Apr 29, 2013 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
C’è il tempo del cammino e c’è quello della sosta. Nazareth è stata la tappa in cui i 120 giovani dei focolari in Terra Santa per la conclusione dell’anno dedicato al Genfest si sono incontrati con 25 loro coetanei di Haifa e Gerusalemme, lo scorso 28 aprile. La lingua o la differente provenienza non sono stati motivo di imbarazzo e neppure le improvvisate traduzioni hanno frenato il racconto e le impressioni di questi giorni vissuti in Terra Santa alla scoperta dei luoghi della fede cristiana, ma soprattutto delle persone che in questa terra continuano con generosità e coraggio a scrivere nuove pagine di una storia che ripete con altri volti, altre vite la buona novella. Dominga di Napoli ha riconosciuto immediatamente Nicola di Haifa: una foto scattata in modo giocoso a Budapest, da sconosciuti, li ha fatti rincontrare in questa città in modo inatteso. Il patto di fraternità siglato al Genfest in questi mesi ha nutrito le loro scelte e anche la fedeltà all’impegno di “fare agli altri ciò che si vorrebbe per se” come pilone dei ponti di dialogo che in tutto il mondo si sono continuati a costruire. Ci si racconta con spontaneità delle scoperte e delle novità incontrate in questi luoghi: “non è un percorso di memoria sulle tracce di quanto è successo duemila anni fa con Gesù, è scoprirlo nella realtà di oggi e questo è affascinante”, commenta Tiziana entusiasta per l’accoglienza e il senso di famiglia sperimentato immediatamente con la comunità dei Focolari. Poi c’è chi è arrivato qui con il suo fardello di storia personale. Stanislaw è bosniaco, la sua storia non è dissimile da quella di tanti giovani che qui, sulla loro pelle, vivono un conflitto non armato ma latente. “Durante la guerra in Bosnia ho vissuto tempi difficili, la situazione politica era difficile e dovevo decidere se rimanere nel mio Paese o restare. Alla fine sono rimasto a Sarajevo, in una città che ha molto in comune con quelle palestinesi. Anche lì c’era spazio per costruire ponti. Non mi pento di quanto scelto e forse quel sì mi ha condotto oggi fino a questa terra, fino a voi con cui sento grande affinità”. Joaquin viene dall’Argentina. Lui è cristiano, il papà è ebreo. “Era difficile dire ai giovani palestinesi di questa mia doppia identità. Certi giorni mi sentivo molto vicino agli ebrei, mi identificavo anche con le loro paure. Poi ho ripensato ad un mio amico tedesco. Quando ci eravamo conosciuti mi aveva chiesto scusa per la shoà. Oggi voglio chiedere anch’io perdono ai palestinesi per quanto di ingiusto gli ebrei fanno nei loro confronti”. Un ponte tra ebrei e arabi è stato anche il workshop che il Gen Verde e il Gen Rosso hanno preparato con studenti delle scuole sia a Betlemme che a Nazareth. Samer di Haifa entra nei dettagli. “Non eravamo convinti di questo esperimento. Sappiamo che in questi rapporti basta una parola sbagliata per far esplodere contestazioni e critiche. Eravamo proprio intimoriti. Invece danzare insieme, muoversi in modo coordinato ha sciolto ogni tensione: avevamo un obiettivo comune e quello potevamo realizzarlo perché il pubblico si aspetta la nostra coreografia. Basta un piccolo passo e Dio interviene. E poi c’eravate tutti voi a sostenerci e incoraggiarci nel continuare”. Il concerto al Technion di Haifa, con la presentazione dello United World Project, mette il sigillo, anche con la musica, su questo ponte che si puntella con nuovi mattoni. Dall’inviata, Maddalena Maltese (altro…)
Apr 26, 2013 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Il Peace Center si trova nel cuore politico e multi religioso di Betlemme. Nella stessa piazza, un quadrato di pietra bianca delimitato da palme, ci sono la basilica della natività e la moschea: una convivenza che non ha nulla di scontro o di intolleranza. A fianco c’è il comune, mentre tutt’attorno ci sono i colori del mercato. E poi c’è il muro che il governo israeliano ha deciso di costruire a difesa del suo territorio.
I Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari, 130 da 25 nazioni diverse hanno voluto iniziare dal Peace Center a rinforzare i ponti di fraternità che a partire dal Genfest, la manifestazione partita a Budapest nel settembre 2012, hanno continuato a gettare in tante parti del mondo. Se lo slogan ungherese era Let’s bridge – neologismo che invitata a costruire legami e a superare barriere tra popoli, fedi, culture – ora è Be the bridge – essere ponti, il progetto che si lancerà proprio dalla Terra Santa, con una banca dati che si impegnerà a catalogare le buone pratiche ispirate alla fraternità messe in atto da singoli, gruppi, organizzazioni e stati. Vera Baboun, prima donna sindaco di Betlemme e dei territori palestinesi ha accolto la proposta di questo start, «felice e orgogliosa, perché credo nella forza e nella capacità del dialogo proprio in una terra ferita dall’assenza di fraternità». Cristiana, docente universitario, vedova e con cinque figli, per quaranta minuti ha raccontato la sua esperienza di sindaco-donna e risposto alle incalzanti domande dei giovani presenti. Entusiasta sostenitrice del cambiamento e delle nuove generazioni ha ribadito più volte: “Sta a noi fare i passi per creare il nuovo. Per costruire i ponti servono tre cose: il coraggio, la buona volontà e la verità. Bisogna confidare in se stessi e credere che si può cambiare“.
A conferma della novità che contraddistingue la sua amministrazione ha illustrato il progetto di un consiglio consultivo fatto da giovani che affiancherà quello eletto dalla città. Nel saluto conclusivo non poteva mancare un riferimento ai muri che circondano la sua città: “Il muro è stato costruito da mani d’uomo. Chi lo abbatterà? Mani d’uomo. Facciamo un vantaggio del non vantaggio e lavoriamo per un sogno comune: fare del mondo una casa comune dove gli uomini sono davvero una sola umanità. E i palestinesi sono questa umanità”. Intanto, a Gerusalemme, prosegue l’ultima tappa del Genfest, col cantiere di fraternità dei giovani dei Focolari in Terra Santa, iniziato il 24 aprile. Diversi gli appuntamenti previsti, con ebrei, arabi, musulmani e cristiani per continuare a gettare ponti come ci si era impegnati sin da Budapest. Con duecento studenti musulmani e cristiani all’università di Betlemme per un laboratorio sulla riconciliazione e la pace, mentre insieme ai complessi internazionali Gen Rosso e Gen Verde e ad artisti locali si percorre la strada dell’arte e della musica. Il 1° maggio un collegamento internazionale da Gerusalemme con Italia, Ungheria ed India siglerà un patto mondiale di fraternità e rilancerà lo United World Project, il progetto che mira ad incrementare l’unità tra popoli, persone, istituzioni anche attraverso la creazione di una banca dati di tutte le iniziative che negli anni hanno operato in questa direzione. Fonte: Città Nuova online Leggi anche: Gerusalemme, ultima tappa del Genfest “Be the Bridge” website www.unitedworldproject.org (altro…)
Apr 20, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
LIVE STREAMING EVENT 1 maggio: http://live.focolare.org/uww2013/

Guarda il video del 1° maggio a Loppiano
È un richiamo esplicito al Genfest di Budapest “Let’s Bridge” dello scorso settembre il titolo che i giovani del Movimento dei Focolari hanno scelto per la Settimana Mondo Unito 2013. Evento centrale è il 1° maggio, con 4 punti forti di aggregazione: Gerusalemme, simbolo di pace; Loppiano, da sempre legata alla storia dei Giovani per un Mondo Unito; Mumbai, sulle vie del dialogo interreligioso; Budapest, la capitale che ha ospitato i 12mila giovani del Genfest. A rendere visibile questa rete mondiale già in atto, saranno i collegamenti live durante la giornata del 1° maggio, tra queste 4 città. Essere ponti, dunque, gettare ponti di fraternità sulla linea dello United World Project (Progetto Mondo unito) che proprio al Genfest ha mosso i suoi primi passi. In questi mesi in diversi punti del pianeta, molti giovani hanno proseguito il cammino, cogliendo la “fraternità in atto” nel vissuto proprio e circostante, intensificando attività ed iniziative per sensibilizzare la pubblica opinione nei propri paesi, contribuendo come cittadini attivi a realizzare una cultura di pace e dialogo, dove la diversità e multiculturalità siano benvenute. Come a Chicago, dove i Giovani per un Mondo Unito insieme all’associazione Mosque Cares si sono trovati al centro culturale Ephraim Bahar per preparare 150 pasti, ‘kit di sopravvivenza’ e una selezione di abiti per uomo/donna da distribuire ai senza tetto del quartiere. O come a Montevideo, dove una delegazione di Giovani per un Mondo Unito dell’Uruguay, insieme ad alcuni professionisti impegnati nel settore dell’educazione, è stata ricevuta da María Paz Echeverriarza, la responsabile per l’area educazione della Rappresentanza dell’Unesco presso i governi di Argentina, Uruguay e Paraguay. Un’occasione per presentare lo UWP e raccontare della rete esistente attorno all’opera sociale Nueva Vida, da dove – pur in un contesto di emarginazione – sono partite, con successo, piccole aziende. E ancora la “Settimana della buona volontà”, in Serbia: in un centro culturale alternativo i giovani hanno realizzato forum di attivismo sociale, proiezioni di film, azioni per aiutare persone in difficoltà, fra cui – oltre la raccolta di viveri – anche la donazione del sangue. La Settimana Mondo Unito sarà l’occasione per fare il punto della situazione, e numerose sono le attività che contemporaneamente si svolgeranno in quei giorni in varie zone del mondo. In Terra Santa 120 giovani, rappresentanti di molti Paesi saranno insieme dal 24 aprile al 2 maggio, con un fitto programma che va dal ‘Forum sulla fraternità universale’ all’Università di Betlemme con relatori musulmani e cristiani, all’incontro con il sindaco Vera Baboun; da una serata interreligiosa ad una escursione nel deserto, ai workshop di canto, musica, danza e percussioni con il Gen Rosso e il Gen Verde presenti in Terra Santa per l’occasione, che convergeranno, poi, in un concerto in programma il 29 aprile ad Haifa. Per finire, il 1° maggio, con un flashmob alla Porta di Giaffa (Gerusalemme), un punto dove si incrociano ebrei, cristiani e musulmani. Ma il progetto continua, e i passi successivi si muoveranno in Africa, e per l’esattezza a Nairobi, dove a maggio prenderà via il cantiere Sharing with Africa, nel corso della “scuola di inculturazione” sul valore della persona nelle tradizioni africane.
Altre notizie: Be the Bridge website (altro…)
Mag 11, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
La 15º edizione della Settimana Mondo Unito (SMU) dal titolo “We are ready to bridge” (siamo pronti per costruire ponti) è iniziata il 1° maggio a Loppiano con un collegamento mondiale. In breve, il web è stato invaso da foto, video, notizie, proposte e messaggi da vivere durante i giorni della SMU. La manifestazione si realizza annualmente dal 1996 e lascia sempre il suo timbro nella vita di tanti giovani, coinvolti in azioni di fraternità e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non solo a livello comunitario, ma prima di tutto personale. Gli echi si sono protratti dalla Siria al Kenya, dal Messico a Singapore, dall’Argentina all’Italia, dalla cittadella di Loppiano a Budapest, la città dei ponti. Questa SMU è stata una tappa fondamentale per il Genfest, che si svolgerà a Budapest dal 31 agosto al 2 settembre 2012, proprio con il titolo “Let’s bridge”(costruiamo ponti). Il momento centrale della SMU è stato il suo primo giorno con una diretta mondiale attraverso il sito ufficiale e anche attraverso i contenuti che man mano venivano diffusi su twitter, facebook, youtube e blog. Ogni giorno migliaia di Giovani per un Mondo Unito (GMU) hanno postato nella rete proposte, che vanno dall’ecologia alla spiritualità. L’anno del Genfest finirà con la 16º SMU in 1° maggio 2013. Facciamo, ora, un giro attorno al mondo per conoscere la risposta creativa di quanti, di diverse culture, hanno aderito all’invito di prendere parte a questa manifestazione. Ecco alcuni flash:
PANAMA – Nella comunità di Pacora, il 29 aprile, 500 i giovani nella giornata di apertura della SMU. Meditazioni di Chiara Lubich, Madre Teresa di Calcutta e Gandhi. È stata presentata anche la vita di Chiara “Luce” Badano. Mons.Yovko Pishtiyski (segretario della Nunziatura Apostolica in Panamá) ha celebrato la S.Messa. BRASILE – I GMU di Manaus hanno preparato una minestra, per portarla nelle prime ore del mattino in centro città per offrirla ai poveri. Così, hanno parlato con tanti di loro, accogliendone le difficoltà. CONGO – A Kinshasa i GMU hanno visitato un centro per disabili, ed è in programma una giornata per i giovani dal titolo “Costruire ponti di fraternità“. TERRA SANTA E ITALIA – I GMU della Terra Santa e dell’Italia si sono impegnati nel Progetto – “Ways of peace” (Vie della pace). Ha partecipato anche un gruppo di giovani della Terra Santa in visita nelle Marche e in Emilia Romagna per costruire ponti tra religioni e culture diverse. ITALIA – A Torino si è svolto “Enjoy the Fluo” Volleyball, un torneo di pallavolo notturno, con una particolarità: si è giocato illuminati solo da alcune lampade che rendono fluorescenti magliette, linee di campo, palla e rete, precedentemente trattati con delle speciali vernici. 7 le squadre iscritte con circa 90 partecipanti, senza contare tutti coloro che sono venuti solo a vedere o a tifare. Sant’Anastasìa (NA) – Insieme all’Associazione “Lucincittà” i GMU hanno organizzato l’evento “Something Bright“, un musical per raccontare la vita di Chiara “Luce” Badano. La serata a cui hanno partecipato circa 500 persone, è stata patrocinata dal Comune. Poggio Mirteto (RI) – I GMU insieme al “Bloccoverde Greenaction” hanno portato avanti interessanti iniziative per il miglioramento e la salvaguardia del verde pubblico.
SVIZZERA – A Montet si è svolta la 3° edizione della “Journée Uni”a cui hanno partecipato 120 giovani della Svizzera francese, con workshop che toccavano argomenti come la risposta cristiana al dolore; che senso dare alla vita; un sguardo sociale e come aiutare un amico in difficoltà. Da questa SMU, che ha messo in luce iniziative già esistenti e ne ha prodotte di nuove, è emerso un progetto che vuole “contare” le azioni di fraternità che si compiono nel mondo. Lo abbiamo chiamato ‘United World Project’. “Vorremmo puntare a creare un osservatorio permanente, che misuri a 360 gradi lo sviluppo delle pratiche di fraternità”, dice Letizia, che fa parte dell’équipe degli organizzatori del Genfest. L’appuntamento che i “Giovani per un mondo unito” hanno avuto con le Nazioni Unite a New York, il 30 aprile, ha incoraggiato ad andare avanti per far sì che questo progetto sia riconosciuto come mattone fondamentale per la pace e lo sviluppo dei popoli.
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The Genfest 2012 project has been funded with support from the European Commission.
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Apr 28, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Una settimana per contribuire a creare rapporti di pacifica convivenza, una mentalità di reciprocità tra popoli e culture diverse, nel rispetto della dignità di ogni uomo e dell’identità di ogni comunità e popolo. Per concorrere a costruire un mondo unito e convogliare a questo scopo il maggior numero possibile di giovani. Questo l’obiettivo con cui nel 1995 è nata la Settimana Mondo Unito, evento che si ripete ogni anno e ad ogni latitudine.
Una diretta internet durante il Meeting Internazionale dei Giovani per un Mondo unito aprirà la SMU di quest’anno, il 29 aprile, alle 21,00 ore italiane (http://live.focolare.org/smu/). Seguiranno giorni pieni di iniziative sociali, sportive, culturali, che saranno ampliamente documentate su www.mondounito.net. Appuntamento poi al Circo Massimo la sera del 30 aprile per la veglia di preghiera che precede il rito di beatificazione di Giovanni Paolo II; subito dopo i Giovani per un Mondo Unito animeranno insieme al Movimento parrocchiale e diocesano, e ai Gen’s, l’adorazione nella Basilica di S.Marco in Piazza Venezia, a Roma, dalle 23 alle 3 del mattino. Questo momento si svolge nel contesto della “Notte bianca di preghiera”, organizzata dalla Pastorale giovanile della Diocesi di Roma, e affidata ai gruppi giovanili delle varie realtà ecclesiali. 1° maggio in Piazza San Pietro per la cerimonia della beatificazione – Con i Giovani per un Mondo Unito sarà presente anche una delegazione del Movimento buddista giapponese Rissho Kosei Kai, e il gruppo dei partecipanti al Meeting internazionale in corso in questi giorni. Conclusione della Settimana Mondo Unito l’8 maggio con un’altra diretta mondiale, stavolta da Sassello, la patria di Chiara Luce Badano, la giovane che lo scorso 25 settembre è stata beatificata, e che aveva fatto del mondo unito il suo cavallo di battaglia, fino all’ultimo. Follow the light è il titolo della giornata di festa con giovani da tutto il mondo, apice della Smu 2011. (http://www.gmutorino.it/) (altro…)