[:de]Meditationsimpulse von Chiara Lubich über den gekreuzigten und verlassenen Jesus »Die Frage nach dem Warum des Leids ist so alt wie der Mensch selbst. Er hat immer wieder versucht, darauf eine Antwort zu finden … Doch das Problem bleibt, und vor allem bleibt die faktische Existenz des Leids. Eines Tages wurde meine Aufmerksamkeit auf den Schrei Jesu am Kreuz gelenkt: Mein Gott, mein Gott, warum hast du mich verlassen?« Die Begegnung mit ihm, der die tiefsten Abgründe durchlebt hat, wurde zur »Begegnung mit der größten Liebe« (Chiara Lubich). Aus dem Inhalt: Facetten seines Antlitzes – Göttliche Alchimie – Eine Liebe, die alle und alles umfängt: Der verlassene Jesus und die Einheit – »Der Gott unserer Zeit« – Mysterium des dreifaltigen Gottes In den Impulsgedanken von Chiara Lubich (1920-2008) spiegeln sich facettenreiche Erfahrungen; sie sind gekennzeichnet von mystischer Tiefe und enthalten vielfältige Anstöße zu einem neuen Miteinander. Verlag: Neue Stadt[:]
Finalmente ci siamo: il Genfest ha preso il via oggi a Manila, al World Trade Centre. È l’appuntamento di punta, ma più di altri venti Genfest nazionali si sono svolti o sono in corso nei cinque continenti. Il programma, con canzoni, coreografie, esperienze, ha come “focus” il superamento di ogni genere di barriera, “Beyond all borders”. Uno slogan coraggioso, scelto dagli stessi protagonisti come risposta alle diverse forme di divisione che oggi si sperimentano ovunque, ma anche il motore delle azioni realizzate in questi anni di preparazione. Fin dalle prime fasi, il Genfest ha avuto la fisionomia di un evento collaborativo: ciascun partecipante ne è stato protagonista. La prima mattinata, appena trascorsa, è iniziata con un video delle diverse locations e azioni del “pre” Genfest, che si è svolto in venti diversi luoghi del sud-est asiatico, dal 28 giugno al 5 luglio, dove centinaia di giovani hanno svolto azioni di solidarietà e servizio per comunità e progetti. Il microfono è quindi passato ai presentatori e ai “vloggers”, che accompagneranno i partecipanti lungo tutto il programma. Per quelli nati prima della metà degli anni ‘90, precisiamo che i vlogger e gli influencer sono figure mediatiche che hanno un grande seguito sui social media presso i teenagers e i giovani. Negli ultimi mesi, Louis del Burundi, Maria Clara del Brasile e Ceska delle Filippine lo sono diventati per il numero sempre crescente di follower dei loro profili Instagram e Facebook. A caratterizzare questa prima giornata sono state testimonianze di forte impatto. Come quella di Josef Capacio di San Diego (USA) e Noè Herrera di Mexicali (Messico). In un tempo di squilibri politici e sociali e di ogni genere di divisioni, hanno deciso di promuovere la pace proprio lungo il muro che divide le due nazioni. Il lavoro congiunto di giovani statunitensi e messicani – racconta Noè – ha permesso di scoprire che i valori, gli obiettivi e la visione del mondo, anche se visti da frontiere opposte, non è poi così diversa. «Siamo tutti uguali e posso amare il suo paese come il mio».
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C’è poi la storia di Jean Paul Muhanuzi, del Burundi, ed Egide Nduwayezu, del Ruanda. È il racconto di un’amicizia vera cresciuta in condizioni drammatiche: dopo un attentato subito da entrambi, ma che ha lasciato Jean Paul a terra con una grave lesione spinale, Egide ha lasciato tutto per sostenerlo durante la fase riabilitativa seguita all’intervento alla colonna vertebrale. Il superamento delle barriere, nel loro caso, ha portato alla scoperta della bellezza dei rispettivi popoli, etnie e tribù. Jaime Zayas, del Salvador, ha lanciato dal palco l’idea di cambiare il proprio “metro quadro”, come lui stesso ha sperimentato, nel proprio Paese, in un contesto di violenza urbana e sfiducia diffusa. Lo sforzo è stato quello di essere costruttore di pace: «Sappiamo che il nostro paese ha problemi complessi, ma possiamo cambiare le cose nel quotidiano vivendo relazioni fondate sulla reciprocità». Tommaso Carriere, italiano, è co-fondatore dell’associazione “Non dalla Guerra”, un progetto per formare le persone alla pace, mostrando loro cos’è la guerra, come nasce e si sviluppa. «Raccontiamo ciò che abbiamo visto nei Paesi toccati dalla guerra e come i conflitti distruggano la società, minando la speranza e la possibilità di costruire un futuro migliore». Dal 2014 l’associazione promuove campi estivi in Giordania, dove ragazzi europei visitano campi per rifugiati e interagiscono con quanti soffrono le conseguenze della guerra. Le voci di questa prima giornata a Manila raccontano percorsi di vita e progetti, “frammenti di fraternità”, piccoli passi che avvicinano persone e popoli e alimentano la speranza.
Luigino Bruni presenta en esta ocasión un libro que analiza y advierte sobre uno de los peligros que enfrenta toda organización motivada por ideales: la de transformar, justamente, estos ideales que dieron vida a la comunidad, en ideología. El concepto de autosubversión se refiere a “la virtud de poner en discusión las propias certezas, de no buscar en las cosas que nos suceden los elementos que confirman nuestras ideas, sino las que las refutan o desafían”. Este libro se ofrece como una “breve guía, parcial e imperfecta” para aprender “cómo florecer como adultos cuando, siendo jóvenes, se creyó en un ideal grande y se partió a su conquista”. Luigino Bruni (Ascoli Piceno, 1966) es profesor ordinario de Economía Política en la LUMSA (Libera Universita Maria Santissima Assunta) de Roma y docente de Economía y Ética en la Universidad Sophia, de Loppiano. Es coordinador del Proyecto Economía de Comu nión y uno de los promotores de la Economía civil. Es autor de ensayos y obras traducidas a una decena de idiomas. La otra meta de la economía (escrita junto a Alessandra Smerilli) y La economía silenciosa, publicada por Ciudad Nueva, se encuentran entre sus últimas obras.Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Chiara Luce Badano, morte en 1990 à lâge de 18 ans, en Italie, est un témoin privilégié de lappel universel à la sainteté : enfant, jeune fille, elle navait pas de vocation particulière sinon celle de tout chrétien à être disciple de Jésus. Elle indique une voie toute simple, offerte à tout un chacun, qui porte aux plus hauts sommets de lunion mystique, c’est-à-dire à lassimilation au Christ. Chiara Luce Badano nous conduit sur son chemin personnel, plongé dans une profonde expérience communautaire au sein dun Mouvement dÉglise, les Focolari, caractérisé par la spiritualité de lunité. Elle nous enracine dans la Parole de Dieu, parole de vie éternelle, cette vie éternelle dont elle a reçu un avant-goût durant les deux ans de sa maladie. Ayant eu de Jésus une connaissance privilégiée, une foi claire et vive qui a bouleversé bien des témoins, elle nous ouvre des horizons quant à la qualité de notre foi et à son contenu. Un livre pour lannée de la foi. Nouvelle Citté
Parlare di Spiga Dorata significa narrare la storia di un grande desiderio di spendersi per i più poveri, convertito in una meravigliosa follia imprenditoriale. Un progetto che nel tempo ha generato tanto e raggiunto numeri importanti, sfidando ostacoli e minacce di un luogo spesso ostile come quello della periferia metropolitana del Brasile. L’iniziativa fa da apripista al progetto EdC che Chiara Lubich lancia proprio da San Paolo nel 1991, poiché i primi tentativi di vendita in strada della panetteria risalgono al 1988, e da subito incarnano visione, valori e coraggio di questo nuovo approccio rivoluzionario nel fare economia. «Era un periodo di forte crisi – racconta Adriana Valle, italiana in Brasile da 38 anni e responsabile dell’attività –, risorse economiche limitate, inflazione e disoccupazione pesanti. In questo scenario un gruppo di ragazze, unendo singole competenze, tenta una piccola produzione di prodotti da forno, con cestino alla mano nei marciapiedi fuori dall’attuale Mariapoli Ginetta, nei pressi di Vargem Grande Paulista». Dopo un paio di vendite improvvisate, la produzione si interrompe, ma con sorpresa varie auto di passaggio continuano a chiedere delle “ragazze del pane e del sorriso”. Si decide, allora, di proseguire l’attività dando accoglienza e lavoro a mamme e giovani, permettendo loro di formarsi e sostenersi. Non ci sono ancora nette idee imprenditoriali, tuttavia i clienti aumentano, la cordialità dietro al bancone attira. Nel ’94, l’attività viene spostata dalla strada ad un piccolo spazio chiuso, mentre prende forma il Polo Industriale EdC nelle vicinanze della cittadella. Si crea un secondo punto vendita dall’altra parte della strada, nei pressi di una favela: l’obiettivo è dare la possibilità alle persone che vi risiedono di acquistare il pane senza pericolo di attraversare una strada ad alta velocità. Le due attività vanno avanti sotto il nome – dato dalla stessa Chiara Lubich – di Spiga Dorata I e II, dal grano maturo che emana luce sotto il sole. Il desiderio è quello di offrire uno sguardo fraterno, luce, armonia; un ambiente in cui ci si senta accolti e sollevati. Mentre l’attività procede, c’è chi demolisce a priori l’idea di impresa basandosi solo sui numeri limitati degli inizi (“con mezzo sacco di farina non si va da nessuna parte”); e chi, invece, ci crede e prende parte allo sviluppo del progetto. Come due imprenditori che, stupiti dal grande lavoro portato avanti, seppur nello spazio limitato delle strutture, contribuiscono finanziariamente. Danno così la possibilità di evitare i licenziamenti e di ristrutturare le istallazioni, offrendo un luogo più degno per i clienti e ampliando l’offerta con altri prodotti di qualità. Numerose le storie vissute tra quei banconi: chi torna da lontano per provare quell’energia positiva che trova dietro al caffè, e chi, in un sorriso, ritrova la voglia di ricominciare. Nemmeno le difficoltà mancano. In quell’ambiente di periferia i locali subiscono diversi assalti. In uno degli ultimi, davanti alla pistola puntata con la pretesa dell’incasso, Adriana trova il coraggio di dialogare con i rapinatori. Dimostra sincera preoccupazione per il loro destino, una volta fuori dal locale. Il gesto di rispetto ed empatia è così efficace che fa togliere la maschera e disarma quei ragazzi. Dopo quell’episodio, di assalti non ce ne sono più stati. I locali, oggi, hanno un organico di 20 lavoratori fissi e 15 giovani che si alternano, impastano 10 sacchi di farina al giorno e servono da 1200 a 1500 clienti. Nei weekend offrono, a chi ha più potere d’acquisto, una varietà di pani speciali, piatti semipronti, pasticceria per le feste, gelato artigianale, garantendo sempre prezzi accessibili per i clienti quotidiani più poveri. Oltre a creare posti di lavoro e sprigionare autentico amore, la missione generativa di Spiga Dorata sta anche nel creare contatti di vicinanza tra diverse categorie sociali: il povero si sente parte della famiglia, il benestante torna, contribuisce e ringrazia per la possibilità non di donare, ma di ricevere! Fonte: EdC online (di Francesca Giglio) (altro…)
Insistere sul dialogo non è un cedimento al relativismo di fatto, per cui bastano le buone maniere senza badare ai valori fondamentali dell’agire politico? «Il Movimento Politico per l’Unità (MPPU) non è un partito, ma uno spazio di dialogo in Parlamento e nelle città, tra tutti gli schieramenti. Propone una riflessione sull’anima della rappresentanza per uscire dalla crisi attraverso forme di democrazia partecipativa e deliberativa. Lo strumento è il “patto eletti-elettori”. Non si tratta di buone maniere. Un metodo sperimentato, quello della fraternità, ci rende liberi ed uguali nelle nostre diversità. È possibile riscoprire un’anima della politica, oltre il pragmatismo senza ideali, per servire il bene comune con “l’amore degli amori”, come ci ha insegnato la fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich. Vogliamo avviare un ciclo di dialoghi su temi alti e concreti mediante argomentazioni e non certo con le tendenze attuali, ormai insopportabili, all’insulto ed allo scontro frontale». Dove rischia, non solo in Italia, di perdere l’anima oggi la democrazia? «La democrazia rappresentativa è in crisi a causa del predominio della finanza globalizzata sull’economia reale e sulla stessa politica. Partiti deboli sono facilmente condizionabili dalle lobby. La fine delle ideologie coincide spesso con la povertà degli ideali. È necessaria una robusta iniezione di partecipazione popolare in grado di impegnare i cittadini e i partiti sui temi del lavoro, della giustizia sociale, della pace e del disarmo, della lotta all’azzardo, del contrasto alle mafie ed alla corruzione, della valorizzazione dei beni comuni e delle grandi risorse culturali ed ambientali del Paese. Il Patto eletti-elettori, che noi sperimentiamo con diversi parlamentari e sindaci, può avvicinare i cittadini alle istituzioni e dare un’anima alla democrazia rappresentativa arricchita da quella partecipativa e deliberativa». Il MPPU è stato attento alla realtà, non disertando temi anche conflittuali. Quali sono le urgenze che volete affrontare oggi? «Il Movimento politico per l’unità è uno spazio fraterno d’incontro tra persone prima di tutto, impegnate in quasi tutti i partiti. E questo non è un problema, ma una ricchezza unica. Nella passata legislatura abbiamo dato priorità ai diritti sociali e civili. Ora riteniamo urgente affrontare il tema del lavoro per i giovani, della lotta alla povertà, all’economia disarmata con la riconversione al civile (di fabbriche che producono armi), in un Paese che nella sua Costituzione «ripudia la guerra», l’integrazione, oltre l’accoglienza degli immigrati regolari e dei loro figli, senza dimenticare l’importanza della sicurezza e della legalità». Esistono alcune proposte concrete che pensate di poter avanzare? «Il MPPU deve facilitare, accanto al lavoro d’aula e delle commissioni, le proposte concrete dei laboratori parlamentari di incontro di culture politiche diverse, con studiosi e rappresentanti della società civile competenti. Possiamo animare un ciclo di dialoghi nella legislatura su un piano ideale e concreto allo stesso tempo». Fonte:MPPU online(altro…)