21 Dic 2014 | Non categorizzato
http://vimeo.com/114439048 La grave epidemia dell’Ebola si è diffusa in particolare in Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone, con gravi perdite tra la popolazione locale, come ampiamente diffuso dai mezzi di comunicazione. L’AMU, ong legata al Movimento dei Focolari, è impegnata nella lotta al virus in vari modi. Chiediamo a Stefano Comazzi, uno dei responsabili, di parlarcene. «In realtà la situazione sembra essere ben più drammatica di quanto generalmente viene comunicato, con l’epidemia tuttora fuori controllo. Tutto questo ha un impatto molto grave sulla vita di milioni di persone, a causa della restrizione dei viaggi, riduzione del commercio con la conseguente scarsezza dei generi alimentari, impedimenti allo studio ed alle attività lavorative… Senza parlare dei lutti nelle famiglie colpite, dove spesso vengono a mancare le forze per il sostentamento dei membri più deboli». L’epidemia in numeri? «Ad oggi – afferma Stefano –, un conteggio preciso non risulta possibile perché molti casi sfuggono alle statistiche, ed anche perché l’epidemia è arrivata dalle zone rurali fino alle grandi città, dove l’alta densità della popolazione e la miseria delle condizioni di vita, favoriscono in grande misura la diffusione del contagio». Dramma nel dramma. Come si sa, «tra i primi a pagare in prima persona ci sono proprio gli operatori sanitari che, nel prodigarsi per contenere l’infezione, ne sono stati a loro volta colpiti, spesso con esiti letali, impoverendo quindi le strutture sanitarie, che già prima erano molto limitate nelle loro risorse; ed oggi spesso si trovano incapaci di affrontare questa calamità. Inoltre, anche la povertà dei mezzi e la mancanza di adeguati equipaggiamenti e materiale sanitario, hanno portato alla decisione di chiudere molte strutture sanitarie che, anziché essere una barriera alla diffusione dell’epidemia, ne erano diventati paradossalmente un motivo di incremento». Sierra Leone. Una simile sorte è toccata anche all’ospedale diocesano cattolico di Makeni “Holy Spirit” in Sierra Leone, località dove lavora da anni padre Carlo Di Sopra, saveriano, pioniere della spiritualità dell’unità nel Paese africano e della viva comunità dei Focolari. Padre Carlo, con gli altri religiosi della sua congregazione e con tutta la diocesi di Makeni, è impegnato per fare riprendere piena operatività all’ospedale. «Al momento – racconta – la nostra struttura arriva ad offrire solo un limitato servizio ambulatoriale. Stiamo, però, adoperandoci per fare degli urgenti lavori di ristrutturazione che lo rendano adatto alle nuove sfide, in particolare con l’acquisto e l’installazione in ambienti rinnovati di un apposito laboratorio medico specializzato per la lotta alle malattie infettive. Con la speranza che presto l’emergenza dell’Ebola abbia termine, tale laboratorio potrà comunque continuare a servire la popolazione locale nella prevenzione e cura di numerose altre malattie infettive che si riscontrano localmente (AIDS, epatite C, malaria, ecc.)». Progetto. Questa azione si inserisce in un più ampio progetto coordinato dalla Caritas e con il sostegno di altre associazioni in un progetto integrato di assistenza attivo, oltre che in Sierra Leone, anche in Guinea Conakry e Liberia. I giovani sono in prima linea. «Ci sono altre attività di aiuto concreto ed immediato sostenute dalla comunità del Movimento dei Focolari, per i malati ed i loro famigliari – conclude Stefano Comazzi –. In particolare per coloro che si trovano in quarantena e che riceveranno sostegno con i contributi raccolti per questa emergenza». Per dare il proprio contributo si può utilizzare il conto corrente seguente, presso Banca Popolare Etica – Filiale di Roma codice IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434 codice SWIFT/BIC: CCRTIT2184D intestato a Associazione Azione per un Mondo Unito Onlus Causale: Emergenza Ebola (altro…)
20 Dic 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dopo l’apertura a Roma, a fine novembre, dell’Anno della Vita Consacrata, ovunque nella Chiesa sono emersi sentimenti di riconoscenza a Dio per i carismi suscitati dallo Spirito e per il contributo che i consacrati danno alla Chiesa e al mondo. È quanto è accaduto nella diocesi di “Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino” (Italia centrale), l’11 dicembre nella nota città di Assisi. Circa 300 consacrati si sono dati appuntamento per un incontro di dialogo, di preghiera, di festa e di fraternità attorno al vescovo. Tutte le comunità religiose maschili e femminili hanno risposto all’invito, ad esclusione delle claustrali dei 9 monasteri presenti in diocesi che erano unite con la preghiera. L’incontro si è suddiviso in tre momenti: uno scambio di testimonianze e di prospettive, un partecipato momento di preghiera e un momento gioioso di festa. «Riunirsi in Assisi, patria di S. Francesco, di S. Chiara e del francescanesimo con tutte le sue diverse espressioni – racconta P. Egidio, segretario CISM e coordinatore dell’incontro –, è sempre arricchente e suggestivo: il luogo stesso parla. La risposta dei religiosi e delle religiose all’invito del vescovo è stata massiccia: provenivano da 98 comunità e monasteri disseminati sul territorio della diocesi. Tutti molto impegnati su vari fronti: luoghi di preghiera, centri culturali, nella pastorale in molti santuari e parrocchie, in luoghi formativi, educativi e sociali, come scuole, ospedali, assistenza ai poveri, centri di ospitalità …). Anche Mons. Sorrentino era sorpreso dalla grande vitalità e varietà di carismi presente nella sua diocesi! Il clima era gioioso e bello. L’incontro è terminato con il desiderio di incontrarsi più spesso».
P. Egidio Canil, francescano conventuale, Superiore al “Franciscanum” di Assisi, da anni condivide con tanti religiosi e religiose del mondo, di diversi ordini, la spiritualità dell’unità dei Focolari. Ha così introdotto l’incontro: «Siamo grati al nostro vescovo per l’iniziativa di averci riunito e di mostrare questa sera tutta la ricchezza e la varietà dei carismi presenti non solo in questa chiesa locale, ma in tutta la Regione. L’Umbria è infatti una piccola regione, ma particolarmente benedetta da Dio. Vi sono 8 diocesi con una grande presenza di comunità religiose. In tutto 321 comunità e monasteri per un totale di 2.174 persone consacrate. È bello ritrovarci oggi e vedere nella nostra diocesi la ricchezza dei consacrati e vivere insieme il primo punto della lettera di papa Francesco nell’indire l’anno della vita consacrata con il quale ci invita a guardare al passato con gratitudine! Infatti, lungo i secoli questa nostra terra ha dato in natali a numerosi fondatori (S. Benedetto, San Francesco, Santa Chiara …) che hanno dato vita a grandi spiritualità e famiglie religiose». Fra le religiose è intervenuta suor Elisa Carta, nuovo direttore della Caritas diocesana. Una donna di vasta esperienza al servizio dei poveri, prima suora a rivestire questo incarico diocesano in Italia. «La mia esperienza passata – confida –, fatta nelle periferie di altre città italiane ed in altri Paesi poveri del mondo, mi facilita in questo compito che mi è stato affidato. La mia disponibilità a pormi al servizio degli ultimi in questa chiesa locale, servizio che mi è così congeniale come figlia di S. Francesco, mi vede sostenuta dalla collaborazione di altri religiosi e religiose, già operativi nelle molteplici attività caritative promosse dalla diocesi». Infine, è intervenuto Mons. Domenico Sorrentino, ben noto per la sua attenzione verso la vita consacrata: «Questo non è solo un anno dei Consacrati, – ha affermato – ma di tutta la Chiesa. Con il vostro prezioso apporto alla chiesa locale, proprio perché coinvolti come siete nel dare gioia e speranza al mondo con la vostra scelta di vita, siete promotori ed esperti di comunione. Ogni carisma infatti, è voi siete espressione di molti carismi, viene suscitato dallo Spirito a beneficio e a servizio dell’intera Chiesa di Cristo, che per sua natura è universale». Conclude P. Egidio: «L’incontro ha suscitato in tutti una grande fiducia per il futuro. Infatti, quando i religiosi sono ben motivati, trovano in se stessi la forza di essere attivi e di andare verso le numerose “periferie esistenziali” che non mancano certo nel nostro territorio. I rapporti di comunione che si sono stabiliti tra noi, saranno di sprone per dare risposte concrete al mondo d’oggi».
19 Dic 2014 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/114439048 La grave epidemia dell’Ebola si è diffusa in particolare in Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone, con gravi perdite tra la popolazione locale, come ampiamente diffuso dai mezzi di comunicazione. L’AMU, ong legata al Movimento dei Focolari, è impegnata nella lotta al virus in vari modi. Chiediamo a Stefano Comazzi, uno dei responsabili, di parlarcene. «In realtà la situazione sembra essere ben più drammatica di quanto generalmente viene comunicato, con l’epidemia tuttora fuori controllo. Tutto questo ha un impatto molto grave sulla vita di milioni di persone, a causa della restrizione dei viaggi, riduzione del commercio con la conseguente scarsezza dei generi alimentari, impedimenti allo studio ed alle attività lavorative… Senza parlare dei lutti nelle famiglie colpite, dove spesso vengono a mancare le forze per il sostentamento dei membri più deboli». L’epidemia in numeri? «Ad oggi – afferma Stefano –, un conteggio preciso non risulta possibile perché molti casi sfuggono alle statistiche, ed anche perché l’epidemia è arrivata dalle zone rurali fino alle grandi città, dove l’alta densità della popolazione e la miseria delle condizioni di vita, favoriscono in grande misura la diffusione del contagio». Dramma nel dramma. Come si sa, «tra i primi a pagare in prima persona ci sono proprio gli operatori sanitari che, nel prodigarsi per contenere l’infezione, ne sono stati a loro volta colpiti, spesso con esiti letali, impoverendo quindi le strutture sanitarie, che già prima erano molto limitate nelle loro risorse; ed oggi spesso si trovano incapaci di affrontare questa calamità. Inoltre, anche la povertà dei mezzi e la mancanza di adeguati equipaggiamenti e materiale sanitario, hanno portato alla decisione di chiudere molte strutture sanitarie che, anziché essere una barriera alla diffusione dell’epidemia, ne erano diventati paradossalmente un motivo di incremento». Sierra Leone. Una simile sorte è toccata anche all’ospedale diocesano cattolico di Makeni “Holy Spirit” in Sierra Leone, località dove lavora da anni padre Carlo Di Sopra, saveriano, pioniere della spiritualità dell’unità nel Paese africano e della viva comunità dei Focolari. Padre Carlo, con gli altri religiosi della sua congregazione e con tutta la diocesi di Makeni, è impegnato per fare riprendere piena operatività all’ospedale. «Al momento – racconta – la nostra struttura arriva ad offrire solo un limitato servizio ambulatoriale. Stiamo, però, adoperandoci per fare degli urgenti lavori di ristrutturazione che lo rendano adatto alle nuove sfide, in particolare con l’acquisto e l’installazione in ambienti rinnovati di un apposito laboratorio medico specializzato per la lotta alle malattie infettive. Con la speranza che presto l’emergenza dell’Ebola abbia termine, tale laboratorio potrà comunque continuare a servire la popolazione locale nella prevenzione e cura di numerose altre malattie infettive che si riscontrano localmente (AIDS, epatite C, malaria, ecc.)». Progetto. Questa azione si inserisce in un più ampio progetto coordinato dalla Caritas e con il sostegno di altre associazioni in un progetto integrato di assistenza attivo, oltre che in Sierra Leone, anche in Guinea Conakry e Liberia. I giovani sono in prima linea. «Ci sono altre attività di aiuto concreto ed immediato sostenute dalla comunità del Movimento dei Focolari, per i malati ed i loro famigliari – conclude Stefano Comazzi –. In particolare per coloro che si trovano in quarantena e che riceveranno sostegno con i contributi raccolti per questa emergenza». Per dare il proprio contributo si può utilizzare il conto corrente seguente, presso Banca Popolare Etica – Filiale di Roma codice IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434 codice SWIFT/BIC: CCRTIT2184D intestato a Associazione Azione per un Mondo Unito Onlus Causale: Emergenza Ebola (altro…)
4 Dic 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Il cammino della Chiesa, nonostante qualche vento contrario, è per sua natura un cammino di speranza che procede irreversibilmente verso Gesù Cristo. Ecco perché il logo scelto per l’indizione di quest’anno speciale riporta le parole: Vangelo, Profezia, Speranza. Con questa convinzione religiosi e religiose, consacrati e consacrate, uomini e donne toccati dai carismi che lungo i secoli hanno abbellito la Chiesa, sabato 29 novembre e domenica 30, si sono dati appuntamento per una Veglia di preghiera e per una Celebrazione eucaristica di apertura dell’Anno della Vita Consacrata. Il sabato sera la Basilica romana di Santa Maria Maggiore si è gradualmente riempita di uomini e donne con abiti di colori diversi per la Veglia di preghiera. «Cinquanta consacrati e consacrate precedevano Mons. J. L. Carballo, nella processione d’ingresso, con una lampada accesa, simbolo dei diversi carismi, ma simbolo, soprattutto, dello Spirito che riaccende anima i cuori», raccontano P. Theo Jansen e P. Mariano Steffan, del Centro internazionale dei Religiosi dell’Opera di Maria, presenti all’evento in rappresentanza dei religiosi sparsi nel mondo legati alla spiritualità dei Focolari. «Commentando il brano del Vangelo sul miracolo compiuto da Gesù a Cana di Galilea, della trasformazione dell’acqua in vino, Mons. Carballo che presiedeva la Veglia di preghiera ha ricordato, tra l’altro, come per avere il “vino nuovo” dobbiamo andare da Gesù, saperlo incontrare, saperlo ascoltare, saperlo vivere». «Siamo rimasti tutti colpiti dal fatto che si è voluto cominciare ponendosi sotto la protezione di Maria Santissima. Da quel momento, infatti, l’ascolto delle letture bibliche, di alcuni pensieri presi dagli scritti di alcuni fondatori e le preghiere, mi sembravano avvolte dal Suo manto», racconta P. Mariano. «Anche Papa Francesco, nel messaggio videoregistrato preparato per l’occasione e ascoltato prima di concludere la Veglia, ci ha affidati a Maria. E la preghiera è terminata con una invocazione alla Vergine», aggiunge P. Theo Jansen.
La Celebrazione Eucaristica della domenica 30 nella Basilica di San Pietro, ha dato il via ufficiale all’Anno della Vita Consacrata. Il saluto inaugurale di Papa Francesco, letto all’inizio della concelebrazione presieduta dal Prefetto della Congregazione Card. João Braz de Aviz, è ritornato sull’esortazione: “Risvegliate il mondo!” «Ha fatto sorridere e riflettere il Prefetto della Congregazione, quando, nell’omelia tenuta nella Basilica di S. Pietro ha detto: “È brutto vedere tra i religiosi e le religiose dei volti tristi, sempre seri, senza alcun sorriso… La gioia va manifestata e condivisa…», riferisce P. Mariano. «Dopo questi due eventi c’era veramente un’aria nuova in Piazza San Pietro. Si poteva leggere sul volto di tutti la certezza che con un inizio così bello, possiamo ben sperare. Siamo ritornati a casa – conclude P. Theo –, “conservando tutto nel cuore” come Maria, con la convinzione che ci sono già la premesse per un nuovo impulso della vita religiosa e, ci auguriamo che essa possa “risvegliare il mondo”, come augurato da Papa Francesco». (altro…)
30 Nov 2014 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Il motivo principale della lettera è attirare l’attenzione sull’Anno della Vita Consacrata che inizia domenica 30 novembre. Da varie parti ci arrivano notizie di iniziative locali, diocesane e nazionali. Siamo sicuri della vostra adesione a queste iniziative sulla base delle possibilità che ogni singolo o gruppo ritiene opportuno». È l’invito che parte dai centri internazionali dei religiosi e delle religiose a quanti, di varie famiglie religiose nel mondo, condividono la spiritualità dei Focolari, in sintonia con quanto scrive papa Francesco nella sua lettera a tutti i consacrati. C’è un pullulare di iniziative, e ne portano alcuni esempi: nella diocesi di Homa Bay (Kenya) il vescovo ha affidato ad un gruppo di religiosi, suore e sacerdoti, guidato da Fr. Leo van de Weijer CMM, il coordinamento delle iniziative riguardanti la Vita Consacrata di quest’anno. Il 24, 25 e 26 novembre a Nairobi, come debutto, si tiene un seminario, dove sono invitati tutti i gruppi delle altre diocesi. Questi giorni di riflessione e studio si concludono il 27 novembre con una celebrazione inaugurale presieduta dal cardinale e dal nunzio. Anche la stampa, e soprattutto le riviste della vita consacrata, parlano di quest’Anno speciale: su Vida Religiosa di novembre si legge che «Papa Francesco ha lanciato l’Anno della Vita Consacrata perché percepisce come la Chiesa e l’umanità intera abbiano bisogno della fedeltà, dell’allegria e della capacità di ristoro che il Signore ha posto nella vita religiosa. E lui crede in questo. Ci invita a essere fedeli al progetto in cui il Padre ci ha coinvolti per il bene di tutta l’umanità»; Unità e Carismi, nelle varie edizioni linguistiche, dedicherà all’argomento un numero del 2015. Anche su www.focolare.org una rubrica seguirà con attenzione gli appuntamenti principali di quest’anno, dando spazio soprattutto alla vita di tanti religiosi e religiose che nel mondo testimoniano scelte coraggiose. Nella lettera si pone poi la domanda su quale potrebbe essere «il contributo specifico che lo Spirito Santo suggerisce per quest’Anno della Vita Consacrata» ai religiosi e alle religiose che conoscono e vivono la spiritualità dell’unità. Questo specifico è indicato attraverso due sfide che richiedono nella risposta «inventiva e creatività, nella concretezza della vita del singolo o di gruppo, con una particolare attenzione per i giovani religiosi». Si tratta di «dare nuovo slancio alla spiritualità di comunione indicata da S. Giovanni Paolo II nella “Novo Millennio Ineunte”, e poi dare «un ulteriore contributo, forse più nascosto ma sicuramente più efficace e apprezzato» entrando «in tutte le piaghe della vita consacrata di oggi» riconoscendovi una presenza di Gesù nel suo Abbandono, «per abbracciarLo e farlo proprio». In questo momento, in cui tutto il Movimento dei Focolari è inviato – secondo gli orientamenti dell’Assemblea generale e l’invito di papa Francesco – ad essere in uscita, insieme e opportunamente preparati, i religiosi si accingono a vivere con questo spirito la tappa di quest’anno. «Vorremmo iniziare con quest’anima – conclude la lettera – partecipando all’apertura dell’Anno della Vita Consacrata con un cuor solo, come un solo corpo». (altro…)