Movimento dei Focolari

Un anno a Sophia

Apr 11, 2013

Valeria Cardoso, assistente sociale uruguaiana, si racconta alla luce di un anno trascorso all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano. Stralci dell’intervista di Valter Muniz.

“I mesi a Sophia mi hanno aiutato a “integrare” il vivere e il pensare ciò in cui credo: un mondo più giusto, uguale e diverso allo stesso tempo. Tutto, le discipline economiche e politiche, ma anche la possibilità di conoscere i professori e gli studenti dello IUS di tutto il mondo, mi hanno fatto una persona diversa, anzitutto interiormente, e poi anche sul lavoro, più tollerante, più consapevole dei bisogni di tanti, delle loro sofferenze, delle loro gioie. È un tesoro grande che oggi fa parte di me” . Così Valeria esprime in un’intervista al giornalista brasiliano Valter Hugo Muniz l’esperienza di un anno di approfondimento della sua professione di assistente sociale trascorso a Loppiano. “Lavorare nel sociale, per me, ha sempre voluto dire integrare la mia professione col desiderio di un mondo più fraterno, in cui i diritti di tutti siano pienamente rispettati – prosegue Valeria – . Prima di arrivare allo IUS ho lavorato come assistente sociale per più di 3 anni nel quartiere Borro, uno dei più poveri di Montevideo (Uruguay) dove vivono bambini, adolescenti e famiglie in condizioni di estrema vulnerabilità sociale. Ho cercato di non perdere di vista l’obiettivo principale: promuovere prima di tutto la dignità degli abitanti del quartiere favorendo la loro partecipazione, la coesione sociale, aprendo spazi comunitari per superare l’isolamento, per affrontare insieme i problemi con il dialogo e l’azione collettiva”. Lo scorso dicembre Valeria è tornata a Montevideo e da allora collabora ad un progetto rivolto a bambini dai 5 ai 12 anni e alle loro famiglie. “L’anno che ho trascorso allo IUS  – conclude – è stato molto intenso, sotto tanti punti di vista. Per me è stata una svolta, mi ha richiesto di cambiare… e non si è ancora conclusa l’assimilazione delle nuove categorie che ho appreso. Vedo la mia attività come un costante “camminare insieme”, in cui è necessario guardarsi reciprocamente con uno sguardo di autentica fraternità: ciò che deve crescere non sono solo gli standard materiali di qualità della vita, ma la consapevolezza della nostra comune cittadinanza”. Fonte: Istituto Universitario Sophia

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Sulla stessa barca: un viaggio verso la pace

Sulla stessa barca: un viaggio verso la pace

8 mesi di navigazione, 30 porti e 200 giovani. Partita a marzo 2025 da Barcellona (Spagna), la nave-scuola per la pace “Bel Espoir” continua il suo viaggio che si concluderà solo ad ottobre, collegando le cinque sponde del Mediterraneo. A bordo, otto gruppi di venticinque giovani di ogni nazionalità, cultura e religione i quali, animati dal desiderio comune di costruire un mondo migliore, vivranno insieme imparando a conoscersi, tra dibattiti e esperienze personali, affrontando per ogni tappa tematiche nuove. Tra questi anche una ventina di ragazzi e ragazze, tra i giovani ambasciatori della Pace di Living Peace e giovani del Movimento dei Focolari. Berhta (Libano), impegnata nel progetto MediterraNEW, che lavora per l’educazione dei giovani nel mediterraneo, principalmente quelli migranti, ci racconta la sua esperienza.

Argentina: impegno per il dialogo interculturale con i popoli originari

Argentina: impegno per il dialogo interculturale con i popoli originari

Agustín e Patricia e i loro due figli sono una famiglia argentina. In seguito ad un corso di Sophia ALC, la sede latino-americana dell’Istituto universitario con sede nella cittadella internazionale di Loppiano (Italia), sono andati alla ricerca delle loro radici tra i popoli originari ed è nato un forte impegno per il dialogo interculturale.