Siamo a pochi chilometri da Postumia, in Slovenia, crocevia tra l’oriente e l’occidente Europeo. Oggi meta turistica e con paesaggi mozzafiato, con una storia che si lascia alle spalle la tragedia vissuta in Europa con i milioni di morti delle due guerre mondiali. L’orrore della guerra è ben ritratto, ad esempio, in alcune opere dell’artista sloveno Ivan Rupnik, e nei suoi mosaici nei boschi vicino ad alcune foibe. Con questa coscienza storica di sottofondo, i 3 giorni vissuti insieme dagli “Amici di Insieme per l’Europa” assume un nuovo significato di riconciliazione europea, di fronte a dolorose ferite ancora aperte: qui si mette in luce il rapporto di amore scambievole in atto fra cristiani di diverse confessioni e provenienze. Sono 14 i Paesi europei rappresentati, dal Portogallo alla Russia, dalla Svezia alla Croazia. Comune è l’impegno a favore di un’Europa riconciliata, nella convinzione che 500 anni di separazione fra le Chiese ‘sono sufficienti’ e che si deve puntare ad attualizzare il sogno dei Padri fondatori dell’Unione Europea, costruendo la ‘fraternità’ fra i popoli. Il programma del convegno si è concentrato sulla preparazione di un grande evento previsto per il 2016, a Monaco di Baviera, con il desiderio di poter offrire alla società civile e religiosa una forte testimonianza di riconciliazione realizzata, visibile, frutto di conoscenza, stima, collaborazione in molte iniziative sociali comuni, cresciuta negli anni, a partire dal 2002, quando è iniziata l’esperienza di Insieme per l’Europa. I 108 partecipanti, di 41 Movimenti e Comunità di varie Chiese hanno espresso un’autentica ‘passione’ per l’unità’ e piena adesione al progetto, offrendo la disponibilità a condividere idee, responsabilità e fatiche organizzative. «Accanto alla sorpresa sempre nuova e alla gioia per il cammino realizzato – scrive uno dei partecipanti – evidente nella grande capacità di ascolto e accoglienza reciproca, era generale l’entusiasmo e la convinzione che, con l’aiuto di Dio e ‘insieme’ è possibile puntare a realizzare il ‘sogno’ di un’Europa senza divisioni, che recuperi le sue radici e possa essere modello per altri Continenti».
Essere operatori di pace
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