Movimento dei Focolari
Risolvere i problemi insieme e nell’amore

Risolvere i problemi insieme e nell’amore

Il Patriarca ortodosso di Romania, Teoctist, che aveva invitato e ospitato nel Palazzo patriarcale di Bucarest i 40 vescovi di varie chiese amici del Movimento dei focolari, giunti da 16 Paesi per il loro annuale Convegno internazionale, ha partecipato all’incontro in diversi momenti.

Al centro dell’incontro le riflessioni dei vescovi su: “La presenza del Risorto in mezzo al suo popolo: centro della vita ecclesiale e fulcro della nostra comune testimonianza”, come recitava il titolo, e le due conversazioni videoregistrate di Chiara Lubich, quale contributo alla piena comunione tra le Chiese. Il rapporto fraterno tra i partecipanti è risultato la nota caratteristica del Convegno. Il Patriarca ha rivolto all’inizio un discorso di benvenuto ai partecipanti ed ha presenziato alla giornata conclusiva, con rappresentanti delle varie Chiese e del mondo civile, in cui persone dei Focolari di diverse età e vocazioni hanno proposto testimonianze sul loro impegno tra i giovani, in famiglia, nella parrocchia, nell’economia e nella politica. Tra i 300 presenti, anche i vescovi della Conferenza episcopale cattolica rumena. Intervenendo in chiusura, il Patriarca tra l’altro ha detto: «Vediamo che il mondo si allontana sempre di più da Cristo e manca l’amore (…). E costato, purtroppo, che siamo ancora lontani dal momento in cui potremo testimoniare insieme che serviamo totalmente la Parola del Salvatore nostro Gesù Cristo. Amiamoci gli uni gli altri per poter testimoniare lo stesso pensiero: è una parola che ci riscalda in ogni momento. Ho avuto occasione di ascoltare cose speciali in questi giorni (…). Sentendo i racconti dei giovani, pensavo a come sarebbe proficuo se anche noi, vescovi, e le nostre Chiese provassimo a rivedere nello stesso modo uno per uno tutti i problemi che ci amareggiano (…). E lo dico con moltissima sincerità, perché davanti a me ho i vescovi greco-cattolici, nel rapporto con i quali noi, Chiesa ortodossa rumena, riconosciamo che siamo lontani dalla giustizia e dalla verità, soprattutto dall’amore di Cristo. Proviamo, secondo l’esempio e le opinioni di questi giovani e di questi fratelli, a trovare anche noi delle vie per risolvere i problemi che ancora abbiamo. Se lo vogliamo, possiamo farlo». Sullo sfondo delle questioni non ancora risolte in Romania tra la Chiesa greco-cattolica e la Chiesa ortodossa rumena, problemi legati ai beni ecclesiastici confiscati durante il regime comunista, le parole del Patriarca Teoctist hanno profondamente colpito i presenti e hanno fatto ricordare il grido popolare «Unitate, unitate!» che accompagnò nel 1999 l’abbraccio tra il Patriarca e Giovanni Paolo II in visita nel paese. Momento di grande intensità la Divina Liturgia domenicale celebrata dal Patriarca Teoctist, che, dopo l’omelia, ha dato la parola al Card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga, promotore principale del Convegno dei vescovi. Si è anche svolto un incontro con l’intera Conferenza episcopale cattolica rumena, che riunisce i vescovi latini e greco-cattolici.  Segno forte di comunione la solenne concelebrazione cattolica nella cattedrale di San Giuseppe, durante la quale si sono alternati i canti del coro cattolico e quelli degli studenti ortodossi della facoltà teologica di Cluj. Hanno fatto ingresso in processione nella cattedrale gremita, assieme ai vescovi cattolici, anche i vescovi di varie Chiese. “Voi che avete vissuto fra noi questa settimana – ha detto nell’omelia l’arcivescovo di Bucarest, Joan Robu –, siete per noi una sorgente di vita, di idee nuove. Questa è per me una vera speranza per l’unità”. Nel corso dell’incontro, i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere dal vivo la vita monastica (Curtea de Arges, Bistrita e Horezu), la ricchissima liturgia e l’iconografia della Chiesa rumeno-ortodossa. Non sono mancate le visite alle diverse comunità cristiane (luterana, riformata e anglicana) nella capitale rumena, e la presenza alle rispettive celebrazioni.  Hanno partecipato al convegno vescovi ortodossi del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, dei Patriarcati di Romania e della Serbia, della Chiesa ortodossa di Cechia e Slovacchia; vescovi siro-ortodossi da India, Siria e Olanda. Inoltre vescovi anglicani della Chiesa d’Inghilterra e vescovi evangelico-luterani di Germania, Romania, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti, e un vescovo della Chiesa metodista del Brasile. Presente un vescovo della Mar Thoma Syrian Church dall’India. 14 i vescovi cattolici. (altro…)

Vescovi di varie Chiese in Romania accolti dal Patriarca ortodosso Teoctist I

Vescovi di varie Chiese in Romania accolti dal Patriarca ortodosso Teoctist I

Accogliendo l’invito del Patriarca ortodosso di Romania, Teoctist I, e del suo Sinodo, l’annuale Convegno internazionale di vescovi di varie Chiese, amici del Movimento dei Focolari, questa volta è stato ospitato a Bucarest, in un Paese considerato, per più ragioni, ponte tra Oriente e Occidente. Lo stesso Patriarca ha aperto il Convegno la mattina del 21 settembre.

I vescovi presenti a Bucarest provengono da 19 Paesi. La Chiesa Ortodossa è rappresentata da vescovi del Patriarcato ecumenico di Constantinopoli, dei Patriarcati di Antiochia e Romania, della Chiesa ortodossa della Serbia, Cechia e Slovacchia. Esponenti della Chiesa siro-ortodossa provengono dalla Siria, dall’India e dall’Olanda. Sono rappresentate inoltre la Comunione anglicana (Inghilterra e Italia), le Chiese evangelico-luterane di Germania, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Romania e Stati Uniti, la Chiesa metodista (Brasile). Più di 10 i vescovi cattolici di vari Paesi. “La presenza del Risorto in mezzo al suo popolo: centro della vita ecclesiale e fulcro della nostra comune testimonianza”, è al centro delle riflessioni del Convegno, come recita il titolo. E’ questo mistero di Gesù, che si fa presente, come ha promesso, tra “due o tre riuniti nel suo nome”, che i vescovi desiderano approfondire come via per la comunicazione della fede nel tempo presente e per una sempre più piena comunione della Chiesa di Cristo. Si sono alternati approfondimenti teologici e spirituali, e non sono mancati dialogo e scambio delle esperienze che mostrano l’agire del Risorto nella vita quotidiana e nei diversi ambienti. Su questa Presenza ha dato un apporto importante Chiara Lubich con una conversazione videoregistrata, proprio perché questa presenza di Gesù nella comunità è lo specifico del suo carisma di unità. L’incontro con la vita monastica, la liturgia, l’iconografia orientali, così vivamente presenti in Romania, sono stati di stimolo ed arricchimento ed hanno favorito una più profonda comunione con la Chiesa rumeno-ortodossa e con le altre Chiese presenti in quella terra. Nello stesso tempo, vescovi provenienti dai diversi continenti, hanno potuto offrire la loro testimonianza di comunione fraterna a questo popolo che al grido “unitate, unitate” ha saputo dare un impulso indimenticabile alla causa dell’unità dei Cristiani, quando Giovanni Paolo II nel 1999 visitò quel Paese.   (altro…)

Ecumenismo della vita: una rete di fraternità tra vescovi e sacerdoti di varie Chiese

Sono parroco cattolico in una città di 90.000 abitanti in Romania, dove la storia ha creato un mosaico di sette nazionalità e diverse Chiese. Quando 16 anni fa sono arrivato in quel posto, mi sono proposto di amare tutti, ma in modo speciale i ministri delle altre Chiese. Ero convinto, infatti, che tutti eravamo lì per una sola cosa: testimoniare alla gente Dio. Dapprima i contatti erano sporadici, in occasione di qualche funerale o altro. Cercavo di cogliere queste opportunità per costruire rapporti più profondi, interessandomi della vita degli altri ministri e dei problemi che incontravano nella pastorale. Sono nate così spontaneamente le prime iniziative. Un giorno, per esempio, ho chiesto al sacerdote ortodosso di parlare ai miei giovani. In seguito anche lui mi ha invitato. Nel 1992 è nata l’idea di stabilire un giorno della settimana, nel quale, secondo le possibilità, si sarebbero incontrati tutti i sacerdoti e pastori della città. Dopo 10 anni eravamo già 30 sacerdoti e pastori con due vescovi. Il nostro gruppo – composto da sacerdoti ortodossi rumeni e serbi, cattolici di rito latino e greco, riformati ungheresi, evangelici tedeschi e ungheresi, poi slovacchi, ucraini e croati – è diventato come un piccolo laboratorio ecumenico. Vivendo insieme il Vangelo, cerchiamo di far crescere fra noi rapporti di amore reciproco. Ci ispira, ci incoraggia la promessa di Gesù: “Dove due o più sono uniti nel mio nome…”. Da questi incontri sono sorte le “giornate ecumeniche” che hanno luogo ogni anno nella “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. In queste giornate è una gioia scambiarci i doni delle diverse tradizioni con canti e preghiere che svolgiamo in tutte le chiese della città, facendo con i nostri fedeli una specie di pellegrinaggio da una chiesa all’altra. Qualche tempo fa, siamo riusciti ad individuare due santi patroni per la nostra città che potessero essere accettati da tutte le Chiese: i santi Pietro e Paolo. Questa ricorrenza è stata accolta anche dalle autorità civili. Così il 29 giugno è diventato la festa più bella della città, con la partecipazione di una moltitudine di persone, ed è per tutti un simbolo d’unità. A volte ci sono pure difficoltà. Un anno, proprio mentre ci preparavamo alla cerimonia ecumenica, in sacrestia si è verificato un diverbio abbastanza aspro fra uno dei sacerdoti ortodossi ed il prete greco-cattolico. Ho pensato: “Adesso tutto il lavoro di questi anni sarà distrutto e l’ecumenismo andrà indietro”. Non potevo che affidare questa situazione a Dio. Dopo tre giorni, all’incontro in un’altra chiesa, il sacerdote che aveva offeso l’altro, ha chiesto pubblicamente perdono, per essere stato di impedimento nella via dell’unità. Un’altra volta un fedele mi ha detto che una persona di un’altra Chiesa parlava male di me. Mi sono messo a pregare, certo che Gesù avrebbe risolto anche questa cosa. Ho telefonato poi a quella persona che conoscevo e l’ho pregata di dirmi se aveva qualche difficoltà nei miei riguardi. E’ bastato questo piccolo passo per riavvicinarci. Un sacerdote che si trovava in difficoltà, sentendosi solo e isolato, in questi incontri ha trovato nuovo slancio. Un pastore evangelico era stato ingiustamente denunciato presso i suoi superiori. Allora tutti insieme abbiamo scritto al suo Vescovo, per informarlo sulla vera realtà delle cose. Ogni volta, poi, quando ci incontriamo preghiamo insieme per i problemi pastorali in quest’epoca di transizione.   (altro…)