Ott 11, 2023 | Nuove Generazioni, Sociale, Testimonianze di Vita
Il Medio Oriente continua a soffrire a causa di violenze, scontri e attacchi terroristici. Il racconto di Joseph, giovane siriano dei Focolari che insieme ad altri giovani alimentano la speranza di pace in una terra assai martoriata.
L’incubo delle stragi di massa torna a far paura. Il Medio Oriente è ancora sconvolto da guerre, attacchi terroristici, violenze di ogni genere che causano solo morti. In Siria, il 6 ottobre scorso droni carichi di esplosivo sono caduti su un’accademia militare di Homs durante una cerimonia di festa. Il bilancio è di un centinaio di morti di cui una trentina sono donne e bambini. Il giorno dopo c’è stato un altro attacco simile durante le celebrazioni funebri, per fortuna neutralizzato in tempo. Non è mancata la risposta siriana con una pioggia di bombe in località Idlib in un’area fuori controllo del governo. Un’escalation di violenza a cui l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Geir O. Pedersen risponde reclamando subito il cessate il fuoco, protezione per i civili e l’avvio di negoziati per la pace. In questo scenario di guerra, mentre le violenze continuano ad intensificarsi e sembra non ci sia speranza per un futuro di pace, alcuni giovani siriani appartenenti al Movimento dei Focolari si sono incontrati per il loro raduno annuale.
Joseph Moawwad, 24 anni ha partecipato al congresso e ci ha scritto per condividere la sua esperienza personale. “Vivevo un periodo assai difficile ultimamente, un senso di tiepidezza, senza entusiasmo; anche per questo congresso, forse per le forti tensioni che vivo e che vivono i giovani siriani. Le conseguenze della guerra perdurano tuttora, già da 13 anni, e come ultimo, l’attacco di qualche giorno fa a Homs. L’abbiamo saputo proprio all’inizio del congresso. Nonostante ciò, la grande sorpresa è stata quella di incontrare 90 giovani dei Focolari venuti da tutte le regioni siriane. Ho sentito come una tempesta che ha tolto le ceneri che coprivano la brace dal mio cuore, e così è ripartito il “fuoco” in me. Esperienze di comunione, di condivisione, di fraternità tra noi e quella tensione a vivere l’amore reciproco per poter avere la presenza di Gesù tra noi (cfr. “Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, Mt 18,15-20) ha cancellato tutto quello che provavo prima e ha fatto sì che, quella fiammella che sentivo riaccesa in me, diventasse più potente. A fine giornata, durante la preghiera comunitaria, ho avvertito di prendere una decisione: custodire quella “fiamma” che avevo sentito ri-accendersi per lungo tempo, farla crescere, donarla alle persone più deboli, scoraggiate. Ho scoperto che l’unità con gli altri giovani dei Focolari, l’amore reciproco che ci lega sono la soluzione a tutto questo odio e al male che viviamo. E poi la presenza di Gesù in noi e tra noi: è lui che ci dà forza e ci darà la speranza per un futuro migliore”.
Lorenzo Russo
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Set 28, 2023 | Nuove Generazioni, Sociale, Testimonianze di Vita
Si sono conclusi di recente gli Incontri del Mediterraneo che hanno visto come scenario Marsiglia (Francia), città mosaico di popoli e culture. Un evento che nel dialogo traccia nuovi sentieri di speranza con uno sguardo rinnovato al futuro. “Dall’evento di Marsiglia che cosa è uscito? È uscito uno sguardo sul Mediterraneo che definirei semplicemente umano, non ideologico, non strategico, non politicamente corretto né strumentale, no, umano, cioè capace di riferire ogni cosa al valore primario della persona umana e della sua inviolabile dignità. E nello stesso tempo è uscito uno sguardo di speranza”.

Foto: © Chiara Barbaccia
Sono queste le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante l’Udienza Generale del 27 settembre 2023 incentrando la sua meditazione sul recente Viaggio Apostolico a Marsiglia a conclusione dei “Rencontres Méditerranéennes” (Incontri del Mediterraneo) che si sono svolti nella città francese dal 17 al 24 settembre 2023. Un vero e proprio “Mosaico di speranza” come preannunciava il titolo dell’evento organizzato dall’arcidiocesi di Marsiglia, che ha visto coinvolti Vescovi, Sindaci, leaders religiosi, teologi dell’area mediterranea insieme ai giovani provenienti dalle cinque rive del Mare Nostrum, in un dialogo aperto che guarda al futuro e alle tante sfide da affrontare. Sulla scia tracciata dai due precedenti incontri, quello di Bari nel 2020 e di Firenze nel 2022, Marsiglia, con la sua storia, il suo porto e la sua essenza multiculturale e multireligiosa, si è fatta promotrice di questo cammino attraverso tavole rotonde, incontri di riflessione e di preghiera, performance artistiche e culturali di vario genere al fine, come ha affermato Papa Francesco nell’Angelus di domenica 17 settembre, di “promuovere percorsi di pace, collaborazione e integrazione con particolare attenzione al fenomeno migratorio”. 
Foto: © Chiara Barbaccia
Ed è questo uno dei temi maggiormente affrontati nei dibattiti tra i giovani presenti, come ci racconta Chiara Barbaccia, 28enne laureata in criminologia che si prepara a diventare educatrice nelle carceri, figlia di un’ isola italiana, la Sicilia, porta d’ingresso d’ Europa: “In un momento in cui siamo bombardati dalla comunicazione mediatica che ci fa sentire invasi, siamo chiamati a non dimenticare che siamo di fronte a delle persone che lasciano il loro Paese perché costretti, non per gioco. E dobbiamo tenere presente anche il valore dell’accoglienza, la carta vincente per farci restare umani”. Parole che non restano pensieri ma che, se condivise, assumono forma. Chiara è infatti una dei 70 giovani tra i 25 e 30 anni che, in rappresentanza del Mediterraneo e dei suoi tanti volti, hanno incontrato i Vescovi delle cinque aree geografiche di questo Mare, in un momento di interazione in pieno stile sinodale: “Io frequento la parrocchia dei frati francescani di Sant’Antonino a Palermo – racconta – e, in un’ottica di scambio e crescita reciproca e grazie all’amicizia con il Movimento dei Focolari della mia città, sono qui a Marsiglia. I giovani della tavola rotonda alla quale ho partecipato provenivano da Ucraina, Bosnia, Terra Santa e Algeria. Uno sguardo dalle varie prospettive del Mediterraneo. Io ho raccontato un po’ della mia esperienza e di quanto facciamo per l’accoglienza e non solo. Quel che manca affinché questo mare sia davvero “nostrum”, di tutti, della collettività è l’idea condivisa di bene comune, l’idea che ogni cosa che si “muove” al suo interno non appartiene all’una nazione piuttosto che ad un’altra ma è patrimonio comune che va valorizzato e non “fatto naufragare” o, peggio ancora, fatto affondare”.
Dalla migrazione alla crisi climatica, dall’ integrazione alla crisi geopolitica e alla violenza della guerra, la voce di queste nuove generazioni che hanno animato e colorato la città di Marsiglia è forte. I giovani sono “faro”, come li ha definiti il Papa nel suo discorso in occasione della sessione conclusiva degli Incontri, il 23 settembre, “sono loro la luce che indica la rotta futura” ed è importante assicurare loro spazi di incontro dove essere orientati a fraternizzare e poter aprire l’orecchio all’altro, come è accaduto a l’Oeuvre de jeunesse Joseph Allemand Saint Savournin, dove tantissimi ragazzi e ragazze liceali della città, divisi in gruppi, hanno partecipano ai “saloni” organizzati a tema per confrontarsi e condividere le sfide e i progetti sul Mediterraneo. Tra gli animatori giunti da varie zone, in particolare d’Italia, anche un gruppo del Movimento dei Focolari che, insieme ad altre realtà hanno contribuito a questo scambio. Ogni salone è stato un viaggio: nell’inclusione, nel rispetto della diversità delle altre confessioni, sulla libertà della donna nelle varie culture, nella danza e nell’arte, capace di abbattere le barriere e strumento di accoglienza. Un viaggio verso la sensibilizzazione al tema della riconversione dell’industria bellica, come raccontano i ragazzi di WarFree – Lìberu dae sa gherra, l’associazione che mira a una riconversione etica della Sardegna (isola italiana) attraverso un’economia di pace con lo sguardo sul mondo; una rete di imprese che si propongono come alternativa alle industrie produttrici di armi e petrolchimiche e una nuova economia civile che offra lavoro degno al territorio favorendo l’intreccio fra pace e sviluppo sostenibile: “Queste industrie presenti sul territorio sardo sono il maggior export della Sardegna ed in una terra dove il lavoro scarseggia è importante che la gente sappia per cosa lavora, chi guadagna da queste esportazioni e quali sono le conseguenze – dice Stefano Scarpa, uno dei soci di Warfree, impegnato nel progetto dal principio -. Non è una questione che riguarda solo la Sardegna. Per questa ragione gli Incontri del Mediterraneo sono un’occasione. Sarebbe bello riuscire a non parlare soltanto di Mare Nostrum ma di globalità, di un dialogo costante che vuole trovare delle similitudini tra le difficoltà di ogni paese e delle risposte”. “La Chiesa gioca un ruolo importantissimo sui territori e nel dialogo con le altre Chiese e le altre religioni. È qui che va incentivata la partecipazione di tutti – aggiunge Maria Letizia Cabras, giovane sarda del Movimento dei Focolari che collabora a Warfree – affinché un discorso a livello territoriale sia applicato anche a livello ‘mediterraneo’, attraverso progetti ed eventi che coinvolgano tutti i diversi Paesi”.
Maria Grazia Berretta
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Ago 18, 2023 | Chiesa, Nuove Generazioni, Testimonianze di Vita, Vite vissute
Due intense settimane di tour per il Gen Verde in Portogallo che, da fine luglio a inizio agosto 2023, da nord a sud del Paese, tra laboratori artistici e concerti, con l’aiuto di tantissimi giovani, ha avuto modo di trasformare la musica in strumento di testimonianza e incontro con l’altro. Sono partite da Braga (Portogallo) per poi dirigersi verso il sud del Paese, in Algarve, e concludere il loro percorso a Lisbona, nel clima festoso e inebriante di una Giornata Mondiale della Gioventù di cui ancora si respira il bellissimo ricordo. È questo il percorso che dal 23 luglio al 4 agosto ha portato avanti il Gen Verde international Performing Arts Group, il gruppo musicale al femminile nato nel 1966 da un’ispirazione di Chiara Lubich, Fondatrice del Movimento dei Focolari.
Un tour intenso all’insegna dell’incontro e dell’amicizia e in cui, dopo aver seminato in parole e note, si è davvero raccolto molto in termini di esperienza viva. Ne è un esempio lo Start Now Workshop Project, progetto musicale e artistico pensato per educare alla pace e al dialogo portato avanti dal Gen Verde che ha goduto, a Braga, della partecipazione di un bellissimo gruppo di giovani provenienti da Spagna e Portogallo e della speciale collaborazione del Projeto Homem Braga, specializzato nel trattamento, nella prevenzione, nella riduzione danni e nel reinserimento di persone con dipendenze. “Noi di solito abbiamo un po’ di paura quando invitiamo gente da fuori a conoscere gli utenti del nostro centro- dice uno degli educatori della sede del Projeto Homem Braga dopo l’incontro con le artiste- perché non vogliamo disturbare il loro processo di recupero. Oggi vi ringraziamo per aver diffuso tanta gioia in tutti noi”. “Abbiamo scoperto che la musica, la danza, l’arte davvero possono aiutarci a superare tante barriere, come quella linguistica, culturale- dice un ragazzo spagnolo che ha partecipato al workshop. A volte è difficile remare nella stessa direzione, ci vuole pazienza perché non andiamo tutti allo stesso ritmo, ma una cosa che ci portiamo dietro è la gioia che si trasmette, al di là delle difficoltà. L’amore ci fa superare ogni conflitto”. Al suono di Girl On A Mission (Magnificat), il brano composto dal Gen Verde per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, il gruppo si è spostato a Faro (Algarve- Portugal) dove ha partecipato alle Giornate nelle diocesi che hanno preceduto la GMG, concludendo con un concerto nello Stadio Algarve il 31 luglio; il viaggio è continuato verso la capitale portoghese per un’altra edizione dello “Start Now” al quale hanno preso parte circa 100 giovani che, a conclusione, il 2 agosto, si sono esibiti con le artiste sul palco dell’Auditório da Faculdade de Medicina Dentária di Lisbona gremito di pubblico: “È stato molto gratificante partecipare ad un’attività come questa- dice una ragazza portoghese- perché possiamo imparare e conoscere altri. Abbiamo capito che è importante sia dire la nostra opinione sia, quando necessario, sapere perdere quella idea nel lavoro in squadra. La parola che sintetizza tutto quello che abbiamo imparato è umiltà, per dare all’altro la possibilità di esprimersi”. Imparare a superare le sfide come- dice un’altra ragazza- “quella di saper ascoltare, cogliere le idee degli altri, imparare ad interagire; lasciare andare la timidezza e creare qualcosa di bello, ma insieme”. Marita Alvarez (Argentina), cantante del Gen Verde, ci racconta: “abbiamo trovato tanti giovani che in tanti Paesi hanno partecipato ai nostri laboratori artistici in questi anni, e così abbiamo capito quanto questi rapporti siano stati profondi, veri e duraturi. Dalla Slovacchia, Polonia, Ucraina, alla Spagna, Austria, Germania e Italia, per nominarne alcuni, abbiamo visto questi giovani come leader delle loro comunità, impegnati e pronti a moltiplicare la gioia attraverso il “Magnificat anima mea” che Dio ha fatto nella loro vita”.
Nel vivo della GMG, Lisbona si colora di giovani e si fa occasione unica per testimoniare e, allo stesso tempo, sperimentare la vivacità di una Chiesa pellegrina che, da tutte le parti del globo, chiama per nome. Ed è in questo spirito di famiglia che il Gen Verde, ha preso parte al secondo giorno delle catechesi Rise Up organizzato dal Movimento dei Focolari, dove ha cantato e animato la messa insieme ad oltre 7000 ragazzi, per poi concludere il suo viaggio in Portogallo con un concerto, il 4 agosto, ad Alameda Dom Afonso Henriques, in chiusura del Festival Halleluya: “
Mi ha colpito molto l’unità tra di loro – ha detto Jesús Morán, Copresidente del Movimento dei Focolari – e i giovani erano strafelici, erano tutti coinvolti nel ritmo, nella musica, ma anche nei momenti di profondità, che non mancano nelle canzoni, e i ragazzi sapevano anche raccogliersi. Pensando alla Via Crucis è stato come la ‘quindicesima stazione’, che non esiste però che, come tutti dicono e immaginano, è il segno della Resurrezione. È stato un canto alla Resurrezione, alla gioia. Credo che questa è la strada giusta per comunicare il Vangelo con linguaggio musicale che tanto piace ai giovani”.
Maria Grazia Berretta
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Ago 17, 2023 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
Benoît e Chloé Mondou, giovani sposi francesi, hanno scelto di iniziare il loro cammino matrimoniale partecipando insieme alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona (Portogallo).
“Inizialmente volevamo fare il viaggio di nozze con un tour in Europa, ma quando si è presentata l’opportunità di andare alla GMG, non abbiamo esitato un solo secondo!”. Benoît e Chloé Mondou, si sono sposati in Alta Savoia (Francia), una settimana prima della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona (Portogallo). Ventiquattro anni lui e ventidue lei, si sono conosciuti sette anni fa in un gruppo scout nel quale sono molto attivi, oggi sono guide volontarie. Benoît conosce la spiritualità dei Focolari fin da bambino e, attraverso di lui, anche Chloé ha iniziato a viverla. E proprio con un gruppo di giovani del Movimento di lingua francese, provenienti da Francia, Belgio e Svizzera sono partiti verso Lisbona. “Non abbiamo accantonato il viaggio in Europa – spiegano – ma ci siamo detti che era davvero importante andare alla GMG. Adesso possiamo dire che ha segnato fortemente una tappa nel nostro matrimonio”. Benoît e Chloé partecipano anche nella loro città ad un progetto sociale nel quale vanno a trovare le persone ospiti nelle case di riposo. “Abbiamo la fortuna di essere stati educati nella stessa religione – spiega Chloé – ma abbiamo anche la fortuna di essere felici nel pregare insieme. Di conseguenza, la partecipazione alla GMG ha dato una dimensione ancora più grande alla fede che entrambi abbiamo. Spesso eravamo separati, poi ci ritrovavamo per la lode o l’adorazione, trovando così momenti in cui pregare insieme”. “Ed era molto forte. – confida Benoît – perché nel quoatidiano non abbiamo veramente l’opportunità di pregare insieme. A Lisbona prendersi del tempo insieme, anche se si era in gruppo, è stato forte. Personalmente credo sia un’esperienza che si dovrebbe fare almeno una volta nella vita. E se in coppia, ancora meglio”
Momenti fondamentali quelli vissuti con papa Francesco. “Per me la cosa più importante che il Papa ha detto – dice Chloé – è quando ha ricordato che siamo tutti amati e ognuno così come è, perché quando si fa parte di un gruppo, a volte si tende un po’ di creare la propria personalità per apparire, per essere accettati. Ma in luoghi come quello ci si rende conto che in realtà è così che viviamo gli uni con gli altri, è così che siamo naturali ed è così che Dio ci ama di più”. “Io dalle parole del Papa – continua Benoît – sento di raccogliere una sfida che mi sta a cuore: cercare di essere Gesù. Ha invitato il milione e mezzo di giovani che eravamo a Lisbona a tornare nei nostri Paesi, diffondere la buona notizia, aiutare gli altri e far progredire gli altri con la parola di Cristo”. “Alla GMG – riflette Chloé – ho scoperto un nuovo modo di vivere la mia fede. Ho capito che ci sono tanti modi diversi di vivere la fede e non importa se una persona va a cantare per strada e un’altra preferisce stare da sola in fondo a una chiesa. Occorre che all’interno di una famiglia, tutti trovino il proprio posto e il proprio modo di pregare”. “Siamo ripartititi dal Portogallo con una fede molto cresciuta. – conclude Benoît – Questa esperienza ha reso più grande il desiderio, che già avevamo, di crescere i nostri figli nella fede e di educarli al Vangelo. Dopo il matrimonio religioso avevamo bisogno di questa GMG, del pellegrinaggio, del raccoglimento, della preghiera. Ci ha fatto molto bene”.
Anna Lisa Innocenti
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Ago 8, 2023 | Centro internazionale, Chiesa, Nuove Generazioni
Queste le ultime parole con le quali Papa Francesco ha salutato i giovani e tutti i partecipanti alla S. Messa conclusiva della GMG 2023.
È difficile descrivere ciò che abbiamo vissuto in questi indimenticabili giorni di grazia. So bene che è un luogo comune dire, in questi casi, che bisogna viverlo per capirlo. Ma è vero! È certamente vero in questa occasione. Ho partecipato a quattro GMG, le prime due e le ultime due, e posso testimoniare che c’è qualcosa che circonda questi giorni che non si può spiegare. Un noto personaggio pubblico portoghese, agnostico e amante del cinema, ha scritto in un articolo di giornale che quello che ha contemplato per le strade di Lisbona in questa rovente estate è stato il più bel film che abbia mai visto. Era impossibile non essere contagiati dall’allegria e dalla vivacità che i giovani giunti nella “città della luce” – e che l’hanno riempita con l’altra luce che portavano dentro di sé – riversavano a torrenti: nei quartieri, nei centri commerciali, nella metropolitana, sugli autobus, nei bar, nelle aree verdi o sul cemento, in piccoli gruppi o in grandi piene umane multicolori, sonore, loquaci, multi-carismatiche, con una simpatia che scaldava il cuore.
Camminando in mezzo a loro, vedevo gli abitanti della città, tra il perplesso e il curioso. Se Lisbona, con la sua magica e indescrivibile bellezza, è stata un dono per questi giovani, essi non sono stati di meno per questa città, che sarà orgogliosa di aver visto un milione e mezzo di giovani riunirsi per celebrare la fede in Cristo, cosa assolutamente inedita.
Straordinario il lavoro fatto dalla Chiesa portoghese così come dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, organizzatore dell’evento”. Così come la città, appunto, e le sue autorità civili. Ma non c’è dubbio che la corona d’alloro sia andata ai giovani. Ma chi avrebbe potuto immaginarlo dopo tre anni di grave pandemia e nel bel mezzo di una crisi istituzionale, come quella che sta attraversando la Chiesa cattolica a causa degli abusi di vario genere! Se oggi la stampa spagnola ha dato risalto al caso di una ragazza con il 5% di capacità visiva che sostiene di aver recuperato la vista nei giorni scorsi, per me il vero miracolo è stata la fede viva di questi giovani, espressa con il loro tipico linguaggio e con un’infinità di gesti audaci e sconcertanti. Infatti, se da un lato hanno mostrato un entusiasmo straripante cantando e ballando, il momento più emblematico – tra l’altro il vero centro di questa giornata – è stata ancora una volta l’adorazione eucaristica della veglia: più di un milione di persone si sono inginocchiate senza che nessuno lo abbia indicato per adorare in un silenzio “assordante” Colui che considerano il “cuore del mondo”!
Era impossibile non commuoversi. E in quel momento, il fado regalatoci dalla cantante Carminho ci ha fatto venire la pelle d’oca: “Tu sei la stella che guida il mio cuore/ Tu sei la stella che ha illuminato il mio cammino/ Tu sei il segno che io guido il destino/ Tu sei la stella e io sono il pellegrino”. E ci si chiede: ma quale forza di attrazione può esercitare un piccolo pezzo di ostia su una così grande folla di giovani sparsi su un campo di oltre 3 km di lunghezza (100 campi di calcio).
Si potrebbe pensare che i giovani che si sono riuniti a Lisbona siano brave persone, con una vita in ordine, giovani educati, che non si sporcano con i problemi degli altri. Niente di più sbagliato. Un gruppo internazionale di loro ha faticato per anni per elaborare un quadro artistico di straordinaria bellezza ed efficacia visiva, attraverso un palcoscenico monumentale, una sorta di impalcatura gigante su cui hanno sfilato quali mimi eterei, lasciandosi cadere legati a delle corde e portando la croce da una parte all’altra, su e giù. La sensazione di vertigine era continua, e la scelta di questo gesto non era casuale: in ogni stazione, con poche note di riflessione orale e molta visualità, veniva espressa con crudezza la vertigine che informa la vita dei giovani d’oggi: dipendenze, mancanza di senso, futuro incerto, disprezzo per la vita, relazioni tossiche. Tutti motivi che la croce portava, o meglio, il crocifisso portava sulle spalle, per essere poi trasfigurati in nuova vita.
Certamente i momenti chiave di questa GMG, come delle precedenti, sono stati gli incontri con il Papa. Un altro elemento sconcertante e tipico di questo evento: perché i giovani amano così tanto i papi, indipendentemente dal loro carattere (dei papi), sia esso tradizionale, intellettuale o riformista?
Ma al di là di questi punti salienti, il programma di questi giorni è stato costellato da molti altri eventi, minori ma non per questo meno significativi, come i concerti musicali nei centri nevralgici della città, gli incontri per nazionalità, la condivisione con persone impegnate nella Chiesa a livello parrocchiale o associativo, e soprattutto le varie catechesi guidate dai giovani stessi e che hanno avuto come relatori principali i Vescovi di diverse parti del mondo. Tutte occasioni per approfondire il motto della GMG: Rise up.
“Non abbiate paura, fatevi coraggio! Papa Francesco sembrava rivolgersi con queste parole a tutta la Chiesa. Perché non c’è dubbio che ci sia bisogno di coraggio. E in questo i giovani sono chiamati a essere protagonisti.
Sono il presente e il futuro di una Chiesa rinnovata dallo Spirito. Una Chiesa che, come Francesco ha ripetuto più volte, vuole essere una casa per tutti, senza esclusioni, e recuperare l’impulso profetico che la impregna. Una Chiesa che cammina con nuova fiducia, quella che trova in se stessa e oltre se stessa: in Gesù Cristo. Una Chiesa che vuole dare ospitalità a tutta l’umanità nell’umanità risorta di Gesù di Nazareth, come dice un noto teologo.
Forse sono un po’ ottimista, ma in questi giorni ho visto una Chiesa giovane che è un po’ al di là della prova, o almeno è fiduciosa di superarla. Me lo hanno insegnato le migliaia e migliaia di giovani che ho incontrato a Lisbona. Non problematizzano, non si fossilizzano nella critica, anzi, qualcosa (la loro purezza, forse, affinata nel dolore e nell’incertezza) li porta a concentrarsi sul centro della fede con il cuore dei semplici. E, come dice il Maestro, di loro è il Regno dei Cieli (cf. Mt 5, 1-12).
Riassumo in tre immagini tutto ciò che ho voluto esprimere in questo articolo: giovani che camminano, che camminano per tutta Lisbona (simbolo del mondo), a volte stremati dal caldo e dalla fatica accumulata dopo notti di poco sonno. Giovani con la vertigine della croce sulle spalle, su cui sono scritte tutte le loro sofferenze. Giovani inginocchiati in adorazione, consapevoli che in un pezzo di pane c’è tutta la vita, una vita che non passa. La Chiesa viva, quella di sempre, quella di oggi, quella del futuro.
Jesús Morán
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Lug 31, 2023 | Chiesa, Nuove Generazioni
Un canto all’unisono per i giovani di tutto il mondo. Padre João Paulo Vaz, sacerdote di Coimbra (Portogallo) è l’ideatore del testo dell’inno della GMG di Lisbona 2023, trasformato in musica da Pedro Ferreira, insegnante e musicista. Due giovani del Movimento dei Focolari (Gen), Lourdes Catalán e Ivan Ho, lo hanno intervistato. Manca davvero poco alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) 2023 e già tra i vicoli di Lisbona (Portogallo), città dove avrà luogo questo evento globale, è possibile ascoltare la voce dei primi giovani in arrivo cantare “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno ufficiale ispirato al tema “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Scopriamo insieme a Padre João Paulo Vaz, sacerdote della diocesi di Coimbra e ideatore del testo, come è nato. Lourdes: Padre João Paulo, cosa rappresenta per lei la GMG e come mai ha deciso di partecipare al concorso per la selezione dell’inno di Lisbona 2023?
Padre João Paulo Vaz: Ho partecipato a ben 6 GMG nella mia vita (Parigi, Roma, Toronto, Colonia, Sydney e Madrid), alcune anche come responsabile della pastorale giovanile della diocesi. Ciascuna di queste ha segnato il mio percorso come uomo, come cristiano e come sacerdote. Sono state esperienze molto intense di fede e di comunione e, alcune cose in particolare, hanno lasciato l’impronta. Una di queste è sempre stata l’inno. Quando è arrivata la notizia che avremmo potuto partecipare al concorso per la realizzazione dell’inno di Lisbona 2023 ne sono stato molto contento, sia per la mia esperienza personale, sia in quanto compositore. Mi ero deciso a presentare il testo ma, a un certo punto, ho scoperto di aver dimenticato di iscrivermi per tempo perché bisognava dichiarare l’intenzione di partecipare, ancora prima di presentare il brano. Quando me ne sono reso conto ero molto triste, ma Dio non mi lascia mai solo. Un gruppo di partecipanti che si era iscritto per tempo e aveva solo pronta la base musicale mi ha chiesto comunque di poter ricevere le mie parole e sono entrato nel concorso. Poco dopo, ho appreso con grande gioia che la mia canzone era stata scelta. Ero felicissimo perché l’ho sentita davvero come una risposta di Dio al mio desiderio.
Ivan: Quale messaggio voleva trasmettere attraverso la composizione di questo inno? Padre João Paulo Vaz: In primo luogo, il messaggio che ho pensato di rivolgere a ciascun giovane è “Cristo è sempre con te, non ti abbandona mai e con Lui potrai amare molto di più”. Per questo, con Lui, “la mia voce si eleva più in alto e tutti la sentiranno”, come spiega la canzone, perché non si ha più paura. L’intero testo va in questa direzione e Maria, protagonista principale di questa GMG, nella semplicità e nell’umiltà della sua figura, rappresenta tutte queste cose: Colei che per prima eleva la sua voce perché porta Cristo con sé; la prima evangelizzatrice che rivela anche a noi, con il suo “sì” e in cammino verso Elisabetta, come portarlo agli altri. Ivan: A Lisbona si attendono tantissimi giovani da tutto il mondo. Come ci si sente a pensare che tutti insieme canteranno questo inno? Padre João Paulo Vaz: È molto importante dire che, dal momento in cui la canzone è stata scelta come l’inno della GMG, non ci appartiene più, non è più nostra. Non sono più le mie parole né la musica creata da Pedro Ferreira. È l’inno della GMG di Lisbona 2023. Io canterò con gli altri: questa sarà la più grande gioia. Lourdes: Se potesse sintetizzare in una o due parole l’inno, quali sarebbero?
Padre João Paulo Vaz: la prima è “profondità”, che significa scoprire chi siamo, scoprire Cristo in noi e vivere a partire da lì; la seconda è “coraggio”, per essere la presenza di Dio nel mondo, per annunciare la vita. È in queste due parole che, a mio avviso, fiorisce l’esperienza della fede. Ivan: Qual è il suo messaggio personale per i giovani di oggi? Padre João Paulo Vaz: Vorrei usare le parole di Papa Francesco, pronunciate in uno dei video promozionali della GMG in cui invita ad andare avanti senza paura, costruire un mondo migliore ed essere protagonisti. Abbiamo tanto bisogno che i nostri giovani diano più valore al mondo, che tornino ai veri valori. È necessario abbandonare la paura ed essere consapevoli che sono loro stessi, i giovani, coloro che costruiranno un futuro migliore. E allora, caro giovane, non puoi star fermo ad osservare il mondo dalla poltrona: devi alzarti e andare, come Maria. La GMG, e questa in particolare, è un’opportunità per dire che ci credi e che sei disposto a fare quello che Dio ti chiede; più di ogni altra cosa, ti dice che non sei solo in questo. Un intero mondo di giovani e il Papa sono pronti a camminare insieme a te.
Lourdes Catalán e Ivan Ho
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