Movimento dei Focolari
Diventare santi nel Mid-West

Diventare santi nel Mid-West

Quando si arriva a Chicago dalla East Coast ci si accorge subito di essere in un altro mondo. La città si stende lungo l’immenso lago Michigan per 50 chilometri, e la panoramica – anche la sera quando atterriamo all’aeroporto Midway nel centro della città – è impressionante con i grattacieli  che si stagliano sullo sfondo, moderni ed illuminati. Venti superano i 200 metri d’altezza e 240 arrivano ai 100. Anche qui la popolazione è multietnica, ma diversa da New York e Washington. Colpisce, per esempio, sapere che Chicago, la terza città degli USA con quasi tre milioni di abitanti – arriva a 9 con tutti i sobborghi – è la seconda città polacca del mondo (tanti sono gli emigranti dal Paese europeo) ed ha notevoli gruppi di origine greca e italiana. Le diverse comunità per decenni e, a volte per un secolo, hanno mantenuto identità ben stagliate con quartieri tipici della loro provenienza. Negli ultimi decenni con le nuove generazioni si nota una maggiore integrazione. Alcuni quartieri hanno problemi non indifferenti di ordine pubblico. Spesso si consiglia di non attraversare una certa strada se non si vuole incappare in imprevisti spiacevoli. Ma, qui nell’Illinois e in tutto il Mid-West i valori religiosi e tradizionali sono ancora importanti e le famiglie ci tengono a trasmetterli ai figli. I Focolari sono arrivati a Chicago poco dopo l’apertura negli USA, cinquant’anni fa. Nella zona di Hyde Park fin dal 1966 c’è un Centro Mariapoli alloggiato in una grande mansion – casa in tipico stile americano del XIX secolo – che la diocesi ha messo a disposizione dei Focolari. Accanto, in una casa altrettanto bella, ha sede la comunità femminile. La zona, da due anni, è oggetto di controlli stretti e severi. In fondo alla stessa strada, infatti, abitava Obama, che la prossima settimana, ci dicono, sarà qui. Il focolare maschile a venti minuti di auto – traffico permettendo – si trova in uno dei sobborghi, Berwyn. A poca distanza si trova il River Side North, un’altra cittadina con una sua municipalità ed un suo sindaco. Qui Carol, una volontaria che ha conosciuto il Movimento ancora negli anni ’60, ha dato vita ad un’esperienza coinvolgente. Con un figlio portatore di gravi patologie, Carol, resa particolarmente sensibile alle problematiche legate alla sofferenza, si è guardata attorno ed ha costruito ponti con decine di persone che soffrivano per vari motivi nel suo vicinato. Progressivamente si è creato un vero movimento della cura reciproca, che ha scatenato una rivoluzione sociale, animata da quelli che ormai tutti chiamano l’esercito degli angeli, e sostenuta dall’amministrazione locale. Un vero modello sostenibile di cura reciproca soprattutto nell’ambito di persone vulnerabili sia a livello fisico che morale. Dall’esperienza è nata una vera arte della cura e della premura verso chi soffre. Altre amministrazioni hanno contattato quella di River Side North per una collaborazione alla soluzione di problemi che paiono insormontabili. Anche il Presidente delle Bahamas, venuto a conoscenza dell’esperienza, ha chiesto un contributo per applicare la stessa metodologia all’interno del suo Paese. Sabato pomeriggio, proprio nella palestra all’interno della sede dell’amministrazione municipale di River Side North, i giovani dei Focolari hanno organizzato un incontro per giovani. Hanno invitato amici e non solo, usando contatti personali, internet e face book. Difficile per tutti loro prevedere quanti sarebbero arrivati. Alla fine il palazzetto era pieno, circa trecento giovani provenienti anche da altri stati vicini. Il programma era coraggioso: una presentazione della vita di Chiara Luce Badano, accompagnata da alcune esperienze dei giovani del Movimento vissute oggi, nei contesti dell’università e del lavoro. Una ragazza, ballerina, è venuta dall’Ohio per l’occasione ed ha offerto un delicatissimo pezzo di danza. Un’altra ha composto una canzone su Chiara Luce e la sua santità. Proprio da questo ha preso spunto Maria Voce che, salita sul palco per  salutare i giovani, ha sottolineato che Dio ancora oggi si rivolge a ciascuno invitando alla santità, e lo fa attraverso persone come Chiara Luce che sottolineano come ci si possa far santi con l’aiuto di altri: la famiglia e gli amici che vivono per gli stessi ideali. La presidente dei Focolari ha concluso con un appello senza mezzi termini:  «Vuoi farti santo? Se vuoi perché non lo fai?». La risposta è stata un’ovazione, segno che ha colpito nel segno. Anche oggi c’è voglia di santità nel Mid-West degli USA, come in tutto il mondo.

Roberto Catalano

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Diventare santi nel Mid-West

Un tempo per la Vita

Non so cosa vi fa venire in mente la parola “possibili”. A  me una cosa sola: queste 40 ragazze che ho qui davanti a me che sono possibili focolarine. Nella vita si possono fare tante scelte, anche tante scelte belle. Loro hanno deciso di venire a passare insieme un tempo che è stato chiamato: “un tempo per la vita”, con motto molto preciso: Eccomi, cioè sono pronta a tutto. Devo dire che sono stati anche per me giorni vivificanti. Il Signore Dio, infatti, ha una grande fantasia. Le loro storie sono una più bella dell’altra, ancora acerbe, ancora da svilupparsi, ma l’inizio promette. Micarla di Recife, nord est del Brasile, è venuta per cercare la verità e  trovarla, perchè sempre è stato il suo chiodo fisso. Oggi è felice! Grisel di Mendoza, 27anni, ama le rivoluzioni ed ha trovato in Maria di Nazareth la più grande rivoluzionaria della storia. “Volevo essere come lei” ci dice. “Cosa mi affascina nella vocazione al focolare? Vedo uomini e donne realizzati, dispensatori di Dio. Donare a Dio tutta la mia vita è stata la logica conseguenza: se Lui mi ama d’amore infinito, come posso non dargli tutto?”. Vida, 24 anni, della Lituania: “ Ho avuto tanti dubbi, dubbi all’ordine del giorno: ce la si può fare a seguire Dio tutta la vita o piuttosto non dovrei farmi una famiglia? Ciò che mi ha ridato pace e certezza è stata la libertà che continuo a sperimentare nel dire il mio sì a Lui: libertà di amare il mondo intero”. Emma è messicana: “Non è facile seguire Gesù – ci confida – tutto sembra remare contro ad una vita spesa per Dio: dalla comunicazione, ad alcune pratiche educative, ai valori che vengono divulgati. Viene in mente che se non si fanno esperienze ‘al limite’ ci si annoia.  Questo mi ha fatto sentire di dare di più a Dio, perché niente mi bastava e niente mi saziava”. Per lei la vita in un focolare è come una corsa sulle montagne russe: un percorso mozzafiato, affascinante, a volte tortuoso ma con lo sguardo fisso sulla meta: a faccia a faccia con Dio. “Questo è ciò che desidero di più”. Priscilia di Ginevra, 23 anni, studia storia e letteratura francese. È qui per capire se Dio veramente la chiama, perché vorrebbe dare tutto a Lui con radicalità per vivere un’avventura “che per me non ha pari: contribuire a costruire un mondo unito”. Conclude: “Ho trovato la conferma che questa è la mia strada. Voglio vivere come sposa di Dio fin d’ora”. Nuam viene da un villaggio del Sud Est Asiatico. È rimasta affascinata dalla vita semplice e profondissima che vedeva vissuta in un focolare. Poi, nel 2005, durante un concerto del Genrosso, “proprio quelle canzoni cantate in una lingua che non conoscevo mi hanno trasmesso Dio, il suo amore e sentivo che dovevo fare qualcosa per rispondergli. Ora sento che voglio darGli tutto per portare Gesù a tutti, fare la mia parte perché l’umanità sia sempre più una sola famiglia. E l’Ideale dell’unità mi aiuta ad allargare il cuore sul mondo intero”. Mi torna alla mente parte del commento di Chiara alla “Parola di Vita” del mese di marzo che ci aiutava a fare la Volontà di Dio. Scrive Chiara Lubich: “Diciamolo prima di ogni azione: Avvenga, sia fatta. E compiremo attimo dopo attimo, tassello per tassello, il meraviglioso unico irrepetibile mosaico della nostra vita che il Signore da sempre ha pensato per ciascuna di noi”. Ora nella sala accanto c’è una quarantina di ragazzi che vogliono anche loro dare tutto a Dio ed hanno cose meravigliose da raccontare. Aspettatevi il loro articolo. Ma adesso dobbiamo andare a raggiungere i gruppi che vanno a visitare la cittadella di Loppiano. Auguri a queste meravigliose creature! Sharry S. (altro…)