Movimento dei Focolari
Oggi, 75 anni fa, tutto è cominciato

Oggi, 75 anni fa, tutto è cominciato

Con il suo sì incondizionato a Dio, Chiara Lubich ha compiuto un gesto semplice e rivoluzionario che continua a d essere generativo di vita, opere e cultura. Il 7 dicembre 1943 Chiara si dona a Dio per sempre. Ai ragazzi dei Focolari, nel 2002, racconterà che quella fredda mattina di 75 anni fa non aveva intenzione di fondare alcunché: “Avevo sposato Dio!  Mi aspettavo tutto”. Oggi oltre due milioni di persone hanno abbracciato la sua spiritualità, che ha varcato confini geografici e culturali. Cosa succede quando il percorso di vita di qualcuno incontra la spiritualità di Chiara Lubich? L’abbiamo chiesto a Maria Celeste Mancuso e Arthur Ngoy, rispettivamente argentina e congolese. Maria Celeste, insegnante: “Ho conosciuto i Focolari durante la dittatura militare nel mio Paese: mio fratello ventiquattrenne era stato sequestrato e assassinato e la mia famiglia era distrutta dal dolore. È stato allora che ho incontrato un gruppo di giovani del Movimento che mi hanno parlato del grido di dolore di Gesù sulla croce a cui potevo unire il mio. Ho trovato la forza di perdonare gli assassini di mio fratello e ho scelto di aderire alla chiamata di amare tutti, proprio come Gesù aveva fatto. Professionalmente mi sono dedicata all’insegnamento a giovani disagiati non solo per offrire loro basi culturali, ma per restituire dignità e rispetto. Oggi non mi sento più solo argentina o latinoamericana, ma appartenente ad una cultura nuova, che vede l’altro, il diverso, come un fratello e che legge la storia come un percorso verso la realizzazione della fratellanza universale. Arthur, medico: “Avevo appena perso alcuni amici in un incidente in cui anch’io ero rimasto coinvolto. Ero a terra ed è stato in quel periodo in cui ho sentito parlare di Chiara, di come lei avesse scoperto l’amore di Dio proprio durante l’assurdo della seconda guerra mondiale e ho capito: volevo che anche la mia vita fosse guidata dal Vangelo. Ho scelto così di non cedere ai ricatti della corruzione, così comune nel mio Paese, e di vivere il mio mestiere di medico mettendo il bene dei pazienti prima di tutto. Nel 2007 c’è stato uno dei momenti più difficili della mia vita: mio figlio maggiore è morto in seguito a un incidente. Un episodio che, nella cultura africana, è soggetto a molte interpretazioni: chi mi ha consigliato di divorziare, chi di abbandonare il lavoro o il Paese… solo la certezza che quello che Chiara mi aveva insegnato, e cioè a continuare ad amare, mi ha aiutato a superare questa prova e a riportare la pace in famiglia. Voglio ringraziare Chiara per aver portato la spiritualità dell’unità anche nel continente africano.

A cura di Stefania Tanesini

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Eli Folonari nelle parole di Maria Voce

Abbiamo chiesto alla presidente dei Focolari di raccontarci qualcosa del suo rapporto con Eli Folonari e del suo contributo specifico per il Movimento, nei tanti anni che ha vissuto accanto a Chiara.  “Posso dire di aver conosciuto un po’ di più Eli da quando sono stata chiamata a far parte della Segreteria di Chiara, di cui lei era la principale responsabile. Subito mi ha colpito per la sua serietà, per il suo equilibrio e direi che, dietro ad un’apparenza che a volte poteva sembrare severa, ho scoperto tanta tenerezza. Ha vissuto con eroicità tutto quello che Chiara le chiedeva. In particolare le aveva affidato l’aspetto della comunione che si traduce in comunicazione: cioè far sì che tutti potessero essere informati di tutto, in qualsiasi momento. E questo lo ha fatto fino all’estremo. L’ho vista sempre vicino a Chiara, sempre a sostenerla, ad essere amica, sorella, anche consigliera nelle tante cose da fare. E nello stesso tempo non l’ho mai vista sostituirsi a lei: faceva di tutto perché Chiara e il carisma che donava arrivasse a tutti senza diaframmi. E questo mi sembra sia stata la realizzazione più piena del suo ‘disegno’: ha fatto di tutti quanti avvicinavano Chiara un cuore solo e un’anima sola”. (altro…)

Assemblea Focolari: eletto il copresidente

Assemblea Focolari: eletto il copresidente

Assemblea-JesusMoran-b«Qualcuno mi ha chiesto se avevo dormito la notte. Ho risposto di sì, ma che probabilmente non succederà altrettanto dopo la partita del ‘mio’ Real Madrid  contro l’Atletico!». Ha esordito con una battuta che ha sortito l’effetto di alleggerire l’intensità del momento, Jesús Morán Cepedano, neoeletto copresidente dei Focolari per i prossimi sei anni, il 13 settembre 2014. Tangibile la gioia dell’intera Assemblea, mentre Maria Voce lo ringraziava per aver accettato di condividere con lei la responsabilità del Movimento. Anche la Santa Sede ha espresso la conferma del nuovo copresidente, necessaria secondo gli Statuti dei Focolari, in una lettera firmata da mons. Rylko in cui gli augura «di svolgere fedelmente e generosamente il suo compito, in profonda unità con la Presidente e a vantaggio di tutta l’Opera di Maria». E non poteva certo mancare il grazie di Maria Voce anche a Giancarlo Faletti, copresidente uscente, «per aver condiviso così bene questa responsabilità per sei anni», parole seguite dalla standing ovation di tutta la sala. Nel Movimento dei Focolari la figura del copresidente mette in luce l’aspetto dell’unità, che trova fondamento nelle parole di Gesù «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20).  Secondo gli Statuti dei Focolari il primo dovere del copresidente è «essere sempre nella più profonda unità con la presidente», simbolo dell’unità del Movimento «che, assieme a lei o in sua sostituzione, dovrà anch’egli servire».

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Jesús Morán Cepedano

Jesús Morán è nato nel 1957 ad Avila. E’ focolarino sacerdote. Consigliere uscente del Consiglio generale per l’aspetto della formazione culturale dal 2008, è membro della Scuola Abba, centro studi interdisciplinare del Movimento. Per oltre 25 anni ha vissuto al servizio dei Focolari in Cile, Bolivia, Messico e Cuba. Laureato in filosofia e teologia, sta concludendo attualmente il dottorato in teologia all’Università Lateranense (Roma). I lavori dell’Assemblea proseguono con l’elezione delle consigliere e dei consiglieri generali. Molto attesa l’udienza con papa Francesco il 26 settembre in Vaticano. (altro…)

Estate, tempo di laboratori

Estate, tempo di laboratori

20140910-01  È stata un’estate davvero calda per quanto riguarda le iniziative nell’ambito di Economia di Comunione ed Economia Civile. L’ultima in ordine di tempo è quella che si è da poco conclusa ad Arny, in Francia. Si tratta di una Summer School di Economia di Comunione (EdC) dal carattere internazionale che si è svolta dal 26 al 31 agosto scorsi. Vi hanno partecipato infatti 40 giovani provenienti da Europa, Asia e Africa. Le lezioni, tenute da quattro “veterani” dell’EdC – i prof. Luigino Bruni e Benedetto Gui, Vittorio Pelligra e Anouk Grevin – vertevano sulle tematiche legate all’imprenditorialità sociale, occupazione, sviluppo, povertà, gratuità, reciprocità, felicità alla luce del nuovo paradigma che emerge dalla Economia di Comunione. Speranza e comunione in economia sono le parole chiave di questo laboratorio, spiega uno dei partecipanti: «La sfida per noi non è su un campo di battaglia, ma dietro le cattedre universitarie e le scrivanie di qualche multinazionale, o come leader di un’azienda, è lì che siamo chiamati a costruire un mondo più giusto». Il prossimo appuntamento EdC sarà il Workshop che si terrà al Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti (Loppiano – Italia) dall’1 al 3 ottobre prossimi. 20140910-02“Ri-generare Istituzioni, Beni Comuni, Lavoro” era invece il titolo della V Summer School di Economia Civile (SEC) che si è tenuta a Taranto (Italia) nel luglio scorso. 45 i ragazzi che vi hanno partecipato, in cerca di un’economia e un lavoro a misura d’uomo e d’ambiente; di uno stile imprenditoriale che tenga conto dei principi dell’economia civile che prefigurano un homo oeconomicus – come spiega l’economista Stefano Zamagni – che si nutre anche di relazioni, motivazioni, fiducia e che tende al bene comune più che alla ricerca di soddisfazioni individuali. Concetti verso i quali sta crescendo l’attenzione in tutto il mondo, e che risuonano nelle parole pronunciate in più occasioni anche da Papa Francesco sulla tirannia del denaro come dato di questa crisi finanziaria, caratterizzata dal rifiuto dell’etica e della solidarietà, dalla negazione del primato dell’uomo. 20140910-03A conclusione dell’esperienza i giovani partecipanti si sono dichiarati più che convinti che fare impresa attraverso i principi dell’Economia Civile sia una strada coraggiosa per contribuire a risollevare anche la difficile situazione economica del Sud del Paese. Il prossimo appuntamento per gli appassionati di Economia Civile è a Siracusa dall’11 al 14 settembre, con il laboratorio “L’impresa civile: natura, motivazioni e prospettive per lo sviluppo di un nuovo welfare state”. (altro…)

Rimetti a noi (e a loro) i nostri debiti

Rimetti a noi (e a loro) i nostri debiti

20140908-01«Alla fine era capitato anche a noi. In quest’Italia della crisi in cui la stampa registra un aumento dei furti per strada, in auto e nelle case, anche il nostro caso andava a sommarsi a quello di migliaia di persone che si ritrovavano abitazioni o auto scassinate ad arte. Al ritorno da una bella giornata in un parco acquatico con le nostre bambine, ci siamo accorti che qualcuno al parcheggio si era intrufolato nella nostra macchina. Un rapido controllo e la conta dei danni è bell’e fatta: serratura forzata, furto delle chiavi di casa e di tutti i documenti. Inoltre, i ladri – evidentemente dei professionisti – per fare in modo che ci accorgessimo del furto il più tardi possibile, hanno scassinato la portiera di sinistra e hanno lasciato il navigatore nel cassetto del cruscotto, dopo averlo spostato per prendere i documenti che ci stavano sotto. Abbiamo subito provveduto a mettere in atto tutti gli accorgimenti del caso: la denuncia ai carabinieri, in primis; l’avviso ai vicini di tenere gli occhi aperti se avessero notato movimenti anomali attorno a casa nostra e l’indomani mattina abbiamo provveduto a sostituire tutte le serrature di casa, operazione non proprio indolore dal punto di vista del portafoglio, che però abbiamo potuto affrontare grazie ad un aiuto inaspettato che avevamo ricevuto giusto il giorno prima: il rimborso di una somma inattesa dalla scuola in cui lavorava mia moglie Sonia. La cifra spesa per la sostituzione delle serrature era praticamente la stessa che era stata accreditata sul nostro conto. Naturalmente le bambine avevano vissuto con noi questo scombussolamento familiare e per questo ne abbiamo voluto parlare insieme. Ricordando la frase del Padre Nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, il discorso è andato naturalmente sul tema del perdono. Ci siamo detti che questa era la nostra occasione per perdonare non solo a parole, ma con il cuore e senza conservare rancore. Anche la Parola di Vita ci ha aiutato. Abbiamo recitato tutti insieme una preghiera proprio per i “nostri” ladri, lasciando la libertà alle nostre figlie di aderire o meno. Le bimbe hanno subito accettato. Abbiamo chiesto che queste persone si convertissero. È stato un momento di unità familiare forte ed intenso, continuato poi con un bel dialogo sulla  giustizia e il senso del perdono. Per noi genitori è stata l’occasione di essere testimoni credibili. Qualche giorno dopo, a mezzogiorno, mentre con le bimbe stavamo pregando per la pace una di loro ci chiede: “Possiamo pregare ancora per i ladri?”». Fonte Città Nuova online (altro…)