Movimento dei Focolari
Slovenia: l’arte di amare in famiglia

Slovenia: l’arte di amare in famiglia

Škofja Loka

Škofja Loka

Damijan e Natalija abitano a Škofja Loka, una piccola città nel nord ovest della Slovenia, a una ventina di chilometri dalla capitale Lubiana. Sono sposati da 12 anni e hanno 4 figli, dai 4 agli 11 anni. Dialogando con loro, Natalija e Damijan si alternano con naturalezza. «Fin dall’inizio del nostro cammino insieme – comincia lei – abbiamo voluto metter Dio al primo posto. Per noi questo significa perdonare, ricominciare sempre dopo ogni battuta d’arresto, amare per primi e tutti. Vuol dire anche che quando è dura, e siamo stanchi, proviamo a non aspettarci nulla dall’altro, ma sapendo che possiamo sempre contare l’uno sull’altra». E l’educazione dei figli? Damijan spiega: «Ai bambini cerchiamo di dare valori solidi per la vita. Questo richiede da un lato una grande pazienza e perseveranza nell’amore, dall’altro di avere una linea chiara, di decidere cosa è bianco e cosa è nero, anche se a volte questo porta alla loro insoddisfazione o alla loro rivolta. Ci sembra importante che i nostri figli siano il più possibile autonomi e indipendenti. Li coinvolgiamo nei lavori di casa (cucinare, pulire, stirare, sistemare il bucato, ecc.). All’inizio è tutto molto interessante, quasi un gioco. Poi, quando il lavoro deve essere fatto con regolarità, qualcosa sempre si blocca. Ma loro sanno che, se ci aiutiamo tutti, finiamo prima e rimane più tempo per giocare, uscire e fare tutte quelle cose che, come loro dicono, non sono “lavorare”». 03B62561_resized«Un anno e mezzo fa – è Natalija a raccontare – abbiamo portato il più piccolo, Lovro, a una visita. La diagnosi è stata: sindrome da deficit di attenzione. Da pedagoga ed ex insegnante, mi sono passati davanti agli occhi tutti i bambini con questo tipo di problemi e le grandi difficoltà che accompagnano questa diagnosi. Spaventata sono ritornata all’asilo “Raggio di Sole” dove, allora, lavoravamo sia io che Damijan. Appena mi ha visto, ha capito che qualcosa non andava. Quello stesso giorno abbiamo parlato a lungo. Ci era chiaro che per stare accanto a Lovro era necessario che uno di noi due lasciasse il lavoro». Damijan: «Considerando il mutuo e la famiglia numerosa, uno stipendio solo non era sufficiente. Abbiamo esplorato tutte le possibili soluzioni finanziarie ma, nonostante umanamente l’incertezza la facesse da padrona, ci sembrava la cosa giusta da fare. Sicuramente Dio non ci avrebbe abbandonato. Abbiamo scritto una lettera ai colleghi di lavoro, che hanno capito e ci hanno sostenuto. Non potevamo immaginare il seguito. Una settimana dopo, mia mamma ha avuto un ictus ed è rimasta paralizzata, quindi abbiamo cominciato a prenderci cura anche di lei, anche se all’inizio era sufficiente farla sedere e portarle da mangiare, perché era ancora in grado di mangiare da sola. Ma dopo due mesi, un secondo ictus l’ha portata alla cecità e a problemi di demenza. Aveva bisogno di attenzioni e cure sempre maggiori. Abbiamo deciso di non portarla in un ospizio, ma di tenerla con noi, fino al suo ultimo respiro. Intanto, anche se non potevamo dedicargli molto tempo, Lovro andava migliorando. In tutto questo tempo, anche se con un solo stipendio, possiamo dire con certezza che nemmeno per un istante abbiamo avuto la sensazione che ci mancasse qualcosa. Abbiamo fatto delle rinunce, ma non le abbiamo vissute come una privazione. Piuttosto, ci siamo resi conto che è stato importante per i bambini rendersi conto da vicino della situazione in casa e prendersi cura della nonna. Hanno sperimentato cosa significa dare vero amore al prossimo. E noi abbiamo capito che Dio è davvero grande: se lo lasciamo agire e ci fidiamo, è Lui che ci guida». Natalija: «Dopo la morte della mamma di Damijan, avvenuta nel mese di luglio, ci siamo resi conto che sarebbe stato meglio per noi se Damijan continuava a restare a casa. In questo modo la mattina si può dedicare totalmente a Lovro, con risultati evidenti. Quando io torno, trovo il pranzo pronto e posso affrontare il resto della giornata con maggiore calma e serenità». (altro…)

Papa Francesco ringrazia

Per “il vostro impegno per la pace, promuovendo una serie di iniziative, volte a convertire una fabbrica di armi che esiste sul territorio di Iglesias” (Sardegna, Italia). La missiva, del 3 giugno, è rivolta alla comunità locale del Movimento dei Focolari (sezione Umanità Nuova), per gli sforzi portati avanti con Amnesty International, Oxfam, Fondazione Banca Etica, Opal Brescia e Rete Italiana per il Disarmo, per la “Riconversione RWM” (multinazionale di produzione di armi). Il Santo Padre si dice “lieto di sapere che vi state concretamente interessando nel promuovere un lavoro dignitoso alternativo alla costruzione delle armi, in un territorio ancora attraversato dalla grave crisi occupazionale”. Infine, esprime la sua “vicinanza per l’impegno nella diffusione della cultura della pace”. Leggi lettera. (altro…)

Giornata mondiale del Donatore di Sangue

Che cosa puoi fare? Dona sangue. Dona ora. Dona spesso. Questo è l’invito scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare il 14 giugno, la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue 2017. Alcuni obiettivi della campagna: incoraggiare tutti i cittadini a rafforzare l’efficienza dei servizi sanitari; coinvolgere le autorità nella creazione di programmi nazionali per rispondere all’incremento del fabbisogno; favorire l’inclusione dei servizi trasfusionali nelle situazioni di emergenza; garantire l’approvvigionamento e raggiungere l’autosufficienza nazionale; ringraziare le persone che donano il sangue regolarmente; promuovere la cooperazione internazionale per garantire la donazione volontaria, aumentando la sicurezza e la disponibilità di sangue. (altro…)