Movimento dei Focolari
Formazione permanente e integrale

Formazione permanente e integrale

Un quadro sintetico delle linee generali dell’impegno formativo del Movimento dei Focolari. Questo in sintesi il contenuto del documento sulla Formazione permanente e integrale del Movimento dei Focolari  che offre un primo elenco delle numerose ed eterogenee esperienze formative rivolte agli appartenenti al Movimento, ma anche alle scuole e alle agenzie culturali ed educative aperte dai Focolari nei più diversi contesti.

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Esso si rivolge quindi a quanti sono impegnati nell’ambito educativo nelle diverse diramazioni e agenzie formative del Movimento dei Focolari, nelle proprie Chiese o comunità cristiane; nella propria religione; nella società.

Pur nella coscienza di essere ancora agli inizi nella riflessione e attuazione, questo documento si rivolge anche a quanti sono impegnati in altri enti e organizzazioni che si occupano di formazione, come stimolo per un confronto e un arricchimento reciproci.

In alcune mozioni dell’Assemblea Generale del 2021 era stato espresso il desiderio di mettere a fuoco la pedagogia che scaturisce dal carisma dell’unità e di favorire sinergie all’interno e all’esterno del Movimento su questo fronte. Alla vigilia dell’Assemblea 2026 viene reso disponibile questo primo documento che è pubblicato on-line – e non stampato – per sottolinearne la caratteristica di documento in progress, aperto, da arricchire e aggiornare.

Nella prima parte vengono indicati i destinatari, i princìpi ispiratori, gli obiettivi e i protagonisti della formazione, segue poi una sintesi dei contenuti e del metodo e infine una raccolta delle agenzie e dei programmi formativi offerti dal Movimento dei Focolari.

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Prevenzione abusi: necessaria la partecipazione di tutta la Chiesa

Prevenzione abusi: necessaria la partecipazione di tutta la Chiesa

«La risposta duratura della Chiesa agli abusi richiede più che semplici riforme strutturali, essa esige la partecipazione attiva di tutti, a tutti i livelli della vita della Chiesa». Potrebbe essere questa una delle frasi chiave del secondo Rapporto Annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa in materia di tutela (safeguarding). Nel Rapporto, corposo e dettagliato, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori documenta le sue risultanze e raccomandazioni per il periodo di riferimento 2024, ringraziando il Santo Padre Leone XIV per il pieno supporto al lavoro.

Una seconda frase chiave potrebbe essere questa: «Le vittime devono essere al centro delle nostre priorità». Per questo, l’ascolto diretto di vittime e sopravvissuti di abusi è stato esteso in questo secondo rapporto. «Al di là del ruolo limitato e spesso insufficiente del risarcimento finanziario, in un approccio integrale alla riparazione sono fondamentali strumenti di riparazione come i seguenti:

  • assicurare centri di ascolto accoglienti per vittime/sopravvissuti-e ove queste possano essere ascoltate dalle autorità ecclesiastiche;
  • fornire servizi di supporto psicologico di tipo professionale;
  • riconoscimento pubblico e scuse;
  • comunicazione proattiva e trasparente con le vittime/sopravvissuti-e volta a fornire aggiornamenti tempestivi sui loro casi;
  • coinvolgimento delle vittime/sopravvissuti-e nello sviluppo delle politiche e delle procedure di tutela della Chiesa».

Nella presentazione alla stampa del Rapporto è stato sottolineato il dialogo vivo in corso, da parte della Commissione, con le conferenze episcopali di tutto mondo, dialogo focalizzato soprattutto su prevenzione, trasparenza, protocolli di protezione applicabili. Importante la disponibilità di ambienti sicuri per gestite le situazioni in modo preventivo.

Conferenza Stampa di presentazione del Secondo Rapporto Annuale della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Dalla sinistra: Prof. Benyam Dawit Mezmur, giurista, membro della Pontificia Commissione; S.E. Mons. Luis Manuel Alí Herrera, Vescovo titolare di Giubalziana; Segretario della Pontificia Commissione; S.E. Mons. Thibault Verny, Arcivescovo di Chambéry, Vescovo di Saint-Jean-de- Maurienne e Tarentaise, Presidente; Dott.ssa Maud de Boer-Buquicchio, giurista, incaricata del Rapporto Annuale; Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

Non sono stati nascosti i ritardi culturali in molti Paesi e i casi di resistenza ad affrontare le situazioni e ascoltare le persone che hanno subito degli abusi. Serve professionalità e un dialogo strutturato nei servizi a livello locale, perché le vittime o sopravvissuti spesso non si sentono accompagnate adeguatamente e denunciano mancanza di rispetto. C’è anche l’esigenza di una procedura canonica più chiara per la dimissione e/o rimozione di leader/responsabili o personale della Chiesa in casi di abuso o negligenza. C’è comunque coscienza diffusa di questi ritardi e si sta agendo per acquisite le competenze necessarie, con molta serietà.

Per quanto riguarda la comunicazione, questo è un aspetto critico sottolineato soprattutto dalle vittime, che ricordano sempre la sofferenza che provoca la mancanza di trasparenza a livello della Chiesa universale e delle chiese locali. Si è rilevata anche l’’importanza di costruire percorsi formativi e informativi per le famiglie sui diritti educativi.

Nel Rapporto la Commissione avvia uno studio sulle associazioni laicali, in particolare con l’elaborazione di una metodologia pilota per assistere il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita nell’accompagnamento degli aspetti inerenti alla tutela all’interno di dette associazioni. Tale metodologia è illustrata nel Rapporto, insieme con una iniziale applicazione nel caso del Movimento dei Focolari.

«La Commissione accoglie con favore le importanti riforme in materia di tutela recentemente attuate dal Movimento dei Focolari. Pur sottolineando specifiche raccomandazioni, la Commissione evidenzia anche alcune buone prassi, tra cui: l’istituzione di una Commissione Centrale Indipendente per la gestione dei casi di abuso all’interno del Movimento dei Focolari; una Politica dell’Informazione sugli abusi sessuali su minori e adulti/e vulnerabili; e Linee Guida di sostegno e riparazione finanziaria in caso di abusi sessuali».

Tra i miglioramenti richiesti e le raccomandazioni: proceduredi revisione e controllo esterno e un piano sistematico di revisione indipendente, pur tenendo conto dell’operato dell’Organo di Vigilanza, che comunque è una utile disposizione all’interno del sistema di tutela del Movimento.

L’inserimento nel nuovo Protocollo di una clausola che dichiari che le persone vittime/sopravvissuti-e siano informati in modo proattivo e affermativo del loro diritto di denunciare il proprio caso alle autorità civili; armonizzare le diverse e disaggregate politiche del Movimento in un documento unico e coerente, pur accogliendo con favore un documento consolidato di prossima pubblicazione.

I Focolari esprimono sincera gratitudine per l’accompagnamento ricevuto dalla Commissione Tutela Minorum che nell’ultimo anno ha seguito i lavori del Movimento in merito alla formazione, alla prevenzione e alla creazione di un sistema di norme e protocolli, offrendo la propria competenza. Ora il lavoro prosegue con lo studio delle raccomandazioni proposte dalla Commissione nel presente rapporto; alcune saranno implementate già nei prossimi mesi e ne verrà data notizia nel prossimo Resoconto sulla tutela della persona nel Movimento dei Focolari che verrà pubblicato entro febbraio 2026.

Stefania Tanesini

La libertà che nasce affrontando la propria storia

La libertà che nasce affrontando la propria storia

Durante la seconda metà del mese di settembre 2025 si è tenuto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma) l’incontro del Consiglio Generale del Movimento dei Focolari con i Delegati e Delegate delle 15 aree geografiche del mondo. “Uno sguardo alla nostra storia”, era il titolo di una sessione in cui, tra altri contributi e momenti di comunione, è stata raccontata l’esperienza significativa e molto dolorosa vissuta dal Movimento Regnum Christi attraverso la testimonianza di Eugenia Álvarez, una loro consacrata membro dell’attuale Consiglio Generale. Eugenia ha donato ai partecipanti una lettura, alla luce del Vangelo, di alcune fasi particolarmente travagliate del cammino del loro movimento e, al contempo, il successivo percorso di risanamento che ha portato ad una ripresa di slancio e di vocazioni.

“Per poter scoprire come siamo chiamati a vivere il presente, abbiamo bisogno di connetterci con i nostri desideri profondi, leggere la storia attraverso la quale Dio ci ha costituiti e scoprire la realtà concreta in cui ci troviamo: le persone che siamo, le circostanze in cui viviamo”, ha detto a proposito del discernimento sulla realtà da vivere, che è frutto dell’equilibrio tra desideri e storia.

Dopo la sua esperienza abbiamo potuto intervistarla. Ecco quanto ci ha detto:

Attivare i sottotitoli in italiano – L’originale è in spagnolo

Eugenia Álvarez è venezuelana, consacrata del Regnun Christi dal 1999. È laureata in Educazione e Sviluppo nell’Università Anáhuac del Messico e in Scienze Religiose presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Inoltre ha studiato teologia spirituale nel “Centre Sèvres”, a Parigi, Francia. Ha frequentato corsi in Spagna per diventare “Specialista in Esercizzi Spirituali” e “Teologia della vita consacrata”. Attualmente è Consigliera Generale della società di Vita Apostolica: “Consacrate del Regnum Christi”

Foto © https://regnumchristi.org/

Un primo importante passo verso la pace

Un primo importante passo verso la pace

Margaret Karram
Immagine © Pixabay

Con forti impegni assunti si è conclusa Raising Hope

Con forti impegni assunti si è conclusa Raising Hope

Il terzo e ultimo giorno della Conferenza Raising Hope si è sviluppato con nuove relazioni, momenti di riflessione, preghiera, musica e un momento chiave: i contributi dei partecipanti e gli impegni assunti, presentati come pilastri fondamentali per l’azione a favore della giustizia climatica.

Sul sito raisinghope.earth/it/impegno/ , i partecipanti alla conferenza, sia in presenza che online, sono stati invitati a condividere i propri contributi: Come risponderai al grido della terra e al grido dei poveri? Questi People-Determined Contributions (PDC) sono una coraggiosa iniziativa globale della società civile per presentare gli impegni di persone e comunità di base verso la trasformazione ecologica.

La commovente apertura guidata da Papa Leone XIV mercoledì 1 ottobre — quando ha benedetto un blocco di ghiaccio della Groenlandia — ha raggiunto il suo culmine questo pomeriggio, quando i partecipanti hanno raccolto l’acqua, frutto dello scioglimento del ghiaccio, da portare alle proprie case e comunità.

La dott.ssa Lorna Gold, direttrice esecutiva del Movimento Laudato Si’, ha espresso con emozione: «Un blocco di ghiaccio benedetto dal Papa è diventato virale in questi giorni. Ora quest’acqua benedetta si trasformerà in qualcosa di molto potente, perché arriverà alla COP30, in Brasile.»

Ogni partecipante ha potuto portare con sé, in una ciotola, parte di quest’acqua benedetta — in parte proveniente dal ghiaccio glaciale, mescolata con l’acqua dei fiumi del mondo offerta da diversi rappresentanti all’inizio della conferenza. Non è stato solo un dono, ma un segno dell’urgenza dettata dalla crisi climatica, allo stesso tempo contrassegnato dalla speranza della benedizione papale.

Un altro momento chiave della chiusura si è avuto quando la dott.ssa Lorna Gold ha condiviso alcuni degli impegni assunti dai partecipanti. Tra i più significativi: il potere della collaborazione, l’importanza delle alleanze, l’impegno a tornare al cuore e a promuovere il Programma degli Animatori Laudato Si’, sviluppato dal MLS.

Ha sottolineato l’importanza dell’attuazione: «Non possiamo aspettare che siano gli altri a farlo. Dobbiamo realizzare i cambiamenti che sono nelle nostre mani,» ha affermato la dott.ssa Lorna. E ha incoraggiato ad alzare insieme la voce a Belém, in Brasile (prossima COP), dove verrà lanciata anche una nuova alleanza per la non proliferazione dei combustibili fossili.

Un momento particolarmente toccante è stato il ringraziamento per i dieci anni di storia del Movimento Laudato Si’, fondato nel gennaio 2015. La dott.ssa Lorna Gold ha ricordato quando, nello stesso anno, conobbe Tomás Insua, cofondatore, e rimase colpita dal suo entusiasmo ed energia nel voler diffondere i valori dell’enciclica.

«La cosa più straordinaria del nostro movimento è la gioia,» ha dichiarato, esortando tutti a «portare questa gioia alla COP30.» Ha ricordato le parole di Papa Francesco che ci invitava a «cantare lungo il cammino,» perché «la nostra preoccupazione non deve toglierci la gioia né la speranza.»

Yeb Saño, presidente del Consiglio Direttivo del Movimento Laudato Si’, ha esortato i presenti a imprimere nella memoria quanto vissuto durante la conferenza, affinché «tutte queste ragioni ci spingano ad alzarci dal letto ogni mattina.» «Abbiamo molto lavoro davanti a noi, ma Papa Leone è dalla nostra parte. Non si tratta di correre avanti, ma di avanzare tutti insieme.»

La mattinata si è aperta con l’intervento di Kumi Naidoo, presidente del Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili, che si è definito un «prigioniero della speranza.» Ha sottolineato che dobbiamo prenderci cura del nostro ambiente perché «non ci sono lavori né esseri umani su un pianeta morto.»

«Le comunità cattoliche, attraverso la Laudato Si’, hanno dimostrato coraggio,» ha affermato Naidoo, esortando ad agire con saggezza e fede, con urgenza. «La speranza non è amore; la speranza è resilienza, la speranza è una missione.»

Il pannello successivo, intitolato «La fede e la missione condivisa per un pianeta resiliente,» è stato moderato da Josianne Gauthier, segretaria generale di CIDSE (Coopération Internationale pour le Développement et la Solidarité). Tra i temi principali: il finanziamento ai paesi in via di sviluppo e la resilienza come motore per andare avanti.

La dott.ssa Maina Vakafua Talia, ministra dell’Interno, del Cambiamento Climatico e dell’Ambiente di Tuvalu, ha sottolineato che, sebbene nella sua lingua madre non esista la parola resilienza, il suo popolo ha imparato a «passare dalla vulnerabilità alla forza» dopo aver affrontato molteplici catastrofi climatiche. Ha inoltre ribadito l’importanza della spiritualità per costruire un futuro resiliente.

La dott.ssa Svitlana Romanko, fondatrice e direttrice di Razom We Stand, ha parlato del suo paese, l’Ucraina, e di come la dipendenza dai combustibili fossili, aggravata dalla guerra, abbia devastato il popolo. Ha affermato che la resilienza oggi li mantiene in piedi, insieme alle energie rinnovabili e alle economie verdi, dimostrando che vivere di energia pulita è possibile.

Mons. Robert Vitillo, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e della Piattaforma Laudato Si’ Action, ha offerto un contributo dal Vangelo: «Ci viene insegnata la solidarietà e dobbiamo cambiare prospettiva per tradurla in azione nei nostri impegni.»

Nel pomeriggio, l’ultimo panel è stato moderato da Bianca Pitt, fondatrice della Women’s Environment Network e cofondatrice di SHE Changes Climate. La discussione si è concentrata su ciò che il cuore ci dice riguardo all’esperienza vissuta in questi giorni.

Catherine Coleman Flowers, MacArthur Fellow e attivista per la salute ambientale, membro dei consigli del Natural Resources Defense Council, ha condiviso come le persone delle periferie siano quelle che soffrono di più e che vengono ascoltate di meno.

Mons. Ricardo Hoepers, segretario generale della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, ha riflettuto sulla diversità del suo paese e su come sia necessario uscire ciascuno dal proprio luogo per ampliare gli orizzonti: «Il mio sogno per il Brasile è unire Laudato Si’ e Fratelli Tutti; e che la natura e gli esseri umani abbiano la stessa importanza: la natura è lo spazio che Dio ci ha dato per vivere come fratelli.»

E Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, ha affermato: «Sono convinta che l’unico modo per realizzare un cambiamento duraturo sia quello di scegliere l’amore come principio guida della nostra azione ecologica. Nella Laudato Si’, la parola amore compare settanta volte! Un’indicazione potente di un cammino che tutti noi siamo invitati a percorrere. Un invito a passare da un’autentica fraternità umana — come quella che abbiamo sperimentato in questi giorni — ad una fraternità cosmica.»

Prima di concludere, i partecipanti hanno preso parte a una sessione finale di preghiera e riflessione, guidata da membri di Trócaire. Dopo la proiezione di un video riassuntivo dei tre giorni, tutti sono stati invitati a richiamare alla memoria i momenti più significativi e ad assumere solennemente l’impegno di continuare il cammino, difendendo la casa comune.

A cura dell’Ufficio Stampa di Raising Hope
Foto: © Javier García-CSC Audiovisivi