo di grandi rivolgimenti, «le mura entro cui vivevano le varie civiltà con le loro culture si stanno sgretolando», come osserva il filosofo Giuseppe Zanghì. Ma nello stesso tempo «una città-mondo senza mura si profila di fatto all’orizzonte, carica di speranza». È la visione prospettata da Chiara Lubich a Londra nel 2004, davanti a una folta platea dove erano presenti rappresentanti di numerose religioni. In risposta all’interrogativo di quale futuro attende la società multiculturale, multietnica e multireligiosa del nostro tempo, di fronte ai rischi di scontro di civiltà. (…) Già negli anni Settanta, Chiara (…), parlando ai giovani a un congresso internazionale, aveva chiesto di «non chiudere gli occhi di fronte a questo travaglio dell’umanità ma di entrare coscientemente nella gestazione del mondo nuovo». «Siete qui — aveva aggiunto — per formarvi con una “mentalità mondo”, per divenire “uomo-mondo”». 
Chiara Lubich con un gruppo di monaci buddisti
(…) In questi venticinque anni la via aperta dal beato Giovanni Paolo II, in attuazione dell’insegnamento conciliare, ha fatto senza dubbio un grande cammino grazie all’azione dello Spirito Santo che intreccia mirabilmente parole d’insegnamento e gesti profetici dei Papi con la vita di molti testimoni, antichi e nuovi carismi, ordini monastici e nuovi movimenti ecclesiali, da Lui suscitati nella Chiesa cattolica e in altre Chiese e comunità ecclesiali. È Lui che guida la storia nello snodarsi di questo grande disegno di unità, nonostante le molte ombre che gravano sul nostro pianeta. Ne siamo testimoni. Anche per il nostro Movimento, quasi a sorpresa, si è aperta la pagina inesplorata del dialogo interreligioso. Chiara Lubich ha colto un segno dello Spirito Santo nell’interesse manifestato per la sua esperienza spirituale da parte di rappresentanti di diverse religioni presenti alla Guildhall di Londra nel 1979, quando le è stato conferito il premio Templeton per il progresso della religione. Da quel momento innumerevoli sviluppi sono avvenuti in più di 30 anni. (…) Quando Chiara nel 1972 aveva invitato i giovani a entrare da protagonisti nella gestazione del mondo nuovo, aveva consegnato loro quella che definiva «una potentissima arma d’amore», «il modello capace di ricomporre l’unità del mondo»: Gesù crocefisso che giunge a gridare l’abbandono del Padre. «A voi riviverlo per dare un avvio indispensabile e decisivo alla svolta che l’umanità sta affrontando».
È Lui, il Signore crocifisso e risorto, la chiave che apre il dialogo anche nelle situazioni più difficili. (…) Inaspettata è stata la richiesta a Chiara di parlarne di fronte a grandi assemblee di buddisti a Tokyo, di monaci e monache buddiste in Thailandia, di musulmani ad Harlem, alle popolazioni animiste in Camerun. Oggi il dialogo tra le religioni non può limitarsi ai leader, a studiosi e specialisti. Deve diventare un dialogo di popolo, un dialogo della vita, che si rivela sempre più indispensabile per la pacifica convivenza nelle nostre città e Paesi (…). È la testimonianza quotidiana che apre le strade: (…) dovunque conosciamo cristiani e musulmani che testimoniano che si può passare dalla paura dell’altro alla scoperta dell’altro, e si può incidere sulla fraterna convivenza nelle città. (…) Seguiamo e preghiamo fin d’ora per il grande appuntamento ad Assisi nel prossimo ottobre. In attesa delle nuove sorprese che ci riserverà lo Spirito Santo. Maria Voce, Presidente del Movimento dei focolari Leggi l’articolo completo
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Giu 2, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
È il 22 maggio. La cittadella messicana di “El Diamante”, nei pressi di Acatzingo, a 150 km da Città del Messico, ospita un atteso appuntamento che vede riuniti amici ebrei e cristiani, segno di un dialogo vivo, tra persone che vogliono riscoprire le comuni radici. I “nostri fratelli maggiori”, aveva detto Giovanni Paolo II in un’espressione rimasta celebre. E “Che cosa potrà avvenire” – aveva detto Chiara Lubich – “quando sempre più approfondiremo la relazione fraterna fra noi, ebrei e cristiani, che abbiamo in comune il patrimonio inestimabile della Bibbia, in quello che noi chiamiamo l’Antico Testamento?”. Su queste basi ancora oggi continua e si sviluppa sempre più l’amicizia e il dialogo fra ebrei e cristiani, nel Movimento dei focolari. La giornata di Acatzingo ne è un esempio. Dopo una breve presentazione, centrata sulla scoperta di Dio Amore, base della nostra fraternità, e con tratti della storia dei Focolari e del dialogo con il mondo ebraico, Liviu Bleier, il nuovo presidente della B’nai B’rith Mexico, ha sottolineato che “la religione migliore è quella che più ci avvicina a Dio”, esprimendo la sua stima e la gioia di quest’occasione di scambio.
Il gruppo, composto da 23 amici ebrei di Città del Messico, e dagli amici della cittadella, ha visitato i laboratori e la scuola, collegata alla Mariapoli, in un ambiente rurale, con l’obiettivo di formare persone capaci di amare e perdonare, e di vivere una cultura “del dare”. Gli abitanti della cittadella, giovani, adulti e bambini, hanno presentato una carrellata di testimonianze di vita cristiana nel quotidiano, molto apprezzate dagli ospiti. La cerimonia attorno all’albero d’ulivo – simbolo di pace, e segno comune fra cristiani ed ebrei – infine, è stata un momento importante per sottolineare la dimensione di fraternità fra tutti: “Grazie per come ci avete ricevuti – ha affermato uno dei presenti – per lo spirito di fraternità, come se ci conoscessimo da tanto tempo: mi fa capire che dobbiamo essere umili e al servizio, per cambiare noi stessi ed il mondo”. Prossimo appuntamento dal 21 al 24 agosto a Buenos Aires, per un nuovo simposio ebraico-cristiano, dopo quello che si è svolto lo scorso anno a Gerusalemme. (altro…)
Apr 7, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La Fordham University, istituzione accademica di primissimo piano fondata e gestita dai gesuiti, ha due campus entrambi a New York. Quello principale si trova nel Bronx mentre quello di Manhattan, costruito all’inizio degli anni ’60 in pieno boom economico, accoglie la Fordham School of Law. E’ più piccolo, ma si trova nel cuore di una delle zone magiche della Grande Mela: il Lincoln Centre, con la New York Philarmonic, il Ballet Accademy. Anche Broadway non è distante, solo alcuni blocchi. Cultura ed arte fanno parte di questo angolo della Grande Mela.
Proprio alla Fordham, il 5 aprile si è svolta una giornata di riflessione accademica su La Spiritualità dell’unità: un dono per i nostri tempi. Si sono alternati studiosi di diverse discipline: teologi, studiosi di religioni, esperti di morale, ma i protagonisti sono stati, soprattutto, un gruppo di giuristi di vari settori: avvocati, giudici e professori di giurisprudenza di questa ed altre università. Quello che ha dato valore alle loro presentazioni non è stata solo la preparazione accademica di primissimo piano, ma la comunanza di valori e di prospettive che hanno dimostrato di avere nello scoprire la dimensione di comunione del diritto. Diritto e comunione è, infatti, il titolo del loro progetto, che, dopo anni di impegno, spesso contro corrente, a favore della persona e delle relazioni interpersonali, ha trovato un’espressione di primissimo piano nella realizzazione di questo simposio, in cui hanno presentato con colleghi di diverse università come la spiritualità di comunione possa costituire un paradigma di riferimento anche per coloro che lavorano nell’ambito giuridico. Si tratta di un gruppo con provenienze molto diverse: Russell Pearce, e Ian Weinstein, entrambi Professori di Diritto, sono ebrei, Amy Uelmen e Greg Louis, sono, invece, cattolici. Altri collaborano a distanza: Deborah Cantrell, per esempio, professoressa di Diritto all’Università del Colorado, è buddista, David Shaheed, giudice della Corte Suprema di Marion Contry a Indianapolis, è musulmano afro-americano.
La giornata è stata scandita da quattro tavole rotonde, che hanno toccato la spiritualità dell’unità, un’economia basata sulla comunione piuttosto che su semplici interessi egoistici, la questione etica e la realizzazione personale e la categoria di amore del prossimo in ambito giuridico. Ha concluso i lavori un intervento di Maria Voce, presidente dei Focolari, che ha risposto a domande dei presenti, esigenti ed impegnative, che hanno svariato dall’economia al campo giuridico, dal dialogo interreligioso ed interculturale alla teologia morale e al ruolo della donna nella Chiesa. La presidente non si è tirata indietro: ha tracciato suggerimenti precisi sulla ricerca di giustizia e verità nell’ambito giuridico, ha incoraggiato a lavorare per una collocazione di valori e categorie, che sembrano aliene ad ambiti, per così dire, umani, ma che ne costituiscono invece l’essenza imprescindibile. Si tratta di lavorare per trovare anche una collocazione a termini che, spesso, prestano il fianco a potenziali malintesi o a comprensioni parziali, come quello chiave di ‘fraternità’. Ha parlato della necessità di continuare il dialogo, dialogando: si tratta della vera metodologia per arrivare ad accettare le differenze e a superarle. Oltre ad aver sottolineato come è nella relazione che si costruisce la propria identità, non ha avuto timore di riflettere sulla attuale situazione della donna nella Chiesa e sulla necessità che, al di là dei ruoli dei sessi, sia la leadership dell’amore a prevalere. Soprattutto, Maria Voce ha incoraggiato tutti a continuare a testimoniare l’unità nella diversità. «So che non è facile – ha detto – chissà quanti momenti di scoraggiamento e di delusione avete provato, ma vi ringrazio perche la vita di questa vostra cellula all’interno della Fordham University ha permesso di trovare anche qui una strada verso la fratellanza universale.» Dall’inviato Roberto Catalano [nggallery id=26]
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