Apr 28, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Una settimana per contribuire a creare rapporti di pacifica convivenza, una mentalità di reciprocità tra popoli e culture diverse, nel rispetto della dignità di ogni uomo e dell’identità di ogni comunità e popolo. Per concorrere a costruire un mondo unito e convogliare a questo scopo il maggior numero possibile di giovani. Questo l’obiettivo con cui nel 1995 è nata la Settimana Mondo Unito, evento che si ripete ogni anno e ad ogni latitudine.
Una diretta internet durante il Meeting Internazionale dei Giovani per un Mondo unito aprirà la SMU di quest’anno, il 29 aprile, alle 21,00 ore italiane (http://live.focolare.org/smu/). Seguiranno giorni pieni di iniziative sociali, sportive, culturali, che saranno ampliamente documentate su www.mondounito.net. Appuntamento poi al Circo Massimo la sera del 30 aprile per la veglia di preghiera che precede il rito di beatificazione di Giovanni Paolo II; subito dopo i Giovani per un Mondo Unito animeranno insieme al Movimento parrocchiale e diocesano, e ai Gen’s, l’adorazione nella Basilica di S.Marco in Piazza Venezia, a Roma, dalle 23 alle 3 del mattino. Questo momento si svolge nel contesto della “Notte bianca di preghiera”, organizzata dalla Pastorale giovanile della Diocesi di Roma, e affidata ai gruppi giovanili delle varie realtà ecclesiali. 1° maggio in Piazza San Pietro per la cerimonia della beatificazione – Con i Giovani per un Mondo Unito sarà presente anche una delegazione del Movimento buddista giapponese Rissho Kosei Kai, e il gruppo dei partecipanti al Meeting internazionale in corso in questi giorni. Conclusione della Settimana Mondo Unito l’8 maggio con un’altra diretta mondiale, stavolta da Sassello, la patria di Chiara Luce Badano, la giovane che lo scorso 25 settembre è stata beatificata, e che aveva fatto del mondo unito il suo cavallo di battaglia, fino all’ultimo. Follow the light è il titolo della giornata di festa con giovani da tutto il mondo, apice della Smu 2011. (http://www.gmutorino.it/) (altro…)
Apr 28, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità

Rafael Tronquini
I tuoi ricordi di Giovanni Paolo II negli ultimi anni di sofferenza. Quale testimonianza ti ha dato il Papa in quel periodo? Mi ricordo soprattutto dell’ultimo anno. Tante notizie nei mass media. Tante immagini del Papa che non riusciva a parlare bene. Però, era fortissimo il suo amore per me e per tutti giovani del mondo. Giovanni Paolo II è il primo Papa che ho conosciuto. Nel 2005 avevo 21 anni e il Papa era come un nonno per me, per la sua sapienza. E.. un grande compagno di viaggio! Diceva tante cose belle. Nei gruppi dei giovani della parrocchia si parlava tanto di lui come esempio di una persona che, in situazioni di dolore, continuava ad amare. Ho voluto aderire al suo invito durante la GMG in Canada 2002, a Toronto, e così ho partecipato alla GMG di Colonia, nel 2007. Per me è stato sperimentare l’unità della Chiesa. Sento di ringraziare per sempre Giovanni Paolo II per l’invito che ha rivolto a tutti noi giovani di vivere insieme quell’indimenticabile incontro e davanti alla sua tomba ho ringraziato Dio per il dono della sua vita. Dopo la GMG ho capito tante cose, ma soprattutto mi sono deciso a seguire Gesù nelle gioie e nei dolori di ogni giorno.
Il Papa cercava di trovare Dio/Gesù nella sua sofferenza: cosa puoi dire su quest’idea? Mi ricorda il cammino di Cristo, morto in croce e, poi, risorto. Ogni giorno, se amiamo come Gesù, possiamo fare questa esperienza di risurrezione. Quando sono arrivato a casa, in Brasile, dopo la GMG in Germania, ho saputo che mia nonna era molto malata. Che cosa fare? Che cosa dire? In quel momento mi sono ricordato di Giovanni Paolo II, di come ha vissuto la sua esperienza di sofferenza. La nonna morì dopo pochi giorni. Per me si trattava di una situazione nuova: perdere nello stesso anno Giovanni Paolo II e la nonna, due persone che, seppure in forme molto diverse, amavo molto. Penso che nella realtà dell’infermità non si debbano cercare risposte senza amare. Bisogna amare e trovare Dio nei malati, offrire tutto a Gesù morto in croce per amore. Il giorno della morte del Papa, mia sorella mi ha chiamato al lavoro piangendo. Non capivo cosa dicesse, però intuivo che era una brutta notizia. Poi chiarissimo: Giovanni Paolo II si era spento. Anch’io mi sono trovato a piangere, ma ringraziando Dio per la spinta che il Papa aveva dato alla mia vita. Avet
e anche voi l’ideale di “Gesù abbandonato”? Che significa questo per voi? Sì, vivo la spiritualità dell’unità del Movimento dei focolari e Gesù abbandonato è il nostro unico tesoro. Per me significa scegliere Gesù nel dolore del suo abbandono, nel suo nulla, nel suo grido: “Perché… mi hai abbandonato?”. Scegliere quel momento in cui, fattosi nulla, ha amato con tutta la sua anima l’umanità. Allora, dopo lo studio, o, quando sono stanco per la giornata di lavoro, mi ricordo che devo preferire la stanchezza perché è un volto di Gesù abbandonato. Anche nel vincere le tentazioni per essere un cristiano integro, o negli sbagli che faccio, “sono” Gesù abbandonato. Così offro sempre, nelle preghiere della sera, tutti i miei dolori a Lui, perché tutto, i nostri limiti e i fallimenti li ha presi su di Sé, e Lui è l’unità. (A cura di Corinna Muehlstedt, per la Radio Bavarese – 18 marzo 2011) (altro…)
Apr 17, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Un sabato speciale per la grande famiglia dei Focolari in Repubblica Dominicana. Nella Casa San Paolo della Chiesa cattolica dominicana, circa 700 persone convengono da tutto il Paese, un piccolo Paese di una dozzina di province, duecento chilometri su trecento, ma ricca di bellezze locali, di “campanilismi”, con tutti i riflessi positivi e quelli invece negativi legati ai particolarismi. Lo si costata nell’incontro di Maria Voce e Giancarlo Faletti con 150 giovani vicini al Movimento della Repubblica Dominicana: una varietà notevole, una ricchezza di espressioni. Priscilla, ad esempio, racconta di come si sia trasferita dalla sua provincia, Santiago Rodriguez, rurale e nota per le enormi coltivazioni di banani, nella capitale, per studiare psicologia. Ebbene, non è stato facile per lei cambiare ambiente, amici e modo di vivere. Ma la vicinanza con i ragazzi e le ragazze dei Focolari le ha permesso di inserirsi bene nella nuova realtà, diventando anzi un leader per tanti altri amici.
La platea di giovani siede silenziosissima: sembra strano, vista la vivacità esuberante di questi giovani dominicani, capaci però di grande generosità e profondità di vita. Le loro domande evidenziano il loro desiderio di radicalità. E così Maria Voce insiste, parlando di “vocazione”, di aspirazione a qualcosa di grande: «Alla vostra età c’è l’amore per il rischio, deve esserci, lo spirito d’avventura, il cercare di fare qualcosa di diverso. È proprio in quest’età che si ha la grazia di fare qualche pazzia! È una pazzia per Dio, quella di seguire l’eventuale sua chiamata, anche se non si è sicurissimi. Ne vale la pena». E Giancarlo Faletti sottolinea come «la gioventù sia per sua natura ricerca, ricerca di studio, lavoro, sport, affetti, impegno. È lì che vengono in evidenzia le potenzialità di ognuno, e anche le capacità di ascolto. Non solo di ascolto delle voci che vengono dall’esterno, ma soprattutto della voce interiore che mi chiede il perché di tutto quello che faccio. Non posso nascondermi di fronte a tante cose, ad una vita frenetica: debbo sapere ascoltare la voce che mi chiede dove va la mia vita». Emerge anche la forte influenza che hanno sui giovani le spinte dell’egoismo e della poca chiarezza, del rumore della città e anche del peccato, della tentazione: «Il nostro amplificatore – risponde Maria Voce – è la presenza di Gesù in mezzo a noi, che fa sentire la sua voce e la rende forte, anche più forte degli altri rumori». Chiara Luce Badano, la giovane del Movimento recentemente beatificata, è per loro un esempio, che li aiuta ad affrontare le difficoltà anche quando, rispetto a quella che può sembrare la normalità, si viene giudicati per una vita cristiana impegnata, in ogni caso controcorrente. «Ma è più importante preoccuparsi che Dio sia contento di te, o solo che lo siano un compagno o una compagna?», chiede loro Maria Voce. Poi «bisogna però che questi amici possano sentire la gioia che esiste tra di voi». Non si tratta di isolarsi, ma di far avanzare la bellezza della vita “con Gesù”, per far sperimentare la bellezza di quel che si fa “insieme”.
Commenta Marguerita, una giovane del Nord del Paese: «Quando Maria Voce ci ha parlato di Gesù che sulla croce ha gridato il suo abbandono, ho capito che non è solo dolore; viverlo non vuol dire rimanere nella sofferenza, ma avere la gioia di vivere con Lui e per Lui». Mentre Pablo, di Santo Domingo, sottolinea come «la semplice gioia che ho provato oggi debbo farla diventare un virus che contagia i miei amici». «Siete generosi – conclude Maria Voce –, e mi avete dimostrato che sapete esserlo. Quindi siete capaci di cose grandi. Continuate senza paura di dare di più». Da Michele Zanzucchi (altro…)
Apr 10, 2011 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Quando si arriva a Chicago dalla East Coast ci si accorge subito di essere in un altro mondo. La città si stende lungo l’immenso lago Michigan per 50 chilometri, e la panoramica – anche la sera quando atterriamo all’aeroporto Midway nel centro della città – è impressionante con i grattacieli che si stagliano sullo sfondo, moderni ed illuminati. Venti superano i 200 metri d’altezza e 240 arrivano ai 100. Anche qui la popolazione è multietnica, ma diversa da New York e Washington. Colpisce, per esempio, sapere che Chicago, la terza città degli USA con quasi tre milioni di abitanti – arriva a 9 con tutti i sobborghi – è la seconda città polacca del mondo (tanti sono gli emigranti dal Paese europeo) ed ha notevoli gruppi di origine greca e italiana. Le diverse comunità per decenni e, a volte per un secolo, hanno mantenuto identità ben stagliate con quartieri tipici della loro provenienza. Negli ultimi decenni con le nuove generazioni si nota una maggiore integrazione. Alcuni quartieri hanno problemi non indifferenti di ordine pubblico. Spesso si consiglia di non attraversare una certa strada se non si vuole incappare in imprevisti spiacevoli. Ma, qui nell’Illinois e in tutto il Mid-West i valori religiosi e tradizionali sono ancora importanti e le famiglie ci tengono a trasmetterli ai figli. I Focolari sono arrivati a Chicago poco dopo l’apertura negli USA, cinquant’anni fa. Nella zona di Hyde Park fin dal 1966 c’è un Centro Mariapoli alloggiato in una grande mansion – casa in tipico stile americano del XIX secolo – che la diocesi ha messo a disposizione dei Focolari. Accanto, in una casa altrettanto bella, ha sede la comunità femminile. La zona, da due anni, è oggetto di controlli stretti e severi. In fondo alla stessa strada, infatti, abitava Obama, che la prossima settimana, ci dicono, sarà qui. Il focolare maschile a venti minuti di auto – traffico permettendo – si trova in uno dei sobborghi, Berwyn. A poca distanza si trova il River Side North, un’altra cittadina con una sua municipalità ed un suo sindaco. Qui Carol, una volontaria che ha conosciuto il Movimento ancora negli anni ’60, ha dato vita ad un’esperienza coinvolgente. Con un figlio portatore di gravi patologie, Carol, resa particolarmente sensibile alle problematiche legate alla sofferenza, si è guardata attorno ed ha costruito ponti con decine di persone che soffrivano per vari motivi nel suo vicinato. Progressivamente si è creato un vero movimento della cura reciproca, che ha scatenato una rivoluzione sociale, animata da quelli che ormai tutti chiamano l’esercito degli angeli, e sostenuta dall’amministrazione locale. Un vero modello sostenibile di cura reciproca soprattutto nell’ambito di persone vulnerabili sia a livello fisico che morale. Dall’esperienza è nata una vera arte della cura e della premura verso chi soffre. Altre amministrazioni hanno contattato quella di River Side North per una collaborazione alla soluzione di problemi che paiono insormontabili. Anche il Presidente delle Bahamas, venuto a conoscenza dell’esperienza, ha chiesto un contributo per applicare la stessa metodologia all’interno del suo Paese.
Sabato pomeriggio, proprio nella palestra all’interno della sede dell’amministrazione municipale di River Side North, i giovani dei Focolari hanno organizzato un incontro per giovani. Hanno invitato amici e non solo, usando contatti personali, internet e face book. Difficile per tutti loro prevedere quanti sarebbero arrivati. Alla fine il palazzetto era pieno, circa trecento giovani provenienti anche da altri stati vicini. Il programma era coraggioso: una presentazione della vita di Chiara Luce Badano, accompagnata da alcune esperienze dei giovani del Movimento vissute oggi, nei contesti dell’università e del lavoro. Una ragazza, ballerina, è venuta dall’Ohio per l’occasione ed ha offerto un delicatissimo pezzo di danza. Un’altra ha composto una canzone su Chiara Luce e la sua santità.
Proprio da questo ha preso spunto Maria Voce che, salita sul palco per salutare i giovani, ha sottolineato che Dio ancora oggi si rivolge a ciascuno invitando alla santità, e lo fa attraverso persone come Chiara Luce che sottolineano come ci si possa far santi con l’aiuto di altri: la famiglia e gli amici che vivono per gli stessi ideali. La presidente dei Focolari ha concluso con un appello senza mezzi termini: «Vuoi farti santo? Se vuoi perché non lo fai?». La risposta è stata un’ovazione, segno che ha colpito nel segno. Anche oggi c’è voglia di santità nel Mid-West degli USA, come in tutto il mondo.
Roberto Catalano
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Apr 2, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Da vicino è un’altra faccenda. Infatti, li avevano visti più volte in videoregistrazioni, conoscevano il timbro della loro voce, sapevano della loro semplicità, ma erano pur sempre la presidente e il co-presidente di uno dei movimenti ecclesiali mondiali più numerosi e certamente il più diffuso geograficamente. Dunque era comprensibile – come ha rivelato a metà programma una giovane coordinatrice – che tra i 130 gen statunitensi (i giovani più impegnati della compagine focolarina) l’ansia fosse ai livelli di guardia. Ma poi tutto è scomparso poco dopo l’inizio dell’atteso appuntamento, svoltosi nella cittadella Luminosa (imbiancata da una leggera nevicata), a due ore di auto a nord di New York. «Con la vostra immediatezza ci avete messi a nostro agio e stiamo davvero bene con voi», ha spiegato la ragazza rivolgendosi a Maria Voce e Giancarlo Faletti. Si trattava della prima volta per gli uni e per gli altri e la sintonia è scoccata sin dal primo momento. Tanto che i due ospiti speciali hanno detto all’unisono che immaginavano dal Cielo la fondatrice Chiara Lubich guardare con gioia quei volti giovanili.
Due ore effervescenti, con musica e immagini, confidenze e domande. Due ore lievi ed intense, in cui i giovani hanno messo al corrente della condizione (e dei disagi) della loro età nell’attuale società Usa e delle difficoltà a parlare di Dio e della Chiesa ai coetanei. Particolarmente condizionanti le elevate tasse universitarie (da 10 a 60 mila dollari annui) e la polarizzazione della politica tra democratici e repubblicani. Allo stesso tempo desideravano ricevere pareri e indicazioni, frutto del carisma dell’unità.
«Siete figli di Chiara, ricchi della sua eredità e consapevoli di portarla a tutti: più la si divide, più aumenta. Siete giovani e forti, e la gente, anche se non lo sa, sta aspettando di essere coinvolta nel progetto di unità del mondo», ha detto Maria Voce. «Non perdete il tesoro di Gesù – ha successivamente indicato –. Lui vivo, vero e risorto, vuole essere tra voi e con voi camminare nelle strade della vostre città per annunciare, sanare, consolare». E proprio in questa prospettiva Giancarlo Faletti ha sottolineato il legame vitale con la Parola e l’Eucaristia: «Gesù è di una potenza incredibile ed è vicino alle vostre speranze».
Insomma, il cuore del sogno americano (chiunque ce la può fare) trova una sua alta prospettiva nel mandato spirituale appena ricevuto. Un compito impegnativo, che stimola ed esalta questi giovani dai tratti somatici molto differenziati. Provare a diventare il numero uno è esaltante, ma quante responsabilità vi sono collegate! Cosicché una ragazza di San Antonio dice diretta, rivolgendosi a Maria Voce: «Grazie di aver accettato di essere presidente». Dall’inviato Paolo Lòriga [nggallery id=24]
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Mar 28, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
È molto atteso l’appuntamento annuale dei Giovani per un Mondo Unito (GMU) al loro Meeting internazionale. Un gruppo di GMU si è incontrato a Loppiano, cittadella internazionale del Movimento vicino a Firenze, per elaborarne insieme i contenuti. È un percorso iniziato nel Dicembre 2010, e portato avanti con i GMU di varie parti del mondo attraverso contatti via email o messaggi sui social networks in uno scambio vivace di proposte perché il Meeting sia il frutto di una comunione di vita e di diverse sensibilità. Make visible change: l’argomento centrale si snoderà in tre temi portanti: “protagonisti oggi di una cultura di fraternità e di pace”, “alla ricerca di rapporti autentici”, “costruendo ponti …”, dopo aver esplorato l’anno scorso le molte vie per un mondo unito. Il 29 Aprile si aprirà con una diretta internet la quattordicesima edizione della “Settimana Mondo Unito” dove verrà lanciato il Genfest 2012 insieme ad un ventaglio di iniziative per concretizzare nel quotidiano l’impegno dei giovani per la fraternità. Un infuocato messaggio di Chiara Lubich del 1987 unirà in un cuor solo giovani di tutte le latitudini. Il Meeting culminerà il 1° maggio con la partecipazione dei Giovani per un Mondo unito alla Beatificazione di Giovanni Paolo II (http://www.karol-wojtyla.org/). Per info e prenotazioni: sgmu @ focolare.org (altro…)