Feb 27, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Per la mostra scientifica che avrà luogo nella sua scuola, Teresa, una gen 4 di Porto Alegre (i gen 4 sono i bambini dai 4 agli 8 anni del Movimento dei Focolari) viene invitata a presentare un lavoro scegliendo fra vari argomenti: inquinamento, alcolismo, ecologia ecc. Non convinta di questi temi, Teresa, d’accordo con la compagna Valentina – anche lei gen 4 – propone alla maestra di fare un lavoro che metta in luce il positivo: l’arte di amare come risposta ai succitati problemi. L’arte di amare è una proposta di vita attinta direttamente dal Vangelo e lanciata da Chiara Lubich. Consiste nell’ “amare tutti”, “amare come sé”, “amare per primi”. “Quella parola – diceva Chiara – la sola, che può fare dell’umanità una famiglia”. La maestra accetta, e le due gen 4 preparano tutto. Il giorno stabilito, sono più di 300 i bambini che presentano i loro lavori. Lo stand di Teresa e Valentina è fra i più visitati! A quanti le chiedono cosa c’entri l’arte di amare con la scienza, Teresa risponde con convinzione che se la gente la vivesse non ci sarebbe più alcolismo, né inquinamento, ecc… Aiutata da una presentazione in power point, illustra con alcune esperienze cosa provoca l’arte di amare se vissuta. Una giornalista passata di lì, molto colpita, pubblica un articolo sul giornale della città soffermandosi particolarmente sulla proposta “alternativa” di Teresa. “Non credo in Dio, ma davanti a queste bambine non posso far a meno di credere all’amore” ha commentato un papà ateo, ed un’altra mamma, con le lacrime agli occhi: “Sento rinascere nel cuore la speranza in un mondo migliore!”. Finita la mostra, la maestra chiede a Teresa di presentare il lavoro alla fiera del libro che si terrà il mese successivo: così Teresa e Valentina, per un giorno intero, in un salone allestito apposta per loro in cui passano a turno tutti i bambini della scuola (dai 4 agli 8 anni), presentano il power point e tirano un dado – “il dado dell’amore” – ai cui lati viene declinata l’arte di amare. Il tutto con l’aiuto del libro “Alla scoperta del dado dell’amore” (che raccoglie esperienze di gen 4 di tutto il mondo). (altro…)
Feb 23, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Partendo da Vienna ho visto le immagini della Piazza Tahrir al Cairo. Arrivando a Dakar un giornale riportava in prima pagina l’appello d’un imam a pregare perché si dimetta il presidente 85enne Abdoulaye Wade. Speriamo che si fermi alla preghiera, pensavo. Il giorno dopo la messa d’apertura del forum sociale mondiale nella chiesa dei martiri d’Uganda. La predica del cardinale Théodore-Adrien Sarr aveva nello stesso tempo un forte timbro spirituale e sociale. Denunciava senza mezzi termini la corruzione, e lo faceva in presenza di un ministro e di altre personalità della vita pubblica. I due eventi facevano subito capire il clima altamente politico all’apertura del 11° forum sociale a Dakar (6-11 febbraio). Alla marcia d’apertura i 70.000 partecipanti si dirigevano, però, in grande ordine verso l’università Cheikh Anta Diop. E per tutta la settimana regnava un clima solidale e fraterno, che non è stato minimamente offuscato dalle difficoltà organizzative causate dalle oltre 400 conferenze e meetings quotidiani. Una delle conferenze è stata sostenuta insieme da transform!europe (rete di cultura della sinistra europea) e dai Focolari. Il titolo, “Crisi della civiltà: interpretazioni e alternative dal punto di vista cristiano, interreligioso e marxista”, voleva evidenziare che il fatto religioso ormai non è soltanto tollerato, ma desiderato. Sono state privilegiate le iniziative “di convergenza”, cioè quelle di collaborazione tra diversi partners, sia in senso geografico, sia come visione del mondo. Sul palco, esponenti dei Focolari arrivati dall’Italia, Austria, Francia, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau e Senegal – di religione cattolica e musulmana. Da parte di transform!europe erano presenti Marga Ferré (Spagna) e Walter Baier (Austria), promotore dell’idea di preparare insieme questo evento. La sua costatazione finale, condivisa da Marga Ferré: «Ho imparato [dai progetti dei Focolari] che la solidarietà parte dal concreto, iniziando dai più bisognosi. Quindi nessun comunismo, nessun marxismo senza questo senso di empatia! L’opzione per i poveri è più di un semplice amore per il prossimo; vuol dire vedere il mondo con gli occhi dei più bisognosi.» E continuava: «Abbiamo bisogno di un’etica e morale nuova e di sviluppare nel dialogo il senso della vita. Nessuno ha da imporre un’autorità per portare avanti la sua idea e nessuno può dettare la direzione da prendere. Dobbiamo incrementare il dialogo, unendo le forze per cambiare l’etica. E poi, ci vuole un luogo politico e un cambiamento delle leggi economiche.» E concludeva: «Ci vuole proprio l’amore per essere capaci di fare politica, non soltanto in maniera professionale: cioè sapendo solo manovrare i meccanismi della politica. […] Ci vuole dedizione. Senza l’amore nessun cambiamento di strutture funziona. Chiamiamolo come vogliamo: fratellanza, amore, solidarietà.» Durante il forum a Dakar, si è approfondita la conoscenza tra le ONG presenti con la voglia di continuare a collaborare e camminare insieme sulla via intrapresa. Gli organizzatori si sono auspicati che “Dakar si espanda” sull’Africa intera e su tutto il mondo. Un filo di speranza per i poveri? di Franz Kronreif* * Incaricato dei Focolari, insieme a Claretta Dal Rì, per il dialogo con persone senza un riferimento religioso (altro…)
Feb 21, 2011 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Terra Santa, 1956: La pietra divisa
A Gerusalemme le religioni sono varie e le denominazioni cristiane senza numero. Avevo negli occhi e nell’anima la Città Santa, quando entrai a visitare il santo sepolcro. Fummo introdotti nella chiesa che già conteneva il Calvario e, girando a sinistra, ci fu mostrato il luogo, tuttora venerato, dove Gesù venne unto dalle pie donne. Più in là ci fecero entrare in una stanzetta antistante il sepolcro. Finalmente fummo al luogo sacro: ivi ci fu mostrata una pietra lunga un metro e novanta, quella su cui Gesù morto era stato deposto. Dall’alto pendevano varie lampade con luce più o meno pallida: lampade antiche, diverse l’una dall’altra. Ci inginocchiammo e pregammo.
Un padre francescano, accanto a noi, disse: “Questo primo pezzo di pietra è dei cattolici, quest’altro pezzo lo tengono tuttora i greco-ortodossi”. Anche il sepolcro di Gesù era diviso. Povero Gesù! In quel momento mi passarono nell’anima tutti i traumi e le separazioni che hanno colpito nei secoli la Chiesa, il mistico Corpo di Cristo e un dolore profondo minacciava sommergermi, quando una luce, attraversandomi l’anima, mi ridiede la speranza (…): un giorno, ci riaccosteremo come fratelli con una unità fra noi, non solo nella fede ma in una carità più profonda vissuta fino all’estremo Allora faremo una grande festa senza confronto… Uscii dal sepolcro con qualcosa di molto diverso da prima, nella fiducia, piena di speranza, che quel cielo di Gerusalemme possa riudir un giorno le parole dell’Angelo a Maria Maddalena: “E’ risorto, non è qui”. Le pietre che parlano Emmaus ci accolse in un pomeriggio di sole. Ricordo le pietre della strada dove Gesù era passato in mezzo ai discepoli e l’accoglienza più che fraterna fattaci dai padri francescani di lì. Essi desiderano essere, verso i pellegrini, ospitali come lo furono un giorno i due con Gesù. Ci offrirono di tutto, dopo la visita ai luoghi santi con un sorriso pieno e un cuore largo. Quando salimmo sul taxi, per tornare a Gerusalemme, un sole rosso-dorato ammantava tutto il luogo e la scritta che incornicia il cartello d’entrata “Resta con noi Signore, perché si fa sera”, raccolse tutti i presenti in un sentimento misto di commozione e divina nostalgia. Betania la vidi in pieno sole e, salendo le straducole che portano alla tomba di Lazzaro, mi sembrava riudire le parole di Gesù a Marta: “Una sola è la cosa di cui c’è bisogno…”. Vidi Betfage,con la pietra, venerata tuttora, dove Gesù avrebbe posto il piede per montare sull’asina e avviarsi a Gerusalemme tra gli ulivi e gli osanna della folla. Il Getsemani e l’orto, splendido giardino, mi fecero rimanere raccolta e addolorata nella linda chiesa decorata con gusto, illuminata di viola, che chiude nel cuore una pietra arrossata ora da una luce, un tempo dal sangue di Gesù. Mi sembrava di vedere Gesù ma non azzardavo immaginarlo. Poi il Gallicantus, dove il gallo cantò, e la scaletta ancora ben mantenuta, all’aperto sotto il cielo, tra il verde dei prati che la costeggiano, e di piante. Porta dal Sion al torrente Cedron. Qui il Maestro, ormai vicino a morire, col cuore pieno di tenerezza verso i suoi discepoli, scelti dal Cielo sì, ma ancor fragili e incapaci di comprendere, a nome suo e di tutti quelli per i quali era venuto ed era pronto a morire, alzò al Padre la sua preghiera: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola come noi”. Lì Gesù aveva invocato il Padre di affiliarci, anche se lontani per colpa nostra, e di affratellarci tra noi, nella più salda, perché divina, unità. Vidi tanti altri posti, seguii tante strade che Gesù aveva fatte, osservai luoghi che Gesù aveva osservato, mi passarono sotto gli occhi pietre, pietre e pietre ancora… E ogni pietra diceva una parola, molto di più di una parola, cosicché, alla fine, l’anima era tutta inondata, tutta piena della presenza di Gesù. Ricordo con evidenza di essermi letteralmente scordata della mia patria, dei miei conoscenti, dei miei amici, di tutto. Io mi vedevo là, immobile ed estatica, spiritualmente pietrificata tra quelle pietre, senz’altro compito che rimanere e adorare. Adorare fissa con l’anima nell’Uomo Dio che quelle pietre mi avevano spiegato, svelato, cantato, esaltato! Un solo pensiero mi smosse e mi fece tornare. C’era anche in Italia un posto che valeva di più di quei luoghi, dove avrei trovato Gesù vivo: era il tabernacolo, ogni tabernacolo con Gesù eucarestia. Stralci tratti da Scritti Spirituali 1 “L’attrattiva del tempo moderno” – 2° ed. 1978 e 3° ed. 1991. (altro…)
Feb 18, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
- Video – Speciale Africa 2011
In questa pagina sono disponibili alcuni video, in varie lingue, relativi alla Scuola Panafricana Edc svoltasi alla Mariapoli Piero di Nairobi dal 23 al 25 gennaio 2011 e alla Conferenza internazionale “Economy of Communion: a New Paradigm for African Development” svoltasi alla Università Cattolica dell’Africa Orientale (CUEA) dal 26 al 28 gennaio 2011.
- Sergio Gironella: la persona al centro Ci ha lasciati domenica 13 febbraio Sergio Gironella, socio fondatore della cooperativa Edc Il Sentiero Servizi di Macerata: “Sergio Gironella, 47 anni e 4 figli ci ha lasciati per un improvviso aggravamento della sua malattia domenica scorsa.” A
parlare è Romano Ruffini che nel 1994 lo aveva coinvolto nell’avventura EdC. “In quell’anno avevo parlato a Sergio dell’Economia di Comunione e lui, che apparteneva al Movimento Neocatecumenale, era rimasto affascinato dal messaggio di Chiara al punto di decidere di licenziarsi dalla società per la quale lavorava per fondare insieme a me la cooperativa Il Sentiero Servizi, a Macerata. C’è da dire che all’epoca non c’era alcuna prospettiva concreta e quel passo fu un vero salto nel buio.”
Francia, scuola di formazione per imprenditori EdC Si è svolta il 12 e 13 febbraio 2011 alla Mariapoli di Arny. 29 persone, 24 imprese rappresentate e parecchi giovani: persino un bel gruppetto di bambini, tutti insieme per vivere un weekend di formazione e comunione.
- Brasile – Sao Paulo, 29/05/2011: iscrizioni online! Il 29 maggio 2011 EdC compie 20 anni, iscrizioni all’evento entro il 20 maggio 2011. A conclusione dei 4 giorni di lavori della prima Assemblea internazionale dell’Economia dei Comunione, e in occasione del 20° del lancio del progetto, il Memorial America Latina ospiterà una grande manifestazione EdC: la Giornata aperta del ventesimo EdC. Sarà l’occasione per festeggiare insieme i primi 20 anni del progetto, ascoltare le conclusioni dei lavori dell’Assemblea col lancio dei suoi documenti, dare le prospettive per il futuro.
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