Movimento dei Focolari
LoppianoLab: contenitore d’idee e di sfide

Ginevra: New Humanity al Palazzo delle Nazioni Unite

Venerdì 3 Giugno 2011, presso la Sala IX del Palazzo delle Nazioni di Ginevra, studenti e docenti del centro di formazione dei Focolari di Montet hanno partecipato, assieme ad altri giovani, al seminario dal titolo “Il ruolo delle Organizzazioni internazionali di fronte al Consiglio dei Diritti Umani”. L’iniziativa è stata organizzata da New Humanity in collaborazione con il Forum delle NGO di ispirazione cattolica presenti a Ginevra. Montet, nella Svizzera francese, è una delle cittadelle dei Focolari, dove giovani da tutto il mondo vivono un periodo di studio e approfondimento della spiritualità dell’unità. Il simposio di Ginevra ha rappresentato un momento significativo nel percorso di studio sulla Dottrina Sociale della Chiesa, offrendo ai giovani partecipanti un ampio panorama sulla natura e il ruolo delle Organizzazioni non Governative. Il seminario è stato introdotto dal presidente di New Humanity Franco Pizzorno, che ne ha tratteggiato i motivi ispiratori e le concrete iniziative dei vari settori del Movimento che operano nel campo della famiglia, dei giovani, dell’economia, della politica e della cooperazione internazionale. Mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, ha svolto un’ampia e approfondita relazione sull’impegno costante della Chiesa Cattolica per la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo. Il Dott. Ricardo Espinosa, coordinatore delle ONG accreditate all’ONU, ha sottolineato il contributo di coscienza critica che le organizzazioni della società civile possono portare nel rapporto con le istituzioni, mentre la dott.ssa Shyami Pumanasinghe, funzionario ONU, ha illustrato il lavoro svolto per la formulazione della dichiarazione sul Diritto allo Sviluppo e alla Solidarietà. Molto incisivo l’intervento di Alfred Fernandez, direttore di OIDEL (Organizzazione Internazionale per il Diritto alla Libertà di Educazione) che ha sintetizzato la fisionomia delle NGO, mettendo in rilievo come i rapporti di fiducia con le istituzioni siano fondamentali per essere partner riconosciuti e ascoltati. Alessandra Aula del BICE (Bureau Internazionale Cattolico per l’Infanzia) ha invece reso testimonianza dell’impegno delle NGO a difesa dei diritti umani. Tutti gli interventi si sono svolti in un clima di particolare sintonia tra oratori e pubblico, anche grazie all’efficace e coinvolgente coordinamento dei lavori a cura di Jorge Ferreira, rappresentante di New Humanity a Ginevra. In un dialogo vivace e apprezzato, ogni partecipante ha avuto l’opportunità di aprire un osservatorio privilegiato sulle grandi tematiche dei Diritti Umani, riscoprendo l’importante contributo di valori e di esperienze che la società civile, anche attraverso le NGO, è in grado di portare nel dibattito internazionale sui grandi temi della convivenza civile. (altro…)

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Un pullman per la Bulgaria. Storie di quotidiana accoglienza.

Isabella Barbetta

«Da alcuni mesi davanti al supermercato c’è un signore che aiuta a portare il carrello della spesa, in cambio di un’offerta. Inizio a salutarlo, ma rimane freddo, provo ad avvicinarlo ma non parla italiano. Ogni mattina ci salutiamo e la freddezza poco a poco scompare. Cerca lavoro, ma nessuno si ferma sia perché non sa l’italiano, sia per il suo aspetto burbero. Dopo l’estate compare anche la moglie, Valentina, che sa l’italiano perché prima lavorava come badante. Con Valentina il rapporto è più facile. Mi fermo volentieri tutte le mattine a parlare con lei. Cerca lavoro, ma in Italia è un momento difficile. Dormono nell’androne del supermercato su dei cartoni. Fausto riesce a trovare per loro una sistemazione per la notte presso un istituto di suore. Ora ogni giorno nelle mie preghiere ci sono Valentina e Michele. Una mattina Valentina non riesce a parlare e a deglutire. Capisco che è una cosa seria. Le compro le medicine, poi chiedo a Fausto di andarla a visitare. La portiamo all’ospedale, dove le fanno delle flebo. Durante la notte la vado a riprendere e la riporto dalle suore, insieme al marito Michele rimasto nella sala d’attesa. Non riescono ancora a trovare lavoro. Inizia l’inverno e invece di tornare in Bulgaria, come avrebbero dovuto fare, tornano a dormire all’aperto. Porto loro dei dolci che preparo con tanta cioccolata, così sono più sostanziosi. Si avvicina Natale. Una sera la temperatura è a 2° sotto zero. Con Fausto, al ritorno della festa della comunità di Ariccia per il Natale, passiamo vicino al supermercato. Valentina e Michele sono seduti su un cartone intirizziti dal freddo. Sento una stretta al cuore. Cerchiamo di convincerli ad andare a passare provvisoriamente la notte in un luogo al caldo. Il marito non vuole. Mi viene da piangere e dico che passerò la notte lì, se non si trova una soluzione. Fausto chiede come mai non sono ritornati in Bulgaria, come era loro intenzione. La risposta è semplice: “Non abbiamo i soldi per i biglietti.” Con Fausto ci guardiamo: se il problema sono i soldi, ci pensiamo noi, faremo meno regali a Natale. Chiediamo quando parte il pullman per la Bulgaria: l’indomani mattina dalla stazione Tiburtina. Andiamo a casa e mentre Fausto prende i soldi, preparo una busta con panini, formaggio, prosciutto, frutta, dolci, acqua, ecc. per il viaggio che durerà due giorni. Partiamo con Valentina e Michele e all’una e mezza arriviamo alla stazione Tiburtina. Ci scambiamo gli indirizzi, contenti che anche per loro sarà un bel Natale da passare in famiglia. Ma il giorno dopo sono di nuovo ad Ariccia. Valentina telefona che il pullman era pieno e non sono potuti partire, ma hanno fatto i biglietti per partire il venerdì successivo. Valentina mi dice: “Italia non volere, Bulgaria non volere, solo tu volere bene a noi.” Le suore li alloggiamo volentieri, avendo apprezzato la loro educazione e la loro cortesia. Venerdì mattina alle 6 Fausto li prende e li porta a Roma. Anche questa volta penso ad un’abbondante busta di viveri per il viaggio, oltre ad un bel caldo cappotto per sostituire la giacca sporca e malconcia di Valentina. Non ho potuto dare lavoro ai miei amici, ma sono sicura di aver dato loro un po’ di amore». NdR: la storia è stata raccontata da Isabella nel gennaio 2008. L’abbiamo riproposta oggi per la sua straordinaria attualità. (altro…)

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Ungheria: alle radici dei volontari di Dio

“Dio! Dio! Dio! Risuoni questo ineffabile nome, fonte di ogni diritto, giustizia e libertà, nei Parlamenti, nelle piazze, nelle case e nelle officine…”. Nel desiderio di rispondere a questo accorato appello pronunciato da Pio XII in radiomessaggio del 10 settembre 1956, a causa della repressione in Ungheria, Chiara Lubich scrive una lettera che diventerà la “magna carta” di una nuova vocazione nel Movimento dei focolari: i “volontari di Dio”. Uomini e donne di tutto il mondo – dove è presente il Movimento –, formati dalla spiritualità dell’unità, che s’impegnano a portare Dio nella società, con la propria vita, nei vari ambiti dove agiscono.

2006 – A Budapest

“C’è stata – scrive Chiara il 15 gennaio 1957– una società capace di togliere il nome di Dio… l’amore di Dio dal cuore degli uomini. Ci deve essere una società capace di rimetterlo al Suo posto. (…) Ci sia chi Lo santifica con tutte le sue forze e si riunisce a quelli che sentono identica chiamata per fare un blocco agli ordini di quella eterna Parola che nessuno potrà mai cancellare dalla terra. Occorre gente che segua Gesù come vuole essere seguito: rinunciando a se stessi e prendendo la sua croce. Che crede quest’arma: la croce, più potente delle più potenti bombe atomiche perché la croce è un varco nelle anime, mediante la quale Dio entra nei cuori… Fare un blocco di uomini di tutte le età, condizioni, legati dal vincolo più forte che esista: l’amore reciproco lasciatoci dal Dio umanato morente, come testamento… Amore reciproco che fonde i cristiani in un’unità divina… che sola può opporsi all’unità provocata dall’interesse, da motivi di questa terra, dall’odio. Amore reciproco che significa: fatti concreti, proiezione di tutto il nostro amore verso i fratelli per amore di Dio. Insomma occorrono discepoli di Gesù, autentici nel mondo, non solo nei conventi. Discepoli che volontariamente Lo seguano, spinti solo da un illuminato amore verso di Lui, in quest’ora tenebrosa… Un esercito di volontari, perché l’amore è libero. (…) Occorre… edificare una società nuova, rinnovata dalla Buona Novella, dove splendano con l’amore la giustizia e la verità. (…) Una società che testimoni un nome solo: Dio.” (altro…)