10 Giu 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“TUTTI INSIEME di nuovo per favore!!!”, così scrive sul suo account Facebook un’amica tedesca esprimendo il desiderio di molti dei 50 partecipanti al seminario di Media Education, rivolto ai giovani e ai loro coordinatori. Il corso, promosso da associazioni di sei Paesi diversi e curato nei contenuti da NetOne e da Charisma Community Projects (Gran Bretagna), ha ricevuto un sostegno finanziario dal programma Youth in Action (Giovani in azione) della Commissione Europea.
Il programma prevedeva una parte teorica – tre lezioni di Educazione ai media, tenute dal prof. Luciano di Mele dell’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO di Roma (partner esterno del progetto); delle serate con professionisti delle aree della comunicazione su: reti sociali, giornalismo e pubblicità; e quattro laboratori creativi per tutto il resto delle giornate, molto apprezzati dai giovani per la qualità dei contenuti che vi hanno appreso, per la creatività di gruppo sperimentata, per la multiculturalità vissuta. La Cittadella Arco-Iris del Movimento dei focolari ad Abrigada si è dimostrato luogo adatto ad ospitare il seminario, non solo per gli ambienti ma soprattutto per la grande accoglienza e l’attento servizio.
A cuore dei lavori e per promuovere la cittadinanza europea si è trascorsa una giornata a Lisbona, per viverla, conoscerla e poi raccontarla attraverso foto, interviste, riprese, pubblicità sociali e turistiche presentate poi in una serata di festa aperta al pubblico, animata anche dai contributi artistici degli abitanti della cittadella. Di grande interesse è stata la visita guidata agli studi e al museo di RTP, emittente radiotelevisiva pubblica, che cortesemente ci ha accolti nonostante il grosso lavoro di preparazione delle dirette elettorali a due giorni dalle votazioni portoghesi. La stessa emittente ha realizzato un servizio sul seminario.
Ma più che le parole possono essere le foto e il blog dei partecipanti a raccontare questa esperienza indimenticabile per i giovani ma anche per i loro tutor. “Grazie Europa che ci hai permesso questo!” è uscito dal cuore di un partecipante nel giro di commenti che ha chiuso il seminario. Il seminario non è stata un’iniziativa isolata ma uno dei momenti salienti di un progetto più ampio, che comprenderà altre iniziative locali e internazionali scopo delle quali è far ri-scoprire il valore della “buona comunicazione” e insegnare ai giovani il modo di informarsi ed informare usando i media come strumenti per la pace e lo sviluppo, ponti tra culture e differenze, agenti di coesione sociale. Flickr Gallery: News&You Seminar 2011 Youth in Action: http://eacea.ec.europa.eu/youth/ (altro…)
3 Giu 2011 | Cultura, Focolari nel Mondo
Il 20 maggio 1993, a Solingen, in Germania, alcuni giovani avevano dato fuoco alla casa di una famiglia turca: nell’incendio erano morte cinque persone. Da allora, ogni anno, si celebra l’anniversario di quel tragico episodio di intolleranza razziale. Quest’anno, in questa ricorrenza, un gruppo di giovani hanno deciso di fare qualcosa di concreto per la loro città. Di recente, avevano preso parte, in partenariato con altri gruppi giovanili di scuole tedesche ed italiane, al progetto europeo denominato “Heimat Europa” (Europa, casa per tutti). Un progetto nato in Germania nel 2010 su iniziativa dell’associazione tedesca Starkmacher, in collaborazione con il Movimento politico per l’unità. Un percorso formativo, durato più di un anno, in cui hanno riflettuto e lavorato, confrontando le rispettive opinioni sull’immigrazione nella prospettiva dell’integrazione, sull’ambiente, sul futuro dell’Europa, con particolare riferimento allo sviluppo federale che l’Unione europea dovrebbe saper realizzare. Un percorso convincente che ha lasciato un segno nel cuore ma anche nella testa e che, partito come un gioco, mano a mano è cresciuto, divenendo esperienza politica concreta. Il sindaco di Solingen e le altre autorità cittadine si sono mostrati subito entusiasti del progetto dei giovani e hanno offerto il loro sostegno. Ci sono stati vari momenti. Per prima cosa, sapendo che prima della celebrazione dell’anniversario, il “luogo della memoria” doveva essere ripulito, si sono offerti di farlo. In collaborazione con la loro scuola poi, hanno coinvolto molti altri studenti. Un gruppo di lavoro ha elaborato le informazioni sulla tragedia del 1993 per gli scolari più giovani. E, poiché il 20 maggio si situava durante la “settimana europea”, hanno colto l’occasione per presentare l’idea di un’ Europa “casa comune” per tutti, anche per gli immigrati.
Un momento ricco di suggestioni. Dopo aver osservato un minuto di silenzio, è stato piantato un “albero della pace”, ed i giovani presenti sono stati invitati a scrivere su dei bigliettini quelli che per loro sono “ i valori” (pace, fraternità, unità, solidarietà, responsabilità,…). Biglietti che sono stati simbolicamente inseriti nella buca in cui era piantato l’albero. Un melo. Una giovane: “L’albero ha tante foglie, che simboleggiano l’Europa in comunione nella diversità. I frutti, le mele, simboleggiano le nuove generazione e le nuove idee.” E un’altra: “Il piccolo melo sta per una grande meta, la pace, in Europa ma anche nella nostra città”. Ed è una realtà interiore quella che è venuta in rilievo alla fine, la conferma che “è possibile credere ancora in un mondo diverso, e il cambiamento dipende dalla nostra responsabilità personale e dalla nostra capacità di lavorare insieme”. “Di questa politica è possibile perfino appassionarsi.” (altro…)
28 Mag 2011 | Famiglie
In apertura in primo piano: il beato Giovanni Paolo II, il cui pontificato ha riservato “un’attenzione prioritaria e appassionata per la famiglia”. Il Card. Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nel suo discorso, ha evidenziato come “per il Papa della nuova evangelizzazione, la famiglia, piccola chiesa o chiesa domestica, non è un modo di dire. Si tratta di un’attuazione della Chiesa specifica e reale: i coniugi infatti – come è scritto nella Familiaris Consortio “non solo rivivono l’amore di Cristo diventando comunità salvata, ma sono chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo diventando comunità salvante” (FC 49). Nel pomeriggio l’atteso incontro con la presidente dei Focolari, Maria Voce, che ha intessuto con i partecipanti, oltre un migliaio da tutti i continenti, un dialogo profondo, esprimendo la gioia di essere con famiglie che si pongono come strumenti di unità negli ambienti dove vivono. Le testimonianze hanno messo in luce come, la fiducia nell’Amore, trasforma e illumina la quotidianità ed è di sostegno e guida nei momenti più difficili: malattie, sospensioni, separazione, vedovanza. In collaborazione con la sezione giovanile dei Focolari, nell’intento di condividere gli obiettivi educativi e collaborare alla loro realizzazione, due momenti sono state dedicati all’educazione dei figli. E dell’educazione si è parlato anche nei lavori di gruppo: educazione a uno stile di vita sobrio, all’affettività e all’uso dei media, relativamente alle diverse fasce d’età. Significativo poi, lo spazio dedicato alle giovani famiglie. Seguita da moltissimi, nei vari punti di ascolto nel mondo, la diretta Internet, durante la quale si è parlato di affettività, comunicazione e spiritualità. Messaggi di condivisione e di gioia sono giunti da: Canada, Venezuela, Israele, El Salvador, Brasile, Spagna, ecc. “Ringraziamo infinitamente per questo amore concreto che ci ha dato la possibilità di seguire il convegno in diretta, scrivono ad esempio dal Panama – riaffermando il valore della famiglia e la fede che Gesù ci aiuta a costruirla. La società trasmette l’idea che la famiglia è passata di moda – ma oggi ascoltandovi, sentiamo che la famiglia è qualcosa di moderno e attuale”.“Avete illuminato la nostra vita matrimoniale in tutti i suoi aspetti – dicono dalla Slovenia – Vivere la spiritualità del Vangelo ci porta alla pienezza della felicità e rinfresca l’amore che vorremmo portare a più famiglie possibile.” (altro…)
24 Mag 2011 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità

Grottaferrata. Don Foresi, Igino Giordani, il canonico anglicano Bernard Pawley, la signora Margaret Pawley, Chiara Lubich, Eli Folonari (1962).
Il 14 gennaio Chiara si incontrò con un gruppo di luterani in Germania e quell’incontro le fece capire che la spiritualità dell’unità, basata sul Vangelo vissuto, non era per i cattolici soltanto, ma per tutta la cristianità. Nel mese di maggio, Chiara incontrò a Roma il canonico anglicano Bernard Pawley, che fu poi invitato come osservatore al Concilio Vaticano II. E il 24 maggio 1961 Chiara annotò nel suo diario: «La volontà di Dio è l’amore scambievole. Perciò per suturare questa rottura è necessario amarsi”. Questi i prodromi che portarono Chiara a fondare a Roma il “Centro Uno”, per l’unità dei cristiani. Affidò la direzione a Igino Giordani, pioniere ecumenico già dagli anni ’20. Il 1961 fu un anno carico di intuizioni. È l’inizio di quel promettente dialogo basato sul Vangelo vissuto. La spiritualità dell’unità con gli anni interessò anglicani in Gran Bretagna, riformati in Svizzera, Olanda e Ungheria. Fu accolta da cristiani di varie Chiese in Europa, dalle Chiese orientali in Medio Oriente e successivamente negli altri continenti. Il Patriarca Atenagora si interessò alla spiritualità dell’unità e chiamò Chiara ad Istanbul nel 1967 incoraggiando la diffusione di questo spirito nelle Chiese ortodosse. 
Chiara Lubich, Gabri Fallacara, Frère Roger Schutz (1978).
Dopo quasi 30 anni di impegno ecumenico del Movimento, nel 1996 a Londra, altra tappa storica. Incontrando un migliaio di anglicani, cattolici, metodisti e battisti che vivevano la spiritualità dell’unità, Chiara constatò che stava emergendo uno specifico dell’impegno ecumenico del Movimento: il “dialogo della vita”, “dialogo del popolo”, che non si contrappone agli altri tipi di dialogo ma che li sostiene. Oggi ci sono cristiani di 350 Chiese nei 5 continenti che vivono questo dialogo e testimoniano che è possibile vivere in unità con Cristo fra noi. Il 50° del Centro “Uno” è stato ricordato a Trento nel Teatro Sociale il 12 marzo scorso con una Giornata ecumenica internazionale intitolata: “Chiara Lubich: un carisma, una vita per l’unità dei cristiani”, che faceva parte di una “Settimana ecumenica” commemorativa dall’11 al 16 marzo a Cadine (Trento), dove, anche con testimoni della prima ora, si sono ripercorsi i frutti di questi cinquant’anni di impegno ecumenico di Chiara e del Movimento. 
Istanbul. Il gruppo della 18ª scuola di ecumenismo promossa dal Centro “Uno” sulla Chiesa ortodossa ricevuto al Fanar dal Patriarca Bartolomeo I (2010).
Nel suo messaggio, il card. Koch, tra l’altro, dice: “La testimonianza ed il servizio reso da Chiara Lubich alla promozione dell’unità dei cristiani sono doni preziosi ed inestimabili” perché “ha tracciato scie di luce e ha toccato in profondità il cammino di vita di tanti cristiani di diverse generazioni ed appartenenti a tante tradizioni ecclesiali”. E il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, invita i focolari sparsi nel mondo “ad alimentare ovunque il ‘dialogo della vita’ nel popolo cristiano, lievito nel Movimento ecumenico”, nella consapevolezza che “solo l’intensa spiritualità può accelerare il cammino verso la piena comunione visibile mediante la ricezione dei progressi conseguiti dai dialoghi ufficiali da parte di un popolo ecumenicamente preparato”. È arrivato anche un messaggio dal Rev. Olav Fykse Tveit, Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese: “La ricordiamo come dono dell’amore premuroso di Dio, che ispira così tanti di noi col suo carisma e la sua spiritualità dell’unità”. Poi ricorda la sua prima visita nel 1967 che ha gettato “le fondamenta per decenni di stretta collaborazione, da cui, in tanti modi la fraternità delle Chiese membra del Consiglio delle Chiese ha tratto beneficio”. Il Centro “Uno” segue l’impegno ecumenico del Movimento nel mondo anche attraverso una rete di incaricati e promuove “settimane ecumeniche” e corsi di formazione. Sede attuale del Centro “Uno” Via della Pedica 44 A 00046 Grottaferrata (Roma) Email: centrouno@focolare.org (altro…)
21 Mag 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nella prestigiosa cornice della Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova, il 14 maggio scorso si è svolto il convegno “Unità, Federalismo, Fraternità: un percorso possibile”, organizzato dal Comune di Genova, Associazione Città per la Fraternità e Movimento Politico per l’Unità (Mppu) sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica ed inserito nelle celebrazioni ufficiali del 150° dell’Unità d’Italia. Clou della giornata: la presentazione della Carta di Genova. Documento che propone la Fraternità come paradigma politico che informi intenzioni, atti e decisioni, con l’auspicio che «anche con l’apporto della “Carta di Genova”, possa scaturire nelle città e tra le città un Patto nuovo e solidale che consenta di dare compiute risposte alle crescenti domande che i cittadini rivolgono a chi li rappresenta e che, a tutti i livelli, la categoria della fraternità si configuri come un nuovo diritto-dovere volto alla costruzione di una nuova umanità».
Firmata dalle tre realtà organizzatrici del Convegno, ora sarà posta all’attenzione delle Istituzioni nazionali e locali, della società civile, dell’associazionismo, per un confronto e un dialogo proficuo e fattivo. Oltre al sindaco della città, Marta Vincenzi, erano presenti l’Assessore alla Cultura Andrea Ranieri e i capigruppo consiliari, Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, il Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della C.E.I., il presidente internazionale del Mppu Marco Fatuzzo, il vice presidente dell’Associazione Città per la Fraternità Stefano Cardinali, numerosi sindaci provenienti da Liguria, Piemonte, Umbria, Marche, Toscana, Sicilia e una delegazione proveniente dal Libano. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel suo messaggio ha sottolineato il valore della coesione e dell’unità nazionale, unitamente alla «consapevolezza che le caratteristiche dell’Italia nascono proprio dalla pluralità di identità e di tradizione che la compongono». Si è compreso, fin dai saluti dell’Assessore Ranieri, l’importanza dell’evento che salutava anche l’ingresso della Città di Genova nell’Associazione delle Città per la Fraternità.
Il Cardinale Bagnasco, dopo aver tracciato le molte note importanti che accompagnavano il convegno, ha voluto sottolineare «che l’unità include il rischio che diventi chiusura ed esclusione, come pure il federalismo, un grande valore che può diventare dispersione. Ci vuole l’anima che dia prospettiva, visione, crei un progetto e non solo per superare ostacoli immediati. Con essa occorre guardare alla persona, fine del progetto e non il mezzo. E voi – rivolto ai partecipanti – siete come quell’acqua buona, che scende delicata e costante, che penetra nel terreno, vitalizzando tutto». Nel convegno anche il ricordo dei 10 anni dalla cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Genova a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari ed ispiratrice di tante istanze e prospettive declinatesi in questa assise. E, a dare inizio ai lavori, una video sintesi di suoi pensieri sulla Fraternità ai politici in varie occasioni.
Tra gli ospiti del convegno, protagonisti di una tavola rotonda sui temi dell’Unità del Paese, della svolta federalista e del presidio della fraternità: Daniela Ropelato, docente di Scienza Politica dell’Istituto Universitario “Sophia”, Matteo Luigi Napolitano, storico dell’Università “Marconi” di Roma, Giovanni Caso, Presidente onorario della Corte di Cassazione, e il sindaco di Montefalco (Pg), Donatella Tesei. Il pomeriggio. Dapprima il saluto di Mons. Marino Poggi Vicario Episcopale per la Carità, poi esperienze e realizzazioni sia della città di Genova, come quella del “Patto per la Maddalena” e di altre realtà locali che lavorano per accrescere la pratica della fraternità sul territorio, sia di città e di territori come Ascoli Piceno e Montecosaro, dell’ Umbria e della Sicilia (specie in questo momento del grande sforzo di accoglienza e di vera fraternità espressa da tanta gente) e del Libano. Terra, quest’ultima, definita da Giovanni Paolo II “un messaggio”, dove si contano ben 19 diverse identità religiose, una convivenza non solo non facile, ma a volte anche cruenta. Eppure, con fermezza, si è ribadito che la fraternità è una bussola per la Terra dei Cedri.
All’esterno, ragazzi con uno stand artistico che ha coinvolto i passanti proponendo di aderire simbolicamente, apponendo la propria impronta su una grande sfera trasparente che poi è stata posta nell’atrio del Comune di Genova. Sempre i giovani hanno portato un’ondata di vitalità nel programma con una vivace e coinvolgente performance musicale e coreografica dal titolo Living the Dream, ispirata alla vita di Carlo Grisolia e Alberto Michelotti.