Movimento dei Focolari
Famiglia: una ferita che diventa oro

Famiglia: una ferita che diventa oro

20170228-aFederico: Un italiano e un’uruguayana: quante probabilità hanno di incontrarsi? Eppure a noi è accaduto, sette anni fa, frequentando un centro latinoamericano a Roma, io per dare una mano nell’animazione, lei per parlare un po’ la sua lingua. I nostri sguardi si sono incrociati e abbiamo cominciato a fare casa insieme. Le ristrettezze economiche ci spingono, però, a lasciare la grande città per andare a vivere nel paesino dei miei genitori, anche perché sta per avverarsi uno dei nostri desideri più grandi: l’arrivo di un figlio. La felicità non manca, ma lo stress della nascita e del rapido cambiamento di vita non ci danno neppure il tempo di respirare. Laura: Come non bastasse, la mia mamma, che si occupava del papà invalido e del fratello minore, si ammala gravemente. Non posso non andare subito in Uruguay, almeno per un paio di mesi, anche perché, forse, non ci sarà più tempo per far conoscere il piccolo a mia madre. Ma intanto con Federico stiamo già vivendo su due pianeti diversi: io rinchiusa in casa col bambino, lui sempre fuori per sfuggire alle tante tensioni tra noi. Quando i nostri sguardi s’incrociano c’è solo rancore, stanchezza, incomprensione. «Al mio ritorno – gli dico partendo – o ci lasciamo o staremo insieme per sempre». Federico: La distanza fisica diventa anche del cuore. I mesi scorrono, lei non torna, ed io mi trovo in un’altra strada. Per onestà sento di doverle dire che non voglio più tornare con lei e che forse potrebbe rimanere lì dov’è. Laura: Il dolore è grande, anche se me l’aspettavo. Raccolgo tutte le mie forze, metto da parte la sofferenza e decido di tornare in Italia, pur consapevole di avere ormai poche probabilità. Infatti, anche quando ritorno a casa, lui non vuole saperne di vivere con me. Federico: Un giorno confido a mio fratello ciò che mi sta succedendo e lui mi parla di una coppia con molta esperienza che forse potrebbe aiutarci. La proposta non mi convince un granché, ma alla fine, per il bene del bambino, accetto: forse questi due ci aiuteranno a lasciarci senza scatenare una guerra – mi dico –. È un pomeriggio di fine maggio. Nel giardino dove ci incontriamo le ciliegie sono mature, tutto parla di speranza e di pace, ma nei nostri cuori ribolliscono sensazioni contrastanti. La mano forte di quell’uomo che stringe la mia e il viso delicato di sua moglie mi provocano un brivido lungo la schiena. Vedo che anche Laura ne è colpita. Il colloquio dura mezz’ora. La sera stessa do’ un taglio netto con tutto e torno a casa. Rientrando le lacrime mi rigano il viso, ma l’anima sta cominciando a volare: forse posso farcela! Vaso_oroLaura: Quando vedo Federico tornare non riesco a crederci. Il nuovo appuntamento con quella coppia è nella cittadella di Loppiano (Firenze), dove incontreremo altre coppie loro amiche e altre in crisi come noi. Ma il cambiamento in noi è già iniziato. Al corso organizzato dalle Famiglie Nuove dei Focolari, la prima cosa di cui ci parlano – quasi come un gioco – è l’arte giapponese del kintsugi, secondo la quale un vaso rotto di ceramica non va gettato, ma incollato con dell’oro. Così facendo lo si rende ancora più prezioso. L’aria nuova che qui si respira ci rigenera senza che ce ne accorgiamo. Comprendiamo che l’oro che può ricomporre la nostra coppia è il perdono che ci chiediamo l’un l’altro e che troviamo la forza di donarci reciprocamente. Federico: La spiritualità dell’unità su cui è basato il corso, i consigli degli esperti, l’aiuto delle altre coppie: un mix che rafforza la nostra volontà di rinascere come coppia e dà un impulso fondamentale al nostro cambiamento. Da allora ogni giorno ci dichiariamo di essere pronti a ricominciare, senza dare nulla per scontato e sforzandoci di vivere nei panni dell’altro. Laura: Dopo due anni siamo arrivati a prendere una decisione importante: sposarci in Chiesa, per far si che l’Amore per eccellenza vigili sulla nostre vite e continui a scorrere senza fine. Ora siamo in attesa del nostro secondogenito che nascerà a luglio. Davvero Dio-Amore ha saputo scrivere dritto sulle nostre righe storte.   (altro…)

Chiara ci ha insegnato l’Amore

Chiara ci ha insegnato l’Amore

Cosa ha significato per voi conoscere Chiara Lubich e quali riflessi ha avuto, su di voi e sulla vostra famiglia, il rapporto con lei e la sua spiritualità? Danilo:« Nell’ambiente nel quale siamo cresciuti Anna Maria ed io, le abitudini secondo la tradizione erano molto forti. La famiglia c’era, ma spesso era unita per una convenzione sociale. Conoscendo Chiara abbiamo capito che essere cristiani era innanzitutto una scelta. Per questo abbiamo sofferto parecchio per liberarci da tutto un modo di pensare di allora, dall’attaccamento al proprio ruolo, alla propria cerchia, al titolo professionale. Ero incamminato ad essere un grande ingegnere ma, per vivere il Vangelo con radicalità, abbiamo cominciato ad ospitare i poveri, a far la comunione dei beni; tutte cose che erano uno scandalo, perché rompevano con le consuetudini di una città borghese. Così i miei genitori non hanno capito la nostra scelta e si sono opposti. Ricordo un giorno che sono andato a parlare in un paese di montagna, perché ero anche presidente diocesano degli uomini cattolici. Avevo un dolore grande, l’anima spaccata. Subito dopo, sono andato in chiesa e mi sono trovato di fronte una statua di Gesù abbandonato. Mi è stato subito chiaro che per essere cristiano bisogna passare anche attraverso questi momenti dolorosi».

Famiglia

La Famiglia Zanzucchi

Igino Giordani (Foco) nel ‘56 vi scriveva che “anche i coniugati sono in grado di attuare la loro chiamata alla perfezione della carità”. Potreste commentare questa letterina? Anna Maria: «Chiara aveva capito profondamente che anche gli sposati sono chiamati alla santità. Per vivere così, ci siamo dovuti staccare da un’idea di famiglia che c’era allora e fare ciascuno di noi una scelta personale, anche i figli. Lei ha seguito con amore i singoli componenti della famiglia, ha messo in luce la chiamata personale di ciascuno perché fossimo una famiglia che vivesse in famiglia la frase del Vangelo “Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt, 18,20). Foco ha dato un grosso contributo a mettere in luce la parte divina della famiglia, valorizzando anche la parte umana, perché ha amato sua moglie in modo straordinario fino all’ultimo momento. Amava anche i nostri figli, ce li curava, ci faceva capire la grazia che avevamo. Gli sembrava di dover ritornare al tempo dei primi cristiani, dove si diceva che anche gli sposati sono dei consacrati con in meno il celibato, ma tutti di Dio». Eravate presenti quando Chiara ha fondato il movimento Famiglie Nuove, il 19 luglio 1967.  Cosa avete colto in quel momento? Anna Maria:« Era la prima scuola dei focolarini sposati. Chiara ad un certo punto ha compreso che poteva nascere qualcosa di nuovo. Sin da quando l’ho conosciuta, a Tonadico nel ‘53, avevo avuto l’impressione che guardasse all’umanità. Adesso ci spalancava davanti un orizzonte vasto,  affidandoci il mondo della famiglia, le situazioni familiari dolorose e difficili, gli orfani che amava particolarmente, ma i fidanzati… Fin dai primi tempi Chiara ha avuto a cuore i giovani che si preparavano al matrimonio, valorizzava quello che vivevano, faceva crescere l’amore per il fidanzato/a. Voleva che capissero che l’amore è un dono di Dio e che anche le difficoltà che possono provare hanno uno scopo. Li ha innamorati dell’amore, quello vero, e anche con noi sposati ha fatto così». Avete visto nascere Famiglie Nuove e avete incontrato famiglie di tutto il mondo, che hanno trovato nella spiritualità dell’unità una risposta alle sfide della famiglia nel loro contesto. Cosa è stato per voi? Anna Maria:« Ci sentivamo dentro questa realtà dell’amore che lei aveva per tutte le famiglie. Chiara valorizzava la cultura e le caratteristiche dei diversi Paesi e tradizioni locali, ma poi andava alla radice dell’Uomo, all’essere umano creato da Dio. L’esperienza che abbiamo fatto andando in giro per il mondo è stata straordinaria, perché ci si sentiva fratelli, come avessimo vissuto insieme tutta la vita. Si andava dai ricchi e dai poveri. Nelle Filippine e in Brasile, ad esempio, siamo stati nelle favelas dove le strade sterrate sono larghe un metro e mezzo e le casette sono delle stanze combinate in qualche modo. Anche lì è arrivato l’ideale dell’unità». Quale è il dono più grande che Chiara  ha portato nella vostra famiglia ? Anna Maria:«Chiara ci ha fatto sentire l’amore e ci ha insegnato cos’è, con tutte le sue caratteristiche: che ama per primo, che si fa uno con l’altro. Ci ha fatto vedere la bellezza dell’unità, vissuta con lei e tra noi. Ci ha messo anche nelle condizioni per avere questa gioia, pienezza, forza nell’ affrontare le difficoltà, i fallimenti, che ci sono nella vita di famiglia. Ci ha dato una luce così forte, da vedere che chi ha generato questa unità nel mondo è Gesù abbandonato, che ha accolto il dolore per amore e ce l’ha donata come una realtà viva. Questa è stata la base per capire anche come educare e crescere i nostri figli».  Giovanna Pieroni (altro…)

Na Cidadela Arco-Íris, Portugal – encontro de namorados e noivos.

Na Cidadela Arco-Íris, Portugal – encontro de namorados e noivos.

Namorados_2017Cidadela Arco-Íris, 18 e 19 de fevereiro de 2017 Acolhimento: 10h00 sábado Conclusão: 17h00 domingo Em 2017, o encontro de namorados e noivos em preparação para o casamento realiza-se nos fins de semana 18/19 de fevereiro e 1/2 de abril, sendo abordadas temáticas diferentes em cada um. Para todos aqueles que participarem nos quatro dias será emitido um certificado de participação (equivalente a CPM). O encontro destina-se todos os casais de namorados, independentemente do tempo de namoro. A impossibilidade da participação num dos encontros não inviabiliza a participação no outro. Informações e inscrições aqui Mais informações: familiasnovas@focolares.pt

Famiglia: sgretolare gli individualismi

Famiglia: sgretolare gli individualismi

famiglia2«[…] Oggi il legame matrimoniale stabile appare quasi contraddittorio alla libertà personale. Più che i valori relazionali si enfatizzano le differenze e le conflittualità. A livello politico, istituzioni e governi codificano questi dati di fatto in leggi contrarie al bene integrale dell’uomo. Divorzio, aborto, eutanasia, sperimentazioni biogenetiche, entrano così nelle coscienze come cose possibili e quindi lecite. Denatalità, libe re convivenze, anarchia sessuale, diventano moda e costume. […] Quanti partners lasciati e frustrati? Quanti bambini privati dell’uno o dell’altro genitore? Quanti figli nella tossicodipendenza? Quanti nelle spire della delinquenza e della prostituzione? Quanti sposi e figli rapiti dalle guerre? Quanti anziani abbandonati? Quanti bambini muoiono di fame ogni giorno? […] Possiamo plasticamente rappresentarci la famiglia contemporanea con un’immagine: una madre ferita e desolata, che raccoglie in seno la sofferenza dell’umanità e grida al cielo il suo perché. […] Ma se crediamo che dietro la trama dell’esistenza c’è Dio col suo amore, e se, forti di questa fede, scorgiamo nelle piccole e grandi sofferenze quotidiane, nostre e altrui, un’ombra del dolore di Cristo crocifisso e abbandonato, una partecipazione al dolore che ha redento il mondo, è possibile comprendere significato e prospettiva anche delle situazioni più assurde. Davanti a qualsiasi sofferenza grande o piccola, davanti alle contraddizioni ed ai problemi insoluti, proviamo a rientrare in noi stessi e a guardare in faccia l’assurdità, l’ingiustizia, il dolore innocente, l’umiliazione, l’alienazione, la disperazione … Vi riconosceremo uno dei tanti volti dell’Uomo dei dolori. È l’incontro con lui, che da Persona divina si è fatto individuo senza rapporti, con lui, il Dio dell’uomo contemporaneo, che tramuta il nulla in essere, il dolore in amore. Sarà il nostro ‘sì’, il nostro gesto d’amore e d’accoglienza a lui, che inizierà a sgretolare i nostri individualismi, facendoci uomini nuovi capaci di risanare e rivitalizzare con l’amore le situazioni più disperate. […] Non sono sogni, sono le esperienze quotidiane di tante famiglie che, attraverso il piano inclinato dell’abbandono dell’Uomo–Dio, hanno tramutato la piena del loro dolore in vita nuova. A volte – spesso – i traumi si ricompongono, le famiglie si riuniscono. A volte no, le situazioni esterne restano come sono, ma il dolore viene illuminato, l’angoscia prosciugata, la frattura superata. A volte la sofferenza fisica e spirituale permane, ma acquista un senso unendo la propria alla passione di Cristo che continua a redimere e a salvare le famiglie e l’intera umanità. E allora il giogo diventa soave. La famiglia può dunque provare a ricomporsi nell’originario splendore del disegno del Creatore, attingendo alla sorgente dell’amore che Cristo ha portato sulla terra. Penso che gli sposi e le famiglie possano saziare a quella sorgente ogni sete di autenticità, di comunione continua e senza riserve, di valori trascendenti, duraturi, sempre nuovi. Anche perché è Dio stesso che può farsi presente nella loro casa, per condividere con loro la sua stessa vita. Ha detto Gesù: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome – che vuol dire nel mio amore – io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). È una splendida possibilità offerta anche alla famiglia, quella di diventare luogo della presenza di Dio». (Tratto dall’intervento  di Chiara Lubich:“La famiglia è il futuro” al Congresso della Fondazione svizzera per la famiglia– Lucerna  – Svizzera, 16/05/1999) Guarda il video integrale (altro…)

Encontro de Carnaval na Mariápolis Ginetta

Encontro de Carnaval na Mariápolis Ginetta

Convite_Carnaval2017A comunidade do Movimento dos Focolares convida a todos para dias de convivência entre família e amigos, durante o feriado de Carnaval, na Mariápolis Ginetta. A programação está recheada de diversão para todas as idades, sempre alicerçada na comunhão fraterna entre todos os participantes. Compartilhe esse convite com amigos e familiares.