L’immagine di un paese impregnato di dispute politiche e ideologiche, ampiamente diffuse dai media brasiliani in generale, tende a nascondere la realtà di coloro che agiscono per il bene comune, affrontando le divergenze di opinione attraverso il dialogo e con azioni concrete di solidarietà.

Pur essendo segnato da una forte polarizzazione politico-ideologica, il Brasile coltiva, per lo più nel silenzio, i germi di una società rinnovata aperta al dialogo, solidale, protesa verso la costruzione di rapporti di fraternità. Nello spazio politico e in quello socio-culturale più ampio.

Dopo aver raccontato delle iniziative messe in campo dai più vari organismi, ecclesiali e non, per promuovere una riflessione politica fondata sul dialogo – intesa come risposta alla domanda crescente di una nuova cultura democratica e partecipativa – vogliamo ora mettere in luce l’impegno di molti nel campo della solidarietà e del volontariato.

Spesso, infatti, l’azione politica è guidata da un senso di solidarietà con coloro che soffrono. Dal 2016, quando il governo dello Stato di Rio de Janeiro ha iniziato a ritardare il pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici, oltre alla lotta nei tribunali e ai numerosi atti politici di protesta contro questo provvedimento, è emersa una rete di solidarietà a favore dei lavoratori e delle loro famiglie che hanno sofferto di più a causa di questa situazione. I gesti si sono moltiplicati in tutto lo Stato, sia da parte di singoli che di collettività. Per aiutare le famiglie in difficoltà una serie di organizzazioni si sono mobilitate per raccogliere risorse e allestire cestini alimentari di base, per acquistare medicinali e soddisfare altri bisogni primari. L’Arcidiocesi e le altre diocesi cattoliche di Rio de Janeiro, così come altre chiese e unioni cristiane, hanno operato in collaborazione con il cosiddetto Movimento Unificato dei Funzionari Pubblici di Stato (Muspe).

Una situazione simile ha visto circa 40 entità brasiliane, tra religiose e civili, lavorare insieme per accogliere rifugiati provenienti soprattutto dal Venezuela. Alcuni di questi enti svolgono azioni di emergenza (offerta di cibo e medicinali, cure mediche e psicologiche), mentre altri aiutano ad ottenere la residenza in Brasile attraverso l’accesso alla documentazione necessaria, corsi di lingua portoghese, alloggio e lavoro. Queste entità sono state particolarmente attive nella regione di confine tra i due paesi, ma anche in altre regioni in cui sono state inviate famiglie di rifugiati nel tentativo di offrire loro migliori opportunità di lavoro e di alloggio.

Iniziative di questo tipo riflettono il desiderio di molti brasiliani di “raggiungere” continuamente coloro che hanno più bisogno di aiuto. È forse questa spinta che giustifica i dati dell’indagine “Other Forms of Work”, condotta nel 2017 e recentemente pubblicata dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE). Secondo questa ricerca, 7,4 milioni di persone hanno fatto volontariato in quell’anno, l’equivalente del 4,4% della popolazione di 14 anni o più. Per volontariato i ricercatori intendono il lavoro non obbligatorio, svolto almeno un’ora alla settimana, senza ricevere una retribuzione o benefici in cambio, da persone che non vivono nella stessa famiglia del volontario e non sono la loro famiglia. Sempre secondo la ricerca, il profilo dei volontari in Brasile descrive principalmente donne che insieme alle attività di volontariato si occupano di lavoro professionale e domestico.

Un altro esempio che viene dal Movimento dei Focolari è Milonga, un programma che mette in contatto le organizzazioni non governative a carattere sociale di sette Paesi con giovani che vogliono integrare la loro formazione umana con il volontariato, donando il loro tempo e il loro lavoro. Nell’ottobre 2018, 75 volontari del progetto hanno lavorato in 19 organizzazioni in Brasile, Argentina, Bolivia, Messico, Messico, Paraguay, Venezuela, Uruguay, Kenya e Giordania. “Ho imparato che l’essenza della vita non è avere, ma essere. A volte siamo pieni di tante cose, ma ciò che conta davvero sono quelle che rimangono nell’eternità del momento presente”, ha detto Rarison Gomes, 30 anni, originario di Manaus. 

L’esperienza del volontariato coincide con un certo protagonismo giovanile in crescita tra i ragazzi brasiliani che desiderano passare dalla riflessione politica all’azione. Un esempio significativo è l’esperienza del Coletivo Juventude Campo Cidade, nato più di dieci anni fa da una conversazione tra amici nella cittadina di Poço Redondo, all’interno dello Stato di Sergipe, nel nord-est del Brasile. Alcuni di questi giovani erano già attivi in movimenti sociali nell’Alto Sertão Sergipano, come viene chiamata quella regione. Motivati dal processo elettorale del 2008, questi ragazzi hanno deciso di dar vita ad un programma di formazione politica per i giovani della regione. Pur senza risorse e con scarso sostegno, il gruppo ha organizzato un corso in 11 tappe della durata di un anno e mezzo. All’origine del progetto una chiara presa di coscienza: era necessario formarsi, conoscere la realtà, per assumere il protagonismo sociale nella regione. “C’era la sensazione di voler trasformare la società e questo è maturato in ogni fase del corso”, dice Damião Rodrigues Souza, uno degli ideatori dell’iniziativa. Al termine del primo corso, i giovani hanno concluso che l’esperienza iniziata lì avrebbe dovuto proseguire basandosi su tre pilastri: formazione, organizzazione e lotta. L’ultimo di questi pilastri si è concretizzato in una serie di iniziative che hanno prodotto risultati efficaci: l’installazione di un campus di un’università pubblica federale nella regione; la costruzione di un teatro popolare con una capacità di 200 persone nella città di Poço Redondo (costruito dagli stessi giovani); la concessione da parte del governo federale di un pezzo di terra, fino ad allora inattivo, da destinare alla coltivazione di prodotti biologici da parte di giovani.

Anche se isolati e dispersi lungo gli oltre otto milioni di chilometri quadrati del Brasile, questi e molti altri esempi di dialogo e partecipazione politica, così come di azione concreta per la costruzione di una società giusta e fraterna, testimoniano un quadro molto più sano di quello della semplice polarizzazione politica in cui gran parte della società brasiliana è stata condotta. Per i protagonisti di queste azioni, la speranza sta nella convinzione che gli esempi e i frutti concreti siano in grado di catturare “seguaci” e di potenziare questo protagonismo, fondamentale per unire le persone a favore del bene comune e al di là delle differenze politico-ideologiche.

Luís Henrique Marques

1 Comment

  • Articolo molto interessante dal punto di vista dell’informazione e delle azioni positive di parte della popolo brasiliano, notizie in genere poco diffuse dal media audiovisiva.

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