Feb 18, 2013 | Cultura
Caritas Italiana propone un itinerario di preparazione alla Pasqua rivolto ai bambini e agli adulti. Un invito concreto a vivere il tempo della Quaresima e della Pasqua, imparando a sperimentare la carità, con gesti di condivisione e solidarietà che aiutino ad abbattere i muri, a superare i pregiudizi, a testimoniare l’amore di Gesù. Il Kit comprende: Opuscolo per famiglie: nell’anno dedicato alla fede, il percorso mette l’accento sull’importanza di essere testimoni di fede soprattutto attraverso le opere. La proposta si arricchisce di numerosi riferimenti al Catechismo della Chiesa cattolica. Uno strumento utile per una formazione alla vita cristiana matura, un itinerario che si arricchisce di esperienze, riflessioni e preghiere. Album per bambini: a colori con spazi e illustrazioni dove i bambini secondo la loro creatività possono colorare e disegnare. Un modo interattivo che attraverso il gioco vuole fare scoprire l’importanza dei gesti concreti di carità verso chi ci circonda, per una testimonianza concreta di fede cristiana. Poster con l’immagine di una “disabilità” vissuta insieme simbolo del messaggio di condivisione. Salvadanaio in cartoncino componibile con l’illustrazione dell’album per bambini. Un valido strumento per catechisti e genitori per educare i bambini ad una solidarietà concreta e quotidiana. (altro…)
Feb 18, 2013 | Cultura, Sociale
“Nella visione cosmica andina, il passato si trova davanti: è luce per avanzare. Questi giorni mi hanno dato tanta luce per il cammino! Un grande abbraccio a ciascuno e buon viaggio”, così il saluto di Dami Adanto de Rueda, Direttrice della Scuola Aurora della cittadella argentina di Santa Maria, che ha ospitato l’appuntamento, ai 50 partecipanti al 6° Incontro Latinoamericano di Artisti. Organizzato da Clarté – gruppo di artisti che si ispira alla spiritualità dell’unità – ha riunito nell’ultima settimana di gennaio artisti da tutta l’Argentina, dalla Colombia, dalla Spagna e con la presenza di Michel Pochet, artista belga che vive a Roma, tra gli animatori di Clarté. Santa Maria di Catamarca è una città di 20.000 abitanti nel Nordest del’Argentina, e sorge sulla riva del fiume che porta lo stesso nome. È stata centro di culture millenarie ed è stata parte dell’Impero Inca. Un luogo affascinante, ricco di resti archeologici, con l’incantevole paesaggio dei primi contrafforti della Cordigliera delle Ande. “Le difficoltà per arrivare e le lunghe distanze percorse sono state una ragione in più per godere dell’incontro fra le nostre anime, senza pregiudizi, senza maschere”, spiega Claudio Villareal. E Cristina Críscola aggiunge: “Abbiamo condiviso momenti per conoscerci fra noi, per avvicinarci alla cultura andina, per lavorare insieme in laboratori di produzione. Tutte occasioni di festa, anche per coloro che stavano attraversando dolori profondi”. Il tema era “Nella diversità: l’unità”. Parole che si facevano realtà giorno dopo giorno.
Alcuni pittori sono passati dal: “Non riesco a lavorare. Non sono abituato con gente intorno. Non è il mio stile”, allo scegliere spazi comunitari, condividendo il mate, la tipica bevanda argentina, e le chiacchiere nei momenti di riposo, arricchendosi anche nel contatto con altri artisti. Gli scrittori, il penultimo giorno, in un’esperienza nuova e spontanea, hanno realizzato un “assalto poetico”, regalando una esperienza poetico-teatrale nella quale tutti (musicisti, pittori, attori) hanno partecipato in piccoli gruppi, con una profonda condivisione che partiva dall’anima. L’ultimo giorno, una mostra con i lavori realizzati: pittura, musica, teatro e composizioni letterarie, alla quale hanno partecipato anche alcune persone della comunità di Santa Maria. “Santa María di Catamarca ci hai cambiato la vita – ha detto José, uno dei partecipanti -. Congresso d’arte indimenticabile, con gente proveniente da ogni dove: argentini, latinoamericani, europei. Io ti sento, Santa Maria, come il centro del paese, il suo essere più profondo, con la tua saggia e millenaria cultura, la tua dignità infinita. Le tue donne dolci e valorose. Tienici stretti nella tua mano, altrimenti naufraghiamo nelle stupidaggini e nella banalità. Grazie per averci offerto un nido per nascere di nuovo”.
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Feb 16, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Le cannonate via terra e i passaggi degli aerei rendono difficile i collegamenti. La situazione nella periferia di Damasco si sta facendo più drammatica. Basta poco per rendersi conto che non siamo ancora arrivati alla parola tregua! Eppure la speriamo. E la chiediamo. Ho saputo da Rim che ha proposto il time-out per la pace a tutte le sue allieve, a grande maggioranza musulmane, in un Centro che le ospita e dove imparano il mestiere di sarte. L’altra sera ho telefonato a Maryam di Homs, per avere notizie, da tempo non riesco a raggiungerla. Mi conferma che anche a suo avviso ci vuole un intervento deciso di Dio, che ci aiuti anche a non perdere la fede. Da dieci mesi è sfollata in un paesino vicino. La casa dei genitori non esiste più ma il padre anziano non lo sa, sarebbe troppo per lui. Il figlio di Maryam è tornato da Raqqa dove si era trasferito per poter continuare l’università perché anche lì la situazione si fa molto difficile. Mi dice che a fine mese devono lasciare la casa che hanno preso in affitto: “Dove andremo?”. «Oggi parlo con Luna di Aleppo. Mi fa sapere che stanno tentando, con Marah, Yasmina ed alcuni amici di avviare una piccola attività in casa (marmellate, centrini o altro) e vorrebbe trovare una possibilità per smerciare questi prodotti. Mi dice: «Tanti come noi sono grati se ricevono aiuti per comprare il pane o qualche litro di gasolio per il riscaldamento, ma vogliamo lavorare!». «Penso subito alle strade bloccate o al rischio di furti ma le assicuro che non lasceremo cadere questa proposta. La conosco da tempo, Luna. Non mi stupisce questa sua determinazione. Conosco anche il fratello Nader e la famiglia di lui, due splendidi bambini molto intelligenti. «Fino a due anni fa Nader col papà e il fratello maggiore gestiva una falegnameria molto conosciuta in città, mobili d’arte eccellenti. Da almeno sei mesi non lavorano più. Mi dice Luna: «Se non troviamo un altro modo di sovvenire alle necessità delle nostre famiglie, anche noi dovremo bussare alle porte delle chiese, per chiedere aiuto!». «Quanta menzogna in quel: “Si vis pacem para bellum” (se vuoi la pace prepara la guerra)! imparato a scuola. Se vuoi la pace prepara uomini nuovi, mi verrebbe da dire, che ragionino in termini di fraternità, giustizia, condivisione dei beni, amore, libertà vera». «Il vescovo latino parla di almeno due generazioni a suo avviso necessarie prima di poter risanare le ferite di questa guerra (se però si riuscirà a fermarla in fretta!) che lacera il Paese e la cui motivazione, tanti anche qui ne sono convinti, è primariamente di natura economica e politica. «Vorrebbe fare qualche cosa, tanta gente, per finirla con questi progetti insensati e maligni. C’è anche chi, invece, e non sono pochi, si riuniscono per pregare, e non solo alle 12 per il time-out per la pace lanciato dal Movimento dei Focolari, che si cerca anche qui di divulgare parlandone a conoscenti, amici, gente incontrata magari per caso, uomini di tutte le religioni». Fonte: Città Nuova Diario dalla Siria/15 Diario dalla Siria/14 Diario dalla Siria/13 (altro…)
Feb 15, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Dal 6 al 9 febbraio si è tenuta a Roma l’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura dedicata alle culture giovanili emergenti. L’obiettivo era, come ha affermato il Card. Ravasi, Presidente del dicastero, “porsi in ascolto attento della questione giovanile” esistente nella società ed anche nella Chiesa, dove è evidente la difficoltà nella trasmissione della fede. L’importanza di questo tema è stato ribadito anche dal Santo Padre nell’incontro che ha avuto con i partecipanti, dove ha ricordato che i giovani sono per la Chiesa “un punto di riferimento essenziale ed ineludibile per la sua azione pastorale”, aggiungendo che “non mancano fenomeni decisamente positivi” come “tanti giovani volontari che dedicano ai fratelli più bisognosi le loro migliori energie”.

Farasoa Bemahazaka
Fa eco alle parole del Papa l’esperienza di Fara, giovane del Madagascar appartenente ai Focolari, invitata a parlare su: “Forme di partecipazione, creatività e volontariato”. Fara a 16 anni ha partecipato ad un incontro mondiale dei Giovani per un Mondo Unito che stavano portando avanti il Progetto Africa e con loro ha sperimentato che anche oggi è possibile vivere con la radicalità dei primi cristiani. Alcuni anni dopo è arrivata in Italia alla Scuola Gen di Loppiano dove si è fermata per 10 mesi, spinta dal desiderio di vivere la fede con più profondità. Qui ha compreso che “ciascun uomo ha qualcosa da dare anche attraverso tante piccole azioni; si dà e si riceve nella misura in cui si ama. Da qui nasce il dialogo interculturale, che comincia da un dialogo interpersonale perché il dialogo non è fra le culture ma fra le persone di diversa cultura”.
Attualmente questa giovane donna africana studia Economia e Commercio a Firenze. Qui è venuta in contatto anche con il Centro Internazionale La Pira, dove ha svolto il servizio civile e ha potuto continuare ad approfondire i rapporti e le culture di giovani di tutto il mondo. Inoltre, con altri amici, ha promosso l’Associazione degli studenti africani a Firenze con la quale si vuole mantenere viva la coscienza della loro cultura di origine e allo stesso tempo favorire la fraternità universale. All’inizio dell’anno accademico, per aiutare i nuovi studenti, è stato aperto uno sportello in cui si offre assistenza nel disbrigo delle pratiche burocratiche e nel promuovere il loro inserimento nella vita sociale di Firenze. Nel settembre 2012 ha partecipato al Genfest ed attualmente è una attiva sostenitrice dello United World Project con il quale si vuole mostrare il bene che avanza ed evidenziare il lento, ma inarrestabile cammino dell’umanità verso la fraternità. Fara ha fatto sue le parole di Chiara Lubich: «Gesù oggi verrebbe di nuovo a “morire per questa gente”, per salvarla da tutti i mali. Ma Gesù è venuto venti secoli fa. Ora vuol tornare attraverso di noi. Gesù era giovane: vuol tornare soprattutto attraverso i giovani!».
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Feb 14, 2013 | Cultura, Famiglie, Focolari nel Mondo
Nel periodo che coincide con l’estate dell’Emisfero Sud, è cresciuto il numero delle famiglie presenti nella Mariapolis Lia (Argentina). Oltre a quelle che risiedono nella Cittadella, nel mese di gennaio, come succede da oltre dieci anni, sono arrivate altre dieci famiglie, provenienti da Perú, Cile, Paraguay e Argentina, per condividere insieme un’esperienza di unità: tra genitori e figli. Ben 50 “cittadini” in più, dall’età di un anno e mezzo fino ai cinquanta. Diverse provenienze, età, culture che hanno arricchito con la loro varietà la convivenza tipica della Mariapoli. L’obiettivo era quello di “immergersi” nella proposta di vita comunitaria, con le sue attività, il lavoro, i momenti di preghiera, di festa, ed allo stesso tempo riflettere, dialogare e condividere esperienze sui temi specifici della vita di famiglia. In altri termini, una scuola di vita, sul senso più profondo del matrimonio visto con gli strumenti propri della cultura dell’unità. Il programma prevedeva momenti di riflessione sui punti fondamentali, gli aspetti e gli strumenti della spiritualità, nella loro applicazione alla vita di famiglia, con ampi spazi dedicati al dialogo ed alla comunione in coppia ed in gruppo.
Per rivalorizzare da questa prospettiva la propria vita quotidiana, il programma della scuola era ‘elastico’: ad ogni famiglia organizzare il proprio ritmo quotidiano di vita, fra spese, faccende di casa, pranzi e cene, lavoro nelle varie attività della cittadella, momenti di riposo. Nello stesso tempo la possibilità di coltivare rapporti di amicizia con gli altri in riunioni spontanee, feste di compleanni ed anniversari, condividendo usanze, cibi tipici, folklore delle diverse culture, crescendo giorno per giorno come una vera “famiglia di famiglie”. I figli, divisi secondo le fasce di età, hanno avuto propri spazi, fra momenti di attività e giochi: esperienze che poi condividevano a casa con i genitori.
Facendo insieme il bilancio finale, una giovane sposa diceva di aver scoperto e potuto “cambiare le coordinate di base, (…) per vivere l’ideale dell’unità con mio marito…”. E così la diciassettenne Alejandra, del Perú: “Oggi sento un desiderio particolare di crescere in famiglia, però so che non sono sola in questo cammino, perché sono insieme ai miei genitori, a mio fratello, con tutte le famiglie della Scuola, e so che vicino o lontano, in Perú, in Cile, Paraguay o Argentina c’è chi vuole arrivare alla stessa meta.. forse sbagliando e ricominciando, ma credendo nell’amore”. “Ci sembra di essere come un puzzle nelle mani di Dio, che ci ha smontati e rimessi insieme con tutto il suo amore”, afferma Jorge, cileno. “Ci portiamo via un bagaglio di esperienze, alcune già vissute qui ed altre che vivremo giorno per giorno” dice Gustavo, argentino. E Nicolás, 9 anni: “Mi piace molto il posto, in mezzo alla natura, ed è perfetto per andare in bicicletta. Ho incontrato nuovi amici di diversi paesi, ho scoperto nuove culture e cose nuove, per esempio la storia di Chiara Luce, che sapeva ricominciare ed ha saputo vedere il Paradiso, ed anche a me piacerebbe vedere il Paradiso”. (altro…)
Feb 11, 2013 | Cultura
Un racconto appassionante, quasi fotografico, scritto con grande delicatezza. “Un’occidentale, cristiana in terra islamica,campione in tutti i sensi di una vera e propria minoranza. Per di più donna. Non è stato automatico e indolore arrivare ad assaporare la bellezza di quella terra e della sua gente il Pakistan”. Uno Stato recente, ma dalla storia millenaria. Terra di guerre, di invasioni e conquiste, la cui cultura ha origine nella miscela di varie culture. È il Paese della Via della Seta e il secondo Stato islamico del mondo. Tutti gli ingredienti per fare un viaggio nella pelle dell’altro e per scendere nel pensiero e nella profondità di una cultura così diversa da quella europea. Daniela Bignone, nata nel 1959 a Genova, dopo gli studi universitari compie una scelta ardita e parte per il Pakistan dove resterà 23 anni, anni in cui il Paese conosce una profonda trasformazione politica e sociale. Lavora nell’ambiente diplomatico e presta attività di volontariato in varie ONG. Negli ultimi anni si è dedicata alla scuola di una zona rurale del nord est del Paese. Tornata in Italia ora vive a Torino. (altro…)