Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Innehalten, den inneren Quellen nachspüren, sich beschenken lassen, Gemeinschaft erleben: Der Tag beginnt mit einem reichhaltigen Brunch. Die Teilnehmerinnen werden bedient, bekommen Zeit und Raum. Mit Inputs aus der christlichen Spiritualität, in Stille und im Austausch stärken wir Ressourcen und Beziehung zu Gott. Anmeldung: www.zentrum-eckstein.ch[:]
Apr 20, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Gianni Caso nasce a Roccapiemonte, in Campania (Italia) nel 1930. Con grandi sacrifici compie gli studi di giurisprudenza e nello stesso tempo lavora come cancelliere in Tribunale. Per la sua solida formazione cristiana diviene responsabile dei giovani dell’Azione Cattolica di Napoli. Dopo la laurea, durante il servizio militare, conosce un focolarino che gli offre il giornale Città Nuova e, nel ’59, partecipa alla Mariapoli di Fiera di Primiero. In un appassionato discorso di Bruna Tomasi del primo gruppo insieme a Chiara Lubich. Gianni scopre nell’Ideale dell’unità una particolare consonanza con la sua vocazione laica, civile e politica. Diventato magistrato sceglie il Tribunale di Milano, città dove si trova la sede di uno dei primi focolari in Italia, per poter così approfondire la conoscenza della vita dell’unità. Nel 1965 frequenta la scuola dei focolarini a Loppiano, per poi riprendere il suo lavoro di giudice vivendo ora in focolare. Nel 1968 lo troviamo giudice in Trentino Alto Adige, dove si impegna nel nascente Movimento Umanità Nuova, espressione più sociale dei Focolari e, successivamente, essendo diventato membro della Corte d’Assise d’Appello di Roma, si trasferisce al Centro del Movimento, a Rocca di Papa. In Italia, durante gli anni ‘70 si verificano atti di estrema violenza contro le istituzioni dello Stato, che danno origine alla lotta armata e al terrorismo. In quegli anni Gianni viene scelto come giudice relatore ed estensore della sentenza d’appello nel primo e più importante dei cinque processi per Aldo Moro, leader del partito della Democrazia Cristiana ucciso nel 1978, dal gruppo armato noto come le “Brigate Rosse”. Ogni mattina la scorta viene a prendere Gianni a casa, riaccompagnandolo la sera. Solitamente, una volta a casa, si reca a messa con la sua macchina. Un giorno, invece di fare il solito tragitto, cambia percorso senza pensarci (lui disse per una sorta di “un’ispirazione interiore”) arrivando a casa da un’altra direzione. Evita così di essere sequestrato dai terroristi che lo aspettavano.

Gianna Caso con Chiara Lubich
Negli anni Ottanta e Novanta, Gianni continua a lavorare per il Movimento Umanità Nuova, realizzando iniziative importanti sul problema della giustizia in Italia, in Europa e sulle questioni del mondo penitenziario che gli sta molto a cuore. Viene nominato giudice alla Corte di Cassazione e agli inizi degli anni 2000, insieme con altri, contribuisce a far nascere Comunione e Diritto, una rete internazionale che unisce studiosi ed operatori nei diversi campi del Diritto. Seguono negli anni congressi internazionali e scuole estive di formazione dedicate ai giovani. Una particolare sollecitudine accompagna Gianni nell’impegno che domanda il dialogo con la cultura giuridica, fondata sulla relazionalità tra operatori del Diritto e tra mondi giuridici e società civile. Quando, nel 2015, lascia l’impegno attivo, Gianni continua a seguirne a distanza i lavori, a scrivere, studiare, confrontarsi, fino all’ultimo. Alla notizia della sua morte, innumerevoli sono gli echi giunti da parte di quanti lo hanno conosciuto e amato: familiari, colleghi magistrati e operatori nel campo della Giustizia, gente comune, in riconoscente testimonianza di un uomo di legge che ha fatto del Vangelo la norma della sua vita, lasciandosi guidare in particolare da un brano che Chiara Lubich aveva scelto per lui: “Chiunque tra voi vorrà essere primo sarà servo di tutti.” (Mc 10,44). Una sua amica magistrato, che ha condiviso con lui questo percorso per una “giustizia di comunione”, sottolinea come in Gianni abbia visto la capacità di valorizzare al massimo tutte le categorie professionali relative all’ambito della Giustizia e la particolare “attrazione” per gli ultimi del Vangelo, i carcerati, che lui amava quasi come fossero suoi figli. (altro…)
Apr 19, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
LIVE STREAMING da Loppiano
PULSE – THE EVENT – PRIMO MAGGIO 10:00-12:30 (CET, UTC 1)
PULSE – THE MEETING, 29 Aprile 2017, rivedi lo streaming qui: prima parte – seconda parte
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Il cuore dei giovani, si sa, batte più velocemente. Pulsa a ritmo incalzante, con improvvise accelerate, segno di ottima salute. E riversa sul mondo intorno energia, vitalità, movimento. “Pulse”, il meeting internazionale (“Change your heart, Change the world”) dal 29 aprile al 30 aprile, sarà una “due giorni” a ritmo accelerato. Tenetevi forte. Potrebbe avere forti controindicazioni per chi soffre di: allergie alla contaminazione con altre culture, paura del confronto, inclinazione a risolvere tutti i conflitti con soluzioni drastiche e possibilmente violente. Ottima cura, invece, per chi, allacciate le cinture di sicurezza, desideri viaggiare a tutta velocità alla scoperta di un mondo nuovo in cui la Pace sia legge universale. Loppiano (Firenze), cittadella che, dal lontano 1973, ai primi di maggio si affolla di giovani, quest’anno offrirà a tutti i partecipanti (appartenenti a vari movimenti e gruppi, tra cui Giovani per un mondo unito, Nuovi Orizzonti, Rondine, Centro internazionale La Pira, Non Dalla Guerra, Living Peace, Istituto Universitario Sophia, Dancelab, EcoOne, Economia Disarmata, Barbiana e Sportmeet) uno spazio di incontro e riflessione per imparare, conoscersi e progettare. Tante le testimonianze dal mondo: Siria, Ecuador, Egitto, Giordania, Libano e Iraq. Sei i workshop dedicati a tematiche d’attualità: accoglienza e integrazione, impegno sociale, arte, pace, sport, comunicazione. Quattro i forum di approfondimento: pace e tradizioni religiose, economia e politica, educazione alla pace, natura. Due di questi saranno condotti dal progetto Living Peace International e dal gruppo Economia Disarmata. Il primo viene dall’esperienza di Carlos Palma: uruguaiano, nel 2011 insegnava in Egitto. Dalla sua esperienza con gli studenti, sullo sfondo di uno scenario drammatico di guerre e conflitti, nasce un progetto di educazione alla pace, diffuso in più di 100 paesi, con la partecipazione di quasi mille tra scuole, gruppi e associazioni. Ad oggi, ha coinvolto più di 200 mila bambini, adolescenti e giovani in varie parti del mondo. Il secondo, Economia Disarmata, organizza ormai da qualche anno un percorso di educazione alla pace. In questa occasione proporrà: “Obiezione alla guerra: sulle tracce di don Milani”, una visita al paese di Barbiana, vicino Firenze, guidati dalla lettura degli scritti del sacerdote italiano sulla guerra, la pace e l’obiezione di coscienza.
Insomma, un viaggio ad alta velocità per conoscere – e scegliere – cosa fare per cambiare il corso della storia, diventando un nodo di quella rete mondiale, chiamata “United World Project”, che vede impegnati dal 2012 i Giovani per un Mondo Unito, insieme ad altre associazioni e gruppi. L’idea è quella di collegare i diversi “frammenti di fraternità” e metterli in rete. Il 1° maggio a chiusura del Meeting, ancora una volta, l’atteso appuntamento di Loppiano aprirà le porte a tantissimi giovani in arrivo da oltre 40 Paesi, intenzionati a mostrare a tutti il vero “battito” dell’umanità: le infinite azioni di pace e fraternità che popolano, meno rumorose della guerra, la vita di singoli, gruppi e popoli. Idee in musica, coreografie, parole, testimonianze e spazi di dialogo su politica, economia, arte, religione, cultura, impegno sociale a favore della pace. A seguire e fino al 7 maggio aprirà i battenti la 21esima edizione della Settimana Mondo Unito, l’iniziativa che dal 1996 coinvolge grandi e piccoli in una serie di azioni in tutti i continenti, autentiche “vetrine” di fraternità. Con l’augurio che la Settimana venga un giorno riconosciuta anche dall’ONU. C’è da correre. Ma davvero. Il 7 maggio “Run4unity” chiuderà la Settimana Mondo Unito con un altro evento mondiale: una maratona a staffetta tra i diversi fusi orari unirà, idealmente, il pianeta. È ancora possibile iscriversi sul sito: run4unity Comincia un periodo di battiti accelerati del cuore. Ma di quelli salutari, che fanno bene al mondo. Per poter seguire gli eventi e interagire usa gli hashtag: #UnitedWorldWeek2017 – #4peace – #PULSE – #ChangeYourHeartChangeTheWorld – #MeetingY4UW – #PrimoMaggioLoppiano2017 – #run4unity2017.
https://youtu.be/5Bc3pj_p0FY (altro…)
Apr 17, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Tutto quanto è avvenuto nella mia vita è stato un dono di Dio. Il mio cognome vuol dire “lupo”, e così è anche la mia natura. Ma quando ho cominciato a vivere il Vangelo alla luce della spiritualità dell’unità è finita la vita del lupo, ed è cominciata quella di Miloslav che significa “mansueto”. Sembrerebbe una contraddizione: un “lupo mansueto”, ma è così». Così esordisce l’allora Arcivescovo, e continua: «Nel ‘64 sono andato nella DDR (Germania orientale) per ringraziare un sacerdote che mi inviava sempre dei libri di teologia, da noi non c’era niente. Lui aveva conosciuto la spiritualità dell’unità a Erfurt. Mi ha raccontato com’è nato il Movimento dei Focolari e mi ha parlato di Gesù abbandonato. A dire la verità, non capii molto. Ricordo che mi diede un testo di Chiara Lubich». Più tardi, incontra Natalia Dallapiccola, una delle prime focolarine, anche lei trasferitasi nella DDR. Il cardinale non è ancora nemmeno seminarista, lo diventa poco dopo. «Ho avuto tante occasioni per toccare con mano che questa spiritualità era vera» innanzitutto con i seminaristi che gli sono “antipatici”. È proprio con uno di questi che comincia a condividere l’ideale dell’unità. «Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel ‘68, sono stato nominato segretario del vescovo di Ceské Budejovice, un uomo molto profondo». Il Vescovo, però, fa fatica ad accettare la riforma liturgica avvenuta con il Concilio Vaticano II. «Mi veniva da giudicarlo, ma i focolarini mi spiegavano che dovevo amarlo anziché criticarlo. Ho sperimentato allora che l’unità era la strada per capire e far capire le cose anche agli altri». Dopo il ‘68, il comunismo prende ancora il potere e Miloslav, molto influente sui giovani, viene inviato lontano, in una parrocchia sperduta sulle montagne. «Qui ho cominciato a capire quanto mi era stato detto su Gesù abbandonato. Mi sono affidato a Dio, come Gesù sulla Croce che si abbandona al Padre. È stato un primo e profondo incontro con Gesù abbandonato».

Vlk quando lavorava come lavavetri
Dopo un anno e mezzo per ordine dagli uffici statali deve abbandonare anche quel posto, i cui abitanti gli erano divenuti molto cari, con il divieto assoluto di celebrare la messa. «Ho capito che la mia scelta di Gesù nel suo abbandono era un sì che dovevo dire per sempre». Viene trasferito in un’altra parrocchia, dove può solo predicare e benedire e ricomincia daccapo. Ma anche questa esperienza dura poco: in breve, gli viene tolta la licenza per esercitare il ministero sacerdotale. Don Vlk non si perde d’animo. «Dio mi apriva altre prospettive. Ho trovato un lavoro come “pulitore di vetri”, per poter vivere. Ero libero di girare per le strade di Praga e di incontrare tanti sacerdoti, ero meno controllabile nella folla, un semplice e sconosciuto operaio. Ancora una volta era il volto di Gesù abbandonato. All’inizio mi ribellavo. Ma ricordo di aver sentito una voce nel mio intimo: “Io amo te, voglio te, non attraverso il tuo lavoro, voglio l’incontro diretto con te”. Da quel giorno, ogni mattino gli ripetevo il mio “Sì”. Per dieci anni ho girato per le strade con il mio secchio e gli strumenti per pulire i vetri. Nel caldo o nel freddo, su strade piene di traffico, sporche, strette, nell’aria inquinata». Nel 1980 si apre a Praga il focolare maschile e “l’operaio Miloslav” chiede di entrarvi “come l’ultimo dei focolarini…”. «Sono stati anni benedetti. Ho capito di più ciò che Dio chiedeva a noi sacerdoti: andare avanti con la forza di Gesù in mezzo, amando Gesù abbandonato, ricominciando ogni giorno». Nel 1987 un infarto improvviso. «Lì, nell’ospedale, ho chiesto a Dio: “Come mai? Ho perso il sacerdozio, adesso sto perdendo la vita… Ancora una volta ho capito che anche questa situazione era un volto di Lui abbandonato e ho messo la mia vita nelle Sue mani». Un anno prima del crollo del muro gli viene ridata la licenza per esercitare il ministero sacerdotale. Viene nominato Vescovo di Ceské Budejovice. In breve arriva un’altra nomina: «Il Santo Padre desiderava che io andassi a Praga, come Arcivescovo. Lì ho capito che Gesù abbandonato era stato da sempre il filo d’oro della mia vita». L’anno seguente, essendo scaduto il mandato dell’allora Presidente Cardinal Martini, viene eletto delegato del Consiglio delle Conferenze Europee (CCE). «Vedevo tutta la mia inesperienza, essendo stato per anni isolato dal resto del mondo. Ma sentivo il sostegno dell’Opera di Maria. Sono andato da Gesù Eucarestia e Gli ho detto: “Questa è una cosa tua, il Regno è tuo, non mio”. Questo nuovo abbraccio di Gesù abbandonato mi ha liberato». Seguono anni impegnati su molti fronti, ma uno del tutto speciale è quello di moderatore, per ben 18 anni, della comunione tra i vescovi che aderiscono alla spiritualità dell’unità. Dopo una vita spesa per questo scopo, un mese fa, il 18 marzo 2017, si è spento. Una folla si è riunita nella Cattedrale di Praga per tributargli l’ultimo, commosso, saluto. (altro…)
Apr 14, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Primo passo: predisporsi Al mattino, come è possibile al risveglio, mi predispongo così: «Oggi Lo voglio attendere». Non so cosa mi porterà la giornata ma so che, in modo imprevedibile, Gesù abbandonato verrà a me: nelle difficoltà, nelle delusioni, forse perfino nelle mie mancanze, in brutte e dolorose notizie. Gli dichiaro che Egli può venire tranquillamente, che Lo attendo. Secondo passo: riconoscerlo Durante il giorno incontro, quasi sempre diversamente dall’attesa, il negativo attorno a me o in me. In questo momento è importante riconoscerLo subito senza tentennamenti. Non esiste bisogno o colpa in cui Egli nel suo abbandono non sia già presente: in tal modo ogni dolore è “suo sacramento” e ciò che importa è, dentro il segno di questo dolore, riconoscere il volto del Crocefisso e Abbandonato e, amando, adorarlo subito. Terzo passo: chiamarlo per nome Nell’incontrarLo, non solo registro qualcosa, ma Lo osservo e Lo saluto. Lo chiamo per nome. Il fatto di chiamare per nome ogni volto di Gesù abbandonato è un esercizio prezioso e molto più di un accorgimento superficiale. Non più “una cosa” ma un “Tu”. Proprio così ogni mia azione diventa contemplazione. Quarto passo: fargli festa Preparare una festa a Gesù abbandonato. Con questo intendo dire di accoglierLo non solo non tentennando, come si trattasse d’un fatto inevitabile, o come accogliere qualcuno che, pur mio amico, mi capita però inopportunamente. Invece voglio che Egli non resti seduto in sala d’attesa nemmeno un istante, ma accoglierLo subito, al centro del mio amore, della mia gioiosa disponibilità. Questo è il passo (passaggio) attraverso il dolore nell’amore, attraverso l’abbandono nella Pasqua. Solo chi ama così l’Abbandonato darà gioia al mondo. La festa che noi prepariamo all’Abbandonato è quel giorno di festa che non conosce tramonto, perché il suo sole, l’Amore, non tramonta mai. Klaus Hemmerle Pubblicato nella rivista Gen’s 36, Roma 2006, n. 1, p. 3. (altro…)
Apr 13, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Chi “forma i formatori”? Chi e come, in particolare, accompagna la delicata missione di seminaristi e sacerdoti nel percorso della loro formazione pastorale? Come aiutare seminaristi, diaconi e sacerdoti ad essere “ministri capaci di riscaldare il cuore alla gente, di camminare nella notte con loro, di dialogare con le loro illusioni e delusioni, di ricomporre le loro disintegrazioni?” (Discorso del Papa ai vescovi del Brasile, 27 luglio 2013) Domande di senso per tutte le comunità cristiane che interrogarono già il Concilio Vaticano II, aprendo ed esortando alla creazione di scuole che formassero alla spiritualità di comunione. Storia. Nel 1966 nasce a Grottaferrata (Roma) la Scuola sacerdotale del Movimento dei Focolari, trasferita poi nel 1974 a Frascati, quindi stabilizzatasi nel 1984 nella cittadella internazionale di Loppiano, oggi con il nome di Centro di spiritualità Vinea Mea. L’intento è quello di offrire una formazione unificata per sacerdoti, diaconi e seminaristi che metta al centro la fraternità vissuta. Una scuola di vita per uomini chiamati da tutto il mondo ad annunciare il Vangelo, per formarsi ad una vita di comunione con i propri vescovi, con gli altri sacerdoti, con i laici delle rispettive parrocchie, con uomini e donne di ogni credo e cultura, secondo l’augurio che Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, fece nel 1966 ai partecipanti a Grottaferrata: «… Saper posporre tutto, svestirsi di ogni pretesa di potere, per assicurare la presenza di Gesù fra loro, vivendo come bambini il Regno di Dio. In questo modo [nascerà]una pastorale “nuova” e dei sacerdoti “nuovi”: sacerdoti-Cristo per l’umanità, pronti a dare la vita per tutti». In sintonia con quanto Papa Francesco più volte ha ribadito oggi ai sacerdoti: di uscire verso le “periferie esistenziali”. Dal 1966 ad oggi, sotto la guida di tanti sacerdoti a cominciare da don Silvano Cola, sono stati formati più di 4.000 sacerdoti e seminaristi tra i 20 e i 75 anni, di chiese diverse e da una sessantina di Paesi da ogni parte del globo. Un’esperienza che, per l’impegno nel vivere ogni giorno l’amore evangelico, vuole essere un’esperienza che forma “sacerdoti di comunione” al servizio degli altri.
Riaperta ad ottobre 2013 dopo quasi due anni di ristrutturazione, il Centro di Spiritualità accoglie la sfida di coniugare antico e moderno, dimensione comunitaria e tradizione secolare della chiesa, tanto nelle modalità di formazione della comunità quanto nell’architettura stessa. “Vinea Mea – spiega don Imre Kiss, attuale responsabile del Centro – offre una formazione permanente alla luce della spiritualità di comunione del Movimento dei Focolari. La scuola, della durata di un anno, prevede corsi di spiritualità, teologia, antropologia, ecclesiologia, oltre a laboratori su tematiche di attualità (giovani, famiglia, comunicazione, dialogo con culture e religioni). Attraverso la condivisione della vita in piccole comunità, punta a rispondere all’esigenza espressa da molti sacerdoti di sperimentare nel concreto una spiritualità fondata sulla comunione, per poi trasmetterla agli uomini e alle donne del nostro tempo”. Il Centro opera in sinergia con simili strutture in altrettante cittadelle del Movimento dei Focolari: in Polonia, Germania, Kenya, Brasile, Filippine, Argentina. Promuove spesso, inoltre, corsi e workshop annuali rivolti a educatori nei seminari per sostenere e diffondere uno stile di vita sacerdotale fondato sulla comunione. Lo scorso novembre 2016, il Centro Vinea Mea ha concorso ad inaugurare il Centro Evangelii Gaudium (CEG): progettata e realizzata in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia, costituisce un proposta in risposta all’invito del Papa di dare un nuovo slancio all’opera di rinnovamento necessaria alla nuova tappa di evangelizzazione della Chiesa, chiamata ad uscire verso le periferie esistenziali del nostro tempo. Una delle prime iniziative del CEG è il corso di approfondimento sull’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, organizzato dal Centro di spiritualità Vinea Mea. Fonte: Loppiano online (altro…)