Together for a new Africa (T4NA) è un percorso di formazione ideato e realizzato da giovani di vari Paesi africani per una governance responsabile e partecipata e consente di affrontare le sfide chiave del loro continente promuovendo e sviluppando una cultura di unità. Adelard Kananira ci introduce in questa realtà di formazione, tutoraggio e networking e ci mostra quelli che sono i frutti raccolti fino ad oggi.

Esser parte attiva nella società e compiere delle scelte che contribuiscano al bene comune di tutti, proprio lì, dove ciascuno vive. È questo il sogno che anima Together for a New Africa, che, coinvolgendo numerosi giovani, si propone di ripensare ad una nuova leadership africana capace di far fronte alle numerose sfide di ogni singolo Paese.

Ce ne parla Adelard Kananira, giovane burundese, in Italia da cinque anni, tra gli organizzatori delle varie Summer School di T4NA. Dopo essersi laureato presso l’Istituto  universitario Sophia, lavora per la segreteria del Movimento Politico per l’Unità.

Adelard, da dove è nato T4NA?
Together for a new Africa – Insieme per un Nuova Africa – è un progetto nato da alcuni studenti africani dell’Istituto Universitario Sophia (Loppiano- Italia), che hanno pensato a come poter restituire al proprio continente l’esperienza che stavano vivendo alla luce della cultura dell’unità.

Si sono trovati insieme, hanno riflettuto, hanno condiviso idee e dato vita a questo progetto. La prima scuola estiva si è svolta nel 2018 a Nairobi (Kenya) in una delle cittadelle del Movimento dei Focolari, la Mariapoli Piero, sede anche dei successivi incontri.

Quale il nucleo di questo progetto?
Il nucleo di questo progetto è quello di potenziare le capacità dei giovani africani, per affrontare le difficoltà di ogni giorno nelle loro comunità, nei loro Paesi, nell’intero continente. Inizialmente non avevamo molti mezzi ed essendo l’Africa davvero grande e dai mille volti, abbiamo iniziato coinvolgendo i Paesi della zona orientale sognando di arrivare a tutti.  Ricordo che durante le prime Summer School, alcuni partecipanti non volevano neanche parlarsi tra di loro. C’erano delle difficoltà che portavano a dire: “Non ci conosciamo, come possiamo muoverci?” Ma sorprendentemente dopo aver passato del tempo insieme abbiamo notato come, pian piano, tutte le barriere tra culture, tra tribù, stavano cadendo. Abbiamo effettivamente assistito a questa crescita personale, come gruppo e come un unico grande continente.

Quali frutti si sono raccolti in questi anni?
Dopo tre anni di scuole estive e corsi di formazione, i frutti sono molti e davvero possiamo darne testimonianza. Abbiamo visto alcuni partecipanti entrare in politica, diventare attivisti e leader, fare un sacco di cose per le loro comunità. Hanno ricevuto moltissimi riconoscimenti, unito le mani con altre associazioni nei singoli Paesi, rispondendo a moltissime emergenze. Questo ci dà non solo la speranza, ma dimostra che il progetto sta crescendo. E ne siamo orgogliosi.

Quali sono i prossimi passi?
Abbiamo concluso il nostro primo ciclo di 3 anni di corso nella curva australe dell’Africa ed è stato incredibile. E adesso stiamo per avviare il secondo ciclo, che inizierà alla fine di questo 2022, e passeremo da 7 a 14 Paesi.  È una sfida, lo riconosciamo, ma il nostro sogno era ed è l’Africa intera e questo passo avanti ci mostra che possiamo farcela, perché i giovani stessi l’hanno considerato come un loro proprio progetto e insieme possiamo andare avanti.

Maria Grazia Berretta

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