Giu 26, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Un anno dopo l’inizio dei lavori, in 90 tra giovani e adulti dei Focolari, si ritrovano a Roma per l’assemblaggio dell’evento. Sono autori, produttori, coreografi, costumisti, tecnici, direzione artistica e regia, impegnati da vari mesi nella preparazione del Genfest 2012. A questo punto il programma è chiaro: si delinea durante i tre giorni secondo un percorso che prevede molteplici attività. Da un concerto allo scambio di esperienze e di iniziative, da momenti di preghiera ad un Flashmob, al lancio del progetto United World Project, tutte orientate – come esprime il titolo scelto “Let’s bridge!” – ad un impegno attivo nel costruire ponti di fraternità tra le persone. I 12.000 posti disponibili sono in pratica esauriti. I giovani del Genfest provengono da tutti i continenti, anche se i più numerosi sono gli europei. Significativi i numeri annunciati da Paesi molto lontani dall’Ungheria: fra gli altri, 180 dall’Argentina, 160 dalla Corea. Dal Medio Oriente verranno in 250 e altri 40 dall’Africa. Si moltiplicano ovunque iniziative per raccogliere fondi per coprire le spese di viaggio e di partecipazione. Una comunione dei beni mondiale in atto, permette che siano presenti anche giovani da Paesi più poveri. (http://giovaniperunmondounito.blogspot.it/) Venerdì 31 agosto – Accoglienza ai 12.000 partecipanti sul piazzale dello Sports Arena con stand, spazi artistici e un’area sportiva. La serata sarà trascorsa all’interno dell’Arena con un concerto:
- 21 canzoni originali, scelte tra le 70 composte da giovani di tutto il mondo in risposta al concorso promosso dal Genfest 2012;
- 6 band, da Argentina, Burundi, Costa Rica, Giordania, Italia e Portogallo;
- 1 band formata per l’occasione, con membri provenienti dall’Austria, Brasile, Corea, Filippine, Italia e Slovacchia;
- Su un palco in mezzo al pubblico un DeeJay intramezzerà il programma con i remix inediti delle canzoni storiche dei 9 precedenti Genfest.
Sabato 1° settembre:
- Durante il giorno, all’Arena, si ripercorrono le fasi di creazione di un ponte: “Perché?”, “Fa’ i tuoi calcoli”, “Scavare nel fango”, “Costruire pilastri saldi”, “Raggiungere l’altra sponda”, “Molte vie”.
- Si arriva così al lancio di United World Project, progetto di ampio respiro che in tre fasi ha come obiettivo finale promuovere la creazione di un Osservatorio permanente mondiale sulla fraternità e ottenerne il riconoscimento presso l’ONU.
- La serata vedrà una marcia verso il Danubio che si concluderà con un Flashmob sul Ponte delle Catene, protagonisti i 12.000 partecipanti.
Domenica 2 settembre: Nella piazza della basilica di Santo Stefano, in centro città, Messa cattolica celebrata dal cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Budapest. In contemporanea, nelle varie chiese cristiane presenti a Budapest, celebrazioni per i membri delle rispettive chiese. Ai partecipanti di altre religioni e di convinzioni non religiose saranno proposti incontri di scambio, che avranno luogo in uno spazio allestito vicino alla basilica. Saranno 3 i conduttori del Genfest, secondo le 3 lingue ufficiali: un ragazzo ungherese, uno italiano e una giovane keniota per l’inglese. Tutti gli interventi saranno in lingua originale, con traduzione simultanea via radio in 27 lingue. Arrivederci a Budapest e Let’s Bridge! Tu ci sarai? Info: www.genfest.org – Area Stampa
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The Genfest 2012 project has been funded with support from the European Commission.
This communication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.
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Giu 23, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Chiara Lubich ha definito le Gen4 come le “gemmoline” del grande albero del Movimento dei focolari. Nel 1988 ha dato il via a questo evento unico: il loro congresso internazionale. Quest’anno erano più di 400, atterrate senza paura, nonostante l’età, (dai 4 ai 9 anni), da Argentina, Panama, Venezuela e vari paesi dell’Europa. Un vero e proprio congresso: due imprenditori della Cooperativa Loppiano Prima spiegano come vivono per una “nuova economia”e rispondono a varie domande rivolte dalle Gen4. Approfondiscono la vita dei primi cristiani, attraverso giochi e quiz. E poi c’è il grande gioco de “La città invasa dall’Amore”: clown, commesse, quiz, banchieri, sindaco e quant’altro, si ritrovano tutti accomunati da un’unica legge, cercare di “vedere Gesù nel fratello” e capire quali potrebbero essere i bisogni di questa città così particolare.
“Chi mi passa accanto è Gesù” e “L’avete fatto a me”, sono gli slogan di questi giorni. Scanditi da due canzoni composte appositamente per il congresso. La cantano, inventano delle scenette e si crea un mini musical che presentano venerdì mattina, quando la presidente dei Focolari, Maria Voce, viene ad incontrarle. Le fanno alcune domande, ansiose di sapere cosa dirà: “Ciao Emmaus, com’è il Paradiso e com’è l’Inferno?”; “Perché Dio ha creato il mondo?”; “Attraverso la vita dei primi cristiani abbiamo conosciuto i martiri. Anche noi, oggi, dobbiamo diventarlo per Gesù?”; “Come ha capito Chiara che Gesù è fra noi?”; “Potresti spiegarmi cos’è il Focolare?” E altre ancora. Una di loro, il primo giorno ci dice : “Ho nel mio cuore una grande gioia, perché ho sognato che Gesù, veniva in questo congresso, era qui con noi, in mezzo a noi”. Un sogno che si è fatto realtà nei giorni successivi. Nonostante lingue e culture diverse, si capiscono, parlano, inventano giochi da fare insieme, si scambiano doni. Durante la Messa dell’ultimo giorno vengono offerti a Gesù i propri atti d’amore: centinaia di fogli colorati riempiono i cesti posti sul palco. Ci sono anche i cesti dove viene raccolta la loro comunione dei beni per i poveri; il Vangelo che si fa vita.
Prima di andare via, scrivono tante lettere, fanno disegni per Gesù, per Emmaus. Ognuna si esprime a modo suo: “Grazie Emmaus, la giornata di venerdì al Centro Mariapoli è stata fantastica. Spero che il prossimo anno se ci sarà il Congresso a Castel Gandolfo verrai. Questi giorni mi sono divertita molto anche se venerdì ero proprio commossa”. “Sono Miriam del Belgio, ho cinque anni e mezzo ed il mio primo congresso gen4, vengo per la prima volta a Roma!Mi è piaciuto quando ti abbiamo salutato! Mi è piaciuta la giornata passata con te, ho sentito la gioia nel cuore! Tantissimi saluti!”. “Grazie per essere venuta da noi e risposto alle nostre domande! Anche io volevo sapere perché Dio ha creato il mondo e la tua risposta mi è piaciuto molto. Ti saluto con affetto! Eva della Polonia”. Una gen di 5 anni: “Non ho visto mai Chiara, ma lei è nel mio cuore”. Un’altra: “Il 27 Maggio per la prima volta ho ricevuto la Comunione. Quando Gesù è venuto nel mio cuore ho sentito una grande gioia. Adesso sempre quando sono in Chiesa cerco di fare la comunione. Sono molto contenta di essere qui e di amare Gesù sempre, un abbraccio”. “Caro Gesù, io ti voglio un universo di bene! Tu sei il mio migliore Amico!”; “Caro Gesù, vorrei che il congresso iniziasse di nuovo, ma non si può fare., Pensavo che poteva essere noioso e difficile di dormire senza mamma, ma non è stato così!”; “Grazie Gesù, ho fatto tanti atti d’amore, ne ho fatti 7 in tutto. Grazie per la Messa”; “Caro Gesù, ti porterò nella mia città e nel mio cuore, e quando qualcuno litigherà li fermerò”; “Ciao Gesù, ti scrivo dalla terra. L’amore è una cosa importantissima perché tu sei importantissimo. Tu sei il Re della pace e ti vogliamo molto bene perché hai dato la tua vita per noi”; “Gesù, è proprio vero, che in chi mi passa accanto ci sei tu? Ciao, ci vediamo in Paradiso!!!”;“Grazie, Gesù, di questo stupendo congresso, scusami se sono stata un po’ brontolona e un po’ difficile”; “Ti voglio bene Gesù, tanto, e ti vorrei essere sempre accanto e non ti vorrei mai lasciare”. A cura del centro Gen4 (altro…)
Giu 20, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Il giardino del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo è un immenso parco giochi disseminato di bandierine, strisce di carta colorata, palloni. Dentro bambini festanti si danno da fare. Si muovono a squadre, tutti insieme, tutti sudati. Ma appena li fermi per chiedere chi sono, da dove vengono, perché sono lì e se sono contenti, ti guardano fissi, fissi negli occhi e ti aprono il cuore senza giri di parole. Con loro ci sono ragazzi un po’ più grandi, i Gen3 e gli assistenti. Ci sono anche mamme e papà. E’ uno squarcio del congresso Gen4 che si è svolto dal 14 al 17 giugno. Erano presenti 400 bambini provenienti da tutta Italia, da diversi Paesi europei ed una ricca e vivace rappresentanza dalla Corea. E’ piaciuto molto lo slogan dell’ incontro: “Un fratello, due fratelli … tanti fratelli”. Perché lo gridano spesso e tutti insieme, ma soprattutto perché lo hanno capito vivendolo in prima persona. Non c’è aria di scuola ma di famiglia. E in effetti l’incontro si svolge a più voci. Anche sul palco, il microfono passa spontaneamente dagli adulti ai bambini, ai ragazzi. Tutti hanno voce in capitolo, dai più piccoli ai più grandi. Tutti danno un contributo: chi nel presentare, chi nel fare i giochi di prestigio, chi nel raccontare, come in una vera famiglia. Anche le focolarine del Centro Mariapoli partecipano a questo grande gioco della vita, raccontando come costruiscono il congresso dietro le quinte. “Una palestra per diventare campioni nell’amare…”. E’ stato l’augurio che Maria Voce ha fatto arrivare ai Gen4 riuniti al congresso. E così è stato. La posta in gioco è alta ma loro ci stanno a percorrere il cammino in quattro tappe: scopriamoci fratelli, diamoci una mano, ricominciamo, incontriamo Gesù in tanti. “Avevo fatto un aquilone di carta ed era venuto molto bene – racconta Nicolà -. Ho incontrato un bambino che non ne aveva, gliel’ho regalato e mi sono sentito felice”. E Marco: “Ero da solo davanti al portiere e invece di fare goal ho passato la palla ad un altro Gen4, perchè lo facesse lui“.
Nelle prime file, ad assistere alle loro giornate ci sono alcuni dei primi compagni di Chiara Lubich, Bruna Tomasi, Marco Tecilla e Bruno Venturini. Ci sono anche i ragazzi più grandi della “Scuola Gen di Loppiano”. Futuro, presente e passato si intersecano con armonia come le radici e la chioma di un albero: a loro i Gen4 pongono domande acute come per esempio quella di Luca di Trento: “Vorrei tanto che non ci fosse più la guerra e la fame, cosa possiamo fare noi Gen4?” O quella di Francesco di Seoul: “Avete incontrato Dio veramente e direttamente nella vostra vita?”. Sul programma, viene indicata la Messa come “incontro con Gesù”. E nel rispetto della liturgia, il sacerdote trova modo e spazio perchè i Gen4 possano presentare i loro atti d’amore, le canzoni animate e ci siano tanti momenti per parlare con Gesù a tu per tu. “Gesù è un punto di riferimento, un amico sempre accanto”, dice serio un Gen4 strappato ad un gioco di squadra. Grande successo infine hanno avuto i molti workshop pensati e ideati con un nuovo approccio alla formazione integrale della persona. “Il consumismo – spiegano i responsabili del Centro Gen4 nel presentare i gruppi di lavoro – (de)forma i bambini fin dai primi anni di vita. Per questo è necessario puntare ad attività che aiutino la persona a diventare protagonista, ad esprimersi in modo creativo, a saper superare degli ostacoli, ad avere accesso alla sua interiorità e a sviluppare il senso del bene comune”. Ed ecco allora le proposte: costruire uno strumento musicale e imparare a suonare; cantare e danzare; sperimentare accostamenti di colori diversi e comporre insieme dei mandala; modellare un pezzo di legno per far nascere un delfino; incantarsi di fronte alle infinite possibilità di comporre dei mosaici e di usare materiali riciclati per costruire aeri, aquiloni e paracaduti. Tornati a casa, i Gen4 hanno lasciato a Castel Gandolfo un segno concreto di amore e di solidarietà: più di 4.000 giocattoli da consegnare a bambini che vivono nelle zone di guerra. (altro…)
Giu 13, 2012 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità

Kevin McKeague e David McConkey
Kevin McKeague e David McConkey sono due dirigenti scolastici che da anni lavorano insieme a diversi progetti. Fin qui tutto ok. Ma la cosa interessante è che il prof. McKeague dirige una scuola cattolica, e il prof. McConkey una scuola protestante, e se vivi a Belfast, nell’Irlanda del Nord, non è proprio la stessa cosa. Le due comunità, per anni, sono state separate, in distinte aree della città, e negli anni dei disordini hanno vissuto nel terrore. “Ho sentito dire da Chiara Lubich che tra i princìpi della rivoluzione francese, il meno sviluppato è la fraternità. Ho visto nel mio incontro con David un’opportunità per costruire ponti e portare nelle nostre comunità un’iniezione di amore” – dichiara il preside McKeague. E i fatti lo dimostrano: nel 2009, in un momento in cui, grazie agli accordi politici, si viveva un momento di pace, improvvisamente la scuola protestante viene attaccata. Nessun ferito, ma grossi danni. I primi a reagire sono proprio gli studenti della scuola cattolica, che organizzano un concerto, “Tutti per tutti”, con l’aiuto dei ragazzi del Movimento dei focolari, poi una manifestazione pacifica a Stormont, la sede del Parlamento Nord Irlandese, e l’incontro di una delegazione mista con la Commissione Parlamentare per l’Educazione. “In seguito a questa testimonianza di unità – racconta il preside McConkey – il Ministero dell’Educazione, che per motivi economici non voleva finanziare la ricostruzione della scuola, ha infine deciso di ricostruirla immediatamente: l’unica scuola nell’Irlanda del Nord a ricevere fondi in quell’anno”. 
Rev Brendan Leahy
La platea che li ascolta è quella riunita per un workshop sull’ecumenismo, nella giornata dedicata a questo tema, durante il Congresso Eucaristico internazionale, in corso a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012. Ma di quale ecumenismo si tratta? Lo ha ricordato Brendan Leahy, docente di Teologia sistematica al St Patrick College di Dublino, e membro dell’Irish Inter-church Meeting, introducendo la serata. “Ci sono molti modi per entrare nello ‘spazio’ dell’ecumenismo” – ha affermato, ricordando l’etimologia greca del termine oikumene che contiene la radice della parola “casa” (oikos) – “ L’ecumenismo è costruire insieme una ‘casa’ nell’unica Chiesa di Cristo”. Dialogo ecumenico come vita, quindi e prima di tutto. Partendo dai tesori che i cristiani hanno in comune: le Scritture, il Credo, gli scritti dei Padri della Chiesa, i doni dello Spirito, la testimonianza del Vangelo vissuto. Un ecumenismo basato soprattutto sul considerare l’altro come “parte di me”, come ha scritto Giovanni Paolo II nel 2001, e sul lasciar vivere lo stesso Cristo tra coloro che sono riuniti nel suo nome (Mt. 18,20). E di esempi di vita ecumenica è stata costellata la serata. Oltre alla toccante testimonianza dei due presidi nordirlandesi, ha preso la parola la Rev. Bronwen Carling, sacerdote donna della Chiesa di Inghilterra. Vive adesso a Tipperary, in Irlanda, e anima un gruppo di persone di diverse denominazioni cristiane che si riuniscono periodicamente per un approfondimento e uno scambio sulla Sacra Scrittura, quello che nel Movimento dei focolari si chiama gruppo della “Parola di Vita”: “Cercando di vivere insieme il Vangelo di Cristo abbiamo scoperto di non essere così diversi. Abbiamo scoperto l’importanza dell’ascolto reciproco. È questo che mi ha permesso di partecipare oggi ad un evento così ‘cattolico’”.
La condivisione tra singoli diventa poi condivisione tra gruppi, ed ecco che alcuni portavoce di Movimenti e Comunità di diverse chiese, presenti a Belfast, raccontano la loro esperienza di “Insieme per l’Europa”: sono la Comunità di Corrymeela, di Sword of the Spirit, de l’Arche e il Movimento dei Focolari. “Abbiamo sentito che questa iniziativa che riunisce oltre 250 movimenti e comunità cristiane d’Europa per il futuro del continente, era fatta proprio per l’Irlanda del Nord”. Ed è così che già nel 2007 si svolge un primo appuntamento nella Chiesa d’Irlanda, con 120 partecipanti di 7 diverse chiese. Una luce di speranza che si accendeva a Belfast. E da lì il cammino è continuato, fino ad arrivare allo scorso 12 maggio 2012, quando proprio a Stormont, si sono riuniti oltre 400 ragazzi, provenienti da scuole della Repubblica d’Irlanda e dell’Irlanda del Nord, per correre la staffetta mondiale “Run4Unity” come segno di speranza e di pace. Per arrivare a questo appuntamento le 4 comunità hanno lavorato insieme, coinvolgendo le scuole, e approfondendo la conoscenza reciproca, anche attraverso alcuni weekend nello splendido scenario di Corrymeela, una comunità che ha come scopo proprio l’ecumenismo, la pace e la riconciliazione. “La condivisione tra noi è diventata sempre più profonda, con un forte senso di comunione. Al punto che il nostro stare insieme mi sembrava un’eco dell’ultima Cena, la Cena del Signore, la santa Comunione”, racconta il rev. David Godfrey, accompagnato dalla moglie Heather. Anche Thomas Kerr, della comunità de L’Arche, dove vivono insieme persone con diverse abilità, sottolinea un momento speciale vissuto in questi weekend: il gesto di lavare i piedi gli uni agli altri. Questo, insieme al patto finale di “amarsi reciprocamente come Gesù ci ha amato” ha suggellato il cammino percorso fin lì dai vari movimenti.
E poi avanti: dopo questa serata al Congresso Eucaristico “si fa più chiara la coscienza che l’ecumenismo non è per gli specialisti, ma possiamo viverlo, nel dialogo della vita, dovunque siamo”. Sono parole – quelle di Renate Komorek, dei Focolari, moderatrice del workshop – che fanno eco a quanto vissuto poche ore prima nell’Arena dell’RDS, dove erano intervenuti il Priore di Taizé Frère Alois, e la presidente dei Focolari, Maria Voce, sulla “Comunione in un solo Battesimo”. “Non bastano le conclusioni e le prese di posizione anche avanzate tra i teologi, se poi il popolo non è preparato – ha affermato Maria Voce, fino ad osare: Uniti da questa spiritualità, vorremmo essere lievito tra tutte le Chiese e contribuire ad accelerare il loro cammino verso la piena comunione anche visibile, anche eucaristica”. Dall’inviata Maria Chiara De Lorenzo (altro…)
Giu 1, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà»(Gv 6,27). Produzione: Oscar Monteza, Movimento dei Focolari (Roma). All rights reserved. (altro…)
Mag 23, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
23 maggio 1992: il giudice italiano Giovanni Falcone muore in un attentato mafioso insieme alla moglie e agli uomini della scorta. 57 giorni dopo, il 19 luglio, un altro giudice, Paolo Borsellino, che come lui indagava sulle connessioni tra mafia e politica, muore in un secondo attentato. Quelle tristi vicende segnano un risveglio civile, a partire dalle nuove generazioni, che oggi vive una nuova fase. In occasione del 20° anniversario della strage, arrivano a Palermo con le navi della legalità 2000 studenti. Varie sono le iniziative che coinvolgono la città, fra queste quella dei Ragazzi per l’Unità, gli adolescenti dei Focolari, che hanno diffuso nelle piazze e all’Albero Falcone (l’albero cresciuto di fronte alla casa del giudice, e diventato ormai un simbolo), durante la commemorazione solenne, un loro messaggio dove si presenta la “Regola d’oro” come fondamento della cultura della legalità. «La nostra parola d’ordine è la Regola d’Oro, presente in tutti i libri sacri delle più grandi Religioni del mondo e alla base del Diritto Naturale», si legge nel manifesto.
- Nel Vangelo essa dice: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12)
- Nell’Antico Testamento: “Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l’intera Legge” (31° Sabbat, Talmud Babilonese)
- Nel Corano: “Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso” (Profeta Muhammed, 13° dei 40 Hadiths Nawawi)
- Nel Libro sacro dei Buddisti: “Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito” (The Buddha, Uadanavarga 5, 18).
«Vivere la Regola d’Oro nelle nostre città significa anche vivere la legalità», continua l’appello dei Ragazzi per l’Unità. L’impegno quindi a non accettare raccomandazioni, a reagire agli atti di bullismo, a cercare di essere partecipi alla vita della propria città, rifiutando ogni atteggiamento ‘mafioso’ e la corruzione. La loro aspirazione è ad una legalità «che abbia sempre a mente il più piccolo e l’ultimo delle nostre comunità», «che abbia a mente il sangue dei martiri che è stato versato in questi anni nelle nostre terre», nel desiderio che questo messaggio possa arrivare ai Ragazzi per l’Unità di tutta Italia e a più ragazzi e persone possibili per essere insieme «la risposta e il frutto di questo sangue dei martiri per costruire un futuro migliore per il nostro paese e per il mondo». A conclusione di questo percorso sulla pace e la legalità i Ragazzi per l’Unità invitano, il prossimo 2 giugno, tutti i ragazzi di Palermo e di varie città della Sicilia ad un appuntamento in un luogo simbolico: il quartiere Brancaccio. Lì dove il sacerdote ucciso dalla mafia, Padre Pino Puglisi, ha dato la vita per la sua gente, nella difficile missione rieducativa. Alla scuola media “Puglisi” verrà donato il materiale scolastico raccolto in quel giorno. (altro…)