Movimento dei Focolari
Turismo in sintonia con l’ecologia

Turismo in sintonia con l’ecologia

L’Enciclica Laudato Si’ ci aiuta a trovare un tempo di svago e di riposo in sintonia con il rispetto del pianeta e delle culture che ospita, camminando insieme verso la via della sostenibilità. Quali sono le scelte che facciamo quando pianifichiamo un viaggio? Pensiamo solo a un bel paesaggio, a un luogo dove poter riposare o pensiamo anche all’incontro con l’ambiente, con le persone e le loro culture? Ecco alcuni consigli per poter vivere le nostre vacanze in maniera sostenibile. 

  1. Riscoprire il rapporto con la natura, percependone tutta la sua ricchezza.

Quando visitiamo luoghi diversi da quello in cui viviamo, siamo invitati a prendere coscienza della Casa Comune, della sua bellezza, della sua varietà e ampiezza. È importante prendersi cura di questi luoghi dove vivremo per un po’ e cogliere l’occasione di integrarci con la gente del posto e la natura circostante. E’ sempre arricchente aprirsi ad un’esperienza di incontro, di scoperta della biodiversità, delle sue risorse naturali (LS 151)**.

  1. Scoprire la cultura locale.

A volte le ricchezze del luogo vengono lasciate da parte per la ricerca delle comodità per il turismo. Il rispetto per la cultura di ogni posto è centrale perché non si perda la sua identità. Prima di mettersi in viaggio, è bene fare ricerche su quel territorio, la sua gente e i suoi ecosistemi, conoscere le organizzazioni locali che pensano alla conservazione e protezione della natura; entrare in quel luogo, conoscendo il valore della sua gente e del suo territorio e, poiché si ama solo ciò che si conosce, potremo allargare il cuore in una dimensione sempre più planetaria. La scomparsa di una cultura può essere tanto o più grave della scomparsa di una specie animale o vegetale (LS 145). 3.      Valorizzare la saggezza delle popolazioni originarie. Prestare attenzione alle comunità aborigene e alle loro tradizioni culturali. Sono infatti interlocutori fondamentali per conoscere l’uso della terra e le loro abitudini. Molte di queste culture hanno rispetto per la terra come dono del Creatore e si prendono cura dell’eredità degli antenati come spazi sacri. È necessario rispettarli è interagire con loro per sostenere la loro identità e i loro valori (LS 146). 4.      Sostenere la conservazione delle aree naturali e ridurre al minimo i danni causati dal nostro soggiorno. Alle volte, sembra che molti atteggiamenti che cerchiamo di avere durante tutto l’anno, vengano messi da parte durante il periodo delle vacanze. È importante prendersi cura dell’ambiente con azioni quali: evitare l’uso di materiale plastico e cartaceo, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo ciò che si pensa di mangiare, prendersi cura di tutti gli esseri viventi, spegnere le luci non necessarie. Questi sono solo alcuni esempi per poter avere un atteggiamento generoso che mostra il meglio dell’essere umano (LS 211). 5.      Consumo energetico moderato (aria condizionata e riscaldamento). Le azioni quotidiane ci permettono di compiere piccoli atti concreti, come abbiamo accennato al punto precedente. Prendersi cura delle risorse energetiche è vitale per il nostro pianeta. Pertanto, in estate, utilizzare l’aria condizionata solo quanto necessario. In inverno, coprirsi un po’ di più invece di accendere il riscaldamento. Con questi piccoli risparmi, contribuiamo a un movimento mondiale che aiuta a ridurre l’uso di combustibili fossili (LS 211). 6.      Fare l’esperienza del trasporto ecologico: passeggiate, biciclette, mezzi pubblici.La qualità della vita nelle città è associata allo sviluppo di un buon trasporto pubblico che consenta il trasferimento di chi ha bisogno di spostarsi per lavoro o svago. È un’esperienza arricchente utilizzare, insieme alla popolazione locale, i mezzi di trasporto; ciò permetterà di comprendere meglio la loro realtà, evitando di aggiungere altri veicoli alle strade e, a sua volta, raggiungere meglio i luoghi che vogliamo visitare (LS 153). 7.      Godere della semplicità per vivere in libertà.La sobrietà non consiste nel vivere di meno ogni momento, ma nel viverlo più intensamente, godere della semplicità, prendersi il tempo per conoscere il luogo e la sua gente, che ci permette di valorizzare e rispettare ogni essere vivente. Lasciamo le nostre opinioni e i nostri suggerimenti alle persone del luogo che ci hanno ospitato, nutrito e/o guidato nei nostri tour. Questo dialogo genera la reciprocità e la motivazione di cui queste persone hanno bisogno per migliorare e accogliere sempre meglio il visitatore (LS 223). 8.      Contemplare le opere culturali e tecnologiche di ogni luogo.Informarsi sui musei da visitare, sulle iniziative tecnologiche, sulle costruzioni che raccontano l’identità del luogo. “La bellezza degli spazi creati per il benessere della vita dell’uomo, merita di essere contemplata per valorizzare la vita umana” (LS 103). 9.      Integrare pienamente questi momenti di riposo nella nostra vita personale e comunitaria.Il valore del riposo fa parte della vita spirituale di molte religioni. Incorporare attività contemplative favorisce la nostra crescita spirituale in questo percorso. Significa portare lo sguardo su un altro piano, verso un dialogo fruttuoso con gli altri e con la natura. Questo riposo ci motiva non solo a prenderci cura dell’ambiente, ma anche ad essere generosi e aiutare le popolazioni più bisognose del luogo che visitiamo (LS 237). 10.  Considerare la meta della nostra vacanza e del nostro viaggio uno spazio privilegiato per vivere l’interiorità.Attraverso la pratica di ogni culto possiamo abbracciare tutte le realtà del mondo. La mano che benedice è strumento dell’amore del Creatore e riflesso della sua vicinanza nel cammino della vita (LS 235).

EcoOne Cono Sur *

*Rete di professori, accademici, ricercatori e professionisti che lavorano nell’ambito delle scienze ambientali. **LS: Brani tratti da paragrafi della Laudato Si’ interpretati per assumere responsabilmente il turismo ed il riposo. (altro…)

Focolare EcoPlan, una potente intuizione

Focolare EcoPlan, una potente intuizione

“Ci impegniamo a verificare la sostenibilità ecologica delle nostre strutture e attività (…) Vogliamo dedicarci alla formazione di una coscienza ambientale che porti a stili di vita più sostenibili”. La “conversione ecologica” è uno degli obbiettivi presi dai Focolari nell’Assemblea Generale del 2021. In risposta a questa urgente esigenza è nato il Focolare EcoPlan. “Il Movimento dei Focolari è profondamente impegnato nella conversione ecologica attraverso azioni concrete e favorendo il dialogo con tutti per la protezione del nostro pianeta – ha dichiarato Margaret Karram, nell’inaugurazione del quinto Summit di Halki svoltosi pochi giorni fa – Stimolati dalla nostra Assemblea Generale all’inizio del 2021, abbiamo deciso di intraprendere un’azione coraggiosa attraverso la creazione di un piano ecologico all’interno delle nostre comunità per apportare cambiamenti e rendere le nostre vite e le nostre attività più sostenibili”. In effetti, il 3 giugno 2022 a Stoccolma, il Movimento dei Focolari ha potuto presentare un proprio documento – Focolare EcoPlan – che rappresenta l’impegno delle sue comunità a favore dell’ambiente motivato dalla spiritualità che lo anima. È stato consegnato ufficialmente a Iyad Abu Moghli (giordano), UNEP Senior Principal Advisor, direttore di the Faith for Earth Initiative, che ha affermato che l’EcoPlan è “un approccio ecologico ambizioso e completo”. Attraverso l’EcoPlan, i Focolari desiderano amplificare, collegare e ampliare il lavoro ambientale già esistente all’interno del Movimento.

        Scarica PDF

L’EcoPlan, che è stato prodotto in partenariato con FaithInvest ed EcoOne, vuole ispirare i membri e le comunità del Movimento dei Focolari a riesaminare i propri stili di vita in relazione alla salvaguardia delle persone e del pianeta attraverso i vari aspetti della spiritualità dell’unità. Rappresenta anche una dichiarazione pubblica dell’impegno ecologico, attuale e degli anni venturi, come risposta agli obiettivi espressi dall’ultima Assemblea Generale dei Focolari. Presentato al 50° anniversario del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) il 3 giugno 2022 a Stoccolma insieme ad altri piani simili di altre organizzazioni nell’ambito dei Faith Plans for People and Planet, che comprendono anche i piani che la Piattaforma d’azione Laudato Sì ha raccolto nell’ultimo anno in seguito allo storico incontro del Papa e altri leaders religiosi lo scorso 4 ottobre 2021 in Vaticano. Come prima azione per aiutare le comunità locali del Movimento dei Focolari a sviluppare dei piani ecologici locali secondo la cultura dei vari luoghi è nato, grazie al sostegno finanziario di Faithinvest, il Seed Funding Programme, un progetto di finanziamento gestito direttamente dai giovani. Si possono presentare i progetti fino al 30 giugno 2022. Stoccolma+50 Cinquanta anni fa si teneva a Stoccolma la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano. In quella occasione, per la prima volta, è stato sottolineato il fatto che, per migliorare in modo duraturo le condizioni di vita, occorre salvaguardare le risorse naturali a beneficio di tutti e per raggiungere questo obiettivo è necessaria una collaborazione internazionale. Si è posto l’accento sulla soluzione dei problemi ambientali, senza tuttavia dimenticare gli aspetti sociali, economici e quelli relativi allo sviluppo. Subito dopo è nato il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) con sede a Nairobi, Kenia. Per i 50 anni il UNEP ha coordinato uno sforzo mondiale per affrontare le più grandi sfide ambientali del pianeta. Il suo potere di convocazione e la rigorosa ricerca scientifica hanno fornito ai paesi una piattaforma per impegnarsi, agire con coraggio e far avanzare l’agenda ambientale globale. “Chiediamo troppo al nostro pianeta per mantenere modi di vita insostenibili”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “La storia ha mostrato cosa si può ottenere quando lavoriamo insieme e mettiamo il pianeta al primo posto”. I primi giorni di giugno 2022 si è tenuta la Conferenza Stoccolma+50 che rappresenta un momento di riflessione e rilancio per l’ecologia e la cura del pianeta. In questo contesto, le grandi religioni mondiali hanno voluto esprimere il loro impegno a favore del pianeta con una dichiarazione interreligiosa indirizzata all’incontro internazionale delle Nazioni Unite a Stoccolma+50. Più di 200 leader religiosi e rappresentanti delle religioni del mondo – tra cui New Humanity, che rappresenta i Focolari – hanno chiesto durante l’incontro dell’UNEP di considerare l’ecocidio o distruzione dell’ambiente come un crimine internazionale, dato che attenta contro la vita dell’uomo. Tutto ciò dovrebbe avere conseguenze penali per i responsabili, e diventare così un effetto dissuasivo e preventivo. Attraverso l’accreditamento di New Humanity come consultore dell’UNEP, all’incontro a Stoccolma erano presenti per il Focolare: Nausikaa Haupt, Christine Wallmark (entrambe svedesi) e Nino Puglisi (italiano a Vienna).

                                                                                                                      Carlos Mana

Scaricare EcoPlan

https://youtu.be/X6weJ9zS5tQ (altro…)

Uno sguardo nuovo sul mondo e sugli altri

Si è concluso l’Halki Summit V svoltosi a Istanbul (Turchia). Quattro giorni di lavori all’insegna della cura dell’ambiente nella prospettiva del futuro del pianeta.   Al termine del quinto Halki Summit, intitolato “Sostenere insieme il futuro del pianeta”, ci siamo salutati in un clima di grande familiarità. L’incontro internazionale e interdisciplinare co-organizzato dal Patriarcato Ecumenico e dall’Istituto Universitario Sophia, ispirato dal magistero profetico del Patriarca Bartolomeo e di Papa Francesco, è stato unanimemente riconosciuto come un evento dello Spirito Santo. Non a caso, i giorni del Summit coincidevano con quelli tra le due date di Pentecoste delle nostre rispettive Chiese. Il confronto sincero, l’ascolto reciproco, libero e aperto, lo scambio dei doni sostanziato dalle riflessioni, dalle ricerche e dai cammini ecclesiali condivisi, con stupore ci hanno condotti alla consapevolezza di vivere una svolta decisiva per il futuro della famiglia umana, nella quale ciascuno ha una responsabilità inderogabile. La sfida e l’opportunità che si stagliano sul nostro comune cammino sono certamente quelle di sviluppare anzitutto un ethos ecologico condiviso, implementando – come artigiani della pace e della fraternità – buone pratiche in ogni ambito: dalla pedagogia alla pastorale, dal sociale al politico all’economico. A ciò va aggiunto l’impegno, sul piano squisitamente culturale, di approfondire percorsi interdisciplinari per la formazione di nuovi paradigmi interpretativi e trasformativi della realtà, in vista del superamento della cultura dello scarto. È parso chiaro, infine, quanto tali linee d’azione sarebbero inefficaci senza un impegno educativo non elitario che preveda un capillare e convinto coinvolgimento ecclesiale. È nata spontanea la richiesta di sottoscrivere un appello finale rivolto alle Chiese e a coloro che hanno a cuore la cura della casa comune. L’auspicio è quello di non lasciarci tutto alle spalle come un bel ricordo, bensì di riconoscere che abbiamo dinnanzi un orizzonte di luce che richiede una conversione dello sguardo che parta dal cuore e si nutra di sapienza evangelica. “La cultura ecologica – ci ricorda papa Francesco – non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico. Diversamente, anche le migliori iniziative ecologiste possono finire rinchiuse nella stessa logica globalizzata. Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse” (Enc. Laudato Si’, n. 111).

Vincenzo Di Pilato (Foto: Alfonso Zamuner, Noemi Sanches e Nikos Papachristou)

(altro…)

Dare per salvaguardare l’ambiente in rete: azioni concrete per un pianeta fragile

Dare per salvaguardare l’ambiente in rete: azioni concrete per un pianeta fragile

Il 13 maggio 2022 si è tenuto l’evento “Dare una rete all’ambiente”. Finalmente in presenza, tantissimi studenti, insieme ad altri collegati via streaming dal mondo, hanno festeggiato e condiviso i risultati di un anno di lavoro per il bene del pianeta. Sono oltre 500 i ragazzi che venerdì, 13 maggio 2022, nella splendida cornice dell’Aula Magna dell’Università “Sapienza” di Roma, hanno animato con grande gioia quella che potremmo definire una vera festa per la Terra che ha chiuso l’anno scolastico 2021-2022 del progetto “Dare per salvaguardare l’ambiente in rete.” 10 gli istituti superiori del Lazio (Italia) presenti e molti altri, collegati via streaming da diverse parti d’Italia e del mondo, insieme per poter raccogliere i frutti nati aderendo al progetto. Durante l’anno, infatti, 8.000 studenti di 39 scuole italiane e di altri 12 Paesi, educati al risparmio energetico, hanno firmato un patto e l’hanno concretizzato con 200 azioni personali di risparmio. La monetizzazione di tali atti, finanziata con 10 centesimi ad azione da sponsor familiari, e conteggiati tramite l’App DPSAR, ha permesso di sostenere vari progetti di solidarietà in contesti di povertà e degrado ambientale come conseguenza dei cambiamenti climatici. Uno sguardo rivolto al pianeta e ai suoi abitanti a partire dalla nostra quotidianità. Ce ne parla Andrea Conte, coordinatore del progetto, astrofisico e insegnante di matematica e fisica presso il Liceo Classico di Pescara (Italia). Che cosa significa dare una “rete” all’ambiente? Questo percorso di educazione per la salvaguardia dell’ambiente è stato ideato nel 2008 a Roma dalla docente Elena Pace e il nome del progetto inizialmente era solo “Dare per salvaguardare l’ambiente”. L’idea di introdurre la parola “rete” nel 2019 è stato davvero un salto di qualità: ogni singola classe continua a svolgere azioni concrete ma non è più sola. Ciascun ragazzo, con i propri compagni e con l’aiuto delle famiglie continua a compiere atti per il bene della Terra, ma è in rete con altre scuole che fanno la stessa cosa. Siamo partiti coinvolgendo le scuole italiane ed oggi questa rete si è sempre più allargata. Ci sono state azioni che hanno portato ad un cambiamento radicale? La creatività dei ragazzi la fa da padrona naturalmente. Una scuola di Roma (Italia), ad esempio, ha deciso di annullare completamente l’uso di bottigliette di plastica, ma per farlo ha portato avanti un lavoro scientifico, ideando un sistema per pesare la plastica, una specie di “plasticometro”.  Ogni volta che qualcuno gettava via una bottiglietta di plastica si assumeva l’impegno di utilizzare la borraccia. Rapidamente hanno visto una diminuzione del peso della plastica prodotta e nel giro di pochissimo tempo sono riusciti ad azzerare la plastica. Una vera rivoluzione. Perché l’interesse sulla questione ecologica oggi cresce sempre più proprio tra i più giovani? L’ecologia c’è sempre stata, si parla di cambiamenti climatici da decenni, ma oggi i giovani sentono gli influssi che arrivano da questa società in continua evoluzione e avvertono l’esigenza di attivarsi concretamente. Nonostante si parli di un peggioramento continuo della situazione, la sensibilità aumenta così come i progetti promossi dalle amministrazioni delle singole cittadine, dalle scuole, e aumenta questo senso di cittadinanza, il desiderio di essere individui consapevoli e attivi nel rendere il nostro pianeta sempre più sano. Che messaggio cerchi di dare ai tuoi studenti ogni giorno? Intanto ho la fortuna di insegnare delle cose che mi appassionano tanto e in cui credo e questo è davvero un dono. Quando facevo le superiori non avevo gli stessi stimoli che hanno loro e sono contento di poterglieli dare. Ho iniziato a rendermi conto delle difficoltà in cui si ritrovava il pianeta solo all’università, studiando astronomia e astrofisica. Quando ci si distacca dalla superficie terrestre e si volge lo sguardo all’ universo, si coglie davvero la fragilità della Terra. Così io faccio sempre un paragone ai ragazzi, dicendogli che quando ci si distacca da sé stessi e ci si rivolge all’altro, ci si rende davvero conto di quanto possiamo dare, ognuno nella nostra diversità.

Maria Grazia Berretta

(altro…)

Università in rete: Sophia nel mondo

Università in rete: Sophia nel mondo

Allargare gli orizzonti del sapere. Dal 27 marzo al 2 aprile, in Colombia l’incontro  “Università, conoscenza e sapienza: una prospettiva per l’America Latina”. Una sede latino-americana per Sophia. Apertura e gradualità. Sono stati questi i principi guida dell’incontro “Università, conoscenza e sapienza: una prospettiva per l’America Latina”. Tenutosi a Tocancipá, Colombia, dal 27 marzo al 2 aprile, l’evento ha riunito il rettore dell’Istituto Universitario Sophia, Giuseppe Argiolas, con la commissione transdisciplinare e interculturale che lavora da più di dieci anni per gettare le basi della futura sede latinoamericana dell’università. Presenti anche Francisco Canzani e Renata Simon, in rappresentanza del Consiglio generale del Movimento dei Focolari. Al centro delle riflessioni, le linee guida della Congregazione per l’Educazione Cattolica per la realizzazione di un progetto che non ha precedenti nella storia delle università pontificie: le singole unità dell’Istituto Universitario Sophia, anche se aperte in altri continenti, faranno parte di un’unica università globale con sede a Loppiano (Firenze, Italia). Se approvato, il progetto Sophia ALC (America Latina e Caraibi) sarà il primo passo nella costruzione di questa “università in rete” e si ramificherà in tre contesti distinti: in Argentina, il progetto prevede l’offerta di un Master in “Ecologia Integrale e Interculturalismo” in modalità ibrida (di persona e online); in Brasile, un corso di laurea in presenza in “Pedagogia con indirizzo in Umanesimo Integrale”; in Messico, corsi di estensione universitaria (soprattutto online). Durante i sei giorni dell’incontro, i membri della commissione hanno lavorato intensamente per trovare soluzioni per la graduale realizzazione di questo complesso progetto, nei suoi diversi aspetti: dall’adeguatezza alle norme ecclesiali all’adattamento alla legislazione locale; dalla sostenibilità economica alle strategie di raccolta fondi e diffusione; dalle infrastrutture ai curricula. Infine, una certezza: è arrivato il momento di allargare ancora di più gli orizzonti dell’esperienza di unità nella diversità costruita finora dai membri della commissione locale di Sophia ALC, provenienti da paesi come Argentina, Brasile, Colombia, Costa Rica, Messico e Uruguay, e di discipline come economia, amministrazione, teologia, filosofia, storia, diritto, pedagogia, sociologia e comunicazione. Il futuro del progetto dipende dall’approfondimento del già intenso dialogo con il rettore e il corpo docente di Sophia, con i responsabili del Movimento dei Focolari e soprattutto con la Congregazione per l’Educazione Cattolica, che indica le vie attraverso le quali il sogno di Chiara Lubich può essere gradualmente portato avanti, ora nel continente latinoamericano.

Daniel Fassa

(altro…)

#DARETOCARE: la Settimana Mondo Unito 2022

#DARETOCARE: la Settimana Mondo Unito 2022

È ancora il tema della “cura” quello al centro della prossima Settimana Mondo Unito: dal 1° al 8 Maggio 2022. Un’occasione da non perdere per zone e territori. Ci siamo! Mancano pochi giorni alla Settimana Mondo Unito 2022, che anche quest’anno vedrà impegnate in tutto il mondo migliaia di persone, di ogni età, ceto, razza e credo. Spesso, pensando a questo appuntamento, vengono subito in mente i giovani, le grandi adunate, gli “eventi”. Eppure la Settimana Mondo Unito è tanto, tanto di più, perché non riguarda solo i giovani, durante tutto l’anno c’è una ricchezza di vita, che vede le diverse generazioni del Movimento dei Focolari e non solo, in azione, insieme, per la fraternità universale. I Giovani per un Mondo Unito, quasi 27 anni fa, proposero di dedicare una settimana all’anno per coinvolgere in modo più attivo l’opinione pubblica nel cammino verso un mondo unito. Ricordo i commenti, in quei giorni di maggio 1995 durante il Genfest, cercando di capire cosa fosse quella proposta, cosa avremmo dovuto fare, da lì a un anno. La risposta arrivò nelle settimane seguenti e, come sempre, arrivò vivendo. L’invito era ed è ancora oggi ben preciso, e 25 anni di storia, dalla prima SMU del 1996 all’ultima del 2021, lo hanno confermato: la prima cosa da fare è approfondire e dare continuità a tutte le attività che le comunità dei Focolari portano avanti con coraggio e in certi casi anche silenziosamente, per sostenere il cammino verso l’unità nei contesti più diversi: nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle situazioni di fragilità e di abbandono, facendo una proposta alle città, alle Istituzioni, ai mezzi di comunicazione, per promuovere l’unità e la pace ad ogni livello, e insieme a tutte le persone animate dai medesimi principi ed obiettivi. I giovani non da soli, ma insieme a tutti gli altri, anche i più adulti, con il coinvolgimento di famiglie, professionisti, adulti impegnati, politici… accomunati dai valori della fraternità universale. Insieme e inclusivi, con azioni ad ampio raggio che cambiano il tessuto sociale e lo migliorano, si può incidere di più sull’opinione pubblica mondiale. David Sassoli (1956-2022), ex-presidente del Parlamento Europeo recentemente scomparso, così aveva detto ai Giovani per un Mondo Unito in occasione della Settimana Mondo Unito 2021: “Credo che questo sia un lavoro di pedagogia civile che in qualche modo ci debba riguardare, riguarda noi politici, noi istituzioni ma anche naturalmente tutto il mondo così importante dell’associazionismo europeo. Credo che in particolare voi vi troviate in una posizione privilegiata, perché avete già definito non solo che è importante prendersi cura degli altri, ma anche prendersi cura per migliorare le condizioni di vita degli altri”. Ecco la “cura” di cui il mondo ha bisogno e che anche in quest’anno così particolare non è mancata in ogni continente. “Prendersi cura degli altri è un atto di coraggio”, dice Jomery Nery, un giovane avvocato fiscale brasiliano che è anche il direttore delle operazioni di Anpecom (Associazione Nazionale per un’Economia di Comunione, dal portoghese). Da Anpecom nasce un’iniziativa chiamata Supera (Programma per il superamento della vulnerabilità economica). Jomery lo descrive così: “Durante tutto l’anno riceviamo messaggi, mail, comunicazioni da persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare, per costruire una casa perché vivono in alloggi di carta, per l’affitto, per studiare oppure per iniziare un’attività. Supera è una campagna per raccogliere denaro, che viene poi utilizzato per aiutare le persone in difficoltà”. Una “cura” indirizzata verso le situazioni di fragilità. Ma anche a Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, non si scherza: da circa quattro anni la città accoglie un’iniziativa che potremmo definire tanto ecologica quanto sociale e che si svolge nello stesso modo anche in altre parti del mondo: stiamo parlando del Repair Café, cioè “bar per le riparazioni”: dove dei volontari si mettono a disposizione di persone che portano i propri oggetti rotti per aggiustarli e nel frattempo si trascorre una bella mattinata insieme. Il Repair Café è una vera e propria esperienza, sia per i volontari che riparano ma anche per le persone che decidono di investire il proprio tempo nel portare ad aggiustare un oggetto, piuttosto che buttarlo. Le motivazioni dietro a questa scelta, sono le più diverse, dalla preoccupazione per il cambiamento climatico, al desiderio di vedere tornare in funzione un oggetto a cui si è affezionati. E con la scusa si intrecciano relazioni, legami, si trae forza per affrontare le sfide quotidiane. A Lecce, in Italia, una comunità fatta di famiglie, ragazzi, professionisti, artisti, insieme ad associazioni e parrocchia, lavora per riqualificare un quartiere ai margini, difficile, grigio da tanti punti di vista. “La prima idea è stata quella di rendere più gioioso e colorato il muro dell’oratorio”- racconta Don Gerardo- “da qui l’idea del primo murales, che ha trovato apprezzamento anche tra la gente”. Piano piano, grazie a un passaparola, e a dei giovani writers presenti nella zona, arrivano artisti da tante parti del mondo a dare bellezza ai palazzi del quartiere Stadio, e con loro fotografi, turisti, amministratori locali, attirati da vere opere d’arte che questi murales rappresentano. Tutto è frutto di una fraternità che si è creata tra gli artisti e gli abitanti del quartiere, che ha innescato un virtuoso cambiamento di cui tutti si sentono parte: un progetto reale di aiuto verso i più deboli, che ha contemplato azioni per il lavoro, la riqualificazione ambientale e sociale. Sono storie come queste a dare un’anima alla Settimana Mondo Unito: sono queste comunità di gente attiva che si mette in gioco e che dal 1 al 7 maggio 2022 troveranno una vetrina in tanti appuntamenti sparsi per il mondo, virtuali e in presenza, che non faranno altro che raccogliere e mostrare la vita che c’è nei territori e nelle zone: # Dare to Care (Osare avere cura) sarà il titolo: la “cura” che potrà far ripetere ancora oggi quello che Chiara Lubich disse della Settimana Mondo Unito nel 2002: “È sempre una cosa un po’ speciale. È una delle iniziative più conformi al carisma”.

Paolo Balduzzi

(altro…)