Gen 27, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
Sono arrivati con grandi sogni, alla Mariápolis Lia (Argentina), i 71 studenti provenienti da Messico, Honduras, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Cuba, Colombia, Ecuador, Venezuela, Perù, Bolivia, Paraguay, Cile, Italia e Argentina. Dal 6 al 14 gennaio: giorni per approfondire e trovare risposte alle loro inquietudini. Il percorso accademico della Summer School 2014 (in spagnolo “Escuela de Verano”), promosso dall’ Istituto Universitario Sophia insieme ad un gruppo di professori latinoamericani, ha affrontato varie discipline con uno sguardo nuovo. Teologia Biblica. La ricerca dell’autenticità del testo evangelico ha messo in rilievo il messaggio rivoluzionario e trasformante delle parole di Gesù. Scienze economiche. Fiducia, reciprocità e gratuità nei rapporti interpersonali hanno dimostrato la loro efficace importanza nella performance economica. Sociologia. Persona e società, nella prospettiva storica, sociologica e nei documenti del magistero della Chiesa latinoamericana, hanno aperto nuovi orizzonti a partire dalla categoria del dono e della interculturalità. L’America latina r
eclama cambiamenti profondi: il ritorno alle proprie radici, il riconoscimento delle sue ricchezze e delle culture dei popoli originari, la sfida delle disuguaglianze sociali, riuscire a trasformare in dono la sua contrastante diversità. L’arte, valida via d’interculturalità, si é presentata attraverso una mostra con opere di diversi paesi ed il concerto “Musica della Speranza”:prima mondiale dell’opera “Hablata Oblata Opus 265” del compositore Mario Alfagüel (Costa Rica). Un brano di musica contemporanea con testi di grandi pensatori latinoamericani, con due direttori in scena, che ha fatto le delizie del pubblico. Gli studenti della prima edizione (2013) hanno presentato 29 saggi in sette discipline e 12 progetti, evidenziando, attraverso diversi metodi consoni alle loro scienze, che è possibile pensare a partire da un nuovo paradigma: la cultura della fraternità. Daniela del Cile ha presentato il progetto: “Un nuovo sguardo del sapere in salute: cosa è uguale e differente nella medicina mapuche (popolo originario del sud del Cile-Argentina) e la medicina tradizionale? Confronto della medicina tradizionale ed i popoli originari”.
Christopher del Messico un suo lavoro dal titolo: “Fraternità fra le righe: un approccio al suo uso nel discorso politico messicano” “Questo progetto – spiega – ha, come fine, sviluppare un’analisi del concetto di fraternità come elemento del discorso nell’attuale sistema politico messicano”. “Siamo in tanti ma siamo uno. Oggi sento l’America latina come una via senza frontiere che unisce il nord ed il sud in un unico sogno: la fraternità”,afferma Carlos dell’Argentina. Si parte con una grande sfida: portare avanti dei progetti di trasformazione sociale nelle singole regioni del Continente, che saranno presentati nella prossima edizione 2015. (altro…)
Lug 25, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Sono arrivato in un momento di crisi profonda, una ricerca interminabile su questioni esistenziali e sociali che in questi giorni ha trovato una forte risposta”, racconta uno dei numerosi partecipanti arrivati dal Cono Sud (Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay e Argentina), a conclusione della Scuola di Studi Sociali (EDES), che dal 6 all’8 luglio si è svolta presso la Mariapoli Lia, la cittadella dei Focolari in Argentina. Tre giorni di riflessione e di intenso scambio, partendo dalle esperienze di vita, fra persone impegnate in modi diversi nel campo della promozione umana; molti con una lunga esperienza ed altri appena agli inizi, lavorando insieme e cercando di dare una risposta alla domanda fondamentale: “Dov’è tuo fratello?”. Una questione molto inquietante che, coincideva proprio in quei giorni con il forte appello di Papa Francesco visitando l’isola di Lampedusa (Italia), luogo di approdo di migranti africani alla ricerca di migliori condizioni di vita, spesso vittime di naufragi.
“Quello che più mi ha colpito in questi giorni è stato vedere gente così diversa proveniente da tante località geografiche, impegnate in vari ambienti della società, ma tutti con lo stesso obiettivo: amare. Tutto è stato così importante, che vorrei metterlo in pratica già, subito”. Le attività in cui sono impegnati i partecipanti si rivolgono al riscatto della dignità umana in mezzo agli immondezzai, ai centri di ascolto e di salute in centri educativi in zone ad alto rischio, al lavoro nella conservazione del patrimonio culturale indigeno, alla promozione del turismo sociale, dei centri per l’infanzia, al sostegno scolastico, prevenzione e recupero di tossicodipendenti, centri di aiuto alla vita, centri per disabili, volontariato in diverse ONG ed enti di promozione sociale dello Stato, gestione di progetti, alloggi popolari, centri sociali, sindacalisti, dirigenti d’azienda, politici… Anche il solo fatto di potersi incontrare per scambiare le proprie esperienze, è stato di grande arricchimento reciproco. La metodologia di lavoro, era centrata sull’impegno e nell’interesse sociale proprio di ognuno, più che in dibattiti accademici; e ha privilegiato la “costruzione di conoscenze a partire da esperienze vissute”.
“Porto con me strumenti e idee da mettere in pratica nelle attività sociali in un quartiere a rischio nel quale stiamo lavorando”. “L’aspettativa è stata ampiamente colmata: ho partecipato a scuole precedenti e sento che gradualmente stiamo crescendo e maturando in questa vocazione all’impegno sociale nelle nostre città”. “Grazie mille! Qui impariamo ad essere, per tornare alle nostre case e fare”. (altro…)
Set 28, 2012 | Cultura
Si è svolto al “Mondo Migliore” di Rocca di Papa dal 30 agosto al 1° settembre scorso il seminario internazionale: “Servizio sociale professionale e agire agapico: riflessioni teoriche, processi operativi” proposto da Social-One e dalla Fondazione Zancan. Una trentina di studiosi del servizio sociale provenienti prevalentemente dall’Italia, ma con presenze importanti da: Brasile, Argentina, Stati Uniti e Romania, si sono confrontati per focalizzare meglio il rapporto tra l’agire agapico – innovativa chiave interpretativa per le scienze sociali proposta da Social One ormai da alcuni anni – e il servizio sociale. Ma cos’è il servizio sociale? Il servizio sociale è un sistema di valori, teoria e pratica e nelle sue varie forme esso è orientato verso le molteplici, complesse interazioni tra le persone e il loro ambiente. La sua missione è abilitare tutte le persone a sviluppare il proprio potenziale, arricchire le loro vite e prevenire i disagi. Il servizio sociale professionale è focalizzato sulla soluzione dei problemi e sul cambiamento. Così, gli assistenti sociali che del servizio sociale sono i professionisti principali, sono agenti di cambiamento nella società e nelle vite delle persone, delle famiglie e delle comunità di cui sono al servizio. Ma oggi, come sappiamo, i sistemi dei servizi alle persone stanno cambiando: tutto può essere messo in discussione e i principi cardine del pensiero sociale sono sottoposti a sollecitazioni forti che si ripercuotono sulle persone e sui professionisti che vi operano. Ecco perché Social-One si è interrogata su queste sfide. Nella sua presentazione introduttiva la coordinatrice di Social One, Vera Araújo, ha così espresso l’intento che ci si prefiggeva per quei giorni: «Vogliamo comporre anche in questo Seminario una comunità dialogante, consapevole che per una miglior comprensione della realtà sociale e delle persone che ne sono attori, è utile ascoltare e confrontarsi (…),e che il cammino della storia non si ferma, dunque bisogna lanciarsi verso il futuro con coraggio nonché verso spazi non ancora esplorati».
La relazione che ha dato il via al seminario è stata proposta da Tiziano Vecchiato, Direttore Scientifico della Fondazione Zancan, che da alcuni anni condivide il cammino di Social-One. Egli ha evidenziato che «il servizio sociale affonda le proprie radici professionali proprio nell’incontro con le persone. L’intenzione è di valorizzare le loro capacità e potenzialità. L’impegno di ascolto, orientamento e accompagnamento sono altrettanti modi di esprimerla, per aiutare promuovendo e condividendo responsabilità». Poi si è chiesto se e in che misura l’agire agapico possa rappresentare una componente costitutiva nell’esperienza professionale. Una possibile risposta: «una caratteristica dell’agire agapico è la capacità di essere generativo e di poter dare risposte in più di quanto ci si aspetta (l’eccedenza che è più del dono)». Sono seguiti i contributi di due docenti universitari di Siena – Angelo Lippi e Anna Maria Zilianti – che hanno commentato la relazione di Vecchiato. In particolare la Zilianti sottolineava che «l’agire agapico può essere la leva per dare impulso al cambiamento necessario in questo momento» fatto, come si diceva di smarrimento, crisi di valori e non solo. Angelo Lippi ha affermato che «con l’agire agapico ci sono le condizioni per esplorare relazioni “generative” che possono diventare un surplus da sviluppare anche all’interno delle organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore». Da subito è scattato tra i presenti un clima collaborativo e stimolante che si avvertiva anche nei momenti di pausa e di intervallo dove si continuava a discutere e a elaborare insieme.
Il seminario ha previsto tre sessioni di approfondimento: la prima coordinata da Rosalba De Martis, dottore di ricerca in Scienze Sociali dell’università di Sassari, su “La relazione agapica come condizione generativa di eccedenza riconoscibile in termini di valore professionale, personale e sociale”, una seconda coordinata da Paolo De Maina del Comune di Roma su “Cura e prendersi cura” ed una terza da Michele Colasanto dell’Università Cattolica di Milano su “Agire agapico nelle organizzazioni e nelle istituzioni: ostacoli e criticità per nuovi modi di intendere la costruzione del bene comune”. In tutte le sessioni vi è stato un continuo scambio, ricco di prospettive. Molto importanti ed apprezzati gli interventi di alcuni professionisti provenienti da zone extraeuropee come Angela Maria Bezzera Silva del Brasile che ha delineato la storia e i tratti fondamentali del Servizio Sociale nel suo Paese che è il secondo corpo professionale del mondo, con circa 104 mila assistenti sociali, secondi solo agli USA. In Brasile, come in tutto il Latino America il Servizio Sociale non viene definita come una professione di aiuto, ma piuttosto come una professione che lavora per la trasformazioni delle cause strutturali della povertà e emarginazione, attraverso la mobilitazione, coscientizzazione, partecipazione delle classi popolari e di tutta la società civile. Maritza Vasquez Reyes proveniente dagli Stati Uniti che ha dato uno spaccato di questa Nazione con una ricca tradizione di servizio sociale e Rolando Cristão, dell’Argentina, che ha posto il problema del rapporto del servizio sociale e la comunità partendo dall’esperienza del suo Paese affermando che l’agire agapico è importante anche per migliorare le alternative di soluzioni ai problemi sociali attuali per moltiplicare le potenzialità delle comunità (problema sentito in America Latina) per il suo sviluppo e raggiungimento del bene comune. Importante e preziosa anche la presenza di due assistenti Sociali della Romania, Paese che sta riannodando il filo della propria storia dopo anni difficili. Nelle conclusioni Tiziano Vecchiato e Vera Araújo hanno sottolineato che il seminario ha indicato strade nuove da sperimentare perché «insieme possiamo rigenerare speranza, risorse, possibilità. E questo vale anche in tempi di crisi, di recessione, di razionalizzazione del nostro sistema di protezione sociale». Tutti i partecipanti hanno avvertito che questo seminario ha rappresentato un passo nuovo nel lavoro di ricerca che Social-One sta svolgendo. A cura di Paolo De Maina (altro…)
Ago 1, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
È il primo seminario curato dal gruppo di ricercatori di Social-One fuori dall’Europa, in dialogo con il gruppo latino americano del Movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali (M.A.U.S.S). Siamo ad Olinda, nel Nord-Est del Brasile, dove il 6 e 7 luglio 2012 si sono riunite circa 50 persone tra professori, ricercatori e studenti di varie parti del Brasile, con una rappresentanza italiana. L’Agire agapico, cioè le azioni mosse dall’amore fraterno e disinteressato, era il tema centrale del seminario, ed è anche il nucleo principale delle riflessioni, di certo non comuni in ambito sociologico, del gruppo di ricercatori legati a Social-One. “Dono e agire agapico: in dialogo verso nuove prospettive per le scienze sociali”, era il titolo del seminario, aperto dalla dott.ssa Vera Araújo, brasiliana, che ha sottolineato la necessità di nuove idee – come l’agape e il dono – per interpretare e ispirare comportamenti e dinamiche collettive. 12 le ore di lavoro intenso: quattro conferenze e quattro sessioni parallele, arricchite dal dialogo con tutti i partecipanti.
3 i contributi italiani: il prof. Michele Colasanto dell’Università Cattolica di Milano, che ha evidenziato il ruolo dei concetti di agape e dono rispetto alla costruzione del bene comune; il prof. Gennaro Iorio, membro del Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica dell’Università di Salerno, che dopo aver presentato la riflessione sul tema dell’agire agapico sviluppata da Social-One, ha parlato del rapporto tra agape e conflitto; la dott.ssa Licia Paglione, membro del Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), che ha proposto una lettura del rapporto tra i concetti di dono e amore, a partire dal lavoro del sociologo russo P. A. Sorokin (1889-1968). Sono stati inoltre presentati, durante le sessioni parallele, 5 lavori elaborati da gruppi di professori e studenti brasiliani di varie università, che immergevano nella realtà accademica e sociale brasiliana i temi trattati. Di un grande orizzonte aperto parla la ventenne Maria Júlia Izidoro: la possibilità, cioè, “di parlare di amore anche nelle aule universitarie”. Mentre per Maria Eduarda Couto “si è rotto un muro tra noi giovani e i ‘dinosauri’ delle scienze sociali. Scienziati maturi che ci hanno ascoltati con attenzione”, afferma. Il giovanissimo Lucas Francisco da Silva Jr, si dichiara “impressionato dalla proposta, dato che la società ha bisogno di cambiamenti e l’introduzione del concetto di Agire Agapico nelle relazioni sociali renderà il mondo migliore”. Saulo Miranda, è stato colpito dalla “presenza di giovani interessati e capaci di
approfondire questi temi nei propri studi accademici”. Interessante il commento di uno dei partecipanti, Simone Alves: “Ho acquisito un bagaglio teorico importante, ma la cosa fondamentale è stata proprio l’esperienza dell’amore, di quell’Agire Agapico che ho trovato nelle relazioni tra le persone che sono qui”. “Questo seminario lascia come eredità – dichiara a conclusione il coordinatore del seminario Lucas Galindo – l’apertura di mente, di cuore e di anima per un dialogo fecondo che ci fa sperare che l’agire agapico (l’amore), incida con forza nella vita sociale”. (altro…)
Feb 19, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
“L’incontro con Gesù ha cambiato la nostra vita”. “Un incontro con Dio. Non avevo mai fatto un’esperienza così. “Voglio vivere con voi l’arte d’amare …”. Qualche flash delle impressioni raccolte tra giovani e famiglie, prima di ripartire dopo 10 intensi giorni in Amazzonia. Nelle situazioni locali di sofferenza, tra gli indigeni sparsi nell’immensa foresta, tanti hanno ritrovato la speranza nel futuro. Alcuni dei frutti della speciale esperienza di evangelizzazione che si ripete da 6 anni. Progetto Amazzonia è il nome di questa esperienza vissuta in una regione che copre oltre il 50% del territorio brasiliano e comprende ben nove stati: Acre, Amapá, Amazonas, Maranhão, Mato Grosso, Pará, Rondônia, Roraima, e Tocantins. Nel 2011 ha raggiunto la 6ª edizione.
Come nasce? Progressiva diminuzione dei fedeli, crescente adesione alle sette. Un fenomeno dovuto anche alla scarsità dei sacerdoti e alla difficoltà di raggiungere i vari centri di questa grande regione. Il progetto Amazzonia è la risposta ad un appello che i vescovi del Brasile hanno lanciato alle diverse espressioni della Chiesa cattolica: contribuire ciascuno secondo il proprio carisma ad una vasta e permanente azione di evangelizzazione. Ogni anno dieci giorni delle vacanze sono dedicate a questa iniziativa. Dal 2005 vi aderiscono persone – circa 150 – dei vari settori del Movimento dei focolari (focolarini/e, famiglie, giovani) provenienti dalle diverse regioni del Brasile, affrontando viaggi anche di sessanta ore in pullman o cinque ore in aereo, più ventiquattro in battello, a loro spese. Attiva e sempre maggiore è la partecipazione dei giovani. “Siamo venuti per dare, ma è più ancora ciò che abbiamo ricevuto”. È l’esperienza comune. Le persone raggiunte in questi anni con un contatto personale, sono state circa 26.000. Quest’anno oltre 4700, la metà giovani, in tre città: Abaetetuba e Bragança (Stato del Pará) e Barreirinha (Stato dell’Amazonas).
Uno degli strumenti più efficaci è il “dado dell’amore”: gioco che Chiara Lubich ha ideato per aiutare i bambini e ragazzi a vivere l’arte di amare, cuore del Vangelo. Il dado è stato donato a circa 1500 bambini. 54 maestre e presidi di cinque scuole di Barreirinha hanno seguito un corso di formazione su questo strumento pedagogico. Sono state visitate 150 famiglie di due quartieri poveri e sessanta coppie hanno partecipato al corso di formazione. Toccante la visita al carcere, dove – in dialogo con i detenuti – è stata presentata l’arte di amare. Prioritari sono i rapporti personali che producono scelte di conversione al Vangelo. L’appuntamento 2012 è dal 14 al 22 luglio. http://projetoamazoniafocolare.blogspot.com (altro…)