Movimento dei Focolari

Una parrocchia aperta alla solidarietà

Dic 2, 2012

Nell’isola d’Ischia, immersa nel golfo di Napoli, la Parrocchia di S. Antonio Abate apre le porte alla solidarietà. Una esperienza di condivisione.

L’isola d’Ischia è una terra dove storia, mito e natura si incrociano fino a confondersi. Sorprende il fatto che il grande sviluppo turistico degli ultimi anni nulla abbia tolto alla genuinità degli ischitani, generosi e accoglienti. Ancora qui si intonano le canzoni tradizionali e ballano come mille anni fa; qui celebrano le feste come una volta e fanno ancora le loro processioni. E qui si trova la Parrocchia di S. Antonio Abate e alcuni parrocchiani che, già da sette anni, portano avanti un progetto di sostegno a distanza, il “Progetto India”, delle Famiglie Nuove dei Focolari. «Sette anni fa – ricorda Lucia – è iniziata una meravigliosa avventura per me, mio marito, la nostra bambina Gabriella di nove anni, e altri bambini e genitori della parrocchia. Una sera, noi genitori dei bambini che dovevano fare la prima Comunione, ci siamo ritrovati per vedere insieme il video che presentava il “Progetto India”. È stato un momento così toccante per me e Raffaele, mio marito, che non abbiamo esitato un solo momento nell’esserne a favore e a condividerlo con tutta la parrocchia. Il primo passo è stato quello di preparare una “Festa insieme”, così infatti abbiamo definito il momento di ritrovo dopo la celebrazione delle prime comunioni. Genitori e bambini hanno condiviso i loro talenti, il loro tempo, i loro mezzi di trasporto durante tutta la preparazione. Poi abbiamo scelto insieme il menù, preparato l’etichetta da mettere sulle bottiglie di vino, sistemare i tavoli, le sedie… I bambini, ogni volta che ci ritrovavamo, avevano negli occhi una gioia speciale che veniva dal fatto di sentirsi amati, ma anche perché vedevano che noi genitori eravamo uniti nel preparare una festa speciale per il giorno in cui Gesù sarebbe entrato nel loro cuore. La mattina del 20 maggio, fra le 500 persone presenti nel palazzetto dello sport trasformato in Chiesa si avvertiva la presenza di Gesù in mezzo alla comunità, specie nei 64 bambini che prendevano la Comunione per la prima volta. Quando, a festa conclusa, abbiamo fatto il punto della situazione, abbiamo constatato che, oltre ad aver raggiunta una cifra che ci ha permesso di fare 20 adozioni a distanza e di aiutare alcune famiglie in difficoltà della nostra Isola, si sono creati tanti rapporti di amicizia e di solidarietà con chi non ci si aspettava. Ad esempio, con la ragazza da cui ho comprato le bomboniere si è creato un rapporto più profondo. Un giorno, mi ha comunicato la sua grande sofferenza a causa della sua sorella gravemente ammalata. Mi ha salutato ripetendo “Non sparire! Fatti vedere, ti aspetto!”. L’iniziativa del progetto, quindi, non solo ha avuto lo scopo di aiutare chi è in difficoltà economica in India, ma di sconfiggere un po’ di quella povertà di rapporti che è alla radice di tanti problemi della nostra società».

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