Lug 31, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Frodo, Bilbo, Sam, los hobbits y el mago Gandalf, los personajes creados por J. R. R. Tolkien, son los protagonistas de dos grandes obras de la literatura universal: El Hobbit y El Señor de los Anillos. Presentamos este breve libro en el cual Ives Coassolo, profundo conocedor de la materia, nos introduce en el fecundo epistolario de Tolkien, ordenado y comentado, para descubrir aspectos novedosos sobre los personajes de la Tierra Media y el significado de la aventura del Anillo. Sin rebuscamientos, con entusiasmo genuino y contagioso, será una lectura feliz para cualquier lector amante o aficionado de la obra tolkeniana: un aporte tan ameno como enriquecedor. Datos del autor: Ives Coassolo, tiene 34 años, estudió Ciencias de la Educación y vive en Italia. A su tareas de profesor de religión, agrega una gran pasión por el teatro y la literatura, en especial por la obra de J.R.R. Tolkien. En 2007 con un grupo de amigos dio vida a la Asociación Senderos Tolkenianos. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Lug 30, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Frodo, Bilbo, Sam, los hobbits y el mago Gandalf, los personajes creados por J. R. R. Tolkien, son los protagonistas de dos grandes obras de la literatura universal: El Hobbit y El Señor de los Anillos. Presentamos este breve libro en el cual Ives Coassolo, profundo conocedor de la materia, nos introduce en el fecundo epistolario de Tolkien, ordenado y comentado, para descubrir aspectos novedosos sobre los personajes de la Tierra Media y el significado de la aventura del Anillo. Sin rebuscamientos, con entusiasmo genuino y contagioso, será una lectura feliz para cualquier lector amante o aficionado de la obra tolkeniana: un aporte tan ameno como enriquecedor. Datos del autor: Ives Coassolo, tiene 34 años, estudió Ciencias de la Educación y vive en Italia. A su tareas de profesor de religión, agrega una gran pasión por el teatro y la literatura, en especial por la obra de J.R.R. Tolkien. En 2007 con un grupo de amigos dio vida a la Asociación Senderos Tolkenianos. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Lug 20, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Siamo onorati, grati e felici che il messaggio dell’unità che cerchiamo di comunicare è stato premiato. Un grazie speciale ai nostri lettori che ci incoraggiano e ci aiutano su questa strada!», scrive il team di Living City alla notizia della premiazione. Living City ha ricevuto un premio per il numero di Aprile 2014 sul tema dell’immigrazione per gli articoli di Marilyn Boesch, Susanne Janssen e Lori Chesser. Motivazione della giuria: “Queste storie sono travolgenti ed importanti, e mettono il fattore umano prima e al centro”. Nella categoria “La migliore spiegazione della posizione della Chiesa sul matrimonio”, Living City ha ricevuto il terzo premio per gli articoli nella rivista di luglio 2014, scritti da Michael e Julie James, Pietro Riccio, Sarah Mundell e Emilie Christy. “La prospettiva della diversità in queste storie è di grande valore. Invitano all’azione chi vuole creare dialogo e costruire ponti attraverso la fede”, affermava ancora il Catholic Press Award (CPA). Potete leggere e condividere questi articoli dal sito livingcitymagazine.com
Giu 25, 2015 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Ringrazio voi di questa visita che ho tanto a cuore, visita di fraternità, di dialogo, anche di amicizia. In questo momento storico tanto ferito da guerre, da odio, questi piccoli gesti sono seme di pace e di fraternità». Così Papa Francesco stamattina nell’udienza ai partecipanti, una 60ina provenienti dagli Stati Uniti, al Convegno buddista-cattolico in corso a Castelgandolfo presso il centro internazionale del Movimento dei Focolari. Al microfono di Adriana Masotti, le parole di Roberto Catalano, corresponsabile del dialogo tra le religioni dei Focolari, il rev.do Kyoichi Sugino, del movimento buddista giapponese Rissho Kosei Kai e l’organizzatore dell’evento, prof.Donald W. Mitchell: «Un incontro quello con il Papa molto semplice ma molto intenso, sia i buddisti che i cristiani hanno potuto salutarlo personalmente. Soprattutto, però, è stata molto calorosa l’accoglienza del Papa, che ha ringraziato per questo gesto di amicizia: ha detto che in un momento così doloroso, come quello che noi stiamo vivendo, un gesto come quello fatto da questo gruppo, di andare a fargli visita, è un gesto che riscalda il cuore, che fa bene alla salute ed è un seme di pace, di fraternità e di amicizia». Il tema di questo Convegno è “Sofferenza, liberazione e fraternità”, quindi ha a cuore proprio il tema del dolore… «Il tema è questo e soprattutto vuole mettere in luce quelle che possono essere, in questo momento storico, delle attività comuni per alleviare la sofferenza che c’è nel mondo e, in particolare, anche negli Stati Uniti. Quindi, si parla di sofferenza, ma si parla soprattutto di fraternità. Si vorrebbe vedere cosa si può fare insieme per vivere la fraternità, una fraternità concreta sul territorio». C’è qualcosa in comune tra cristiani e buddisti o le vie sono molto diverse? «In comune c’è la sofferenza. Tutti gli esseri umani soffrono e, in questo, ci sentiamo tutti fratelli e sorelle. Allora Buddha ha trovato una sua via per eliminare le radici della sofferenza e il cristianesimo ha una sua risposta alla sofferenza. Sono risposte senza dubbio diverse, che però possono collaborare per portare dei frutti di fraternità. Il punto non è eliminare la sofferenza, ma coinvolgerci con gli uomini e le donne di buona volontà, per alleviare la sofferenza non soltanto in noi, ma anche nei fratelli e nelle sorelle che ci stanno accanto». Sul Convegno buddista-cattolico, la riflessione del Rev. Kyoichi Sugino: «Penso che questo incontro ruoti intorno a tre punti importanti. Il primo riguarda il fatto che buddisti e cattolici condividono una dottrina della sofferenza, della liberazione e confermano i loro valori condivisi. Il secondo punto riguarda le sfide importanti, tra cui il cambiamento climatico – oggi siamo stati ricevuti in udienza dal Papa: il documento papale è molto importante per noi! – l’estremismo e altre sfide: buddisti e cattolici si sono impegnati a lavorare insieme per superare queste sofferenze. Ho indicato il cambiamento climatico e l’estremismo e altre sfide che dobbiamo affrontare. Il terzo punto concerne il fatto che veniamo dagli Stati Uniti, da città diverse, e ci siamo impegnati a trasferire questo dialogo in azioni concrete nelle nostre diverse città: questo significa che in queste città lavoreremo insieme – cattolici e buddisti – per costruire la pace e superare le sfide comuni, negli Stati Uniti e nel mondo».
Rev. Sugino, che cosa ha rappresentato per lei l’udienza con il Papa? «L’udienza con Papa Francesco è stata per noi molto importante: egli ha sottolineato l’importanza della fratellanza come base per la nostra collaborazione. Per cui, ogni dialogo in vista della collaborazione per la pace dovrebbe essere basata sulla fratellanza e sulla consapevolezza che siamo tutti fratelli e sorelle che proprio in funzione di questa fratellanza lavoriamo insieme per la pace. Quindi, il suo grande e profondo messaggio di fratellanza è stato per tutti noi un grande incoraggiamento. Egli è pronto a lavorare con noi per la tutela del clima e anche in altri ambiti. Verrà a New York e a Washington per continuare insieme nella strada intrapresa degli impegni comuni». Il prof. Donald W. Mitchell è l’organizzatore del Convegno di questi giorni: «Abbiamo invitato leader buddisti e cattolici dalle città di San Francisco, Chicago, New York e Washington, coinvolti in attività sociali. Il Papa ha chiesto una nuova opprtunità di dialogo di fratellanza, dove la fratellanza porta all’azione sociale. Questi gruppi di cattolici e buddisti stanno costruendo, nelle diverse città, proprio questo tipo di dialogo fraterno e questo sarà allargato ad altri buddisti e ad altri cattolici, affinché si instauri un dialogo di collaborazione per curare i mali sociali nelle loro città, diversi tipi di malesseri sociali. Ci saranno movimenti di base locali di collaborazione, che potranno combinare le risorse di buddisti e operatori sociali per affrontare meglio i problemi sociali nelle città». Fonte: Radio Vaticana (altro…)
Giu 1, 2015 | Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Roberto Catalano (a destra) con accanto la Sig.ra Minoti Aram, dello Shanti Ashram in Combiatore (India), e altri amici indù (foto di repertorio).
«Cinquant’anni fa ero un ragazzino e mai avrei immaginato di poter vivere un’avventura così affascinante come quella del dialogo, sulla strada aperta da Nostra Aetate [il profetico documento conciliare che ha segnato l’apertura della Chiesa ad un dialogo costruttivo e positivo con le diverse tradizioni religiose del mondo]. Guardando a ritroso non posso non essere riconoscente a Dio, ma anche a decine di persone incontrate su questa strada, che mai avrei immaginato di percorrere. A cominciare dalla mia famiglia, dove ho imparato che dialogare è sempre meglio che scontrarsi, con i compagni universitari della contestazione degli anni settanta, con giovani dei movimenti cattolici dove sono cresciuto, con il mondo del lavoro dove mi sono inserito ancora ventenne e, poi, con persone dell’Asia, delle Americhe, dell’Africa e di diverse parti del mondo, compresa la Nuova Zelanda e l’Australia Una ricchezza immensa, su una strada che il mondo nel 1965 non poteva nemmeno immaginare». È un ricordo personale, a margine del convegno per celebrare i cinquant’anni della conclusione del Concilio Vaticano II (Georgetown, Washington, 22-24 maggio), organizzato da Ecclesiological Investigation, un gruppo di teologi che si incontrano una volta l’anno e discutono su un argomento particolare. Quest’anno, il tema scelto è Vatican II, Remembering the future, e non mancano rappresentati provenienti da Roma, tra cui il card. Kasper ed il Card. Tauran.
«La conferenza è di grande valore – continua Roberto Catalano -: interventi in plenaria, ma anche sessioni parallele di grande spessore teologico e culturale. Grande apertura umana ed intellettuale, desiderio di approfondire un evento come il Concilio da diversi punti di vista: geografico senza dubbio, ma soprattutto di prospettiva e di contenuti. Ci sono interventi che cercano di contestualizzare quanto e perché avvenuto fra il 1962 ed il 1965. Altri hanno affrontato l’aspetto storico che ha portato allo svolgimento dell’evento conciliare. Ma sono state importanti anche le letture su quanto successo dopo e di come questi cinquant’anni non siano stati sufficienti alla sua realizzazione. Le opinioni si susseguono in un clima di grande ascolto, interesse e apertura intellettuale e spirituale». «Pur fra le diverse posizioni, il Concilio esce da questi giorni di studio a mezzo secolo dalla conclusione, come un evento che ha cambiato la Chiesa e l’umanità. Colpisce soprattutto la dimensione profetica che ha caratterizzato soprattutto i documenti che sono stati promulgati al termine dell’assise conciliare». E proprio su questa dimensione della profezia si è fondato anche il suo intervento, sul ruolo di alcuni movimenti, come i Focolari e Sant’Egidio, nell’attualizzazione di Nostra Aetate. Dialogo come dovere, dialogo come cultura dell’incontro, dialogo come pellegrinaggio e dialogo come pensiero aperto ed empatico sono alcuni dei punti sviluppati da Catalano. Una delle giornate del convegno è stata dedicata interamente all’ecumenismo e a quanto il Concilio ha significato per questo aspetto. Si sono susseguiti interventi di cattolici, luterani, presbiteriani, ortodossi e episcopaliani: «Non sono mancati toni scuri per appuntamenti mancati e per ostacoli che ancora restano per una vera comunione fra le varie Chiese. Ma l’intervento più significativo sottolineato da alcuni minuti di applauso scrosciante all’interno della National Cathedral (episcopaliana) è stato quello del cardinale Walter Kasper che, dopo un’analisi magistrale della storia e degli aspetti teologici della questione ecumenica, ha concluso con il suo ottimismo pragmatico ma di grande respiro: “Unity perhaps has already started!” [l’unità forse è già cominciata]». «Ci si rende conto – conclude – di come in questi 50 anni si siano fatti passi avanti enormi e che l’unità non sarà mai un ‘ritorno’ o una unificazione, ma una ‘comunione’». http://whydontwedialogue.blogspot.it/ (altro…)